Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: silgree    24/11/2006    5 recensioni
L'equilibrio naturale viene improvvisamente sconvolto e la sorte della Terra è nelle mani di Sakura Kinomoto... Ma la ragazza non sarà sola, con lei ci saranno anche Li, Tomoyo ed Eriol. Da quest'ultimo Sakura saprà ke al di sopra di tutto vi è una forza suprema, che regola i 4elementi. Alla fine della storia, la ragazza capirà qual'è in realtà la vera forza che regola il mondo... Una storia dove si intrecciano sovrannaturale e romanticismo!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: Inanzitutto ciao a tutti quelli che leggeranno la mia primissima ff che ho intitolato “Card Captor Sakura e la forza

Premessa: Inanzitutto ciao a tutti quelli che leggeranno la mia primissima ff che ho intitolato “Card Captor Sakura e la forza ke regola il mondo” (qui si va 1po’ sul sovrannaturale eh XD ).

Questa è la prima volta che scrivo qualcosa ke non sia un tema di italiano, quindi mi piacerebbe che sinceramente mi diceste cosa ne pensate.

Ecco qui il primo (corto) capitolo, che è 1po’ scontato, ma essendo il primo non sapevo come cominciare. Prometto ke per i prossimi mi impegnerò di più, anche perché la storia in sé mi sembra molto bella.

 Quindi… cos’altro aggiungere? Il resto lo scoprirete leggendolo!

Buona lettura e grazie a tutti quelli che leggeranno!

 

Capitolo 1

 

Ricordi.

 

Era mattina. Un raggio di sole filtrò dalla finestra ed andò ad illuminare il viso addormentato di Sakura Kinomoto.

Quella mattina la sveglia non sarebbe suonata: era estate. Un raggio più luminoso degli altri, costrinse Sakura a strizzare gli occhi. Si rigirò su un fianco, ma ormai le dolci tenebre del sonno si erano dileguate. Aprì i grandi occhi smeraldo e si guardò intorno, tutto quello che aveva davanti, all'istante, da sfocato si fece ben delineato. Si stirò, si alzò dal letto e stava per vestirsi, quando… notò accanto al letto, vicino alla bambola regalatole da Tomoyo, un orsacchiotto di pezza. Ma non era un orsacchiotto di pezza qualsiasi e questo Sakura lo sapeva bene: era l’orsacchiotto che le aveva regalato il ragazzo più importante della sua vita.

Era passato un intero, lungo anno da quando Li era tornato a Hong Kong e i due non si erano più rivisti. Sakura pensò con nostalgia ai difficili tempi della cattura delle carte di Clow.

 

“chissà cosa starà facendo il mio Li… chissà se anche lui pensa a me oppure mi ha dimenticata… chissà…”

 

All’improvviso si aprì il cassetto della scrivania e uscì fuori un bizzarro peluche con un paio d'ali che, sebbene fossero piccole in proporzione al resto del corpo, gli permettevano di volteggiare nell’aria con eleganza felina.

 

“Buongiorno Kerochan!” disse Sakura, che sembrava essere da tutt’altra parte.

 

“Ebbene -disse l’animaletto- cosa ci fai lì in piedi a guardare imbambolata quell’orsacchiotto? Perché invece non ammiri me? Non sono molte quelle che hanno il privilegio di poter vivere con un esemplare del genere” e detto questo si mise a fare dei volteggi per aria.

 

Sperava, in questo modo, di riuscire a strappare un sorriso alla bambina. Ma questa, laconica, si limitò a riporre accuratamente l’orsacchiotto accanto al letto. Poi si ricordò di una cosa.

 

“Kerochan -disse- oggi vado a casa di Tomoyo, vieni anche tu?”

 

Il guardiano, nella sua mente, aveva già associato quei pochi suoni, usciti dalla bocca di Sakura, con la parola “dolci”.

 

“Si -disse entusiasta Kerochan- penso proprio che verrò… non si può mai sapere in quali guai potresti cacciarti senza di me” E, vedendo che Sakura indugiava nei suoi pensieri, esortò “Dai, pigrona, sbrigati a fare colazione o altrimenti sarà già ora di cena”

 

Sakura scese al piano di sotto. La casa era completamente deserta e silenziosa. Suo fratello Toy sarebbe stato fuori tutto il giorno per lavoro e il padre doveva tenere un’importante lezione d’archeologia all’Università. A Sakura capitava molte volte di rimanere a casa da sola, ma in cuor suo sapeva che non era realmente così perché con lei c’erano sempre Kerochan e sua madre, che la proteggeva dal cielo e il ricordo della quale era testimoniato da una fotografia, posta con cura e amore sul tavolo. Appena ebbe riordinato la casa, s’infilò i pattini e percorse la strada che portava a casa di Tomoyo, accompagnata dalle continue insistenze di Kerochan che non vedeva l’ora di dare sfogo alla sua ghiottoneria.

Suonato il campanello della maestosa villa Daidouji, una domestica le venne ad aprire e la accompagnò nella camera dove Tomoyo la stava aspettando. L’amica era seduta su un divano, il gomito appoggiato sulla spalliera, una mano inarcata dolcemente sulla guancia, il viso disteso e assorto nei propri ricordi. Davanti a lei, su un grande schermo, si susseguivano rapidamente immagini diverse, che la ragazza guardava attentamente con un misto d’ammirazione, compiacimento di sé e anche un po’ di malinconia, che era espressa indubbiamente dalla leggera incurvatura delle sottili labbra. Ad un tratto si accorse della presenza di Sakura.

 

“Ciao amica mia –disse Tomoyo- scusami, ma ero talmente presa che non mi sono accorta che eri qui.”

 

“Non ti preoccupare, io e Kerochan siamo appena arrivati” la tranquillizzò Sakura. E il guardiano spuntò dallo zainetto della sua padrona e salutò Tomoyo. Questa invitò l’animaletto ad andare ad assaggiare la torta di fragole, strategicamente sistemata su un tavolino non poco distante. Inutile dire che Kerochan non se lo fece ripetere due volte e scomparve all’istante, lasciando Sakura e Tomoyo da sole.

 

“Sai –esordì con dolcezza Tomoyo rivolta all’amica- poco fa stavo riguardando tutte le riprese girate quando eri una cattura-carte. Io ti conosco bene Sakura e, osservandoti, non ho potuto fare a meno di notare che hai perso la tua solita spensieratezza che ti accompagnava anche nei momenti più difficili. Vorrei tanto poter fare qualcosa per te, ma so per certo che l’unica persona che vuoi non è qui. Ma volevo farti presente che non sei l’unica a soffrire per la lontananza. Sono sicura che manchi moltissimo a Li. Sappi che io ti sono sempre vicina. Puoi sfogarti e piangere quanto vuoi… perché… a volte… si ha solo bisogno di piangere… più di qualsiasi altra cosa al mondo, di buttare fuori tutto il dolore sottoforma di lacrime salate ”

 

Sakura rimase sbalordita dalla nitidezza con cui Tomoyo aveva centrato il dolente bersaglio. Tutta la tristezza, i dubbi e le lacrime accumulate nei mesi precedenti vennero fuori, come l’acqua irrequieta che, al primo insediarsi di una crepa, rompe la diga che la trattiene. Abbracciò forte l’amica e i suoi occhi verdi si riempirono di lacrime. Lacrime che partivano dal cuore e portavano con sé tanta speranza, la speranza di un arrivo.

 

“Vedrai che Li tornerà prima di quanto pensi” disse dolcemente Tomoyo all’amica che si asciugava le lacrime.

 

Sakura le rivolse un grande sorriso che le illuminò il viso.

 

“Grazie Tomoyo –disse- non so proprio come farei senza di te”

 

Nessuna delle due poteva lontanamente sapere che l’ultima frase detta da Tomoyo, non era una semplice consolazione, ma una previsione che si sarebbe avverata prima del tramonto del giorno seguente…

  
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