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Autore: goldfish    22/11/2006    7 recensioni
"Hermione alzò lo sguardo. Nel vederlo sbucare dal nulla sbiancò e si appoggiò all’auto, giusto per non sbattere per terra. “M-M-Malf…?” Due vite possono imboccare strade diverse. Ma a volte capita che le strade si incrocino di nuovo.
Parte da una One-shot, il seguito di 'Arrancare', che ho scritto mesi fa dopo le turbe da fine sesto libro (quindi mi giustifico così!).
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7 – Come se fosse speciale

 

La consapevolezza di essere finita a letto con lui le aveva regalato un costante senso d’ansia, come una specie di martello pneumatico a metà strada tra lo stomaco e il petto.

In che cosa si sarebbe cacciata?

 

-È uno stronzo, probabilmente ora che abbiamo fatto sesso si sarà tolto la voglietta e mi lascerà in pace.

-Appunto! Bastardo approfittatore!

-No, è quasi meglio così… in fin dei conti ero innanzitutto io che non volevo avere più nulla a che fare con lui!

-Certo, prima che mi usasse come sollazzo fisico!

-Come se io non avessi voluto…

-Che c’entra questo, adesso?!

-Sono confusa. E Rebecca?! Come la mettiamo con nostra figlia?!

 

Hermione si sentiva vittima di uno sdoppiamento di personalità, perché due versioni contrastanti di lei si davano battaglia in testa. La prima Hermione, quella razionale, non voleva che Malfoy tornasse a scompigliarle la vita, ma l’altra, quella vittima dell’emotività (quella che l’aveva spinta tra le sue braccia e nel suo letto, per intenderci), non poteva fare a meno di pensare che aveva desiderato fin troppo rivederlo, in passato, e che il fatto che fosse il padre di Rebecca non semplificava le cose.

E se…

No, era impossibile. Proprio non ce l’avrebbe mai visto Draco Lucius Malfoy in versione paparino perfetto. Assolutamente.

Ma allora cos’era quella sensazione mista di ansia, preoccupazione e emozione quando le era capitato di vederli vicini? Lui era tornato. L’aveva anche conosciuta.

Padre e figlia.

Ma lei aveva deciso, e Rebecca sarebbe cresciuta senza un padre. Era un’egoista a pensarci bene, ma non avrebbe accettato di cedere. Tutta colpa della sua testardaggine.

E se lui fosse sparito di nuovo? Il suo, di cuore, era forte, l’avrebbe rattoppato di nuovo, ma non avrebbe mai permesso che la sua bambina soffrisse. Per nulla al mondo.

Tutti questi ragionamenti le intasavano il cervello ancora di più, se considerato che lei per prima sentiva che Malfoy non sarebbe scappato di nuovo.

-Non ancora, vorrai dire…

-Oh, basta!!

 

E sotto sotto, Hermione, aveva ragione. Quella sera, puntuale come un orologio svizzero, il biondo in questione si era presentato alla loro porta. Aveva decisamente un brutto vizio, Malfoy junior.

“Draco… che ci fai qua?”

“Niente. Volevo vedere se eri ancora viva… sai, dopo l’altra sera. Te l’ho detto Granger, sei l’unico dettaglio positivo che mi sia capitato in troppi anni. Non ci tengo  farti scappare.”

Ma chi è questo qua? Non c’è che una spiegazione plausibile: gli alieni l’hanno rapito e quindi hanno mandato sulla terra un clone sostitutivo.

“Non credo che sia il caso… sai, abbiamo appena cenato, devo ancora sistemare casa, e c’è Rebecca…” si trovò a dire.

“Che palle, Granger! Cercherò di sopravvivere qualche ora vicino a una bambina di tre anni… sarà dura ma se mi impegno potrò riuscirci” rispose con sarcasmo lui, ignorandola e entrando in casa.

“No aspett…”

Troppo tardi.

La bambina, che stava stesa sul tappeto a guardare dei cartoni animati, inconsapevole, si voltò verso di lui.

“Ciao!”

“Ciao piccoletta…” rispose lui.

“Cosa ci fai qua?”

“Passavo a salutare tua mamma…”

Hermione cercò invano di interromperli. “Ecco, appunto…”

“E perché?” la ignorò la bambina.

Maledetti mocciosi coi loro odiosi perché…

“Perché… è una mia amica.”

La madre di nuovo cercò di intervenire. “Rebecca, ora…”

“E perché è tua amica?” proseguì la figlia.

Imprecazione mentale di Draco.

Devo smetterla di dare confidenza ai bambini, specie se figli di Hermione, che da piccola deve essere stata onestamente insostenibile.

“Perché… perché la conosco da tanto. Andavamo a scuola assieme.”

“Anche io vado a scuola!” disse quindi Rebecca dopo una breve pausa.

Malfoy alzò un sopracciglio. “Andrai all’asilo…”

“No no! Io vado proprio a scuola!” protestò la bambina.

Hermione sorrise, nonostante tutto quella scenetta era quasi divertente, anche se la turbava un po’. “Si sente più importante se le si dice che va a scuola come i grandi” spiegò piano all’altro, che annui.

“E ti piace?”

“Sì!”

Ma dai? Com’è che non sono sorpreso?

Era strano, però, nonostante tutto quella era una delle poche bambine che riuscivano a non infastidirlo, o farlo sentire fuori luogo.

“Becky, tesoro, perché non giochi un po’ con i tuoi… ehm… giochi?” riuscì a intervenire a questo punto Hermione, agitatissima. Non poteva permettere che in lui si facesse strada un sospetto, seppur minimo.

“Perché?”

“Perché sì!”

“Ma non ho voglia…”

“Prova a fare un bel disegno allora, e poi ce lo porti, ok?”

“Un disegno per il tuo amico Drago?”

“Sì! O per me… fallo per chi vuoi, Rebecca!” sospirò.

Dopo qualche minuto la bambina stava disegnando pacifica sul tavolo della cucina e Hermione la controllava da lontano, seduta in soggiorno con Malfoy.

Dovevano parlare di molte cose. Di loro, della sera passata assieme e di quanto era successo.

Per quanto cercasse di negarlo anche a se stessa, una piccola parte di lei era felice che lui fosse lì con lei, quasi come se fosse ‘normale’.

Fu a questo punto che la sua mente cominciò a vagare selvaggia.

Lei, Draco e Rebecca. A casa assieme.

Padre, madre e figlia.

Si sentì assalire da una strana ansia.

Era così che in teoria dovrebbero essere le cose, quasi come una famiglia. E se glielo avesse detto? Avrebbe potuto rischiare, dopotutto era chiaro che il legame tra loro due si facessi sentire, a suo modo.

Magari avrebbe un po’ sbraitato ma poi avrebbe preso atto della cosa… e la bimba era ancora piccola, certe batoste vanno affrontate il prima possibile.

Ma poi pensò anche che la realtà era ben diversa. Esistevano solo lei con la sua bambina. Draco non sarebbe mai stato un padre, chi voleva prendere in giro? Senza contare che era pure una specie di latitante…

 

“Mi dici perché ti innervosisce così tanto quando io e tua figlia siamo nella stessa stanza?” questa frase risvegliò Hermione, che balzò sulla poltrona.

“Non mi innervosisce proprio!”

“Granger, sarai anche tanto geniale, ma a dire palle fai pena…”

“Ok, il fatto è che… tu non avrai voglia di marmocchi che ti gironzolano tra i piedi. Stop.”

“Resisterò…” rise lui.

“E’ qua che ti sbagli!” disse a questo punto Hermione. “Non devi resistere. Non si tratta di qualcosa che mi riguarda alla lontana con cui puoi imparare convivere! Lei è tutta la mia vita e non ho bisogno di qualcuno che sopporti con un po’ di buona volontà la sua presenza… lo capisci?”

“Adesso calmati!” si difese lui. “Se vuoi saperla tutta, Rebecca mi è simpatica. Davvero.”

La donna gli lanciò uno sguardo strano, con le guance un po’ arrossate, ed era sul punto di rispondergli che un po’ di simpatia non era sufficiente per lei, ma vennero interrotti.

“Guardate!”

Esclamò la figlia di ritorno dalla cucina, con un foglio in mano. La madre afferrò il disegno, senza però staccare gli occhi da Malfoy. Poi lo esaminò.

“Piace?” Chiese la piccola ai due.

“Bello... ma io lo so che cos’è, e non attacca…” disse Hermione inarcando un sopracciglio. Non ne poteva più.

“Ma mamma…”

Malfoy allungò lo sguardo sul foglio. Quel disegno era più che altro uno sgorbio tondo con delle protuberanze.

“Si può sapere che è?” chiese.

“E’ il mio cane, Puck!” disse la bambina trionfante.

“Rebecca, lo so che lo vorresti tanto, ma il cane non te lo compro!”

Poi si voltò verso il ragazzo.

“E’ ossessionata! Continua a disegnare cagnolini nella speranza che gliene compri uno!”

Lui sorrise. “Immagino che crescendo affinerà la sua tecnica di convincimento… ma non è un cattivo inizio, la tortura psicologica.”

Intanto la figlia si era arrampicata sul divano.

“Mamma... posso stare a vedere i cartoni?”

“Non ce ne sono a quest’ora… anzi, a quest’ora dovresti andare a dormire…”

“Voglio venire in braccio…” disse sbadigliando con la voce strascicata, fregandosi gli occhi.

Hermione lanciò un’occhiata a Malfoy, che alzò le spalle in senso di assenso, quindi si portò la bambina in braccio.

“Lei è tutta le mia vita, Draco” bisbigliò, carezzandole la testa.

“Lo so.”

Dopo pochi minuti la piccola dormiva profondamente, e Hermione la mise a letto.

Di ritorno dalla sua stanza si trovò faccia a faccia con un biondo dallo sguardo eloquente in piedi in mezzo alla stanza.

“Che ne dici, mettiamo a letto anche la mamma, adesso?”

Effettivamente, Hermione aveva un discreto sonno.

 

~

“Sono una pessima madre.”

“Sei troppo complessata…”

“La mia piccola verrà su con una donna che si porta gli uomini a casa.”

“Sta dormendo, non sa che io sono qui.”

Erano infossati sotto la coperta, lei e Malfoy, ma stavano l’uno di fronte all’altra, appoggiati alle due estremità del letto.

“Non fa differenza!”

Lui a questo punto alzò gli occhi al cielo, sicuro che non avrebbe mai potuto averla vinta con la Granger.

“Datti una calmata, me ne vado…” disse.

Hermione si sentì vagamente in colpa. Più che lui a scappare, sembrava che fosse lei a farselo sfuggire… ma c’erano così troppe cose in ballo affinché riuscisse a restare razionale.

“Dai, non intendevo questo… è che se si svegliasse?” cercò di rimediare la donna.

“Se si svegliasse la sentiresti chiamarti, ti alzeresti e andresti da lei. E poi tua figlia dorme come un sasso da due ore abbondanti.”

“Malfoy…” sbuffò Hermione. “Mettiamo le cose in chiaro: tu di bambini non sai un’accidenti!”

“Questo è vero.”

“E se si fosse svegliata prima?!”

“Non l’ha fatto.”

“Ma avrebbe potuto! Bell’esempio con cui crescere, eh?! A dodici anni diventerà una di quelle sciacquette smaliziate, e dovrò biasimare solo me stessa.”

Granger, sei insopportabile quando fai così…

Lentamente, lui strisciò sotto la coperta fino a raggiungerla al suo lato. “Hermione ti calmi adesso, sì o no? Stai diventando insostenibile…”

Lei sbuffò. “Domani morirò di sonno, a lavoro. E tutto per colpa tua.”

Non potendone più di questa nenia, il ragazzo decise che era arrivato per lui il momento di congedarsi.

Si rivestì e, prima di andarsene, le si sedette accanto.

“Senti, altezzosa mezzosangue, sturati le orecchie. Io non ti ho detto tutte quelle cose solo per portarti a letto, sia chiaro. Si fosse trattato di una scopata e via avrei usato un’altra tattica. Io mi sono esposto moltissimo con te, ti ho fatto apertamente capire che la mia vita è uno schifo, e che tu sei l’unica possibilità che ho per odiarmi un po’ di meno… a questo punto, se credi che me ne vada ti sbagli di grosso..”

Hermione lo guardò, indecisa se odiarlo per la sua strafottenza o baciarlo per il significato di quelle parole. Non pensava che a quasi ventisette anni e con una figlia qualcuno l’avrebbe fatta sentire ancora così.

Come se fosse speciale.

Alla fine optò per la seconda possibilità, anche se non avrebbe voluto.

“Sei odiosamente arrogante…”

“Ne sono consapevole.”

 

 

~

 

 

 

HOLA!

IN REALTA’ QUESTO CAPITOLO NON MI CONVINCE… ANZI, TEMO SIA PIUTTOSTO INUTILE, MA MI SALVO DICENDO CHE E’ UNA SORTA DI CAPITOLO DI TRANSIZIONE. NON POTEVO PASSARE DI BOTTO A QUELLO CHE HO IN MENTE DI SCRIVERE PROSSIMAMENTE, CI VOLEVA UNO STACCO (IN CUI IL MIO ISTINTO DA FANWRITER DI COMMEDIE HA AVUTO LA MEGLIO, TRA L’ALTRO).

PERCIO’ AVVERTO CHE TRA NON MOLTO, I TONI SI ABBASSERANNO DI NUOVO, ANCHE PERCHE’ HO GIA’  IN MENTE IL FINALE, E TUTTO STA NELL’ARRIVARCI!

UN SALUTO AI LETTORI E ALLE SEMPRE BENE ACCETTE CHE COMMENTANO! Lunachan62, gemellina, lupa (alla quale mi sento di dire che se potessi distribuire bei biondi avrei una simpatica esposizione in casa mia), anfimissi, drachetta’91, luz79.

SIETE GRANDI! GOLDFISH.

  
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