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Autore: DK in a Madow    26/04/2012    3 recensioni
Ho gironzolato su Efp e mi sono tristemente accorta che ci sono pochissime fic al riguardo.
Il protagonista che ho scelto è lui, ovviamente: Timothy James Curry.
E questa storia è il mio modo di festeggiare il suo compleanno che sarà proprio domani, 19 Aprile.
Spero di trovare anime buone che come me amano questo meraviglioso musical!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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2.

 

Damnit!

 

 

 

Ottobre 1974 - Londra

 

La piccola chiesetta era diventata fin troppo affollata. Riflettori, macchine da presa e circa una ventina di persone vestite elegantemente, due sposi pronti per uscire fuori dal piccolo portone appena Jim avrebbe dato il “via”.

- E … AZIONE!

La voce di Jim arrivò roca da un megafono e il portone si spalancò invadendo di luce quello sgabuzzino trasformato in chiesa. Il suono gioioso delle campane arrivò chiaro e forte dagli amplificatori, mentre i cameraman iniziavano a muoversi intorno alla piccola folla in festa.

Era il quadro perfetto della felicità, tranne loro.

Richard, Patricia e Tim. Le loro facce sarebbero state perfette per un funerale, i primi due vestiti da sacrestani e il terzo negli abiti di un prete. Appena il “fotografo” scattò la foto ricordo per gli sposi, Tim si voltò verso il portone, l’aria di chi vorrebbe essere ovunque, tranne lì.

- E … STOP! Ok, ragazzi, siete stati grandiosi. Un momento di pausa e poi attacchiamo con “Damnit, Janet!”, ok?

Mentre la truppe rispondeva con un “ok” generale, Tim scese le scale della chiesetta, dirigendosi verso la piccola roulotte parcheggiata a pochi metri dal set. Appena fu dentro, si liberò della tunica ingombrante sotto la quale indossava dei jeans attillati e una maglietta bianca. Frugò tra le tasche e vi trovò una sigaretta e il suo amato accendino argentato. Uscì lentamente dal mezzo, avvicinandosi con piccoli passi al set.

- Ne avresti un’altra, Tim?

La voce nasale di Richard lo riportò alla realtà.

- Certo! – rispose, porgendo un sorriso e una sigaretta all’uomo che gli stava di fronte; - Ancora mi chiedo come tu abbia creato tutto questo.

- Incubi e fantasia, Timmy, dovresti saperlo!

- Che vuoi dire? – chiese inarcando un sopracciglio.

- Tim, è da due anni che ti conosco e certe cose non puoi nasconderle a un figlio di puttana come me! – rispose, mentre lui e Tim esplodevano in una risata.

- Sono solo un po’ stanco, tutto qui Rizz!

- Si. Ok!

Tim non rispose, si limitò a sorridere dolcemente al padre del Rocky Horror Show, che improvvisamente aveva iniziato a fissare qualcosa tra la truppe.

- Che hai? – chiese Tim.

- È raggiante.

- Chi?

- Susan!

- Susan?

- Non sai chi è? – disse Richard, gli occhi sgranati e l’espressione basita. – Susan! Susan Sarandon!

- È quella che deve interpretare Janet?

- Si, quella conciata come un confetto! – disse Richard con un ghigno.

Tim prese a scrutare tra gli attori fino a scovare una biondina vestita di rosa che ascoltava attentamente Jim che gesticolando le stava dando delle istruzioni.

- Buh!

- Che c’è? – chiese Tim, svegliandosi di soprassalto dalla piccola trance.

- La stavi fissando…

- Ma non è…

- … a bocca aperta.

- Non incominciare!

- Va bene! – sghignazzò Richard, portò alla bocca la sigaretta arrivata al filtro e, dopo un ultimo tiro, la buttò a terra e la calpestò. – Amico, io vado al trucco. Ci si vede dopo!

- Ok Rizz! – disse Tim che era tornato a fissare Susan.

- Buonanotte! – ridacchiò sotto voce Richard, allontanandosi.

Continuava a fissarla, sembrava non riuscisse a distogliere lo sguardo da quella visione. Poi, neanche il tempo per un battito di ciglio e lei si voltò. Prontamente, Tim distolse lo sguardo, arricciò le labbra e lanciò via la sigaretta. Voltò le spalle, per esser tranquillo di non tornare a fissarla.

- Così tu saresti Tim!

Una voce femminile lo fece sobbalzare, si voltò e si trovò faccia a faccia proprio con Susan.

- Beh, sembrerebbe di si! – disse, sorridendo nervosamente e porgendole una mano – Tu sei Susan, vero?

- Esatto! – rispose lei, stringendogli la mano con un sorriso smagliante – Ho sentito parlare molto di te!

- Ah, si? E cosa dicono?

- Che sei un talento. – disse lei continuando a sorridere – E che qualunque donna pagherebbe in oro per poter camminare sui tacchi come te!

Tim rise a quell’affermazione.

- È solo questione d’abitudine. Sei mai stata allo spettacolo teatrale?

- No, ne ho soltanto sentito parlare, ma quando è arrivato il copione ho guardato Chris e gli ho detto ‘questo è assolutamente geniale’.

- Chris?

- Si, mio marito! – disse lei con un mezzo sorriso.

- Oh, non credevo fossi sposata!

- Lo sono da sette anni ormai.

Tim la guardava incredulo. Non lo credeva possibile, era troppo giovane.

- Sette? Ti sarai sposata a dieci anni allora!

- Ah, no! – rise lei – Ho ventotto anni suonati!

- Cristo, ti facevo più giovane, invece siamo coetanei…

- SUSAN! SI GIRA – la voce di Jim troncò in pieno la conversazione.

- Scusami, devo andare Tim! È stato un piacere! – e così dicendo, si fiondò in direzione della chiesetta dove l’aspettava Barry.

Tim la seguì con lo sguardo, incontrò quello di Barry e si salutarono con un cenno e un sorriso.

- Tu, Tim, preparati. Alla prossima si gira “Sweet Transvestite”.

- Okeeeeeeey! – rispose lui in perfetto stile Frank’n Futer, sollevando la risata della truppe.

E la sua.

Il fatto che lui la facesse ridere e il suo matrimonio un po’ meno, trasformò lo stato d’animo di Tim. Dopo due anni sentiva il peso della maschera di Dr. Frank’n Futer, ma, ne era certo, il sorriso di Janet l’avrebbe alleggerito.

   
 
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