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Autore: devilcancry    06/04/2012    3 recensioni
..." Figlio mio per quanto punirai quella famiglia? Per quanto cercherai vendetta su una donna morta da tempo? Per quanto ancora - aggiunse alzando la voce - torturerai una donna innocente, una fanciulla senza colpa, immettendole dentro una magia che sull'aboveground può solo che ucciderla?"...
...Ma Sarah lo aveva odiato e quando lui era tornato per salvarla lei aveva indicato la culla con una piccola infante " Ho già la mia vita ed il mio amore Re di Goblin! rifiutai allora e rifiuto oggi il tuo disgustoso invito! NON ti amo e mai mai lo faro! " " Ma mia preziosa... morirai se resti qui! " " Vattene Jareth! NON HAI ALCUN POTERE SU DI ME!!! "...
Genere: Malinconico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Passavano lenti i giorni a palazzo, ma Elizabeth riacquistava di giorno in giorno il suo antico splendore, l'esile e scheletrico corpo era tornato pieno e sodo, il carattere stesso aveva tratto giovamento dall'underground e l'underground sembrava trarre giovamento dall'allegra spensieratezza dell' umana.

 

L'unico sguardo torvo era quello del bel re che sembrava sopportare a malapena l'aria primaverile che si respirava a Goblin dpo 27 anni.

 

" Rose!" esclamò scendendo nei giardini del labirinto, ovunque i roseti appassiti erano tornati rigogliosi e ammicavano al sole migliaia di bocci colorati che sembravano, con la loro bellezza, prender in giro quel lunatico e ombroso sovrano.

 

Un suono melodioso attirò la sua attenzione, lo seguì fino a giungere alle mura, fuori dal portone d'accesso al labirinto la giovane Elizabeth cantava, seduta sul bordo della vasca dei pesci, una mano dentro l'acqua a giocherellare con le carpe multicolori che cercavano di sfuggire pigramente a quelle lievi carezze. Cantava con voce cristallina e dolce e gli occhi azzurri erano volti al sereno cielo.

 

"Vi trovate a vostro agio Milady? " la voce gli uscì un po più acida del previsto. Elizabeth si alzò di scatto e chinò con rispetto il capo " perfettamente a mio agio vostra mastà e non saprò mai come sdebitarmi con voi per la vostra generosità ".

Jareth era deluso, si aspettava una sfida, uno sguardo un po più arrogante... somigliava ben poco di carattere alla madre. Cercò le giuste parole per punzecchiarla ma, per una volta, la sua lingua serpentina si rifiutava di colpire. Poi un guizzo di luce, un piccolo lampo malignio gli attraversò la testa e illuminò le contorte idee.

 

 " C'è qualcosa che potete fare per me Milady" soppesò bene la pausa oratoria e attese che lei volgesse il viso e lo sguardo a lui, poi con un sorriso sornione le si avvicinò , il viso a pochissimi centimetri dal volto di lei, i respiri si fondevano insieme e sentì i battiti cardiaci della ragazza aumentare e vide le pallide gote tingersi d'un bel porporino imbarazzo... Jareth esplose in una risata, le rise in faccia piacevolmente compiaciuto della soggezione che metteva alla figlia della campionessa. " Ma temo che qualunque richiesta io vi faccia rischi di farvi morire d'imbarazzo!"

 

Elizabeth strinse i pugni " Siete davvero incredibile!" Jareth era entusiasta, finalmente una reazione! " Spiegatevi meglio Milady" "Se avete una richiesta fatela e basta! Non è educato ridere in faccia alle persone!" Jareth le afferrò un polso e la tirò a sè, facendola arrossire nuovamente.

 

 " Vedete? Basta vi tocchi per farvi arrossire, non posso certo passare tutto il giorno in compagnia di una donna che si imbarazza per nulla mia cara! Chissà poi cosa fareste se cercassi un'altro tipo di contatto o favore, sverreste forse? Ma siete ancor troppo bambina forse per capire le esigenza di un uomo..." le disse puntando i suoi magnetici occhi carichi di derisione negli azzurri di lei. 

 

Livida di rabbia per quelle parole poco educate Elizabeth si sottrasse alla regale presa e un sonoro ceffone colpì in pieno il bianco volto del Re di Goblin, l'impronta scarlatta di cinque piccole dita apparve sulla pelle marmorea del sovrano. Jareth la afferrò per i polsi e le torse le braccia dietro la schiena e adesso  i suoi occhi erano carichi di un qualcosa a metà fra rabbia e compiacimento , un'espressione terribile e indecifrabile. " Voi farete come vi viene comandato, che siate o meno nelle grazie di mia madre donna! " fra se e se pensò che finalmente aveva un nuovo giocattolo con cui divertirsi, un nuovo giochino su cui sperimentare la sua psiche lunatica. " Voi! Siete una persona orribile! IO non sono una puttana! Certi favori cercateveli altrove e se mi avete portato qui per questo, allora rimandatemi a crepare! " eccolo qui, il carattere della Sua Sarah... Sorrise e le lasciò i polsi, poi mentre andava via " Finalmente riesco a vedere la vera voi, Elizabeth" si voltò e le sorrise " Perdonate ma ogni tanto ho bisogno di render le giornate impossibili a qualcuno e quel qualcuno eravate voi oggi " .

 

Andò via massaggiando la guancia offesa e il folle sguardo brillava d'una insolita allegria, quel nuovo giocattolo gli piaceva. Poi però un pensiero lo bloccò... la aveva trovata fuori le mura... come diavolo aveva superato il labirinto da sola? Quando fu sul suo trono,  materializzò una sfera di cristallo e richiamò a se ciò che era passato; quel che vide lo lasciò di sasso. Elizabeth sembrava aver appreso in pochi giorni tutti i luoghi e le strade del labirinto e della città... Sembrava così a suo agio, così quieta nel suo nuovo mondo. Una regina senza corona.

 

"Jareth" la voce di Winnon fu una doccia fredda ai suoi pensieri. " Madre? " la donna lo fissava severa, le mani raccolte dvanti al grembo stringevano un pezzo di carta, una lettera. " Temo che altri si siano accorti dell'arrivo della piccola Elizabeth..." porse tremando la lettera al figlio che dopo aver letto e riletto quel pezzo di carta esplose nella sua ormai risaputa rabbia rovesciando il pesante trono e prendendo a calci diversi goblin... nella sala regnava il caos ed i poveri goblin scappavano terrorizzati da tutte le parti. In netto contrasto col carattere sanguigno del figlio era la parvenza di calma dell'anziana fae. Quando Jareth esaurì la sua rabbia parlò di nuovo " Figlio io partirò stanotte stessa, cercherò di intercedere per te con i quattro reggenti e speriamo comprendano che ella è destinata al tuo regno." il giovane re annuì in silenzio, la madre prima di andarsene sussurrò qualcosa all'orecchio del figlio il quale non seppe cosa dire, fissò stupito la madre senza trovare una sola parola per controbattere.

  
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