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Autore: _Carrotscupcake_    01/04/2012    5 recensioni
Louis Tomlinson è un ragazzo allegro, vitale, simpatico e carino.
La sua vita potrebbe sembrare assolutamente perfetta. Lui è un cantante, la sua brillante carriera con One Direction è solo all'inizio, lavora con i suoi migliori amici, è l'idolo e il ragazzo ideale di così tante fans, ha una bellissima ragazza e vive con il suo migliore amico Harry Styles...
Si, vive con il suo migliore amico Harry Styles...
E' forse questo che blocca il disco di tutta quella perfezione??
Bhè, per adesso diciamo che certamente rende la vita di Louis unica, poi si vedrà...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ieri io Harry e Hope ci siamo addormentati tutti e tre nel mio letto, quando mi sveglio la piccola è ancora tra le mie braccia e Harry dorme accanto a me, come un bambino. Mi alzo a sedere, sostenendo la bambina, Harry si gira dall’altro lato. La bambina sospira leggermente per poi riprendere il suo respiro regolare.
Non ho alcuna voglia di alzarmi, ne di accendere le luci. Questa mattina un senso di malinconia si è impossessato di me, non riesco a pensare a niente altro che a ieri. Io e Harry abbiamo passato l’intera giornata sul mio letto, a non fare niente di diverso che stare assieme, chiacchierare e dedicare tutto il nostro amore a Hope. In quei momenti non avrei desiderato di essere da nessuna altra parte, e non li scambierei neanche con la più grande ricchezza, non so perché ma mi sentivo adatto, per la prima volta in vita mia. Tutti i muri erano crollati, e c’era solo Louis, niente coperture. La mia anima nuda era protetta solo da quella di Harry, che a sua volta in qualche modo mi apparteneva.  Ma quel pomeriggio era volato la via, e così anche la notte, e il sole aveva lavato via quelle sensazioni, lasciando il mio cuore vuoto.
Guardo Harry al mio fianco, l’ho visto tante volte dormire che posso immaginare i suoi lineamenti anche se chiudo gli occhi, percorro la forma del suo mento con gli occhi, poi guardo le sue labbra socchiuse e incurvate, quasi stesse sorridendo, quell’espressione mi strappa un sorriso.
Hope di muove lentamente tra le mie braccia, costringo i miei occhi a staccarsi dal sorriso di Harry. Sembra che la bambina stia per svegliarsi, infatti poco dopo apre i suoi occhi, la prima cosa che penso è che sono simili a quelli di Harry, non per il colore o la forma, ma per l’espressione, sono intensi ma nello stesso tempo spensierati. Guardando il mio sguardo inquisitore Hope sorride, il suo sorriso genera qualcosa in me, non ci posso fare niente, non posso fermarle, le lacrime mi rigano le guance. Non mi era mai capitato di piangere e non sapere neanche perché… Per paura di turbare la bambina, mi alzo in fretta e la lascio sul suo passeggino, poi torno sul mio letto. Chiudo gli occhi e piango, piango lacrime amare e insensate. Lacrime confuse e pungenti, piango fino a che non cado di nuovo in un sonno tormentato.
Qualcuno mi sta toccando le guance. Le sue mani sono lisce ma gelate, mi sposto al tocco, ancora con gli occhi chiusi.
<< Ora dimmelo, dimmi perché hai pianto.  >>  E’ la voce di Harry, è ferma e sicura, ma c’è una nota diversa, qualcosa simile alla rabbia, ma più pacata, intensa e penetrante, non riesco a sentire quella voce senza provare dolore.
<< Non ho pianto. >> Di solito sono più bravo a mentire.
<< Dimmi perché. >> Non ho mai sentito la voce di Harry così, vorrei solo che la smettesse di parlare, ogni parola mi trafigge il petto come una lama. Non rispondo.
Lui si alza sulle ginocchia, il suo viso è di fronte al mio. Riesco a distinguere ogni piccolissimo particolare, o almeno riuscirei a farlo se sollo non fossi intrappolato nei suoi occhi, che sono lucidi, e mi sembrano stanchi, di un dolore che non sono abituati a provare. Mi chiedo come sembrano i miei occhi, visti con i suoi.
<< Voglio farlo smettere. Voglio aiutarti. >> Mi dice, e il suoi occhi mi supplicano di farmi salvare. Seguo il mio istinto. Prendo la sua testa tra le mie mani e la trascino fortemente verso il mio petto. Incrocio le mie mani tra i suoi capelli, cercando sollievo in quel contatto. Sento le sue lacrime bagnarmi la maglietta.
<< No. >>  Gli sussurro.
<< No cosa? >>
<< Non iniziare a piangere. >>
<< Le tue lacrime… >>
<< Shh. >> Poggio la mia mano sulla sua bocca. Lui me la prende, le la sposta e me la stringe nella sua.
Lentamente quasi impercettibilmente ci stendiamo, e rimaniamo immobili sul letto. Harry spinge la sua mano lungo la mia schiena, mi tira giù, verso di lui. I nostri nasi si sfiorano, rispiro il suo respiro e lui il mio. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro, questa cosa a volte fa paura. Sentirti legato così tanto ad una persona, da avere la consapevolezza che se si allontanasse la tua anima si squarcerebbe e non potresti mai più sorridere. Harry deve aver provato la stessa cosa, perché appena alzo gli occhi mi accorgo che ha ricominciato a piangere. Mi accorgo che nessuna parola potrà colmare il vuoto, avvicino il mio viso ancora di più al suo, le mie labbra sfiorano le sue guance, assaggio il sapore salato delle sue lacrime. Muovo la testa per asciugare con la mia pelle il suo viso.
<< Ti ricordi la prima volta che ci siamo visti? >> Il tono della sua voce mi fa sobbalzare, sentirla rende tutto più reale, cerco di staccarmi da lui, ma mi accorgo di non avere la forza.
<< Sono stato io a vedere te. >>
<< E’ vero, io aspettavo che tu mi vedessi. >>
<< Eri così sicuro di te mentre ti specchiavi, sembravi soddisfatto. >>
<< Ero soddisfatto, ma non stavo guardando me, guardavo te. >>
<< Non essere bugiardo. >>
<< E’ così, ti guardavo e pensavo che tu fossi speciale, guardavo nei tuoi occhi e vedevo solo felicità, e desideravo che diventassi mio amico subito. Vedevo nei tuoi occhi la gioia di vivere. >>
<< Sapevi che ti avrei notato. >>
<< Non ero sicuro, ma poi tu mi guardasti attraverso lo specchio. >>
<< Sembriamo una 95enne coppia sposata, il giorno del proprio anniversario. >>
Dico con un sorriso, non mi accorgo nemmeno di quanto sia falso. Harry mi rivolge uno sguardo impenetrabile, e non dice niente, si limita a stringermi più forte.
<< Cosa stiamo facendo? >> Mi chiede, è la frase più seria che mi abbia mai rivolto, forse l’unica seria che mi abbia mai detto. Ma io ho paura, paura di renderla seria. Paura di renderla reale. Non rispondo.
Harry non insiste, e infila di nuovo la sua testa vicino a me, ma questa volta scende lentamente sfiorando con il suo naso i contorni del mio viso, provocandomi un leggero formicolio alla spina dorsale, poi si posiziona sotto il mio collo, il suo respiro mi riscalda. Gli lascio una mano, e la intreccio tra i suoi capelli, per cercare qualcosa da fare, qualcosa che mi impedisca di pensare. Rimaniamo così per un po’, nessuno ha il coraggio di proferire parola, aspettiamo che il tempo passi e che il sole di mezzogiorno si infiltri tra le tapparelle, spezzando la penombra che ci trova vicini.

Un improvviso squillo distrugge il silenzio, preso dal panico allontano Harry da me, e lui rimane fermo sul mio letto, fissandomi con uno sguardo interrogativo. “Liam Payne” Fisso il cellulare per un po’, indeciso sul da farsi, Harry si alza finalmente e mi viene accanto, mi prende il cellulare tra le mani, glielo lascio fare. Senza esitare preme “Rifiuta”, vorrei fermarlo, farei qualsiasi cosa per interrompere quel silenzio e quell’agonia.
Pochi secondi dopo squilla il cellulare di Harry, corro in salotto e lo prendo. Sta volta non perdo tempo, rispondo prima che Harry possa fare qualcosa.
<< Hey Harry, Louis è con te?? >>
<< Ciao Liam, sono io >> Rispondo, evitando lo sguardo di Harry.
<< Oh, ciao bello!! Cosa stavate facendo?? >>
<< Cosa stavamo facendo?? >> Ripeto. << Cucinavamo. >> La butto lì.
<< Cucinavate?? Devo correre da voi con l’estintore?? >>
<< No tutto bene. >>
<< Sicuro? >>
<< Tutto bene. >> Rispondo più a me stesso che a lui.
<< Bhè, possiamo venire tutti da voi? Non abbiamo proprio niente da fare. >>
<< Tutti chi?? >>
<< Tutti, tutti. >> E’ la voce di Niall.
<< Ma certo, venite pure. Passate da cinese e comprate il pranzo per tutti. >>
<< Ma non stavate cucinando? >> Chiede Liam.
<< Ehm, noi cucinando?? Ma sei impazzito? >>
<< Allora cosa facevate?? >>
<< Vi aspettiamo, fate presto! >>
Praticamente gli attacco il telefono in faccia. Harry mi sta ancora guardando, mi sembra di vedere la delusione nei suoi occhi.
<< Dimentichiamoci di questa mattina, d’accordo? >> Lo guardo, speranzoso di trovare un sorriso nel suo sguardo, non c’è.
<< Vado a vedere se Hope vuole mangiare >>
 Si volta e esce velocemente dalla stanza.
<< Harry, aspetta… >>
Ormai è andato via.

                                                                                                                                   

                                                                                                                              _Carrotscupcake_

   
 
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