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Autore: elieli9090    30/04/2012    6 recensioni
cosa sarebbe successo se Draco Malfoy ad undici anni fosse stato smistato a Grifondoro anzichè a Serpeverde? Come sarebbe stato il suo rapporto con Harry e Ron? e soprattuto con Hermione?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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INTRODUZIONE
In questo capitolo nomino il torneo Tremaghi. Ovviamente siccome nella mia storia Voldemort e i seguaci non esistono più Harry è stato l’unico Partecipante di Hogwarts in quanto Silente non aveva posto la linea dell’età.
CAPITOLO 4
 
“E questa è la mia camera.” Disse Hermione aprendo una porta di mogano che dava su una stanza  interamente tinteggiata di lilla, accese la luce: era già tarda sera. Avevano deciso di trattenersi fino alla fine del banchetto prima di prendere la passaporta che li avrebbe portati a casa Granger. Il grosso paralume viola inondò la stanza di luce colorata.

“Dormirai qui questi giorni. Ai miei darebbe fastidio avere qualcuno che conoscono poco nel loro letto. Quindi ci starò io di là.”

“Non era necessario cedermi la tua camera.”

“ Non abbiamo una stanza per gli ospiti purtroppo. E di certo non potevo lasciarti dormire sul divano. Sarebbe stato poco ospitale.”

Draco annuì squadrando il grosso letto a baldacchino con lenzuola rosa scuro e piumone di una bella tonalità indaco. Appese al baldacchino sottili tende di tulle bordeaux. I colori caldi rendevano l’ambiente accogliente, anche se la rimpicciolivano un po'. Al ragazzo, comunque, piacque molto nonostante fosse troppo femminile per il suoi gusti.

“Allora ti lascio disfare la borsa in pace, puoi mettere tutto nei primi due cassetti, te li ho fatti vuotare  apposta da mia madre prima che partisse, se hai qualcosa da appendere mettilo pure con i miei vestiti nella prima anta. Il bagno è in fondo al corridoio a destra. Ho già messo gli asciugamani puliti. I tuoi sono quelli gialli e verdi.” Spiegò Hermione passandosi stancamente una mano nei capelli già piuttosto spettinati. Si sfregò gli occhi, aveva un leggerissimo accenno di occhiaie, le venivano subito quando era stanca o non aveva riposato a sufficienza. E di non dormire abbastanza per studiare le capitava spesso, specie quell’anno che avevano i MAGO e la tensione era alle stelle.

“Vai già dormire?” Chiese deluso Draco. Aveva sperato in una bella chiacchierata, magari davanti al grosso caminetto che aveva visto quando Hermione gli aveva mostrato in salotto, possibilmente accoccolati sul morbido persiano color cioccolato steso davanti.

Stava diventando decisamente troppo sdolcinato, si rimproverò mentalmente per la proiezione mentale che gli era comparsa nella testa.

“Abbi pazienza, Draco, ma sono stanca. E la cena di questa sera ad Hogwarts era veramente pesante. Sto dormendo in piedi.” Rispose Hermione sbadigliando. Si sfregò nuovamente gli occhi e trattenne un altro sbadiglio.

Draco annuì. Dopotutto avevano dieci giorni per stare insieme. Magari con un colpo di fortuna sarebbe anche riuscito a dirle una certa cosa che gli stava molto a cuore. O chissà magari sarebbe riuscito a ricreare le circostanze del giorno prima. Si leccò le labbra al pensiero della bocca di Hermione sulla sua

“Buonanotte allora, Hermione.” Sussurrò Draco guardandola teneramente negli occhi e sperando di non diventare troppo rosso. Dal canto suo Hermione non riuscì nella stessa impresa, era meno brava di lui a nascondere le proprie emozioni. Il giovane Grifondoro gongolò felice nel vedere quelle deliziose guance imporporarsi leggermente. Ci fu un attimo di imbarazzo. Sia Hermione che Draco pensavano alla stessa cosa, che il bacio del giorno prima sarebbe stato una buonanotte perfetta. Nessuno dei due si mosse di un passo, incapaci di trovare il coraggio per fare quel metro e mezzo che li separava. Forse non erano coraggiosi come dei veri Grifondoro.

“Buonanotte.” Rispose la ragazza, delusa, uscendo e chiudendo la porta dietro di sé. Rimase qualche istante ferma dietro la porta serrata aspettando, sperando che Draco la aprisse e la fermasse, che se la riportasse in camera per passare la notte con lui. Avvampò per l’audacia dei sui pensieri ed entrò nella stanza di fianco.

Rimasto solo, Draco, appoggiò il suo grosso borsone sul pavimento accanto al letto e prese a gironzolare per la stanza, incredibilmente affascinato da quell’abitazione babbana, la prima in assoluto in cui era entrato. L’armadio era tappezzato di foto molte delle quali non erano magiche. Si avvicinò ad una dove una bambina sui dodici anni, con in capelli a cespuglio e gli incisivi sporgenti, teneva la mano a due adulti che, per  somiglianza, non potevano essere altri che i genitori. Draco provò a staccarla ma non vi riuscì doveva essere stato attaccato con un incantesimo di Adesione Permanente. Draco fece passare tutte le foto babbane , vide Hermione crescere di foto in foto, abbandonare i lineamenti infantili per trasformarsi in una giovane donna, la stessa che dormiva nella stanza affianco. Hermione sugli sci, in costume da bagno a bordi di una piscina, seduta su una ruota panoramica. Da sola o in compagnia di amici. Poi passò a guardare la foto Magiche, facilmente riconoscibili perché i personaggi immortalati si muovevano. L’attenzione del ragazzo fu attratta da una foto sua e di Hermione. Caduti nella neve proprio davanti alla Stamberga Strillante, ridevano, le guance rosse e le cuffie storte. I capelli di Hermione, bagnati, le ricadevano in disordinate onde scure ai lati del viso. Provò a staccare anche quella ma senza risultati.

“Geminio.” Sussurrò Draco duplicando la foto. Rimase deluso dal fatto che la sua copia non si muoveva come l’originale. Non era bravo come Hermione in certi incantesimi. Piegò la foto e la infilò nella tasca della giacca.

Un’intera parete era occupata da due grosse bacheche di sughero chiaro. La prima era piena dei suoi successi di Hermione ad Hogwarts. Copie di tutti i suoi compiti in classe in cui aveva preso eccezionale. La foto riportata sulla Gazzetta del Profeta che la ritraeva al ballo del Ceppo al braccio di Viktor Krum. I premi che aveva vinto. I concorsi a cui era arrivata prima e perfino gli esiti degli esami.

L’altra, invece, piena dei successi ottenuti prima di andare ad Hogwarts. Draco la passò in rassegna più incuriosito. Compiti in classe di inglese, matematica, scienze, storia. Vide la medaglia per la grammatica vinta in quarta elementare e il concorso di spelling a cui si era classificata prima in quinta, l’anno prima di scoprire di essere una strega. Draco ghignò vedendo che non aveva, in nessuna delle due bacheche, medaglie o premi per meriti sportivi. Hermione non era mai stata particolarmente agile o atletica.

Spostò lo sguardo sulla scrivania. Appoggiati sulla scrivania due pile di libri, una divisione netta. Una di testi magici su cui capeggiava in alto il Libro Mostro Dei Mostri tenuto chiuso da diversi giri di Magiscotch. L’altra di romanzi babbani. Era affascinante vedere quella stanza in cui mondo magico e non magico si fondevano in un connubio perfetto. In un angolo, incorniciata, un’altra foto di Hermione e Draco abbracciati in Sala Comune con Grattastinchi in braccio a Draco che cercava di afferrare con gli artigli uno  dei boccoli di Hermione.

Abbastanza soddisfatto, dopo aver ficcanasato più o meno ovunque si spogliò per infilarsi il pigiama di flanella. Afferrò lo spazzolino da denti, il dentifricio e si avviò verso il bagno passando davanti alla camera dei genitori di Hermione, dalla cui porta, semichiusa, filtrava uno spiraglio di luce. Draco si avvicinò alla porta e lanciò uno sguardo all’intendo della stanza. Hermione, seduta sul letto con addosso solo una maglietta di due taglie più grosse che le arrivava a metà coscia, si spazzolava i capelli. Draco arrossì e si scostò dalla porta spaventato all’idea di farsi beccare a spiarla come un maniaco. Il ragazzo raggiunse il bagno e vi si chiuse dentro cercando di calmare i battiti del suo cuore. Infilò completamente la testa sotto l’acqua corrente del lavandino per tranquillizzare i bollenti spiriti. Si sentiva un adolescente alla prima cotta.

In quel momento non teneva conto di esserlo davvero.

La stessa sera, molto più tardi.

Alle tre del mattino Hermione, distesa nel matrimoniale dei suoi, perfettamente sveglia, aveva fatto una scoperta che non si sarebbe mai aspettata. Draco Malfoy russava. O meglio. Ron russava, l’aveva sentito spesso quando si addormentava in biblioteca mentre Hermione cercava di convincerlo a studiare. Draco era peggio dello sferragliare dell’espresso per Hogwarts. Perfino con due porte chiuse e un muro a dividerli sentiva chiaramente quel rumore che si adattava più ad un Dorsorugoso di Norvegia piuttosto che alla gradevole persona di una adolescente snello e delicato. Hermione si mise in cuscino sulla faccia sperando così di attutire quel rumore terribile. Niente. Inutile. Aveva perfettamente capito come mai Neville al primo anno aveva esasperato Percy Weasley fino all’esaurimento per farsi insegnare l’incantesimo tacitante: il poveretto aveva bisogno di dormire.

Hermione infilò le ciabatte ad orsacchiotto che a casa metteva da quando aveva nove anni (i genitori avevano sbagliato di diverse taglie quando gliele avevano comprate) e cercando di fare il minor rumore possibile si intrufolò nella camera in cui dormiva Draco. Lì il russare era talmente forte da essere esilarante tanto che la ragazza rischiò di scoppiare a ridere, svegliandolo.

Puntò la bacchetta verso il ragazzo  e mormorò “Silencio.” Il petto di Malfoy continuò ad alzarsi ed abbassarsi ma dalla sua bocca non uscì più alcun suono.

Sempre in punta di piedi Hermione si avvicinò al letto. Draco dormiva così profondamente ed era così sereno che non riuscì a trattenersi. Si chinò verso di lui, assaporando il profumo fruttato del balsamo del ragazzo e gli sfiorò i capelli con un bacio. Draco si mosse nel sonno ed Hermione perse un battito. Non voleva farsi beccare a fissarlo come una maniaca.
 
  
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