Recensioni per
Il Libro delle Ore
di Beatrix Bonnie

Questa storia ha ottenuto 28 recensioni.
Positive : 28
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
15/03/11, ore 18:24

Finalmente Caterina è riuscita a trovare il famigerato Libro delle Ore! Non vedo l'ora di scoprire di cosa si tratti e perché sia stato nascosto così bene!
E si è anche saputo il motivo della sua fuga... naturalmente si poteva intuire una cosa del genere, ma non potevo saperlo con certezza... Ora però resta il dubbio su chi sia l'uomo amato da Caterina!
Mi sono quasi presa un colpo quando suo padre stava per acciuffarla. Meno male che quel vestito ingombrante ha fatto la sua parte, attutendole la caduta.
Ah, ho riconosciuto subito la citazione del De Amicitia! Non perché la sapevo a memoria (non esageriamo! xD) ma appena ho letto le prime parole ho pensato "Qui c'è lo zampino di Cicerone"! E infatti è proprio lui! Deve essermi rimasto il trauma dopo tutte le versioni che ho dovuto tradurre su di lui!
Bravissima, hai creato una "caccia al tesoro" davvero interessante e avvincente!
Alla prossima,
Giulia

Recensore Master
10/03/11, ore 19:38

Ma allora ero andata vicina a Scipione l'Emiliano! Ho detto l'Africano, però più o meno ho intuito chi potesse essere... No, eh? XD
Il capitolo mi è piaciuto. Deve essere stata molto bella la festa di Carnevale. Chissà come hai fatto a informarti su tutte queste cose! Mi viene da immaginarti mentre manovri una macchina del tempo e te ne vai tutta tranquilla ad esplorare la Firenze medicea!
Davvero si sta avvicinando la fine del mistero? Chissà dov'è questo famigerato "libro delle ore".
Mi ha fatto pensare il commento degli invitati alla festa in maschera sul fisico di Caterina. E' vero, all'epoca i canoni di bellezza erano completamente diversi dai nostri!
Brava anche questa volta! Alla prossima,
Giulia

Recensore Veterano
03/03/11, ore 17:47

che cugini teneri! non è che c'è qualcosa sotto?:)
che bello, hanno risolto il mistero... e ovviamente sotto un altro! sembra un po' come su "il mistero dei templari", il mio film preferito, dove c'è tutta la catena di indizi fino alla soluzione finale...
mi domando cosa abbia di particolare questo libro delle ore, perchè clarice lo abbia celato così bene...
p.s.: clarice si legge così come si scrive vero? mi è venuto il dubbio...:)

Recensore Master
01/03/11, ore 21:35

Eccomi!
Le recensioni scritte quando si ha molto tempo libero sono tutta un'altra cosa, forse non per chi le riceve, ma per chi le scrive sicuro! XD
Mi piace molto come hai reso Giovanni. Sicuramente all'epoca se i genitori sceglievano che i figli dovevano darsi alla carriera religiosa, loro dovevano obbedire. Però Giovanni mantiene un proprio modo di pensare, e lo dimostra la domanda che fa a proposito della teologia, ma anche quando non si fa troppi problemi di dimostrarlo anche al padre. Di certo non mi sembra molto entusiasta di diventare cardinale, almeno per il momento... in fondo è così giovane!
Ah, un altro indovinello! Stavolta però mi dice qualcosa, tanto che posso azzardare qualche ipotesi.
Il duce profano è sicuramente un condottiero romano... il termine Africano mi fa venire subito in mente Scipione, ma non mi spiega quel Macedone, che piuttosto riconduce ad Alessandro Magno... uhm, ma non era console, Scipione invece sì, almeno se ricordo bene... Uffa, quel Macedone mi irrita! XD
Il luogo in cui il sapere è custodito è senza dubbio la biblioteca, anche se bisogna vedere quale!
Ok, non ho avuto intuizioni, però sono contenta di aver provato a risolvere l'indovinello! ^^
Brava e alla prossima!
Giulia

Recensore Master
27/02/11, ore 23:00

Anche questo capitolo ha suscitato il mio interesse, a cominciare dalle citazioni dell’opera ciceroniana, che anche se non c’entrano con la storia in senso stretto, credo che riflettano bene lo spirito dell’epoca, invero più favorevole alla lingua dei cesari che non al volgare, inoltre mi piace come hai reso la conversazione tra i due, con la capacità della protagonista di entrare nelle grazie del giovane porporato. (vero è che per entrare senza problemi nel palazzo mediceo si doveva essere nelle grazie del padrone di casa, ma la sua figura mostra una certa qual tendenza all’anticonformismo che non poteva non essere notata, in effetti il giovane sembra alquanto sorpreso), piacevole poi da leggere il modo in cui l’ospite riesce a farsi aiutare dal giovane, scavando nella memoria di entrambi, sia come persone (come nel caso della commozione di Giovanni nel vedere la grafia dell’estinta sua genitrice) che come appartenenti alla classe sociale dominante con i suoi doveri (il ricordo della vittoria nel torneo), riuscendo a trovare altri possibili indizi per venire a capo del bizzarro enigma lasciato come singolare eredità da sua cugina.
In breve, confermo il giudizio già espresso precedentemente.
A presto, Gianfranco
PS. Mi è parsa molto interessante la scelta di dedicare un capitolo al futuro Leone X, l’ho sempre trovato una figura troppo bistrattata dalla storiografia, penso che il suo sarebbe stato tutto sommato un buon papato, ma commise l’errore di sottovalutare il moto di rivolta di un certo monaco sassone che si fece beffe della sua scomunica, atto che infiniti lutti addusse all’Europa, ma questa è un’altra storia, ed all’epoca non si poteva certo prevedere tale tempesta.

Recensore Veterano
22/02/11, ore 22:01

ciao! mi sono imbattuta quasi per caso in questa storia, e già il fatto che fosse ambientata a firenze all'epoca di lorenzo de' medici mi ha spinto a leggerla:) è molto bella, abbastanza avvincente, senza sbavature. anche gli enigmi sono abbastanza ben costruiti, anche se queste intuizioni mi sembrano un po' azzardate, non naturali... ma ho provato sulla mia pelle quanto sia difficile riuscire a fare dei fili logici del genere, quindi anche lì niente male!
anche a me piace molto la figura di giovanni, anche se non so molto della sua vicenda.
attendo con ansia il seguito della storia!

Recensore Master
22/02/11, ore 20:21

Eccomi!
Odio questo stupido editor di Efp. Prima se sbagliavi e andavi su un altro sito, se tornavi indietro si salvava la parte della recensione che avevi già scritto. Adesso basta schiacciare un tasto per sbaglio e ti si cancella tutto...
Ed è esattamente quello che mi è successo, che nervi! >.<
Comunque, non avrei mai immaginato una soluzione del genere per l'indovinello. Mi hai stupita!
E sono d'accordo, Giovanni lo immagino anche io molto tenero, in fondo era giovanissimo! E poi mi sta simpatico, è molto sveglio.
Ecco, la recensione prima era più intelligente, non sono soddisfatta di questa... mi sa che dovrai accontentarti! xD
A presto!
Giulia

Recensore Master
19/02/11, ore 22:01

Ho trovato molto interessante che la protagonista accolga in sé una profonda fede cristiana e il fascino della cultura umanistica (credo che un Savonarola non ne sarebbe stato per nulla contento) e di come pur nella sua volontà di venire a capo del mistero si chieda se la sua amata parente non abbia fatto qualcosa di nefando (anche se poi trova nella condotta limpida della defunta la risposta, che di certo non poteva tenerle nascosto questo lato della sua personalità, almeno non nel momento in cui era più stretta la relazione tra le due), quanto alla scoperta dell’elemento che dà il titolo al capitolo (a proposito, molto interessante il riferimento alla Grecia, mi ha destato il ricordo, eco di una lontana biennalizzazione, di aver letto della visita del basileus Giovanni VIII Paleologo, del patriarca Giuseppe II, che ivi pose termine al suo cammino terreno, e di vari dignitari nella città toscana in cerca di aiuto contro gli ottomani che ormai premevano sempre più inesorabilmente su Costantinopoli,), è perfettamente comprensibile lo scoramento che l’attanaglia, pensando di essere arrivata a capo del mistero per poi ritrovarsi con una tessera di un mosaico ancora troppo grande per essere valutato nella sua interezza, perdipiù di non facile interpretazione, per fortuna (in un certo senso) il richiamo del guardino l’ha portata a scegliersi un altro posto per riflettere sulla stranezza delle ultime volontà della sua parente. Gradevole anche la parte del dialogo con il Magnifico, sia per parte che annuncia il fiero proposito della protagonista sia per quella dove il Medici riconosce alla ragazza la particolare dote di essere elusiva e sfuggente nei confronti dei suoi armigeri, oltre a ringraziarla per la dedizione che sta usando nella ricerca della soluzione.
Menzione particolare poi per la descrizione dell’ambiente, e di come la protagonista, pur presa da ambasce che almeno al momento non sembrano essere di facile soluzioni, trovi il momento di far riposare il suo tormentato spirito nella bellezza delle opere prodotte dall’umano ingegno in epoca ad esso sì favorevole.
Per concludere, altro capitolo che non m’è dispiaciuto affatto leggere, ringraziandoti per il messaggio di risposta al precedente commento spero che anche il prossimo non sia da meno.
A presto, Gianfranco
PS. In uno dei suoi aforismi, Borges diceva; “il libro non è un ente chiuso alla comunicazione, è una relazione, un asse di innumerevoli relazioni”, sono proprio curioso di leggere quali saprà capace di instaurare quello che dà il titolo al racconto.
(Recensione modificata il 19/02/2011 - 10:03 pm)

Recensore Master
16/02/11, ore 19:16

Ed eccomi qui!
Stavolta questo nuovo indovinello non mi dice nulla che possa farmi indovinare qualcosa. Con l'altro aveva immaginato che dovesse esserci un legame tra la poesia e i numeri, ma questo mi mette in difficoltà. Io poi non sono molto brava con gli indovinelli, ad essere sincera, quindi brancolo nel buio!
La scena al cimitero è la mia preferita del capitolo, mi ha messo l'angoscia addosso, soprattutto quando Caterina stava per essere scoperta! Comunque sono contenta che abbia trovato un posto in cui stare. Non era possibile vagare ancora per Firenze senza un tetto sotto il quale riposarsi.
Bene, sono curiosa di conoscere questo personaggio che ti piace tanto. Sono certa che piacerà anche a me!
A presto,
Giulia

Recensore Master
10/02/11, ore 22:56

Splendida l’idea di un enigma nascosto nei versi di Lorenzo, e la ricerca della chiave che assilla l’animo per nulla sereno della protagonista (che però riesce a trovare un attimo di requie nell’ammirare le bellezze architettoniche di Firenze) come dimostra il suo comportamento durante il funerale, dilaniata dalla volontà di essere vicino ai parenti dell’estinta e le ragioni che la consigliano ad avere prudenza (tra l’altro non male la scena ambientata all’interno della cattedrale, soprattutto le composte figure del Medici e della sua famiglia, che pur in quel momento così triste e intimo devono mostrarsi nel loro aspetto pubblico e “politico” al popolo accorso nella chiesa).
Tornando al rompicapo, la protagonista ha trovato abbastanza presto (pur dopo qualche tentativo) la chiave dell’enigma, anche se la soluzione emersa non è proprio delle più invitanti, ma si sa che i giuramenti fatti ai morenti hanno qualcosa di ancora più vincolante, ergo bisognerà andare anche in luogo sì particolare ed anche nel momento in cui di solito si preferisce starne più alla larga (ma che fa il gioco della suddetta, dato che l’ultima cosa che vorrebbe è trovare compagnia).
Per concludere: rinnovo il giudizio già formulato per il primo capitolo.
A presto, Gianfranco
PS. Grazie infinite per il messaggio in replica al precedente commento.

Recensore Master
09/02/11, ore 15:19

Non mi sono dimenticata della storia, ma ieri ad un certo punto sono crollata. Mi succede spesso: resto sveglia ma non sono più in grado di capire cosa leggo, figuriamoci se avrei potuto recensire! XD
Wow, che forza l'indovinello della poesia! Credo che non la rileggerò mai più senza pensare alla parola "cimitero" nascosta tra le righe, anzi, tra i versi! Fantastico!
Mi sembrava di seguire un vero e proprio romanzo di mistero e avventura! Sei stata bravissima!
E' molto bella la descrizione che hai fatto di Firenze. Io ci sono stata cinque anni fa quindi la ricordo poco, però il modo in cui l'hai descritta mi ha fatto affiorare alcuni ricordi che credevo di aver dimenticato.
Brava e a più tardi!
Giulia

Recensore Master
02/02/11, ore 22:39

In primis mi felicito per la pubblicazione del nuovo capitolo del ciclo storico (ero sinceramente incuriosito dal titolo e mi chiedevo di cosa potesse mai trattare)
Per quanto si possa evincere limitatamente dalla lettura del capitolo che fa da prologo alla vicenda, mi sembra di poter dire che mi sembra ben tratteggiato il carattere della protagonista, il suo preferire la campagna ad una città che all’epoca era una delle più importanti d’Europa con conseguente vita caotica, la sua circospezione per evitare di farsi notare in un ambiente piuttosto ciarliero come una locanda e di come riesca a dominarsi alla notizia delle pessime condizioni in cui versa la sua parente, e di come (aiutata anche da una certa fortuna) riesca a penetrare nel palazzo mediceo, dove l’accoglie un Lorenzo dé Medici che sembra rasserenarsi a vederla, dato che poteva così esaudire la richiesta della moribonda (quel sorriso doveva essere il primo da molto tempo) quanto al drammatico dialogo tra le due cugine, mi sembra ben reso, diviso tra la dolorosa sorpresa di Caterina nel vedere la sua parente così a mal partito e quest’ultima che nonostante tutto sembra in quel momento vivere un breve momento di sollievo; lodevole soprattutto il momento in cui viene espresso il desiderio di Clarice, certo superiore a quello che le forze le consentivano in quel momento, di rendere edotta la cugina del volume e dell’importanza che esso ha per la moribonda, che deve essere immensa, se è arrivata al punto da dedicargli le ultime parole della sua esistenza terrena nel corso di un trapasso non propriamente sereno.
Mi piace molto anche il ritratto “privato” del Magnifico, qui riportato in una versione diversa, meno edulcorata di come viene presentato nei testi scolastici, dove viene presentato solo come mecenate e per essere l’autore della Canzone di Bacco e del suo inno alla gioia, ma certamente più umana, nel suo ruolo di uomo disperato per la perdita della consorte e del messaggio su quel particolare tomo.
Più in generale, posso dire che se come hai detto nelle note d’autore hai apportato poche modifiche tra la stesura originaria e il testo leggibile attualmente, mi sembra che il tuo stile già all’epoca fosse molto apprezzabile e godibile, quanto all’opera di ricerca sul periodo, direi che dato il risultato il tempo così impiegato ha dato i suoi frutti.
Infine, nell’attesa dell’evolversi della vicenda, il mio giudizio su questo racconto al momento è positivo, sperando che ovviamente il seguito non sia da meno.
Ciao e a presto, Gianfranco

Recensore Master
02/02/11, ore 15:28

Ciao cara, eccomi qua!
Come ben sai non sono una grande appassionata di storia, ma i tuoi racconti storici mi piacciono sempre, e mi fanno conoscere un altro lato della storia, che di sicuro non fanno imparare nelle scuole.
Questo capitolo già mi interessa. Non sappiamo che cosa ci faccia Caterina a Firenze né che cosa sia questo misterioso Libro delle Ore, ma ci troviamo già nel bel mezzo di un mistero da svelare.
Hai descritto anche molto bene le reazioni di Caterina e di Lorenzo de' Medici alla morte di Clarice. E' stata terribile... ç_ç
Immagino che tu abbia dovuto fare un enorme lavoro di approfondimento per studiare l'ambientazione e ti faccio i complimenti per questo!
Alla prossima!
Giulia

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