Serie TV > Dr. House - Medical Division
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Autore: Swindle    26/03/2012    1 recensioni
Cosa succederebbe se la Cuddy venisse rapita? E cosa succederebbe se il misterioso rapitore fosse interessato ad House?
Tutti mentono. Scoprire la verità, per House, è di vitale importanza. Ma questa volta sarà terribilmente difficile.
Dal capitolo 3: L’uomo sorrise inclinando la testa, e si rivolse alla donna legata e imbavagliata davanti a lui: « È furbo, non c’è che dire. Faccia molta attenzione, dottoressa Cuddy, perché questa sarà la volta in cui in geniale dott. House… » sfiorò il viso della dottoressa con le punte delle dita, e ghignò mentre questa lo guardava spaurita, «… perderà. »
Interrotta a tempo indeterminato (?).
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Greg House, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
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Oh, ma è già lunedì! =)

Ecco l'aggiornamento... enjoy it!







Chapter 2 – The beginning of the show





- Wilson’s office, ancora House e Wilson -

House aprì di scatto la porta dell’ufficio di Wilson, che, preso alla sprovvista, sobbalzò sulla sedia.

Wilson: « House? » guardò l’ora incredulo « Cosa ci fai qui alle… mmm… addirittura cinque del pomeriggio? »

House fece finta di non sentirlo, una mano stretta sul bastone e l’altra sulla maniglia, ma quello che stupì e zittì l’oncologo fu l’espressione estremamente seria che aveva sul viso. Non era da lui.

House: « Fra cinque minuti. Voglio te, il nuovo e il vecchio staff nel mio ufficio. »

Detto questo, sparì tanto velocemente quanto gli permetteva il bastone, lasciando confuso e a bocca aperta Wilson.



- Ufficio di House… affollato -

Pochi minuti dopo i medici con cui House aveva lavorato negli ultimi tempi, più Wilson, e che aveva chiamato, lo trovarono appoggiato di spalle alla sua scrivania, il bastone abbandonato lì vicino, e le mani strette attorno alla sua pallina rosso-grigia. Quando entrarono, diede loro una rapida occhiata, tornando poi a fissare il pavimento.

House: « Dove sono Taub e Chase? » chiese semplicemente.

Foreman: « Taub è giù al pronto soccorso, sua moglie è stata coinvolta in un incidente, è in rianimazione. » rispose subito.

Cameron: « E Chase sta… » iniziò a dire, ma fu immediatamente interrotta.

House: « Non mi interessa. L’ho chiesto solo per far notare la loro assenza. Chiamateli, vi aspetto fra poco nell’ufficio della Cuddy. »

Foreman: « Senti, House, già solo il fatto che tu sia qui a quest’ora, è indice che stai tramando qualcosa. Se è un gioco o un modo per metterci alla prova, facendoci girare l’ospedale, sappi che noi, al contrario di te, non abbiamo tempo da perdere. »

House non rispose subito, appoggiò la pallina sulla scrivania, riprese il bastone e cominciò a camminare. I medici, sbalorditi dal suo comportamento (quando mai House non rispondeva ad un offesa del genere?), lo fecero passare. Mentre uscita, dopo aver fulminato Foreman con lo sguardo, ripeté solo le parole di prima.

House: « Vi aspetto tutti nell’ufficio della Cuddy. »

E se ne andò.

Kutner: « Ma che sta succedendo? »

Cameron: « Wilson tu sai qualcosa? »

Wilson: « Ne so esattamente quanto voi… » disse scuotendo la testa.



- Chissà dove, chissà chi, con Cuddy -

Cuddy aveva i piedi legati a una sedia. Aveva da poco finito di parlare con House, descrivendogli a grandi linee la situazione ed usando le esatte parole che il suo rapitore le aveva suggerito.

Ora l’uomo stava trafficando con altre corde, per legarle anche i polsi.

Cuddy: « Ahi! » esclamò quando i cavi la ferirono.

« Mi scusi, madame. » disse l’uomo in tono sbeffeggiatore.

Cuddy si guardò intorno.

La stanza era semi-buia, se non fosse stato per una piccola lampada in un angolo.

Non vedeva nulla che la potesse aiutare, non aveva idea di dove si trovasse.

L’uomo l’aveva drogata, e al suo risveglio si era trovata lì, sola con lui, spaventata e in trappola, con un’arma puntata addosso che l’aveva obbligata a chiamare House.

Chissà perché poi proprio lui… Cuddy fissò l’uomo, di cui, dietro il passamontagna, s’intravedevano a malapena gli occhi.

Cuddy: « Dov’è mia figlia? » chiese in tono autoritario, squadrandolo.

L’uomo si fermò un attimo, restituendole lo sguardo. Ridacchiò.

« Wow. » disse « Come siamo combattivi. »

Cuddy sostenne il suo sguardo con fierezza.

« Non ti preoccupare. » continuò lui « È di là che dorme con un angioletto. Ma se fossi in te farei la brava… non vorrai mica che le succeda qualcosa, no? »

A quelle parole, Cuddy cominciò a sudare freddo dalla paura. Deglutì.

Cuddy: « Perché mi hai fatto telefonare a House? »

« Oh, quante storie per una telefonata. Stai tranquilla, d’ora in poi non dovrai più farlo. »

Mentre parlava, l’uomo le aveva immobilizzato anche le braccia.

Cuddy: « Cos’è che vuoi? » gli chiese.

L’uomo scoppiò a ridere.

« Cosa ti fa credere che te lo dirò? » disse mentre cominciava a imbavagliarla.

Cuddy morsicò il bavaglio e spostò la testa, impedendogli di chiuderle la bocca.

Cuddy: « Cosa vuoi da me? » chiese arrabbiata.

L’uomo la guardò, sorridendo oltre il passamontagna.

« Da te? Da te nulla! »

Poi riprese in mano il bavaglio che lei aveva spostato e le tenne ferma la testa.

« E ora sta zitta! » le ordinò « Che ho una telefonata importante da fare. »

E le serrò la bocca.



- Nell’ufficio della Cuddy, House & Co. -

House era comodamente seduto sulla sedia della Cuddy, le gambe appoggiate sulla scrivania, giocava con il bastone, roteandolo nella mano, quando arrivarono tutti, a metà fra il preoccupato, il curioso e l’arrabbiato.

House: « Oh, bene. » esclamò con un mezzo sorriso « Ora che so che basta questo per ottenere la vostra immediata attenzione, credo che farò in questo modo altre volte! »

Foreman: « Lo sapevo. » disse sbuffando « Non c’è alcuna emergenza. »

Chase: « Io me ne vado. Ho da fare. » s’incamminò verso la porta.

Taub: « Anch’io me ne vado. Mia moglie sta male, e non ho assolutamente intenzione… »

House: « Io non me ne andrei se fosse in voi… E quando dico “non me ne andrei”, in realtà voglio dire “non vi do il permesso di andarvene!” »

Chase: « Senti, House. Io sto lavorando. L-A-V-O-R-A-N-D-O. So che è un concetto che non ti è famigliare, ma… »

Foreman: « Chase ha ragione. Io devo andare in laboratorio. »

13: « E io ho le sedute per l’Huntington tra poco. »

All’improvviso, cominciarono tutti insieme a protestare arrabbiati. Wilson era l’unico che se ne stava zitto, insofferente.

House sbuffò, guardando l’orologio.

House: « Silenzio! » urlò.

Nessuno l’aveva mai sentito alzare la voce in quel modo, perciò si zittirono tutti immediatamente.

House: « Bene. Così va meglio. » sospirò « Taub, come sta tua moglie? »

Se prima il silenzio era assoluto, ora era diventato irreale.

House: « Cosa c’è? Cos’ho detto? » disse stupito.

Cameron: « Tu non hai mai chiesto una cosa del genere. » affermò a mo’ di spiegazione.

House: « Non credete alla mia buona fede? » chiese indignato.

Taub: « Veramente no. Comunque farò finta che t’interessi sul serio: no, non sta bene. È appena entrata in coma. »

House sospirò e annuì, non commentando, ma limitandosi a guardare nuovamente l’orologio.

House: « Mh. Mettetevi comodi. Non siete finiti in uno di quei programmi di prese in giro. Questo non è uno scherzo. Purtroppo, non ho più tempo per spiegarvi, ma credo che vi basterà l’intelligenza di cui, almeno spero, disponete per capire. »

Wilson: « House, dì le cose chiare e tonde. Cosa ci facciamo noi qua? »

House: « Siete tutti qui, perché io ho bisogno di voi. » disse guardandoli frettolosamente, ma uno ad uno.

Wilson: « No, no, un attimo. Non credo di aver capito bene. » disse quasi scandalizzato, gesticolando « Tu stai ammettendo di aver bisogno del nostro aiuto? »

House: « Non sai che sono la persona più umile del mondo?! Non sono mai stato così serio. »

Wilson: « Lo vedo. » disse alzando gli occhi al cielo.

Cameron: « Allora… ci puoi spiegare perché? »

House: « Come ho detto prima… » rispose guardando ancora l’orologio, impaziente « Oramai non c’è più tempo. Quindi » continuò togliendo le gambe dalla scrivania « Ora voi starete qui, perché sì, ho bisogno di voi. Voglio che apriate bene le orecchie, e anzi, Tredici e Cameron scrivete tutto quello che sentite. »

Anche se nessuno gli credeva molto, erano tutti curiosi e catturati da quel che aveva detto, ma soprattutto da come lo aveva detto. Era semplicemente strano.

House: « Bene. Ah, e legatevi la lingua, non voglio sentire volare una mosca. Parlo solo io. » diede un’ultima occhiata all’ora, guardandoli velocemente « 3… 2… 1… 0! Inizia lo show! »

Il telefono cominciò a squillare.














Spazio Autore

Eccomi!
Allora, questo capitolo non mi convince molto... cioè, all'epoca di quando l'ho scritto (anni fa! xD) probabilmente mi piaceva, va bè, che dire. Di sicuro è un capitolo un pò di passaggio, spero lo stesso che vi sia piaciuto e vi assicuro che dal prossimo capitolo le cose si faranno più interessanti. Promesso. =)
Ringrazio la mia ormai affezionata recensitrice, Elisa, e anche la cara BeaCarterLisabian! Grazie!
E voi altri che leggete...
se voleste lasciarmi due paroline, ve ne sarei estremamente grata! ;)
Rika
  
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