CYBERNICA
14° capitolo: La Fine e l'Inizio di tutto
"Ciao dolcezza!" disse Yamcha
andando incontro a Bulma. "Ma dov'eri finita, zuccherino? E' da circa un'ora che
sono qui ad aspettarti!"
Lei dovette trattenersi con tutte le sue forze per non
urlare. *Coraggio, Bulma... Prendi un profondo respiro e conta fino a dieci...*
pensò mentre lasciava Yamcha in salotto e si avviava in cucina. Ma lui la seguì
dicendo "Il lavoro è andato molto bene... Non mi hanno pagato
granché però mi sono divertito!"
"Lo immagino" disse Bulma a denti stretti, fingendo di non sapere nulla dei suoi
tradimenti.
"Ma tu cos'hai? Il tuo viso è sciupato, non ti sei curata molto in questi
giorni, eh?" fece Yamcha avvicinandosi a lei e prendendole il mento tra le dita
per guardarla meglio.
"Metti giù le mani!" Bulma si staccò bruscamente da lui e prese pentole e cibo.
Cominciò a cucinare e, senza degnarlo di uno sguardo, disse "Non ti sei fatto
sentire mai. Mi hai fatto una sola telefonata in 20 giorni... Non ti sei chiesto
cosa facessi... o come stavo? Non ti importava?"
Yamcha cominciò a temere che Bulma avesse scoperto tutto, ed indietreggiò fino
ad inciampare su una sedia. Si mise seduto e tentò di spiegare, arrampicandosi sugli specchi
"Ma vedi, tesorino mio, stavo lavorando e non mi era permesso telefonare spesso.
Comunque ti ho pensata sempre, ogni momento! E tu cos'hai fatto in questi
giorni?"
Bulma continuò a cucinare, tagliuzzando della cipolla con un coltello affilato,
e gli rispose "Nulla di emozionante. Eccetto quando sono arrivati degli
alieni a rapirmi per portami nel loro pianeta, dove avevo il compito di riparare
un enorme computer insieme ad altri scienziati. Anche Vegeta è venuto
con me perchè voleva combattere contro Re Yawu, un gigantesco robot corazzato...
ma alla fine si è dovuto scontrare con un nemico ancora più temibile, il
principe Akarion. Ho conosciuto una ragazza stupenda che, in seguito ad un
terribile terremoto, ha perso la vita... Ho dovuto salvare l'intero pianeta
dalla distruzione attivando un antivirus con un medaglione ed una password
segreta, dopodichè sono stata trattata come una regina, servita e riverita."
Infine si voltò a guardare Yamcha che aveva una faccia da baccalà.
"E' uno scherzo, vero?" disse lui, cominciando a ridere.
"No, è la realtà. E tu dov'eri in tutto questo? Tu, che dovresti essere il mio fidanzato,
dove eri mentre io rischiavo la vita?" urlò Bulma, agitando minacciosamente il
coltello che aveva in mano.
"S-stai calma, piccola mia! Ammetto di non essere stato molto presente in questi
tempi, ma ti prometto che rimedierò... Passeremo un sacco di tempo insieme!"
disse Yamcha alzando le mani in segno di resa.
Bulma abbassò il coltello e sospirò guardando il ragazzo che aveva di fronte: di
quel giovane timido e coraggioso che aveva conosciuto anni addietro, non era
rimasto più nulla.
"Yamcha, è finita..." mormorò mettendo su di un vassoio delle fette di pane, un
piatto di minestra e della carne. Afferrò il vassoio e si allontanò verso le
scale.
"Ma... Ma dove vai? Non puoi dirmi che è finita tra di noi e andartene così!"
disse Yamcha correndole dietro.
"Vado a portare la cena a Vegeta..." disse Bulma con un leggero sorriso.
"Ma cosa... Non è il momento di pensare a Vegeta! Non nel bel mezzo di un
discorso come questo!" si lamentò Yamcha, confuso e amareggiato.
Bulma si fermò nei primi gradini della scala e si voltò a guardare il ragazzo
che tanto aveva amato e che tanto la disgustava in quel momento. "Non ci
crederai mai, e ammetto che nemmeno io riuscivo a crederci all'inizio... ma IO,
per QUALCUNO in questo mondo, sono IMPORTANTE."
******************************
Bulma bussò alla porta della
camera di Vegeta. Lui non rispose, e lei immaginò che stesse dormendo. Aprì la
porta e poggiò delicatamente il vassoio con la cena accanto al letto, ove Vegeta riposava con gli occhi chiusi. Rimase a guardarlo a lungo, e sussultò
quando il saiyan aprì bocca. "Che hai da guardare? Possibile che ogni volta che
cerco di addormentarmi, tu mi debba svegliare?"
"Scusami. Ero solo venuta a portarti la cena... immagino che avrai fame dopo il
lungo viaggio che abbiamo fatto!"
Vegeta annuì leggermente, e si mise seduto sul letto mentre un profumino
invitante di cibo gli fece brontolare lo stomaco. Prese a mangiare dal vassoio e
dopo qualche minuto notò che Bulma era ancora ferma vicino alla porta.
"Che altro c'è? Avanti, parla..."
Bulma distolse lo sguardo dal saiyan e si avvicinò alla finestra che dava sul
giardino della Capsule Coorporation. "Volevo dirti due cose, se non ti
disturbo..."
"Tu disturbi sempre." disse Vegeta con un ghigno diabolico.
"Antipatico!" fece Bulma offesa. "Comunque per te sono due belle notizie,
tranquillo. La prima è che per un po' non vedrai Yamcha in questa casa!"
Vegeta ne parve veramente felice. "Ti sei finalmente decisa a mollare quel
perdente? Meglio tardi che mai!"
"Già..." fece Bulma con una smorfia infelice sul viso. "La seconda bella notizia
è che per un po' anche io starò via da questa casa. Ho deciso di partire alla
ricerca delle sfere del Drago."
"Cosa?" esclamò Vegeta brusco, alzandosi di scatto e facendo cadere il vassoio
con il cibo a terra.
"Io..." balbettò Bulma confusa "...io voglio riportare in vita tutti coloro che
sono morti per colpa di Akarion. Voglio riabbracciare Mabell..."
"Non puoi!" gridò Vegeta, fissando con occhi vuoti il pavimento sporco.
"Ma..." la ragazza non sapeva come spiegarsi la reazione del saiyan. Si
mordicchiò il labbro inferiore, appoggiandosi alla parete della stanza, e
mormorò "Voglio farlo, Vegeta. Lei era una mia amica."
"E quanto pensi di stare via?" domandò lui, cercando di riacquistare calma e
contegno.
Bulma ci pensò un attimo prima di rispondere "Dipende da quanti pericoli dovrò
affrontare!" Rise piano e aggiunse "Di solito c'era Goku a proteggermi dai
malintenzionati! Stavolta dovrò cavarmela da sola..."
"No. Non puoi." ripeté Vegeta scuotendo leggermente la testa. "Ora apri bene le
orecchie, perchè te lo dirò una volta sola e mai più..."
Il suo tono era minaccioso, ma Bulma sentì aumentare i battiti del suo cuore non
per timore, ma per l'emozione. Vegeta la guardò intensamente e disse "Ci
sono tre motivi per cui ho deciso di restare in questo misero pianeta. Il primo
è perchè Kakaroth vive qui, e se lo volessi sfidare saprei dove trovarlo. Il
secondo è perchè tuo padre mi ha costruito una camera gravitazionale dove posso
allenarmi e diventare più forte. In nessun altro punto dello spazio avrei
un'attrezzatura così. E il terzo motivo..." Vegeta si bloccò, non
trovando la forza di andare avanti. La verità è che era difficile ammetterlo persino a sé stesso...
Bulma sentì gli occhi colmarsi di lacrime, mentre si avvicinava al saiyan e gli
prendeva il viso tra le mani.
"Il terzo motivo... sono io?" mormorò con voce tremante, perdendosi nella
profondità dei suoi occhi neri. Vegeta non rispose a voce, ma confermò il dubbio
della ragazza con un lungo bacio che fece sciogliere entrambi...
**************************
"AAAWW!! Ti prego, mamma!!!
Risparmiati questi particolari!" strillò Mirai No Trunks, arrossendo da capo a
piedi.
"Credevo ti interessasse conoscere i dettagli su come sei nato..." disse Mirai No Bulma,
divertita dall'imbarazzo del ragazzo. Madre e figlio sedevano intorno ad un
vecchio tavolo, sorseggiando caffé caldo in un freddo pomeriggio invernale.
"A me interessava sapere come mai avevi lasciato Yamcha per metterti poi con
papà. Io non ho mai potuto conoscerlo, ma dalla descrizione che ne hai fatto non
sembra molto simpatico." disse il giovane incrociando le braccia al petto.
"Credimi se ti dico che era molto meglio di Yamcha!" esclamò Bulma, bevendo un altro sorso di caffé. "Comunque lo conoscerai presto, la macchina del
tempo ha ormai caricato energia sufficiente per un primo viaggio nel passato."
"Non vedo l'ora!" esclamò Trunks dando un'occhiata alle varie fotografie sparse
sul tavolo che ritraevano per lo più sua madre da giovane, e solo poche
inquadravano Vegeta sullo sfondo.
"Bhè, ma non vuoi sapere com'è andata a finire la storia?" domandò Bulma
strizzando l'occhio.
"Oh, sì. Certo! Sei poi riuscita a trovare le sfere e a far resuscitare la tua
amica?"
"Puoi giurarci! C'è forse qualcosa che tua madre non è in grado di fare?" disse Bulma con fierezza. "Recuperai le sfere del drago a tempo record, perchè non
vedevo l'ora di tornare da tuo padre e perchè gli avevo promesso che ci avrei
messo pochissimo. Mabell e gli altri abitanti deceduti a causa di Akarion
vennero riportati in vita, e qualche mese dopo andai persino a trovarli su Cybernica."
Trunks guardò sua madre con ammirazione, non potendo credere che avesse vissuto
così tante avventure ai limiti del fantascientifico. "Peccato che le sfere del
Drago sono svanite insieme a Piccolo. Se sono davvero prodigiose come dici, ne
avremmo avuto davvero bisogno! Ma vai avanti..."
Bulma annuì e riprese a raccontare. "Riabbracciare Mabell fu un'emozione
fortissima per me. Mi disse una cosa che non dimenticherò mai: amerò Akarion
per sempre. Non importa quel che può aver fatto, così come non importa il fatto
che sia morto. Io lo amerò finché vivrò... A distanza di anni posso capire
le sue parole come non mai, perchè anche io continuo ad amare Vegeta, tuo padre.
Non importa se ora non c'è più..."
Trunks prese le mani di sua madre tra le sue, con dolcezza, dicendo "Ed è per
questo che partirò nel passato ad avvertirlo del pericolo che dovrà affrontare
fra tre anni. Almeno in un'altra dimensione, papà potrà esistere."
Bulma sorrise ed il suo sguardo cadde su di una foto in particolare, che sbucava
in mezzo al mucchio. "Guarda questa, Trunks! E' una foto che feci quando tornai
su Cybernica l'ultima volta."
Il ragazzo la prese tra le dita e quasi cadde a terra per il gran ridere "Non ci
credo! Vi hanno... vi hanno davvero fatto una statua?!" Anche Bulma cominciò a ridere di
gusto al ricordo di quella buffa scultura che ritraeva lei e Vegeta in una posa
da supereroi che si tenevano per mano.
"Papà l'ha mai vista?" chiese Trunks curioso, quando non ebbe più
fiato per ridere.
"Certo che sì! Puoi immaginare quanto si è infuriato, se avesse potuto sarebbe
andato su Cybernica a disintegrare la statua e i suoi creatori..."
Trunks finì il suo caffé e si alzò dalla sedia, dirigendosi verso quel che
restava del laboratorio della Capsule Coorporation.
"Aspetta, Trunks. Che vuoi fare?" disse Bulma seguendolo.
"Vieni con me e vedrai!" rispose lui, misterioso. Raggiunse la macchina del
tempo, afferrò un sasso appuntito dal pavimento e cominciò a graffiare in
profondità la superficie di una parete laterale.
Bulma rimase in silenzio, un po' contrariata dal fatto che Trunks stesse
raschiando la più ingegnosa delle sue invenzioni. Ma quando vide quello che suo
figlio aveva scritto, il suo cuore si riempì di commozione.
"Oh, Trunks!"
"Ho trovato bellissima la password scelta da Mabell. E se ha portato fortuna a
te e papà su Cybernica, probabilmente sarà d'aiuto anche a me..."
Bulma si gettò tra le braccia di suo figlio, abbracciandolo e sussurrandogli
quanto fosse orgogliosa di lui, mentre la scritta HOPE risplendeva alle luci
soffuse di un nuovo tramonto, in un mondo devastato da due crudeli cyborg.
- The End -