Perdonami, non sono riuscita a cogliere la citazione anche se mi ci sto scervellando da dieci minuti buoni XD
Molto bello questo capitolo e il riferimento al progetto Lebensborn, che denota che da scrittrice, stai trattando con un tema che conosci molto bene :)
Questo è stato uno di quei capitoli dove ti arriva in faccia tutto l'orrore della guerra, nonostante le demenzialità del nostro capitano preferito.
La scena dell'infermeria è stata notevolmente scioccante, così come la cupezza della parte finale, in cui il "distacco dalla realtà" di Bastian non appare come una celebrazione di sé, ma più come un suo sistema per sfuggire all'orrore della guerra.
Il suo modo distaccato e un un po' "scemo" di vedere le cose le rende ancora più crude e devastanti, quando riescono ad oltrepassare la sua barriera. Non so se mi riesco a spiegare, spero di stare avendo senso.
Ecco, forse è questo quello che non riuscivo a dire nei capitoli precedenti.
Le parti "forti" di questa storia risultano così intense proprio perché "arrivano" a Bastian, nonostante tutto, nonostante lui sia così lontano dal mondo reale e rinchiuso nella sua bolla di realtà alternativa.
E questa cosa è agghiacciante (in senso assolutamente positivo, s'intende).
Se non crollo prima, passo anche dal prossimo! |