Ah,
ecco il nuovo capitolo, pensavo di non farcela... Bene, ringrazio come
sempre chi ha letto e recensito i precedenti capitoli. Leggete e
recensite anche questo, mi farebbe molto piacere sapere il vostro
parere. Alla prossima!
Walter
Sullivan: Due anime, un solo destino.
Walter
non riusciva a capire quello che stava accadendo né
tantomeno avrebbe potuto sapere quello che sarebbe successo dopo.
L’unica cosa certa è che lei era alle sue
spalle... e avrebbe potuto ucciderlo in solo istante.
-Walter…-
La voce suonava, alle orecchie, melodica e innocente.
Il
biondo chiuse gli occhi pronto a subire chissà quali
violenze ma sentì solo un paio di braccia sottili e magre
stringergli il busto senza troppa forza.
-Alessa…-
Il ragazzo sentì la testa della “strega”
poggiata sulle sue spalle larghe.
Non
sembrava aggressiva ma trasmetteva una sensazione di calma e
serenità… di questo Walter ne aveva paura.
“Che
cosa vorrà mai fare?” Si chiese senza muoversi.
-Walter,
mi sei mancato moltissimo.- Disse senza tanti giri di parole.
Le
parole uscite dalla bocca di Alessa lo lasciarono spiazzato, il ragazzo
si pietrificò per un po’. Alessa, accorgendosi di
questo, lasciò la presa e si sedette a fianco del biondo.
-Non
avere paura non voglio farti del male…- Lei sorrise e
piegò la testa in modo tale da vedere il viso di Walter ma
non riuscendoci perché quest’ultimo era voltato da
tutt’altra parte.
-Cosa
fai qui?- Il biondo non aveva il coraggio di guardarla negli occhi e si
allontanò di un po’ da lei.
-Voglio
restituirti qualcosa.- Rispose lei prendendo da una borsa un libro con
la rilegatura rosso sangue.
Le
parole accompagnate dal gesto attirarono la curiosità della
vittima 11/21, che si voltò nella direzione della
“strega”.
-Mi
sono impegnata molto per restaurarlo… era tutto sporco e
ingiallito.- Spiegò, mettendo nella mani di Walter, la
bibbia dell’ordine.
-Allora
eri tu… la ragazza che mi ha fatto penare. Che mi ha fatto
cadere dalla montagna!- Walter perse il timore che aveva nei suoi
confronti e lo sostituì con una furia incontrollata.
-Già,
non vorrai dilaniarmi?- Alessa sorrise, sapeva che lui non vorrebbe mai
farle del male.
Walter
iniziò a sfogliare la bibbia e dovette costatare che lei
aveva fatto un buon lavoro.
-Mmm…
sei perdonata, ma come mai sei qui? Non solo per portarmi questo, ho
indovinato?- Il biondo la studiava attentamente.
-Raccontami
un po’, hai trovato tua madre?- Lei iniziò a
fargli delle domande.
-Sì,
ora sono con lei. E tu? Ti sei vendicata dei tuoi compagni?- Walter
controbatté con un’altra domanda.
-Sì,
ora sono la “strega” e mi occupo di giustiziare chi
ha a che fare con me in un modo o nell’altro.- Una luce di
malignità s’illuminò nei suoi occhi
neri e aggiunse: -Per gli altri, lo lascio fare a Pyramid Head. -.
-Temo
di non capire, chi è questo Pyramid Head? Chi sono queste
persone?- Walter non distolse lo sguardo dalla lettura della bibbia e
tenendo le orecchie ben aperte.
-Li
conosci anche tu, Walter.- Lei si strinse nelle spalle e aggiunse:
-Conosci Claudia Wolf? Lei è stata punita da mia figlia
Cheryl Mason alias Heather.-
-Mmm…
Claudia Wolf, mi ricordo che studiavate insieme a scuola. Eravate
grandi amiche...- Walter s’interruppe per lasciar continuare
Alessa che spiegò.
-Purtroppo
ho scoperto che lei non era altro che una delle tante fanatiche del
culto di Silent Hill. Quindi ho permesso a mia figlia (che aveva
scoperto le sue origini) di eliminarla sotto forma di mostro.- Le sue
parole non mostravano rimpianto ma sola certezza.
-Capisco…
ma questo Pyramid Head… mi sembra di conoscerlo, anche se il
suo nome non mi dice nulla.- Il biondo si fermò nella
lettura per passarsi una mano sulla pancia.
-E
hai ragione…- Alessa strinse la mano di Walter per poi
continuare: -Pyramid Head non è altro che Leon…-
-Che?!!-
Walter alzò la testa per fissare Alessa con gli occhi
sgranati dalla sorpresa:- Stai scherzando?-
-Non
sto scherzando.- Rispose decisa.
-Leon…-
Walter chiuse gli occhi per aprire i portali dei ricordi celati nella
sua anima.
*Flashback*
Un
bambino di 8 anni con un libro rosso in mano era seduto nella panchina
della Wish House, era intento a leggere un capitolo della bibbia
riguardante La Sacra Madre.
Un
paio di mani con le dita sottili gli ciondolò il collo e un
sorriso allegro fu rivolto a quel ragazzino.
-Chi
sei?- Walter alzò lo sguardo e vide una ragazza
più grande di lui.
-Mi
chiamo Alessa, sono qui in gita con i miei compagni.- Il sorriso si
smorzò un po’.
-Piacere,
mi chiamo Walter Sullivan.- Il bimbo era felice di aver conosciuto
qualcuna che non lo trattasse male.
Parlarono
e scherzarono insieme per parecchi minuti, finché non venne
a cercarli Claudia.
-Walter,
ti presento Claudia.- Alessa introdusse la sua amica e poi si rivolse a
lei: -Claudia, lui è Walter Sullivan, vive qui.-
Anche
Claudia fece due chiacchiere con il bambino e gli spiegò
alcuni passaggi della bibbia e soprattutto sulla risurrezione della
madre.
I
professori, che erano gli adepti dell’ordine, richiamarono le
due ragazze. Si lasciarono a malincuore e Walter lo tenne caro quel
ricordo.
Un
paio di settimane più tardi, Walter (rinchiuso in una cella
della prigione acquatica) ricevette una lettera e una busta contenente
una fotografia. Facendo appello alla sua istruzione, lesse quel pezzo
di carta.
“Caro
Walter, come stai? Lo so che ti ricordi di me, sono Alessa.
Qui è terribile, i ragazzi mi trattano male e mi urlano quel
nome infausto: Strega. Ma io non c’entro nulla, soffro
moltissimo per questo! Solo tu mi puoi capire, siamo simili. Non voglio
più parlare delle cose brutte, voglio parlarti di questo
ragazzo. Si chiama Leon, ha i capelli color cenere, ha un carattere
molto gentile e sincero. Pensa che si sia addirittura rifiutato di
credere a quello che dicevano i nostri compagni, questo mi solleva
molto, ma ho paura per lui. Capisci, vero? Ho paura che quei ragazzi,
come trattano me, possano trattar male anche Leon. Non lo sopporterei
questo. Nella busta troverai una fotografia; è lui, il
soggetto nella foto. Tu come te la passi? Vorrei tanto rivederti e
parlarti ancora. La tua Alessa.”
Walter
alzò la testa con i capelli a caschetto e frugò
nella busta, effettivamente c’era una foto. Un
ragazzo (come descritto da Alessa) era sorridente.
“Hai
ragione, siamo simili... anch’io subisco continue botte da
quella palla di sterco che è il vigilante. Vorrei tanto
punirlo magari annegandolo nel suo stesso sudiciume.” Walter
piegò in fretta e furia la lettera e la nascose nella tasca
a fianco del pantaloncino.
La
porta della cella si aprì con un tonfo forte e fece la sua
presenza Andrew Disalvo, che aveva in mano un manganello.
Qualche
ora più tardi, Walter giaceva sul pavimento bagnato di acqua
e assumeva la posizione fetale.
“Quel
pazzo... mi ha picchiato ancora più forte... ancora
più violento. Per una cosa che non ho mai fatto.”
Walter si passò la mano sul naso e lo sentì
bruciare... il sangue usciva un po’ ovunque... sul petto, le
gambe e la schiena e i suoi pensieri furono rivolti alla sua amica:
“Alessa, spero che nessun adulto ti metterà le
mani addosso... lo spero vivamente.”.
“Leon,
proteggila... sempre!”
Walter si alzò, con fatica, in piedi. Un lamento
uscì dalle sue labbra quando si accorse di qualcosa... la
sua schiena si era un po’ curvata; molto probabilmente da
adulto sarebbe stato curvo e così fu.
*Fine
Flashback*
-Ecco
quindi chi era... Leon era il tuo fidanzato.- Walter fissava la ragazza
in attesa di altre novità, che non sarebbero state poche.
-Già...-
Lei sorrise un po’ e aggiunse: -Basta rivangare il passato,
cosa stai facendo ora?-
Il
biondo, con questa domanda, si ricordò di qualcosa.
-Ah
sì, da un po’ sono in contratto con uno strano
fantasma, è un bambino di undici anni ed è
terribilmente somigliante a una donna...-
In poche parole Walter spiegò la situazione alla
“strega”.
-Capisco,
vedrò di scoprire qualcosa. Teniamoci in contratto: Usa il
telefono, il numero è 854628741. È complicato da
ricordare ma così è più sicuro.-
Alessa si alzò dal letto.
-Alessa,
aspetta! Non ti ho ancora ringraziato.- Walter alzò il
braccio per cercare di trattenerla ma lei era già scomparsa.
-Accidenti...-
Lui, rimasto solo, abbassò la testa sconsolato.
Ecco
conclusa un'altra pagina della mia storia, come vi è
sembrato? Confesso che questo è uno dei capitoli meglio
concepiti dalla mia mente. Per chi volesse sapere chi è
Leon, vada qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=572245.Questa
immagine (DeviantArt)
ritrae Alessa e Claudia quando erano bambine.