Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: giu91    16/04/2012    1 recensioni
Il viaggio verso la Cina di Alice non poteva certo andare come lei lo aveva previsto. Un temporale improvviso la riporta a Sottomondo e dai suoi amici, se solo riuscisse a trovare la strada per Marmorea! Avete idea di quanto sia grande il Sottomondo? Con la guida che si ritrova in questa avventura poi!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Liddell, Quasi tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Saluti Ecco qui il primo vero capitolo, potrebbe risultare un po' confuso perchè in questo capitolo fa un cameo (forse posso considerarlo un mini crossover) un personaggio di un manga che adoro: Pet Shop of Horrors.
Comunque non preoccupatevi se non lo conoscete perchè non riapparirà più in questa storia e il capitolo è comunque comprensibile, anzi, se alla fine vi avessi incuriosito un po' su questo personaggio ecco il link di Wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Pet_Shop_of_Horrors
Chiedete pure per qualsiasi ulteriore chiarimento, buona lettura :)



...
La notte prima del viaggio Alice sognò nuovamente i suoi amici del Sottomondo, non le capitava più tutte le notti come quando era una bambina ma comunque piuttosto di sovente. Alice non credeva possibile che i suoi sogni potessero diventare ancora più strani di quanto già non fossero ma questa volta le memorie del Sottomondo erano mischiate con le immagini della Cina di cui tanto aveva letto in questi mesi. Nel sogno la regina bianca indossava un candido chimono con in vita una fascia scarlatta e le porgeva fiduciosa una Jiàn* invece della spada Bigralace mentre il cappelaio stava seduto sulle ginocchia davanti ad un basso tavolino e le offriva un bicchiere di terracotta contenete un profumatissimo té verde.
E' normale che io riesca a ricordare anche i profumi che sento nei miei sogni?
Certo, a volte le capitava di chiedersi se avesse fatto bene a lasciare Sottomondo, soprattutto quando notava gli sguardi diffidenti delle persone che, non capendola, la ritenevano strana e un po' pazza, ma questo era il suo mondo, un mondo da cui non sarebbe scappata per scegliere la via più facile, era il suo mondo e lei si sarebbe impegnata con tutta se stessa per renderlo un po' più pazzo e divertente che la gente lo volesse o meno.
Se a Sottomondo la sua presenza si incastrava perfettamente come la tessera di un puzzle, qui avrebbe lottato per conquistarsi il un posto, come un germoglio che scava con forza la terra per venire alla luce.
Doveva almeno tentare, doveva farlo se non altro per sua madre che, nonostante le loro incomprensioni la amava profodamente così come aveva amato suo padre. Quella madre che la stava già attendendo in cortile, insieme alla carrozza che le avrebbe condotte fino al porto.
Alice aveva salutato la sorella pochi giorni prima e avrebbe salutato Lord Ascott appena scesa, ma sua madre aveva insistito per accompagnarla fino alla nave per vederla partire e accertarsi che stesse bene almeno fino a quel momento.
Sbrigandosi per non farla aspettare troppo diede un'ultima occhiata alla sua stanza e, con un largo sorriso che le illuminava il volto, chiuse la porta.
"Vedo che sei pronta.", disse una voce alle sue spalle.
"Lord Ascott! Non fatemi spaventare così, stavo pensando e non vi ho sentito arrivare."
"Tu stai sempre pensando a qualcosa Alice.", disse lui accenando un sorriso, "Lascia che ti dia una mano con quella borsa.", così dicendo le sfilò il bagaglio che teneva tra le mani e inizio a dirigersi verso l'uscita.
"Agitata?"
"Impaziente direi, questi ultimi giorni sembravano non passare più.", gli confessò.
Usciti, lord Ascott porse il bagaglio al conducente e strinse la mano la mano ad Alice, "Confido in te per questa spedizione, la compagnia di tuo padre ora dipende anche nelle tue mani."
A salutarla era venuto anche qualcuno che non si aspettava di vedere, "Amish!"
Durante questi mesi di preparativi Alice era riuscita a conoscere Amish un po' meglio e, per quanto lo trovasse sempre terribilmente noioso e pomposo, aveva imparato che non era una cattiva persona e aveva preso da suo padre più di quanto non sembrasse all'apparenza. E poi Alice aveva scoperto un nuovo passatempo nel  mettere Amish a conoscenza di tutte le sue 'visioni', ricordava ancora la memorabile faccia che aveva fatto all'idea di aragoste danzanti la quadriglia** al posto delle persone.
"Alice Kingsley", esordì con tono formale, "Ti auguro un buon viaggio."
Lui sì che sa come si saluta con calore.
Alice osservò per un attimo divertita la sua espressione solenne e posa rigida prima di abbracciarlo.
"Grazie, Amish."
Il suddetto era rimasto immobile e allibito e Alice rimpiangeva veramente molto di non poter vedere la sua espressione in quel momento.
"Ah, sì, va bene", disse lui balbettando leggermente e staccandosi dall'abbraccio.
"Comunque cerca di non mettere quella tua testolina strana in troppi guai.", aggiunse alla fine senza avere il coraggio di guardare Alice in faccia, la quale ,comunque, notò perfettamente il rossore che gli si era diffuso sulle guance.
Una volta salita sulla carrozza insieme alla madre Alice non pote fare a meno di pensare che,
se mai un giorno fosse tornata a Sottomondo, era così che avrebbe voluto salutare tutti.
...
Grazie all'infallibile puntualità di sua madre erano arrivate al porto con un notevole anticipo e dopo  poco tempo Alice iniziò a guardarsi intorno annoiata, mancava ancora più di un'ora prima che la nave partisse, sua madre le aveva consigliato di fare un breve giro in città tanto per ammazzare il tempo, lei era inorridita al solo pensiero, sapeva bene cosa succedeva a che faceva arrabbiare il Tempo figurarsi provare ad ammazzarlo!
In ogni caso Portsmouth non era poi molto diversa dalle altre città inglesi che aveva già visto, non che le sarebbe dispiaciuto dare un'occhiata in giro ma aveva quasi paura che la nave partisse senza di lei se solo avesse osato allontanarsi, per questo continuava a ternerla d'occhio tanto per accertarsi che fosse sempre al suo posto.
Aveva già tentato di fare un po' di conversazione con i marinai, suoi futuri compagni di viaggio, ma questi erano tutti o troppo indaffarati o troppo sospettosi del suo essere una donna che voleva viaggiare il mondo come fosse un uomo per prestarle più di qualche minuto di attenzione.
Nel frattempo una piccola folla si era radunata incuriosita per assistere alla partenza, la voce del loro viaggio commerciale in Cina si era diffusa in tutta la città che era diventato uno degli argomenti di cui spettegolare più in voga del momento.
Alice riusciva a percepire frammenti di conversazioni in mezzo alla confusione, parlavano di lei e di Lord Ascott, delle scommesse che giravano sulla riuscita della loro imprese e sulle storie che avrebbero potuto raccontare i marinai una volta tornati a casa.
Ad un certo punto un frammento di conversazione catturò la sua attenzione più degli altri, "Chissà se il Conte verrà ad assistere alla partenza, in fondo la nave è diretta verso la sua terra natale."
Terra natale?
Alice cerco di individuare chi, tra tutta la gente che stava chiacchierando intorno a lei, avesse pronunciato quelle parole.
"Non saprei proprio, sai che non lascia sovente il suo negozio se non per procurarsi qualche dolce per il the.", disse una signora che portava un'appariscente cappello verde ad un'altra che si stava sventolando con un ventaglio.
Alice si avvicinò alle due, "Scusatemi, non vorrei sembrarvi impertinente ma mi è sembrato di sentirvi parlare di un conte proveniente dalla Cina, ho capito bene?"
Le due si voltarono e la osservarono accuratamente per qualche istante prima di chiedere "E tu chi saresti, ragazza?"
"Perdonatemi, mi chiamo Alice Kingsley, partirò tra poco per la spedizione in Cina e quando vi ho sentito parlare..."
Ma le due non la lasciarono finire, appena ebbero capito chi era la ragazza che avevano davanti il loro occhi si illuminarono di una vibrante curiosità.
"Oh cara, perchè non l'hai detto subito. Che ragazza coraggiosa che sei, andare in posto così lontano da casa... lo sai che sei al centro delle conversazioni in molti salotti in questo periodo."
"Sì, sì"-tagliò corto lei-"ma io vi ho sentite parlare di un cinese."
"Certo il Conte D, davvero non lo conoscete? E' l'uomo del momento, possiede un negozio di animale in fondo a quella strada, vedete, proprio quella alle vostre spalle"-disse indicando una via che Alice si voltò a osservare-"è l'unico argomento di cui si parli più ancora che del vostro viaggio, è arrivato una notte, come dal nulla, e si dice che nel suo negozio si possano trovare animali da ogni luogo del pianeta.", concluse ammirata.
Conte D, che starno nome, non mi sembra cinese.
"Siete sicure che sia davvero un cinese?"
"Senza alcun dubbio, anche se non so per quanto tempo abbia vissuto là, il suo accento inglese è a dir poco perfetto. Se fai una corsa forse puoi trovarlo nel suo negozio, potrebbe darti qualche utile consiglio."
E Alice, un po' per noia e un po' perchè questo misterioso Conte aveva davvero catturato il suo interesse, corse.
Riuscì a trovare il negozio senza troppi problemi, sembrava davvero piccolo visto dall'esterno ma l'insegna non lasciava dubbi, si trattava di un negozio di animali.
Incerta busso alla porta e mentre attendeva risposta continuava a voltarsi in direzione del porto chiedendosi se fosse stata una buona idea, in fin dei conti mancava davvero poco alla partenza .
Dopo qualche istante la porta si aprì, facendo vibrare un campanellino che riempi l'aria con le suo note argentee, come la voce che la accolse "Benvenuta nel mio umile negozio, prego entra pure a dare un'occhiata qui si vendono amori, sogni e speranze.".
L'uomo, anche se Alice non era sicura che lo fosse dato i suoi tratti incredibilmente delicati e femminei, teneva la porta del negozio aperta e le sorrideva facendo cenno di entrare.
"Umh, salve, io starei cercando il Conte D, siete voi?", chiese Alice osservandolo meglio, portava i lunghi capelli corvini raccolti in una coda e i suoi abiti erano decorati con intricate fantasie floreali.
"In realtà il titolo di conte appartiene a mio nonno, io gestisco solo il negozio in sua assenza.", il Conte, dato che comunque non sapeva come altro chiamarlo, continuava a sorriderle con labbra sottili dipinte di nero.
"Ah"-esclamò lei-"vedete io oggi parto per la Cina e due signore mi hanno parlato di voi e di questo negozio, speravo mi poteste dare qualche informazione utile al mio viaggio", disse quasi timidamente.
Ma cosa mi sta succedendo? Non mi sentivo così intimidita neanche alla Rocca Tetra, ma quest'uomo... e questo odore, incenso? Lo sento provenire dal suo negozio, mi da le vertigini, è soffocante e allo stesso tempo irresistibilmente invitante.
Il conte si portò una mano alla bocca e spalanco lievemente gli occhi screziati di viola in un'espressione di sorpresa "Avevo sentito parlare di questa spedizione ma non era a conoscenza che anche una creatura rara come voi ne facesse parte."
Rara? Creatura? Ma cosa sta dicendo è forse impazzito? Sì, è vero, non è che io sia la più adatta a giudicare la sanità mentale di altre persone.
"Sicuramente avrei molte storie interessanti da raccontarvi sul mio paese, alcune delle quali sconosciute agli abitanti stessi. Ma non state lì sulla porta, entrate.", dicendo così le prese delicatamente la mano con le proprie per condurla all'interno, le unghie curate e affilate come artigli.
"Posso offrirvi una tazza di té? Ho una torta appena sfornata dal miglior pasticcere della città.".
"Mi piacerebbe ma non ho molto tempo, la nave partirà tra poco.", incurante della risposta della ragazza il conte stava già versando del the in una delicata tazzina di porcellana smaltata di rosso e oro.
Intera, peccato, sono abituata a quelle rotte.
Il conte le porse la tazzina  e Alice se la portò alle labbra quando percepì un brusio sommesso provenire da dietro di lei, come di persone che parlottano. Per la prima volta distolse lo sguardo dal conte e vide l'ambiente in cui si trovava: era molto più grande di quanto le fosse apparso da fuori ma soprattutto era pieno di persone, molte persone! Dagli abiti talmente strani che non avrebbero per niente stonato a Sottomondo, anzi, avevano qualcosa di ancora più esotico. C'erano signore dai vestiti variopinti che si pavoneggiavano dietro dei ventagli e uomini abbigliati altrettanto vistosamente che cantavano per loro, un gruppo di bambini dai grandi occhi luminosi la guardava come cuccioli curiosi, delle persone con addosso strane pellicce e dalle pupille insolitamente allungate erano pigramente accoccolate su di un divano.
Ma cosa sta succedendo? Chi sono tutte queste persone.
Alice non riusci nemmeno a finire di osservare tutti gli strani individui presenti che una mano le si posò lieve sulla spalla facendole quasi cadere la tazzina di the dalle mani, "C'è qualche problema?", le sussurrò il Conte all'orecchio.
"Io non capisco, chi sono queste persone? Non dovreste vendere animali in questo negozio? Sono forse schiavi questi o peggio?", ora Alice era davvero spaventata e tremava leggermente, in che guaio l'aveva cacciata questa volta la sua curiosità, ma il Conte continuava a sorriderle tranquillo.
"Non c'è motivo per cui tu debba allarmarti. Posso assicurarti che questi sono tutti animali e sono l'unica cosa che il mio negozio venda."
"Animali? No, non è possibile, non...", all'improvviso il suono di una campana annunciante l'imminente partenza di una nave la riscosse come da un sogno, il Conte aprì la porta del negozio e una ventata di aria fresca spazzò via l'aroma di incenso.
Quindi il Conte le prese nuovamente la mano, questa volta baciondogliela delicatamente in segno di saluto, "Credo che tu debba andare ora, Alice,ma prima lascia che ti faccia un piccolo dono, consideralo un regalo di buon augurio.", e così dicendo porse tra le mani della ragazza una collana fatta di un semplice filo d'aggerto a cui era attaccata una perla, "Pensa che l'ostrica che l'ha prodotta è vissuta proprio in questo negozio, sono sicuro che saprà portare la buona fortuna nel tuo viaggio."
Con un cenno di assenso e un sorriso Alice lo ringrazio, ancora troppo scossa e confusa per parlare, e si mise al collo la collana. Prima di correre via, inesorabilmente attirata dal suono della nave che la stava chiamando, diede un'ultima rapida occhiata all'interno del negozio, ma delle persone che aveva visto prima non c'era traccia, intravide solo qualche uccellino intento a cantare, alcuni cagnolini che giocavano sul pavimento e gatti di diverse razze che dormivano su di un divano.
Che strano, proprio stranissimo. La mia pazzia sta decisamente peggiorando, a mia mamma verrebbe un colpo se lo sapesse... se lo sapesse il cappellaio invece ne sarebbe terribilmente fiero.
Un sorriso triste le increspò le labbra a quel pensiero, presto rimpiazzato da un'espressione più preoccupata quando un'altra riflessione le tocco la mente.
Come faceva a sapere il mio nome, io non glielo ho mai detto.
Il sorriso sornione del conte, che vedeva correre via quella ragazza she sapeva vedere la verità del mondo molto meglio della maggior parte delle persone, avrebbe fatto invidia anche ad uno stregatto.

Buon viaggio, Alice.
...





*Secondo quanto ho trovato dovrebbe essere il nome delle spade cinesi, se qualcuno ne sa più di me mi corregga per favore.

**La quadriglia delle aragoste  viene mostrata ad Alice dal Grifone e dalla Finta tartaruga nel libro

Allora? Vi ho del tutto terrorizzato con la follia della mia mente che riesce a concepire un crossover simile o siete ancora vivi e disposti a sopportare stoicamente un altro capitolo ;P
Se volete lasciatemi una recensione e fatemelo sapere.

  
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