Ciao di nuovo :3
Sai, forse questo è il capitolo che mi è piaciuto di più finora. Le descrizioni della guerra, in senso lato, sia come la vivono intimamente i personaggi sia per ciò che accade sul campo, sono vivide al punto da far rabbrividire.
Oltre all'umorismo nero come il catrame, quello che succede, di paragrafo in paragrafo, diventa man mano più realistico e raccapricciante. Così come lo è il modo in cui Maik comincia a perdere il senno, quasi che stesse definitivamente perdendo l'umanità in tutto quell'orrore.
Il paradosso (in senso assolutamente positivo) di questa storia è che nonostante le situazioni assurde, il pittore, il capitano narcisista, i lupi siberiani, è tutto così realistico che si potrebbe pensare che sia successo davvero. Perché alla fine l'essere umano è un po' così, incoerente, che fa cazzate di fronte all'orrore un po' per stemperarlo e un po' per conviverci, e questa storia incarna perfettamente questa parabola.
Mi piace sempre di più. Se riesco, oggi mi metto in pari con gli aggiornamenti! |