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Autore: Liquid King    22/04/2012    1 recensioni
In seguito a un sogno ho deciso di scrivere questa storia e vi chiedo di recensire. Walter riceve una lettera che lo porterà a compiere nuovi crudeli omicidi. Solo per fan di Sullivan.
Gli aggiornamenti avveranno ogni fine settimana.
Genere: Drammatico, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti, Walter Sullivan
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo sette, signori miei. Leggete e commentate, il nostro protagonista avrà la possibilità di conoscere il lavoro. Ringrazio come sempre chi legge, segue e recensisce. Alla prossima!


Walter Sullivan: Il lavoro nobilita l’uomo.

Walter Sullivan Pictures, Images and Photos
Nuova immagine di Walter Sullivan 


Doriana era intenta a impacchettare un vaso di ceramica quando il telefono squillò.

-Pronto?- Lei, con molta pazienza, cercava di fare un fiocco abbastanza carino e teneva la cornetta tra la spalla sinistra e l’orecchio.

-Come stai? Sono Paul...- Una voce maschile e amichevole uscì dalla cornetta.

-Paul? Sei quel Paul? Non c’è male e tu?- Lei rinunciò a fare il fiocco e tenne la cornetta nella mano sinistra.

-Sto bene, fra una settimana verrò da te per motivi d’affari e inoltre, porterò con me, mia moglie.-, -Ah sì?- Doriana si morse il labbro inferiore, segno che la cosa la aveva turbata.

-Sì, non posso disdire. Ti avviso in anticipo che sbarcherò dalla nave al porto di Vincent Port.- Ci fu una pausa e poi la voce aggiunse: -Ti disturba, forse?-.

-No, anzi.- Lei cercò di apparire quando più naturale possibile ma non poté non fare una smorfia nervosa.

-Benissimo, alla prossima settimana allora.- L’interlocutore telefonico non si accorse di nulla e finì la chiamata (diciamo che le riattaccò la cornetta in faccia).

Lei fissò la cornetta per un po’ e infine la posò con violenza sull’apparecchio.

-Maledetto figlio di pu****a!!- Lei imprecò con un tono esageratamente alto e girò per tutta la cucina con l’aria pensierosa.

-Zia, tutto ok? Che è accaduto?- Samantha, la nipote della signora Doriana, entrò in cucina con l’aria un po’ spaventata dal trambusto di poco prima.

-Per niente, Paul arriverà qua con quella t***a di sua moglie!- Lei si fermò e puntò gli occhi fiammeggianti sulla nipote.

-Ehmm... se mi spiegassi tutto, sarei in grado anche di aiutarti.- Samantha osservò il comportamento di sua zia con gli occhi sgranati.

-Uff... allora la situazione è la seguente: Paul, il mio primo fidanzato, è un funzionario dello stato che si occuperà di registrare la nostra futura impresa. Fin qui tutto bene, la cosa che mi fa andare il sangue al cervello è che porterà anche la moglie.- Si fermò, per calmarsi un po’.

-E?- La voce di Samantha pareva un sussurro ma le orecchie le aveva ben aperte.

- Quella donna che si è sposato Paul è la mia acerrima nemica.- Doriana strinse i pugni.

Samantha prima la guardò come se fosse pazza, poi sorrise e infine rise come non mai.

-Che ridi?- Doriana fece la faccia offesa e incompresa.

-Ma solo per una cosa avvenuta chissà quanti anni prima! Sei troppo paranoica, zia!- Samantha a stento si teneva la pancia e aggiunse calmandosi: -Non credo che sarà un problema, i posti letto ci sono. Stringi i denti e passa.-

-Uhmm... hai ragione.- Anche Doriana parve calmarsi e sorridere alla nipote.

Poco dopo entrò in cucina Alvin.

-Ragazze, Walter è in ritardo! Lo avete visto voi?- Alvin sembrava un capo di un’azienda importante.

-No, ma a momenti dovrebbe arrivare.- Samantha uscì dalla cucina, con l’intenzione di andare alla fermata dell’autobus.

Una volta arrivata alla cabina delle fermate, attese un bel po’ prima che arrivasse il bus.

“Eccolo, puntuale come sempre.” Commentò ironicamente.

Vi entrò salutando il conducente e chiedendogli informazioni.

-Buongiorno, avete visto un...- Lei s’interruppe sentendo un russare piano.

-Lasci stare, l’ho trovato.-  Lei terminò la conversazione con il conducente per poi dirigersi verso alcuni seggiolini dietro.

-Walter? Che fai qui addormentato?- La mora si soffermò a osservare la posizione assunta dal biondo che era poco decente: La testa all’indietro, le gambe divaricate e un po’ di bava all’angolo della bocca.

-Uhm.. Siamo già arrivati?- Walter aprì leggermente gli occhi, guardandosi in giro e aggiunse: -Samantha? Che è successo?-

-Che è successo a te, piuttosto!- Esclamò la ragazza, notando due borse sotto gli occhi del biondo.

Walter si alzò dalla sedia e si stiracchiò per bene; poi chieste all’autista l’elenco delle fermate del bus. Una volta ricevuto commentò di fronte alla ragazza:-Così non farò tardi.-

Insieme andarono nell’auto officina di Alvin.

-Walter, ti sembra questa l’ora di arrivare?- Alvin era alla porta.

-Ehmm...- Walter alzò le braccia come per difendersi ma Samantha lo precedette.

-Lui viene con l’autobus e sai che quel mezzo è terribilmente lento quindi... non serve rimproverarlo!- Terminò la frase lanciando un’occhiata che fece chiudere ogni discussione.

-Va beh, fa niente. Tieni questi, inizia a lucidare gli attrezzi e controlla i vari macchinari per la revisione delle macchine.- Alvin porse una vaschetta piena di bottigliette d’alcool e stracci vari.

Walter guardò prima l’uomo e poi il recipiente.

-Su, è il primo lavoro che ti affido. Il lavoro nobilita l’uomo. – Il ragazzo lasciò il recipiente alle mani ruvide di Walter.

Walter posò il recipiente sul tavolo, prese dei guanti di plastica e infine iniziò a lavorare. Fece per prendere uno straccio quando si ricordò di una cosa.

-Non credi che ti sia più facile lavorare senza cappotto?- Fece notare Alvin.

Walter si levò il cappotto mostrando una camicia azzurra. Il biondo mise una mano della tasca tirando fuori il cucciolo.

-Prendetevi cura di questo cucciolo.- Walter lo posò nelle mani gentili di Samantha che non perse l’occasione per coccolarlo.

Walter iniziò subito a lavorare duramente.

Nell’ora di pranzo, Doriana chiamò Walter (che stava verificando il corretto funzionamento dei macchinari con l’aiuto di Alvin poiché il biondo non sapeva nemmeno dell’esistenza di quelle macchine) per invitarlo a mangiare.

Ovviamente non si rifiutava a un pranzo. I due meccanici e la ragazza erano accomodati a tavola pronti a mangiare. Dopo il pranzo, Doriana ne chiese il parere.

-Ottimo!- Dissero in coro Alvin e Samantha.

-E tu, Walter?- Doriana si rivolse al giovane.

-Buono...- Walter terminò l’ultimo boccone.

-Bene. Allora che ne dite, lo assumiamo?- La domanda lasciò spiazzati i tre.

Un signore dai baffetti sottili si presentò, era vestito all’orientale con una fascia di spago sulla fronte.

-Buongiorno sono Choin, quello che avete mangiato era opera mia.- Il suo sorriso appariva molto solare e bambinesco.

-Assunto all’unanimità.- Dissero lo zio e la nipote alzando il pugno in aria.

Walter si limitò ad alzare il braccio. Doriana fu felice di questo.

-Walter, potresti fare del lavoro in più?- Doriana mostrò al biondo un pacco tutto infiocchettato.

-Cosa?- Walter prese il pacco e iniziò a scuoterlo.

-Ehi! Con più delicatezza! Lì dentro c’è un vaso di ceramica, lo devi portare alla fioraia del paese.- Spiegò la donna.

Walter non obbiettò e iniziò ad avviarsi dopo aver ricevuto istruzioni su come arrivarci.

Arrivare alla fioraia non era molto difficile, era necessario seguire le istruzioni per bene e Walter, poco pratico, si perse tre volte prima di vedere l'insegna fastosa del luogo a cui il biondo doveva arrivare.

-Buongiorno, ho un pacco da consegnare...- Entrò timidamente; un forte odore di linfa e di aromi molto pungenti lo colsero impreparato.

-Ciao, sono il garzone. Vuole dei fiori per la vostra ragazza?- Un tipo bassino con i capelli a spazzola sbucò dal retrobottega.

-No, ho questo pacco da consegnare.- Walter lo posò sul bancone.

-Ah... voi siete il nuovo lavoratore di Doriana? Walter Sullivan, giusto?- Il tappo porse subito la sua mano paffutella. 

-Sì, le notizie corrono veloci al paese, eh?- Walter non si meravigliò di questo e strinse la mano del commesso.

-Già, è sicuro di non volere qualcosa per la vostra dama?- Rincarò la dose mostrandogli i fiori in esposizione. 

-No graz... aspetta! Quel fiore! Come si chiama?- Walter indicò con il dito un fiore nero.

-Quello? Si chiama fiore del diavolo o anche fiore pipistrello, appartenenente alle Dioscoreaceae.- Spiegò il commesso.

-Lo voglio.- Walter sapeva che non aveva soldi quidi avanzò l'inchiesta di fare qualche lavoro per sdebitarsi. 

-Non ce ne bisogno, è un regalo.- Il commesso lo incartò per bene e lo donò.

-Il vaso a chi lo dovevo consegnare?- Il biondo si chiese se avesse consegnato il pacco alla persona giusta...

-Alla signora Steil, è la mia padrona e ora è fuori, ma state tranquillo. Il vaso è in mani sicure.- Il garzone portò il vaso nel retrobottega e al ritorno non trovò Walter che se ne era andato.


Eccoci alla fine, il nuovo capitolo sarà per la prossima settimana, vi lascio indovinare a chi, Walter donerà il fiore.

   
 
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