Ciao!
La lettura di questo tredicesimo capitolo mi ha lasciata molto malinconica : troppi,nuovi nomi per il mio povero cuore nostalgico,troppi cambiamenti;
come ben sai,seguo molto poco la serie attualmente,tuttavia mi documento sugli accadimenti in Spagna sperando nella effimera gioia di tornare a leggere dei Castro,e pertanto il nome di Sol,legato a Lucas e,ultimamente ad un certo orfanello,Marcos,non mi risulta affatto singolare; ammetto che speravo che il sedicente dottore si legasse definitivamente ad Aurora,sebbene non possa nemmeno pensare di inserirli tra le mie ship,e avrei voluto che la stirpe dei Castro avesse ancora dominato la scena sbaragliando i personaggi a me antipaticissimi di Severo Santacruz e l'attuale moglie,Candela.
La lettera di Esperanza e Beltrán non menziona i loro nonni,o gli zii,Aurora e Bosco,né tantomeno Juan e Soledad,e questo mi rattrista enormemente.
Non sopporto l'idea che neanche i loro genitori abbiano potuto contare sui loro veri familiari,ma siano stati costretti a legarsi a personaggi esterni,come Francisca per Maria e Bosco,o Candela per Aurora;
nessun personaggio sembra essere destinato a condurre una infanzia serena coi propri genitori,da Martin a Bosco : una volta adulti,poi,mancando gli affetti familiari,sono costretti a scaricare tutto l'amore che non hanno potuto dare sulla loro donna,o il loro uomo,lottando per lei/lui come fosse l'unica cosa che conta,e come,effettivamente,risulta essere; se questo potrebbe risultare eroico ed appassionante,a volte,a mio parere,risulta troppo pesante da sopportare,anche per i personaggi stessi : non esistono famiglie composte da nonni,zii e cugini,solo marito,moglie e figli, questi ultimi costretti a considerare i nonni defunti ( vedi Esperanza e Beltrán ) perché cattivi e pericolosissimi,o a rinunciare al l'affetto di zii e cugini perché effettivamente scomparsi.
Il pathos deve esserci,dunque,ma in questa serie ve n'è troppo,e ne risulta essere davvero appesantita.
Tralasciando i miei luuunghi deliri,mi complimento nuovamente con te per essere stata capace di trasformare una lettera apparentemente poco avvincente in quanto resoconto della vita a Puente Viejo nell'anno 19XX ( perdonami,al momento non ricordo precisamente l'anno in cui la fic è ambientata! ^^' ) in una interessante veduta del paese e dei suoi abitanti; molto dolce,infine,la scena con cui si chiude il capitolo.
A presto,
Alfa Leo. |