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Autore: marig28_libra    04/05/2012    3 recensioni
Lutti, incertezze, paure, lotte. La vita dell'apprendista cavaliere si rivela assai burrascosa per Mu che ,sotto la guida del Maestro Sion, deve imparare a comprendere e ad affrontare il proprio destino. Un destino che lo condurrà alla sofferenza e alla maturazione. Un destino che lo porterà ad incontrare il passato degli altri cavalieri d’oro per condividere con essi un durissimo percorso in salita.
Tra la notte e il giorno, tra l’amore e l’odio, Mu camminerà sempre in bilico. La gioia è breve. La rinuncia lacera l’anima. Il pericolo è in agguato. L’occhio dell'Ariete continuerà però a fiammeggiare poiché è il custode della volontà di Atena ed è la chiave per giungere al cielo infinito.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aries Mu, Aries Shion, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'De servis astrorum' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Note pre-lettura: salve a tutti! ^^ questo capitolo è dedicato a Shura del Capricorno. Visto che ( come viene detto  in “ Tra le rovine dell’acropoli”) il giovane non ha ancora l’Excalibur , ho dovuto creare momentaneamente due attacchi “ sostitutivi” che in futuro confluiranno nella potenza della nota spada leggendaria. Buona lettura!  


Una nave titanica, dalla corazza splendente ed argentea, arava le distese del Mediterraneo.
La Temistocle pareva sdrucire  la seta delle acque illuminate dai raggi freschi del primo mattino.
Salpato dal porto di Valencia, quel campidoglio d’acciaio adibito all’utilizzo di prove ed addestramenti,  faceva rotta verso Atene… nuotava  mansueto e silenzioso incurante dei trilli dei gabbiani  …
A poppa, tuttavia,  un turbine di tuoni si sollevava in aria.

Scintille di lampo.
Echi di lotta che saltavano impetuosi dalla bocca di una fornace.

Erano in venti contro uno.

Sul suolo sabbioso di una particolare arena circolare, un nugolo di guerrieri si scagliò contro un giovane.
Attaccarono dieci alla volta rapidi come falchi.
Lanciarono frecce di pugni, calci, tentando di colpirlo….
Nulla.

Quel ragazzo poderoso era troppo potente.
Simili a metallo, le sue braccia paravano ogni colpo.
Simili a coltelli le sue gambe vorticavano, frustando i corpi degli avversari.

Molti  combattenti piombarono violentemente per terra.
Alcuni però vollero proseguire lo scontro con  ardore.
Altri assedi. Altra raffica di grandine.

Quel ragazzo eccezionale era troppo veloce.
Si muoveva fulmineo e inafferrabile, eguale alla luce.
Sibilanti al pari delle spade, i suoi attacchi lacerarono qualunque tipo di  difesa.

Gli apprendisti erano stati sconfitti.

Shura si fermò anelando…
Si passò una mano tra gli spessi capelli bruni scomposti e impolverati…
Alto e vigoroso non vi era dubbio che fosse  cavaliere d’Atena.
Le gocce di sudore gli imperlavano il viso dal mento un po’ squadrato ma dai tratti  belli ed energici.
Scuri d’ossidiana, i suoi occhi leggermente sottili osservavano lo spazio circostante : forte come un monolite, penetrante come un ago, quello sguardo incuteva soggezione e stima…
Nero come le imperturbabili notti estive, sincero come il vento che fa respirare i prati, quello sguardo offriva abbracci di sicurezza e affetto inestimabili.

Anita adorava suo fratello.

Lo guardava ansiosa, seduta su uno dei podi del primo anello dell’arena.
Sapeva bene che tra qualche breve istante sarebbe iniziata la fase più ardua di quell’addestramento.
Era da prima che spuntasse il sole che Shura si stava allenando. Nonostante avesse  conquistato l’armatura d’oro , continuava ad essere sottoposto a prove difficoltose.
Quattordici anni, occhi d’inchiostro, zazzera di capelli mori e arruffati, la ragazzina aveva il visetto somigliante a quello del guerriero.  La sua espressione, solitamente pervasa da una grande vitalità e spigliatezza, era mossa dalla tensione.
Malgrado praticasse attività fisica,  non era portata per le arti marziali.
Le  membra magre, filiformi e  un po’ spigolose non avevano nulla a che vedere con quelle  grandi e muscolose del fratello maggiore.
Conosceva, fin da piccola, il tempestoso sentiero che egli percorreva…l’apprensione seguitava comunque ad invaderla perennemente…

I medici avevano condotto nell’infermeria i lottatori feriti.
Il campo di combattimento era stato sgombrato.

Shura attese gl’altri avversari.

Fecero ingresso sei uomini piuttosto robusti.
Avevano  più di cinquant’anni. Erano guerrieri d’argento veterani.
Tra loro uno dei Maestri d’armi più potenti: Roikhos del Minotauro, guida di Aldebaran.
Volto rude incorniciato da una barba scura, sguardo castano e intenso, fisico colossale e impressionante, quel combattente era il più temibile di tutti.

Lo scontro si preannunciava davvero pericoloso.

Il cavaliere del Capricorno si mise in posizione d’attacco.
Gli altri sei fecero lo stesso  piantando saldamente i piedi al suolo.

Pochi secondi di silenzio.
Qualche lontano grido di  gabbiano.

La terra prese a tremare.

I cavalieri d’argento si gettarono come meteore contro Shura.
Erano massicci, eppure incredibilmente lesti.
La precisione dei loro colpi si rivelò devastante.
Il giovane fu costretto a erigere una  barriera difensiva. Le sue  braccia  possedevano la solidità di una ferrea muraglia, ma  non potevano resistere in eterno…
Diversi minuti dopo   si trovò seriamente in difficoltà.
Fronteggiava quegli uomini schermandosi da ogni loro assalto. Pugno contro pugno. Calcio contro calcio. Li  fissava febbrilmente  con occhi di fiamma.

“ Maledizione! Mi stanno chiudendo! Non avrò più scampo! “ pensò.

I guerrieri stavano riducendo sempre di più le sue possibilità d’attacco.
Lo tenevano in pugno formandogli attorno  una cintura  compatta e claustrofobica.

Devo farlo immediatamente! Non ho  scelta! “

Era piegato in due. Poggiava le  ginocchia sulla sabbia.

Anita scattò in piedi  agitata .
Il fratello pareva  soccombere.
I cavalieri d’argento lo  avevano  travolto con la loro marea di pietra.

Una grande energia prese però forma. Iniziò ad incendiarsi immensa e lucente.
Aumentò in modo strabiliante.

Hurricane sword!! 

Un enorme e violento tornado scaraventò  in alto i guerrieri.
La  polvere dell’arena si sollevò in una densa coltre giallastra che non lasciò  più intravedere nulla.

Anita si coprì gli occhi e il capo.
Udiva l’ululo impetuoso  dell’uragano.
I poteri di Shura erano straordinari.

La danza di bufera si concluse.
I cavalieri d’argento caddero pesantemente.
 Il guerriero del Capricorno abbassò per un istante il braccio destro.
Si accorse che Roikhos era  l’unico avversario ad essere rimasto immobile . Le mani protese in avanti, l’uomo aveva creato un efficace scudo di protezione.

Gli ultimi granelli di sabbia svolazzanti si posarono per terra.

- Sei stato in gamba, Shura  – disse asciutto il Maestro di Aldebaran – nessun apprendista o normale guerriero sarebbe riuscito a liberarsi così rapidamente da quella morsa.

Nel frattempo gli altri  cavalieri d’argento si rialzarono.

- Vediamo se riesci ancora a stupire…

Shura allertò tutti i suoi sensi.
 
- …Great horn!!

Con un velocissimo salto mortale all’indietro, il ragazzo scansò il colpo.
Se non avesse avuto quella prontezza di riflessi si sarebbe trovato tutte le ossa  sbriciolate.

I guerrieri veterani tentarono d’investirlo con un’altra valanga di colpi.
Stavolta Shura non si lasciò serrare da alcuna cinghia.
Evitò ogni assedio balzando da un’estremità all’altra dell’arena.
Pareva un’abbagliante scheggia irraggiungibile.
Gli uomini erano esterrefatti.
Il ragazzo vanificò qualunque potere d’annientamento, gettandosi contro ognuno di loro. 
Le sue membra fendevano minacciose le barriere di difesa.
I suoi piedi  possedevano la forza micidiale di una sciabola che trapassa le carni.
I cavalieri d’argento sembravano quasi demoliti da quell’energia vulcanica…eppure continuavano a resistere tenacemente … Soprattutto Roikhos…
Era  la preoccupazione più insidiosa poiché aveva subito un esiguo  numero di ferite .

“ Devo mettere fuori  gioco gli altri!  Dopo potrò concentrarmi solo su di lui…”  rifletté Shura.

Iniziò ad espandere il proprio cosmo…

Anita sentì delle vibrazioni percorrere gli anelli dell’arena. Era come se un terremoto stesse facendo scorrere  impetuosi torrenti di furia.

Il cavaliere del Capricorno stava accumulando un enorme  flusso di luce.
Le scosse che percuotevano la terra erano divenute intensissime.

- Earth  blades!!

Delle lame invisibili schizzarono dal terreno.
Somiglianti a  gaiser di sabbia travolsero in pieno i guerrieri d’argento scaraventandoli in aria e gettandoli  in una voragine creata dal suolo.

Essi giacquero inermi nella gola.

Anita sapeva che l’effetto di quell’incantesimo si sarebbe dissolto…
Dopo alcuni minuti il crepaccio infatti scomparve…

Come aveva previsto Shura , Roikhos era riuscito a scongiurare l’effetto delle lame della terra.

- Davvero interessante questa  tecnica -  ammise l’uomo -  sarà efficace però contro quello che sto per lanciarti?

Il ragazzo aggrottò la fronte.
Nonostante fuori fosse rimasto freddo, dentro in realtà era invaso dall’ansia.
Il cuore gli martellava per via dello sforzo fisico e della tensione.
 
Quale sarebbe stata la prossima mossa di Roikhos?

Il cavaliere vide l’avversario tendere le braccia al cielo.
Un’aurea rossastra gli si concentrò nelle mani.
Una strana nebbia cominciò a levarsi.

Anita, attonita, osservò l’arena dissolversi.
Quel nugolo di polvere grigia era più spesso dell’effetto dell’hurricane  sword.

Un’atmosfera irreale si versò nel campo d’addestramento.

Shura roteava lo sguardo a destra e a sinistra.
Temeva di aver perso la vista talmente era divenuto denso il manto nebbioso.

Labirinto di Minosse!! -  gridò  il Maestro.

Un terribile  boato fece tremare vertiginosamente la poppa della nave.
Elevate pareti di pietra si eressero verso il  cielo.

Era apparso un grande labirinto.

Il guerriero del Capricorno serrò le mascelle. “ C’era d’ aspettarselo quest’incantesimo! È uno dei più letali del Maestro Roikhos! Mette in trappola il nemico senza lasciargli usare i suoi attacchi…l’hurricane sword e l’earth  blades non serviranno a niente!! “

Minotaur’s wind!!  

Una lingua di fiamma enorme si diresse verso il giovane che si lanciò in una corsa frenetica.
Si tuffò nei meandri di quella matassa di corridoi confusionaria e ipnotica.
Muri, muri, muri.
Pareti che si aprivano e illudevano.
Pareti che sembravano condurre verso la via d’uscita e che poi piombavano in altri sentieri più angusti che mai.

Shura dovette comportarsi come un topo. Per interminabili istanti fu costretto a fuggire dai minotaur’s wind   alla cieca.
Si rischiava  di perdere il senno.

Il ragazzo era in  preda alla collera e a  nauseanti capogiri.

“ Diamine! Dev’esserci una soluzione! Sto scappando come un cretino senza combinare nulla! “

Il potere delle mura del labirinto  annichiliva ogni tecnica d’annientamento.
Shura, inoltre, non riusciva a percepire con chiarezza il cosmo di Roikhos. Non capiva da dove provenissero   i suoi colpi.

- Fire horn!!

Il ragazzo fu investito in pieno da una colonna di fuoco acuminata.
L’impatto avvenne talmente forte che perse subito i sensi…

Calò rapidissimo il buio. ..

Nessun dolore ardente.
Niente.
Successe tutto in un attimo troppo breve.

Anita intanto correva convulsamente da una parte all’altra del cerchio dell’arena per scorgere il fratello.
La nebbia seguitava a galleggiare fastidiosa.
Si udivano soltanto  rumori.
La ragazzina salì i gradini dei posti più alti per vedere se riusciva ad ottenere una postazione migliore.
Inutile.

Shura riaprì gli occhi neri.

Mise a fuoco lo spazio dinanzi a sé : era sdraiato nel bel mezzo di un piazzale circolare.
Con i muscoli indolenziti si alzò in piedi. 

- Ti trovi nel centro del labirinto – gli rivelò Roikhos alle sue spalle – siamo quasi giunti alla fine…

Nonostante  la morsa della stanchezza , il giovane si voltò verso l’uomo in posizione dall’allerta.

- Sarai abile come Teseo?

- Farò il tutto per tutto.

- Prova a parare questi, …steal meteors!!

Una micidiale pioggia di pugni si abbatté su Shura.
Non aveva mai visto una scarica di colpi così massiccia ed eccezionalmente veloce.
Riuscì a stento a tenersi a riparo.
 Indietreggiava continuamente…quella soffocante tempesta di meteoriti gli rendeva impossibile qualunque azione d’offesa.
Roikhos riuscì a scagliarlo in aria.
Il cavaliere del Capricorno atterrò  bruscamente sul terreno.
L’uomo avanzò per compiere l’ultimo attacco.

“ Devo alzarmi e trovare un cavolo di modo per batterlo! “ pensò inquieto il ragazzo mettendosi in ginocchio.

Roikhos iniziò ad elevare le fiamme del suo cosmo.

Se non posso usare l’hurricane sword e l’earth  blades…non rimane che quello! “

Il Maestro sollevò le mani.

“ Sì..mi lascerò travolgere dal suo colpo!! “

Al limite dello stremo il giovane fu in grado di raccogliere  la potenza rimastagli.
Si drizzò in piedi completamente.

Il guerriero d’argento gridò:
 
Minotaur’s rage!!

In un primo istante una grandissima ondata scarlatta parve divorare Shura…
Un lampo di luce lo inghiottì.

Roikhos si convinse in un primo momento del successo del proprio colpo.

Dovette tuttavia immediatamente ricredersi.
Enorme fu il suo stupore.

Vide che  il ragazzo  conteneva con le braccia quel cumulo d’energia devastante.

Jumping stone!!
 
Con  forza  sovrumana, spiccò un salto e respinse il minotaur’s rage.

Alla velocità della luce, Shura  sfruttò l’intensità dell'incantesimo di Roikhos per porre fine al duello.

Come se fosse stato schiacciato da una pietra, l’uomo sbatté contro una delle pareti dell’arena sfondandola.

Il labirinto di Minosse svanì con la nebbia grigia…

La seconda fase dell'addestramento era stata ultimata.

Giunsero gli infermieri  a medicare i cavalieri d’argento.

Shura corse verso Roikhos per aiutarlo ad alzarsi.

- Come vi sentite, Maestro ? -  domandò afferrandolo per una mano.

- Beh…mi complimento con te, Shura! Mi hai stordito abbastanza! – gli sorrise l’uomo mentre si levava in piedi.

- E’ stato un vero onore avervi come  supervisore in questa prova.

- La Maestra Dora ha insistito che io partecipassi all’ addestramento, qui sulla Temistocle…come poter contraddire quella donna? – rise Roikhos – è una mia vecchia amica, non volevo certo deluderla! Inoltre…ero davvero curioso di esaminare le tue  tecniche da vicino! Non ho dubbi che tu sia cavaliere d’oro.

- Non vi è dubbio che  siate Maestro d’Aldebaran! – sorrise Shura.

- Quel ragazzo…a volte mi ha fatto perdere la pazienza però…è dotato di grande valore e forza…sono molto orgoglioso di lui…ha affrontato prove durissime con umiltà e tenendo  la testa alta…non lo ha fatto solo negli addestramenti ma anche nella sua vita con i propri cari.

Shura comprese perfettamente tali parole. Sapeva che Aldebaran apparteneva ad una povera famiglia di contadini nativa di Santarém, un paese del Brasile che s’affacciava su uno degli affluenti del Rio Amazzonico.
Nutriva una sincera stima nei confronti del guerriero del Toro. Si chiedeva in che modo riuscisse ad essere così  solare ed ottimista con una problematica situazione alle spalle…nei suoi occhi marroni e frizzanti  non v’annegava alcuna cieca incoscienza…qualcosa di più sfolgorante v’ albeggiava perpetuo: l’orgoglio di saper vedere acque pure e fresche, l’orgoglio di cercare sempre una barca su cui navigare senza subire il tocco della compassione.
Aldebaran non si lasciava avvolgere dal vittimismo. Voleva correre verso l’estate per se stesso e soprattutto per i genitori e i  fratelli piccoli…era come se conoscesse le locande in cui alloggia la speranza.
 
- Shura!!

Il giovane si voltò e  vide Anita saltargli addosso ed abbracciarlo forte.

- Ehi, sorellina!- rise – guarda che sono lercio e puzzo come un capra!

- Tranquillo! Credi che io sia  disabituata a soffrire il tuo odore di stalla?

- Oh, scimmia! Attenta a non mischiarmi i tuoi pidocchietti!

- Cretino!!

La ragazzina provò a colpirgli l’ampio torace , ma lui la strinse a sé  stampandole un bacio sulla guancia.
Anita avvolse le  braccia attorno al suo collo.
Roikhos fissò divertito quegli allegri e dolci gesti d’affetto.
Accorgendosi di essere al centro dell’attenzione,  la fanciulla si staccò imbarazzata dal fratello e s’inchinò rispettosamente dinanzi al guerriero.

- Maestro Roikhos! Scusate! È che…ero presa…dall’entusiasmo…ho avuto una gran paura prima…

- Ah!ah!ah! Non ti preoccupare piccola! E’ più che lecito che tu possa travolgere d’abbracci tuo fratello…con quello che è successo…

Shura scompigliò i capelli della sorella.

- Mi fai sempre venire degli infarti! – lo rimproverò.

- Su! Lo sai fin troppo bene che il pericolo è il mio mestiere…

- Ah! Certo! Gran bel mestiere rischiare di spaccarsi le vertebre e la testa!

- Anita, dai…

- È inutile che fai  il gran pezzo di guerriero che prende tutto sotto gamba!

- Sono un cavaliere d’Atena e…

- Sei anche mio fratello!!

- Shura.

I tre si volsero alle loro spalle.

Una sacerdotessa guerriero ,dalla maschera rilucente e bronzea,  stava osservando la scena.
Il suo capo era ornato da una chioma di capelli castani  raccolti in una treccia spartana…una frangia scomposta e disordinata e qualche ciuffo di capelli indomito si lasciavano scuotere dalle dita del vento…
Braccia conserte, portamento grave.
Di media statura, quella donna era dotata di un fisico slanciato, atletico e forte. Aveva quarantacinque anni ma era più abile ed energica di un’ adolescente.
 Corazza di cuoio che proteggeva il petto,bracciali d’acciaio che ornavano i polsi, pantaloni e stivali che risaltavano le gambe toniche, Dora della Lince era simile ad una valchiria.

- Maestra…- mormorò il guerriero del Capricorno.

- Tra un quarto d’ora ci affronteremo qui – fece bruscamente lei –bisogna  portare a termine l’ultima fase di quest’addestramento ed evitare errori. Non puoi adagiarti sugli allori.

- Sì…- rispose serio l’allievo.

- Quando  Roikhos ti ha rinchiuso nel Labirinto di Minosse sei andato nel panico. Ho percepito dell’instabilità nel tuo cosmo e ciò non mi ha tranquillizzata … Sei diventato cavaliere d’oro…Ricordati che  non sei più apprendista come prima! Smacchi del genere non te li puoi permettere in questa fase decisiva!

- Avete ragione…il fatto è che…quell’incantesimo mi mandato in crisi per alcuni attimi  …

- Shura, mi pare di averti insegnato che la paura è sì utile, ma solo se la congeli e la guardi davanti a te. Prudenza e freddezza. Devi osservare il pericolo e dominarti…perché non hai usato prima lo jumping stone ? perché soprattutto non sei riuscito ad attivare in modo efficace il tuo settimo senso?!

Il giovane strinse i denti. La Maestra  diceva la verità.  Se fosse riuscito a compiere quell’azione avrebbe individuato il cosmo di Roikhos in un minor dispendio di minuti ed energie…

- Vi assicuro che la prossima volta non commetterò una simile sciocchezza – affermò  deciso con gli occhi neri divenuti più penetranti.

- Me lo auguro. Nel prossimo duello non sarò affatto indulgente. Se il Gran Sacerdote ti dovrà donare in nome di Atena l’Excalibur, dovrai mostrarti degno di tale onore. Nessun fallimento, intesi?

Anita deglutì  spaventata a quel discorso…azzardò con voce timida e un po’ tremula:

- Emh…Maestra Dora?

La donna  si voltò verso di lei in silenzio.

- beh…ecco…desideravo dire che…Shura  è stato d-davvero in gamba…insomma ha sconfitto venti apprendisti…poi…poi…

  Dora continuava ad ascoltarla muta e immobile.
  Era inquietante con la maschera bronzea che  celava ogni moto d’espressione.

- Poi è riuscito a mettere a tappeto quei cinque guerrieri d’argento e…e…in fin dei conti ce l’ha fatta a liberarsi dal Labirinto di Minosse…mio fratello sta superando ogni ostacolo, si allena ininterrottamente e quindi…magari sarà la stanchezza a fargli fare qualche piccolo errore…

- Oh, sorella…- sospirò il cavaliere scuotendo il capo.

- Maestra …Shura è pur sempre un essere umano…

- Anita – la interruppe con tono secco Dora.

 La ragazzina non provò ad aggiungere altro.

- Quattro giri di corsa da poppa a prua. Muoviti!

Il tono gelido ma leggermente alterato della donna la fece partire fulminea.
Shura  si unì a lei per praticare un pò d’esercizio ante - scontro.

- Sei proprio una lince, Dora – disse Roikhos con un lieve sorriso.

- Mi attengo al protocollo del Santuario. Siamo Maestri. Lo sai meglio di me quali sono le regole.

- Non hai torto. È inutile stare a discutere di questo. Con Aldebaran mi è capitato innumerevoli volte di essere drastico…

L’uomo assunse un’espressione  abbattuta.
Dora comprendeva che oltre che a mettere alla prova, un insegnante veniva soggiogato a sua volta dal fardello delle norme, delle responsabilità, della rinuncia…
Si soffocavano i gemiti dell’animo sotto un panno bagnato di sensi di colpa …
Lo sguardo doveva cibarsi di spine di pietra se si desiderava fulminare l’allievo barcollante d’incertezza…

- Roikhos…non voglio che Shura, dopo tutta la strada che è riuscito a costruirsi, vada in frantumi.

- Sono sicuro che non accadrà. Ha te come Maestra. Gli hai dato e continui a dargli sostegno…so bene che ti piace stare dentro la tua foresta  ma so pure che provi grande affetto verso lui e sua sorella.

Dora si sentiva leggermente a disagio quando l’amico le ricordava la capanna in cui si nascondeva. Era come se le stesse prelevando da un cassetto un manufatto bello e prezioso ostinatamente tenuto nell’ombra. 

- beh…sono trascorsi quattordici anni…- mormorò lei celando un po’ d’esitazione dentro un tono grave.

- Caspita, è vero…mi ricordo quel giorno in cui il Gran Sacerdote ti disse che saresti stata la Maestra del futuro cavaliere del Capricorno.

- Sì..sono stata costretta a trasferirmi in Spagna…

- Il tuo entusiasmo era alle stelle! Sembravi più nera del carbone! – rise Roikhos.

- Già. Sapere di vedermela con due bambini piccoli...

- In effetti a quell’epoca addestravi ragazzi e ragazze adolescenti.

- La faccenda mi aveva alquanto sconvolta.

Un anziano medico coi baffetti bianchi si avvicinò a Roikhos.

- Scusate  Maestro, è necessario che mi seguiate in infermeria per una visita di controllo.

- Dottore, non c’è nulla di cui preoccuparsi…sto benissimo. Mi sono procurato dei lividi, dei graffi…sciocchezzuole, insomma…

Il piccolo signore tossì un attimo.

- Maestro  Roikhos, vi faccio presente che l’urto contro la parete dell’arena non è stato così leggero.

- Suvvia! Sono alto due metri, peso centotrenta chili, ho cinquantasei anni e di batoste ne ho subite parecchie! Oramai ho la pellaccia di un rinoceronte! Vi sembro un povero disgraziato in fin di vita?!

- Insisto che vi sottoponiate a dei controlli  e  a delle cure allo stesso modo dei vostri colleghi.

- Vi ripeto che le mie condizioni non sono assolutamente allarmanti!

- Siete pregato di raggiungere l’ ambulatorio. Ora.

Roikhos sbuffò rassegnato.

- A dopo, Dora.

Con passo pesante e scocciato il colosso seguì l’impertinente omino in camice nell’ala dell’infermeria  situata sottocoperta.

   
 
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