Frankie’s Memories
1.
Her eyes through the tears.
Un
colpo secco e la porta del camerino si chiuse alle sue spalle.
Era
un fascio di nervi, ormai.
Chiuse
a chiave quella dannata stanza e con passo annoiato si
avvicinò alla poltrona
di fronte allo specchio. Si piegò in avanti e con fare
nervoso si tolse quelle
scarpe che da anni gli massacravano i piedi. Le lanciò in
fondo alla stanza, il
rumore dei tacchi che sbattevano sul pavimento. Si liberò
dalle calze a rete e violentemente slacciò con un solo gesto il bustino rosso che gli fasciava il petto robusto e liscio.
Si
accasciò sulla poltrona, la schiena sudata e la testa
rivolta all’indietro.
Era
stanco, gli occhi verdi nascosti dietro le palpebre marchiate di nero,
il
respiro affannato, il tormento del caldo nonostante avesse addosso solo
un
semplice slip di seta nera.
Il
tempo scorreva lento, trascinato da un orologio pigro e dal rumore di
lancette
consumate. L’uomo, ancora seduto su quella poltrona,
riversò tutta la sua
frustrazione in un sospiro che gli allargò il petto e lo
destò dalla
stanchezza. Sollevò leggermente la testa e lo
rivide.
Erano
anni, ormai, Frank!
Sempre
gli stessi occhi, sempre le stesse labbra
carnose iniettate di rosso, i capelli neri, ricci e folti
che si
incollavano al volto incipriato di bianco.
-
Dr. Frank’n Furter, ancora non vuoi tornare a casa!
– sussurrò sprezzante
l’uomo al proprio riflesso, la voce calda e morbida
attraversata da un nervo di
disprezzo.
Poi,
si voltò verso l’armadietto di fianco allo
specchio e aprì il primo cassetto in
cerca di qualcosa con cui struccarsi, ma ben presto la sua mano si
strinse
intorno ad un pacchetto e ad un foglio di carta. Afferrò
irritato il contenuto
del cassetto e lo lanciò sul tavolino posto sotto allo
specchio.
Un
pacchetto di sigarette. Una foto ingiallita.
-
Ma che cazz…- poi si bloccò, impietrito dai
ricordi. Lentamente aprì il
pacchetto di sigarette in cui vi era un vecchio accendino arrugginito.
Lo prese
insieme ad una delle tre sigarette rimaste e l’accese.
Con
sguardo diffidente e aspirando con gusto il sapore del tabacco,
afferrò con
mano tremante la foto. Immediatamente, una morsa fastidiosa si
presentò tra
cuore e stomaco, mentre riguardava con occhi lucidi quelli di lei.
La
sigaretta scivolò dalle sue labbra.
-
Susan! –
Lei,
da quella foto consumata, rispose con un sorriso e un braccio intorno
al collo.
Ripose
la foto sul tavolo, si passò una mano tra i capelli e la
nuca, quasi a voler
richiamare quel tocco.
-
Sei solo un coglione, Tim. – sussurrò a se stesso,
un’espressione persa e i
suoi occhi che seguivano un rivolo nero che, amaramente, si delineava
sulle sue
guance marcate d’avorio.
L’anima
di Tim sporca di ricordi e mascara.
La
maschera di Frank, impressa sul suo volto, gl’impediva
ancora di ricominciare
a sorridere.