I knew I had to get you whatever the pain
I had to take you and make you mi..
Spensi la sveglia prima che finisse la frase e guardai fuori dalla finestra:il sole spendeva nel cielo azzurro e dopo aver maledetto l’invenzione del lunedì,la scuola,chimica ,matematica e altre materie che avrei preferito non inventassero mi buttai letteralmente giù dal letto e mi fiondai sotto la doccia con la radio ad alto volume. Con un asciugamano intorno al corpo passai ,come del resto ogni mattina,molto tempo a fissare l’armadio aperto aspettando che qualche nuovo capo d’abbigliamento apparisse magicamente ,ciò non avvenne quindi optai per un golf rosso dei jeans scuri e le mia adorate superga. Mi fissai attentamente allo specchio stesi una leggera dose di fondotinta -per non coprire le piccole lentiggini sugli zigomi- una sottile riga di matita nera sui miei occhi verdi e un po’ di burro di cacao sulle labbra carnose. Dopo aver raccolto i miei ricci biondi in uno chignon alto uscii in fretta di casa diretta verso scuola. Accesi l’ipod e alzai il volume al massimo con Look after you ,la cover di Louis Tomlinson.
Ai cancelli di scuola salutami la mia amica Angelica con un leggero bacio sulla guancia e ci avviammo una vero verso l’aula al terzo piano e l’altra verso l’aula al quarto piano. Arrivai in classe anche oggi con un leggero ritardo e anche oggi il professore mi fulminò con lo sguardo, dopo essermi scusate mi sedetti al secondo banco accanto al ragazzo sfigato di cui dopo 4 mesi di scuola ancora non avevo imparato il nome:forse Dario o forse Silvio. La mia attenzione durò molto poco,dopo pochi minuti ero già distratta,troppo occupata ad osservare quel piccolo uccellino che svolazzava,al contrario di me, libero di ramo in ramo.. Passarono altre cinque pesanti ore di lezione.. Con grande sollievo di tutti la campanella suonò per annunciare l’inizio della ricreazione . Mi affrettai ad uscire dalla classe per raggiungere Angelica al piano superiore ma appena misi il piede fuori dall’aula percepii nell’aria una strana euforia, pensai di essermela immaginata così osservai con più attenzione e vedevo ovunque gruppetti di ragazze eccitate chiacchierare sorridenti,tesi le orecchie per riuscire a capire qualcosa:non mi ero sbagliata,molte ragazze erano concentrate a fissare,divertite ed emozionate, qualcosa dietro l’angolo. Riuscii a sentire le parole “nuovo” ed “inglese”continuai a camminare curiosa di scoprire il motivo di tutta quell’eccitazione ma andai addosso a qualcosa o meglio a qualcuno e finalmente capii anch’io il motivo di tutta quell’euforia.
Era colpa di un ragazzo ma non era un ragazzo qualsiasi era il ragazzo più bello che io avessi mai visto e quegli occhi non erano dei semplici occhi azzurri erano due piccole bolle di cielo. Quel ragazzo mi ricordava qualcuno ma prima che potessi pensarci lui disse qualcosa e la sua voce limpida mi colpì
Non capii quello che mi disse ero persa nei suoi occhi e nella sua voce!