Quello che troppo spesso manca, nelle storie che raccontano personaggi noti, è la dimensione del vissuto, della carne oltre i pixel dello schermo e/o oltre la carta del libro: a quel punto è difficile intrattenere dei lettori a meno di non offrire una lettura fangirlistica del plot di partenza, scivolando nel porno, nel porno soft, nell’OOC o in narrazioni di dubbio gusto, nate non come gioco con il lettore, ma con presunzione.
Se non si è aiutati da una scrittura pulita, chirurgica nell'esplorare la psicologia dei protagonisti ed abile nell'eliminare il superfluo narrativo o, al contrario da una scrittura sporca, barocca ed autocelebrativa cosa resta? Se la storia non ribolle per creatività e talento cosa rimane mai? Se non si sposa il divertissement dell'erotico (ma divertissement vero), che avanza? Solo la storia d'amore esposta in una teoria di siparietti melensi e/o citazioni pedanti, che hanno poco a che vedere con la ricostruzione di un mondo e delle sue convenzioni storiche e culturali.
Sfortunatamente l'unica storia d'amore che interessa il lettore, quando il resto non è accattivante, è quella tra Oscar ed André, per cui una volta che la coppia è stata riunita l'attenzione decade nel silenzio generale, e il silenzio di un fandom è spesso solo un sommesso stridere di denti ed uno sbadiglio trattenuto.
Chiuderei la storia in questo punto, definitivamente, perché si sta trascinando con capitoli in fondo brevissimi che in altre storie di altri autori ed autrici sarebbero diventati un quarto di quello che sono qui: ci sono voluti 14 mesi per arrivare allo stesso punto che altrove ne avrebbe richiesti solo 3 o 4.
Lo vedo come un tentativo di allungare un brodo ormai freddo da tempo.
La coralità è attualmente assente, forse potremmo parlare di contaminazione con l'aspetto social network per cui un gruppo di autrici ha trovato un modo alternativo per divertirsi, dandosi appuntamento oltre che nelle recensioni reciproche anche nella scrittura, o potremmo parlare di amiche corse in aiuto per una storia in evidenti difficoltà, ma il divertimento personale di chi scrive non presuppone per forza il divertimento di chi legge.
E' comprensibile che una autrice che desidera affinare le proprie armi si dichiari soddisfatta di tutto l'esercizio che sta facendo, ma di solito un narratore invita il lettore a vivere un'esperienza simulata di vita con tutto l'insieme di emozioni che questa operazione si porta a corredo. Se poi è un autore "colto" può anche giocare con il suo pubblico rivolgendosi sia al "lettore ingenuo", sia al "lettore predisposto", sia a quello "critico", ma non lo invita certo a gioire dei suoi progressi, né possono essere questi la sola giustificazione di una storia, il cui fine ultimo dovrebbe essere intrattenere gli altri e non solo se stessi, i parenti e gli amici.
L'idea è interessante, ma bisogna sapere quando fermarsi. Non lascio una bandierina neutra anche se non sarebbe fuori luogo; mi limito, invece a suggerire un nuovo romanzo epistolare, che percorra una nuova vicenda di Oscar ed André, magari aggiungendo altri personaggi in modo che non restino sospesi su uno sfondo "vuoto" ed intensificando il numero di missive per capitolo.
Lascerei perdere il proseguimento della narrazione delle pene d'amore delle sorelle di Oscar.
(Recensione modificata il 03/03/2018 - 05:13 pm)
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Anche una recensione non entusiasta è comunque una recensione: significa che qualcuno si è interessato abbastanza da utilizzare parte del proprio tempo libero per esprimere il proprio pensiero. Sarebbe gradito che il recensito si astenesse dall'assegnare coloriture arbitrarie - quelle si scortesi - a quanto viene scritto affibbiando al recensore toni che esistono solo nella mente del recensito, in modo da consentire allo stesso un comodo vittimismo.
Ricordo che il primo comandamento di un autore è non annoiare ed il primo comandamento di un recensore è avvisare quando ciò avviene. Sta avvenendo.
(Recensione modificata il 07/03/2018 - 09:52 pm) |
