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Autore: verichan    18/04/2012    4 recensioni
Fu una cosa piuttosto veloce: il giorno prima completava il suo Tormento, il giorno dopo lasciava il Circolo.
Ma partiamo dal principio.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lasciò la camera e cercò Jowan, trovandolo in biblioteca a sfogliare noiosamente un libro sul cucito. Il fratello si decise a parlargli, ma non lì. Questa segretezza lo lasciò perplesso.

Andarono nella cappella della torre dove ad accoglierli c'era Lily, una graziosa iniziata della Chiesa, al cui fianco si mise Jowan, guardandola con affetto.

«Ehm, credo di avere diritto a qualche spiegazione?»

In realtà sapeva già della loro relazione, lo aveva scoperto settimane fa quando, preso da una ventata di noia fresca, aveva deciso di svelare il mistero, però, dati i recenti screzi tra lui e il fratellino, era opportuno non vantarsi troppo delle proprie capacità investigative apprese da anni di letture di gialli e thriller.

“Che carino a mettermi finalmente al corrente delle sue sdolcinatezze.” sorrise tra sé.

«Ecco, Elmer, hai presente la ragazza di cui ti ho parlato?» fece timido il moro dagli occhioni blu.

«La misteriosa ragazza di cui ti sei innamorato e di cui non hai mai voluto rivelarmi l'identità al punto che io ho cominciato a prenderti in giro dicendoti che te l'eri inventata per invidia nei miei confronti? Sì, ricordo perfettamente. Le mie condoglianze, Lily.»

Non aveva bisogno di commentare la scelta amorosa di Jowan, gli intrallazzi tra maghi e chierici non erano una novità, nonostante il chiaro divieto. Se Jowan aveva deciso di correre il rischio doveva avere una valida ragione, oltre al farsela. Magari era davvero cotto.

“Il gusto del proibito...” suppose.

Fin da quando aveva raggiunto la pubertà e provato i piaceri della carne non aveva mai avuto problemi a mettere l'istinto di conservazione sopra i capricci del corpo: c'erano cose ben più importanti del sesso, per esempio la posizione sociale e le ore di allenamento per raggiungere un grado di potenza al di sopra della marmaglia. Inoltre il concetto di amore, a lui sconosciuto nonostante le tante letture sull'argomento, non era un tema molto sostenuto tra i maghi che, a causa delle condizioni in cui versavano, preferivano la classica botta e via (e pure quella era una fortuna averla).

«Potevi rispondere semplicemente con un sì.»

«Non quando me la servi su un piatto d'argento. Comunque, se te lo stai chiedendo, hai il mio benestare. Tanto lo sanno tutti che certi divieti prima o poi vengono infranti.» disse con leggerezza.

Sapeva già che la loro storia non sarebbe durata quindi perché fare l'uccello del malaugurio.

«Se voi due ragazzini avete finito di battibeccare, avremmo faccende più urgenti di cui discutere.»

“Ma chi ti credi di essere?” fu la risposta interna automatica.

Non l'aveva mai notata più di tanto, vuoi perché era un'iniziata, vuoi perché... No, era solo per quello. La voce di Lily era chiara e soffice, in quel momento leggermente indispettita, ma un sacco di gente ignorante aveva una bella voce. Era carina di viso, il resto, sempre coperto dalla tunica clericale, era per lui un mistero. Si chiese se Jowan ne sapesse qualcosa e il pensiero che suo fratello avesse perso la verginità senza dirgli nulla lo mandò in tilt.

«Aspetta: Jowan l'avete fatto?»

«C-cosa?!» balbettarono entrambi.

«Io te l'ho detto quando l'ho fatto, con tanto di dettagli! Come puoi averlo fatto e non avermelo detto? Sono tuo fratello!»

«No! Non l'abbiamo fatto! Te l'avrei detto!»

«Per il Creatore! Abbassate il tono, siamo in una chiesa! E che vuol dire che glielo avresti detto?»

«Ecco, Lily, io e Elmer ci diciamo tutto... anche questo genere di cose...»

«Ti proibisco di farlo! È imbarazzante oltre a essere decisamente inappropriato!»

«Ehi, ehi, queste sono cose da fratelli, voi che non siete della famiglia non potete capire. Vedi? Sta già cominciando a mettere i paletti: oggi le normali confidenze tra amici, domani il modo in cui ti vesti! Bella fidanzata che ti sei scelto.»

«Sssshhh!»

I tre si azzittirono di colpo; gli occhi spalancati si fissarono su Keili la Pazza inginocchiata davanti alla statua di Andraste che li squadrò torva prima di tornare alle sue preghiere e chiedere perdono al Creatore per il solo fatto di esistere. Tsk. Non gli era mai piaciuta, aveva le rotelle fuori posto: si sentiva così in colpa di essere una maga che dire che si comportasse come il templare di se stessa era un eufemismo. Non sapeva quali traumi avesse subito ma era così da quando era arrivata sette anni prima, una bambina di circa tredici anni con gli occhi spiritati.

«Perché dobbiamo parlare proprio qui?» bisbigliò riprendendo il discorso iniziale.

«Perché ho scoperto che il Comandante Greagoir vuole sottoporre Jowan al Rito della Calma. L'ho letto in un documento lasciato sopra la scrivania nel suo ufficio. Credono che Jowan sia un mago del sangue!»

Silenzio. Allora era questo di cui volevano parlare, non la relazione. Ed ecco perché quelle idiozie al dormitorio! Non spiegava affatto il perché dovessero parlarne in chiesa, ma va beh.

Lo stupì la sola ipotesi che Jowan potesse essere un mago del sangue. Era ridicolo. Jowan era- suo fratello era come un orsacchiotto di peluche, dai.

«Un mago del sangue?» ripeté scettico, quasi divertito.

«Io non sono un mago del sangue, lo giuro! Non so perché lo pensino ma a questo punto non posso più rimanere alla torre: tra qualche giorno mi costringeranno al Rito della Calma e io... io non posso smettere di amare Lily, te e gli altri! Non voglio diventare un guscio vuoto, non voglio perdere me stesso.»

«Hai provato a parlarne con Irving?»

«Sul documento c'era anche la sua firma.»

L'affermazione scoraggiata di Lily ebbe l'effetto di un macigno. Irving era la persona che si faceva garante dell'innocenza altrui, lui correggeva i torti, lui metteva pace nelle dispute. Soprattutto lui stava sempre dalla parte giusta, dalla loro, anche se se la tirava. Che cosa diamine gli era saltato in testa? Perché concordava con Greagoir sul fatto che Jowan fosse un maleficar quando era ovvio non fosse così?

«Non è possibile...» mormorò confuso cercando una qualche spiegazione razionale.

«Sono disperato, Elmer.» riprese l'altro. «Per questo... per questo io sto chiedendo il tuo aiuto. Siamo amici, fratelli. Tu ci sei sempre stato per me come io per te. Io e Lily vogliamo fuggire insieme. Aiutaci, ti prego.»

“Oh, adesso si ricorda di quanto sono utile.” fu il primo pensiero sprizzante indignazione, seguito subito dopo da “Fuggire insieme?”

Lo fissò incredulo con un sopracciglio per aria. Ubriaco non poteva essere, perciò o ci teneva così tanto a quella ragazza da tentare l'impossibile oppure era irrimediabilmente uscito di senno. Il piccolo Jowan, il dolce, indeciso, piagnucolante Jowan che pensava d'un tratto alla fuga? Aveva tutta l'aria di un uomo determinato e se non lo avesse conosciuto da quando era uno scriccioletto con il moccio al naso forse ci sarebbe pure cascato; purtroppo o per fortuna lo conosceva bene.

Tralasciando questo dettaglio, c'era un punto ben più reale su cui riflettere e cioè che i tentativi di fuga da quelle parti erano famosi per una cosa: le loro fini tragiche. A dispetto della buffa immagine di Jowan che scalava mari e monti per fuggire di lì urlando “Lily ti amooooo!”, la realtà era letale, e non poteva permettere che finisse ammazzato per un sogno. Era sua responsabilità vegliare su di lui, come sempre, soprattutto quando si faceva prendere da idee strampalate.

«Ti aiuterò in qualunque modo, di questo non dubitare mai. Solo che non ho la più pallida idea di cosa fare, a meno che non vi facciate spuntare delle ali.» disse, convinto che non avessero idea di dove cominciare.

«Lily ha un piano.» affermò Jowan con un certo orgoglio.

“E ti pareva.”

La figura di Lily diventava ogni secondo più tediosa.

«Creerò un diversivo; ci introdurremo nel deposito dei sotterranei e distruggeremo il filatterio di Jowan così che non possano rintracciarlo. Fatto questo lo aiuterò a nascondersi in una delle imbarcazioni che vengono a rifornire di provviste la torre.»

«Questa notte, dunque.» Così presto? Da quanto ci stavano pensando? «Come faremo ad entrare?» chiese invece, dando per il momento corda a quel piccolo complotto.

«Posso introdurmi facilmente nei sotterranei, ma c'è un problema: ci sono due chiavi per la porta del deposito dei filatteri, conosciute solo dal Primo Incantatore e dal Comandante Templare.»

«Non possiamo sapere quali siano» intervenne Jowan, «ma è solo una porta, dopotutto, e qui ci sono abbastanza poteri e incanti per ridurre in briciole un impero. Cos'è una porta per i maghi?»

Da dove veniva fuori questa sua sicurezza interiore? Roba da matti!

«Se è solo una porta, cosa di cui dubito,» ci tenne a precisare, «allora basterà una verga di fuoco per sciogliere la serratura e il gioco è fatto.» asserì Elmer con un sorriso malandrino.

L'avevano già fatto in passato per sbocconcellare cibo dalla cucina. Bei ricordi.

«Soltanto una persona con il permesso scritto di un mago anziano può avere accesso alla merce in magazzino. Se ci andassi io potrei dare nell'occhio dato che sono già sospettato, mentre Lily non avrebbe alcun motivo per richiederlo.»

«Chiederò alla nuova maga anziana Leorah, è da poco stata incaricata di occuparsi della dispensa del Circolo e l'ho già aiutata a disinfestare la zona. Le dirò che mi serve la sua firma per una ricerca, sono sicuro che non avrà da obbiettare.»

Discussero ancora definendo gli ultimi dettagli, in seguito Elmer si diresse alla dispensa dove chiese il documento firmato alla maga elfa che glielo concesse con un sorriso. Facile.

Tornando, passò davanti all'ufficio di Irving e fu tentato di parlargli subito di Jowan, invece di aspettare il dopo-fuga. Perché pensava fosse un mago del sangue? Quali erano le prove a suo carico? Tuttavia non avrebbe potuto parlare senza rivelare il ridicolo piano destinato al fallimento, dato che le carte viste da Lily erano confidenziali e una tale diceria nella torre non si era mai udita, e la vecchia volpe era troppo perspicace per cascare in una conversazione a fini di raccolta informazioni. Sospirò e continuò a camminare.

Se si escludeva l'eventualità che Lily si fosse inventata tutto per fuggire insieme al suo innamorato, c'era da sentirsi traditi da colui che proteggeva i maghi dalla maggior parte delle stupidità della Chiesa. Chiariamoci, non si era mai aspettato i salti mortali dal vecchio, non aveva una fede cieca in lui, non accettava tutte le decisioni da lui prese senza farsi domande, non era un burattino nelle sue mani, non era una mente manipolabile, non era un Adepto della Calma con il cervello lobotomizzato, però... Che fosse davvero un uomo astuto, come dicevano le voci maligne, arrivato alla carica di Primo Incantatore per il prestigio che rappresentava e il potere che esercitava? L'unica cosa certa era che Irving ricopriva un ruolo importante per ogni mago, un punto di riferimento, aveva delle responsabilità a cui adempiere. Da alcuni Irving era considerato un padre amorevole, da altri un bastardo scaltro. Qual'era la verità?

Sentendosi stressato come Billy in Tu sai che io so, si allontanò dall'ufficio arrivando al magazzino e parlando con Owain.

«Benvenuto al magazzino di articoli magici del Circolo. Il mio nome è Owain, come posso aiutarvi?»

La voce piatta e senza vita dell'Adepto della Calma lo innervosì e non poté fare a meno di pensare che Jowan, per nessuna ragione comprensibile, avrebbe presto potuto entrare nei loro ranghi. Aveva visto gli amici di Owain piangere quando dopo molti tentativi si erano rassegnati di averlo perso per sempre. Se interrogati, gli Adepti rispondevano che il Rito non era stato affatto doloroso e ogni cosa e aspetto della vita era più chiaro e limpido senza le emozioni ad appannare la loro capacità di giudizio. Affermavano di stare bene.

Come fa uno che non sente niente a sapere di stare bene?




Note dell'autore:
Non so voi ma a me Lily ha sempre dato sui nervi è_é
I pensieri di Elmer sul piano saranno più chiari in seguito, ovviamente ^^ Nel frattempo spero si sia capito cosa prova nei confronti di Irving!
  
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