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Autore: Talulah    27/04/2012    1 recensioni
" Cecily. Mi chiamo Cecily. Per gli amici Sissy. Normalissima studentessa di Hogwarts. Casa Corvonero. Appassionata di indovinelli. Segni particolari, nessuno, tranne per il fatto che ero perdutamente e stupidamente innamorata di Tom Riddle. "
... L'amore può davvero cambiare le persone?
Genere: Dark, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo IV

Trasfigurazione

 











Ero in ritardo. In un dannato ritardo. Era il primo giorno di scuola ed io ero in ritardo. Correvo a perdifiato per i corridoi, rallentando quando sbucava all’orizzonte qualche professore. Vidi la classe di Trasfigurazione. Con uno sforzo continuai a correre, nonostante il fianco mi dolesse, non ero abituata a tutto quel movimento e, per me, attraversare mezza Hogwarts di corsa non era affatto uno scherzetto. Mi catapultai in classe, pregando Priscilla Corvonero a fin che il professor Silente fosse caritatevole nei miei confronti. Ritardo al primo giorno. Mi diedi mentalmente della sciocca. La sera prima, sapevo benissimo di dover andare a letto presto, sulle mie spalle gravava una giornata faticosa e mi si presentava una ancora più difficoltosa. Ma, come solito, nei momento meno opportuni, spegnevo il cervello, e la notte prima, questo aveva implicato rimanere a chiacchierare e scherzare con Abbie fino a notte fonda. Il risultato era stato che mi ero svegliata circa dieci minuti prima dell’inizio delle lezioni. Io di solito impiegavo dieci minuti per raggiungere la classe, soprattutto la mattina presto quando avevo le capacità motorie di uno zombie sotto tranquillanti. Ma ormai era fatta. Mi catapultai in classe. Il professor Silente non era ancora arrivato. Strano, pensai. Di solito era sempre puntuale. La sensazione di smarrimento durò due secondi, poi il sollievo mi pervase. Quindi oggi non ero in ritardo. Splendido. Sorrisi, ringraziai mentalmente Priscilla ed evitando alunni che si sbracciavano, che lanciavano incantesimi a destra e a manca, raggiunsi il mio posto accanto ad Abbie.
<< Ehy >> le dissi con un sorriso.
<< Buongiorno, come mai in ritardo? >> chiese divertita.
<< Potevi anche svegliarmi! >> dissi un po’ offesa.
<< Ci ho provato! Ti ho perfino messo una pantofola in faccia, ma niente, continuavi a dormire peggio dei Tassorosso! >> disse alzando le spalle con un espressione mortificata.
Sorrisi per quella battuta, peccato che qualche ragazzo della Casa tirata in causa si girò per lanciarci qualche occhiataccia. Avvampai con le labbra tremolanti per le risate mal trattenute, mentre Abbie ridacchiava. Il professor Silente fece il suo ingresso, con la sua solita barba lunga.  Immediatamente la classe si fece silenziosa.
<< Scusate il mio ritardo ragazzi, un piccolo problema nell’aula di Pozioni >> spiegò scusandosi con la sua voce roca e profonda, << bene, vogliamo cominciare? Iniziamo con l’incantesimo Engorgio! Provate ad ingrandire qualsiasi cosa abbiate a disposizione. Possibilmente qualcosa di non troppo pericoloso >> concluse alzando le sopracciglia e fissandoci uno ad uno.
Tutti cominciarono a pronunciare la formula magica, chi invano, chi con pessimi risultati, chi invece riuscendoci al primo colpo.
<< Engorgio! >> pronunciò solenne Abbie.
Il libro su cui aveva lanciato l’incantesimo cominciò a muoversi e a fare versi simili a borbottii. Abbie piano piano, ad occhi spalancati, cominciò ad indietreggiare con la sedia. Improvvisamente, dalla fodera del Manuale degli Incantesimi, delle zanne vistose fecero capolino, facendo somigliare il solitamente innocuo libro in una enorme bocca dalle labbra screpolate e marroncine, con affilati denti. Era un libro piuttosto arrabbiato quello. Avevo sempre detto ad Abbie che doveva trattare meglio i suoi libri scolastici. Abbie lanciò un grido, mentre indietreggiava ancora di più alla velocità della luce. Sbarrai gli occhi a quella scena. Il Volume Quarto, continuava a ringhiare come Fuffi, il cane a tre teste che custodiva il corridoio del terzo piano di Hogwarts. Mentre l’imbestialito Manuale continuava a ringhiare, Silente s’avvicinò ad Abbie, piegandosi di poco per dare un’occhiata alla qualità del suo lavoro.
<< Signorina Pierce, questo decisamente non è ciò che si dovrebbe ottenere da un Engorgio >> disse assottigliando lo sguardo, continuando a fissare il libro sempre più minaccioso, << Finite Incantatem >> pronunciò con sapienza, facendo un sospiro per poi continuare a passeggiare fra i banchi.
Il Manuale degli Incantesimi, Volume Quarto, era tornato ad essere l’innocuo libro di sempre. Innocuo ovviamente, senza contare i centinaia di pericolosissimi incantesimi al suo interno. Dopo qualche incerto colpo di bacchetta andato a vuoto, finalmente l’incantesimo mi riuscì. Sorrisi soddisfatta, ma la gioia evaporò in fretta. Il libro cominciò a crescere a dismisura, velocemente tutto ciò che riuscivo a vedere d’avanti a me erano solo le pagine ingiallite del vecchio Manuale. Un forte odore di cuoio riempì l’aula. Si sentii uno scricchiolio. Il banco cedette sotto al peso dell’enorme Manuale, venendo schiacciato. Tutto ciò che rimaneva erano pezzi di legno. Tutta la classe era rimasta in silenzio ad assistere alla mia figuraccia. I Tassorosso di cui solo poco tempo prima stavamo sghignazzando io e Abbie, guardavano ingordi il mio imbarazzo che si manifestava in varie e fantasiose tinte di colore sul mio volto. Ero indecisa se nascondermi dietro il gigantesco libro, o inscenare una fuga oppure un mancamento. L’umiliazione decise per me, tenendomi inchiodata alla sedia. Il mio sguardo vitreo si posò sul professor Silente che, a sopracciglia inarcate, fissava insistentemente da dietro i suoi occhiali il gigantesco libro. Incrociò le mani dietro la schiena, mentre gli angoli della bocca gli si abbassavano leggermente. Annuì.
<< Non è un totale disastro. >> disse, prima di fare tornare libro e banco esattamente come erano prima.
Sospirai di sollievo socchiudendo gli occhi. L’ora finì. Io ed Abbie uscimmo con calma dalla classe, ambedue vogliose di sfogare la propria figuraccia. Appena uscite dall’aula, feci per voltarmi verso Abbie per cominciare finalmente il mio monologo su quanto fosse stupido il Manuale di Incantesimi, quando lo vidi. Pietrificata, sbarrai gli occhi. Non riuscivo a muovere un muscolo, non volevo attirare l’attenzione su di me, ma neanche essere ignorata per il resto della mia vita da lui. Volevo correre di nuovo in classe, lanciare di nuovo l’Engorgio sul mio libro e nascondermi dietro ad esso. E invece restavo lì, impalata, a guardarlo ad occhi spalancati. Se non la smettevo immediatamente di avere quella faccia da ebete, sicuramente il proposito di rimanere nell’ombra non sarebbe andato a buon fine. Eppure rimasi ferma, a guardarlo. Non riuscivo a farne a meno. Tom, così bello. Sospirai lentamente. Il mio Prefetto preferito era stato trattenuto dal professor Silente nel corridoio. Tom aveva i capelli spettinati, ciuffi disordinati gli ricadevano sulla fronte e andavano a toccare i suoi grandi e luminosi occhi. Evidentemente anche per lui questa doveva essere una giornata frenetica. Sentii il professor Silente chiedere al signor Riddle di aiutare la Professoressa Whilelmina Caporal nella lezione di quello stesso pomeriggio di Cura alle Creature Magiche. Le prime volte, un aiuto in più per tenere a bada gli studenti faceva sempre comodo. Insieme a lui, se avesse accettato, un altro Prefetto lo avrebbe aiutato in quel compito. Vidi Tom sollevare lievemente un sopracciglio e sorridere cordialmente. Tom Riddle non aveva bisogno di nessun aiuto per tenere a bada gli alunni, era risaputo.
<< Sarò lieto di aiutare la Professoressa Caporal, professor Silente >> disse cordiale, serio come sempre.
<< Ovviamente Signor Riddle, dovrà comunque presentarsi alle lezioni pomeridiane dei suoi corsi extra >> gli ricordò Silente con la sua voce profonda, guardandolo intensamente negli occhi.
Non capivo perché, Albus Silente non vedesse di buon occhio un alunno così capace come Tom Riddle. La diffidenza e il dubbio che provava nei confronti del migliore Prefetto di Hogwarts era risaputa. Era una cosa segretissima, che probabilmente avrebbero dovuto sapere solo il Preside Dippet e il Professor Silente. Ecco perché tutta la scuola ne era a conoscenza. Sembrava quasi che Silente volesse rallentarlo.
<< Nessun problema Signore, sarà fatto >> disse impassibile e composto.
Sapevo come avrebbe fatto. Avrebbe usato una Giratempo. Solitamente veniva concessa solo ai migliori studenti. Ecco perché Riddle ne aveva una. Sospirai. Forse ero l’unica ad essersene accorta, ma Tom aveva le sopracciglia leggermente contratte. Provava fastidio? Disagio? Rabbia? Determinazione? Chi avrebbe mai potuto dirlo, Tom aveva una personalità così strana. Vidi il Professor Silente annuire e poi superarlo a passo svelto. Tom rimase al suo posto per circa due secondi, poi lanciò un occhiata distratta verso di me, e riprese frettoloso a camminare, al centro del corridoio, senza spostarsi neanche di un millimetro quando gli altri studenti rischiavano di colpirlo con qualche spallata per errore. Ma nessuno si sarebbe sognato di fare una cosa del genere. Al suo passaggio, tutti si scansavano evitando di infastidirlo. E pensare che, quando camminavo io in corridoio, tutti gli altri studenti sembrava lo facessero apposta a venirmi addosso. Sospirai. Un pensiero fisso, importante, mi trafisse.
<< Ehy Abbie, che lezione dobbiamo seguire questo pomeriggio? >> domandai con una punta d’ansia e il cuore che mi batteva forte nel petto, continuando a guardare l’alta presenza e le spalle larghe di Tom che si allontanavano velocemente.
<< Mmmm.. >> sentii Abbie mormorare, mentre sfogliava l’orario scolastico, << Cura delle Creature Magiche >> mi rispose, con una punta divertita nella voce.
Avevo trattenuto il respiro, che lasciai andare lentamente. Una morsa d’ansia mi attorcigliava le viscere e una comitiva di farfalle svolazzava nel mio stomaco. Non sapevo se essere felice o preoccupata.
Poi ricordai. Quello sguardo che fugacemente mi aveva rivolto, quello sguardo che mi fece tremare. Era uno sguardo gelido ed irritato quello che mi aveva rivolto. Qualcosa tremò. Non seppi bene se fu il mio cuore o le mie gambe. 











Ed ecco qui il quarto capitolo di Black Soul, miei cari lettori! :) Spero vi sia piaciuto, ringrazio tutti, chi ha inserito la storia fra le preferite, le seguite e le ricordate, chi recensisce o chi semplicemente ha dato un'occhiata! Grazie davvero e spero che la storia vi piaccia sempre di più e di suscitare almeno un minimo del vostro interesse. In questo capitolo abbiamo visto il Tom servizievole e cordiale nei confronti dei professori, un Prefetto perfetto, come abbiamo potuto assistere alla risaputa diffidenza di Silente nei confronti di questo giovane mago prodigio dai comportamenti cordiali quanto ambigui. Nel prossimo capitolo, ci aspetterà una lezione piuttosto interessante.. Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate! Al prossimo capitolo! :)
  
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