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Autore: Eloise_elle91    07/05/2012    2 recensioni
Trama: Settimo libro. La notte in cui Harry, Ron e Hermione vennero fatti prigionieri e portati al Manor Malfoy dai Ghermidori. E se non fosse stato Dobby a salvarli quella notte? Se Hermione avesse tenuto battaglia durante le torture di Bellatrix? I pensieri di Draco alla vista della giovane Mezzosangue torturata lottano tra il guardarla li impotente o intervenire per salvarle la vita. Scoprirà di provare un sentimento che da temeva di aver perduto per sempre.
La storia poi si sposta sul presente e varie vicende daranno inizio ad una storia d'amore tra i due. Inoltre ci sarà un TRIANGOLO AMOROSO *-* Se vi interessa vi invito a leggere e a seguire questa mia storia :)
Spero che vi possa interessare!
Ely
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Sorpresa | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Salve e buon pomeriggio a tutti!
Scusate il ritardo nell'aggiornare, ma ho avuto svariati impegni! Grazie a tutte le persone che hanno recensito la storia, tutte quelle che l'hanno messa nelle seguite, ricordate e preferite :)
Questo è un capitolo un pò breve, ma è in arrivo un sacco di azione e di mistero e un TRIANGOLO AMOROSO in arrivo *----*
Quindi se volete sapere di più vi invito a continuare a seguirmi! Aggiornerò il 4 capitolo venerdì sera <3
Buona lettura!



                                           Capitolo 3: I Screamed Aloud, As It Tore Through Them.

 La notte porta consiglio, come comunemente detto, ma non era il caso di Draco. Sapeva di aver appena fatto una stupidata. Voleva a tutti i costi averla, voleva averla vicina come non lo era mai stata prima. La voleva accanto a lui per amarla come doveva essere amata, non gli importava che fosse Mezzosangue, era saccente, orgogliosa, puntigliosa, sempre pronta ad aiutare. Non era come le altre e questa cosa gli aveva colpito l’anima e il cuore. Il duro cuore di ghiaccio di Draco Malfoy si era sciolto grazie a lei, solo per lei. Non lo avrebbe fatto per nessun altra. Tutto ciò che aveva passato ad Hogwarts, tutte le scappatelle con quelle piccole puttanelle per lui era solo un modo per non pensare a lei, ma era difficile. Una come Hermione Granger non puoi semplicemente accantonarla e via.

Lei aveva la capacità di insinuarsi nella mente di chiunque e di non uscirne più.

Aveva questo strano potere ammaliatore in ogni parola che proferiva.

Aveva quello sguardo che non si lascia sottomettere da nessuno.

Era giorno, non aveva dormito molto bene perché tutta la notte si era posto le solite domande.

Verrà?

 Non verrà?

Che cosa dirle?

Cosa fare?

Non poteva di certo passare un’altra giornata nella foresta, quello non era il posto adatto per una ragazza.

Dipende da cosa ci vuoi fare, gli diceva una voce.

Niente, si rispondeva subito.

Non questa volta. Questa deve essere la volta buona, lei deve vedere quanto sono cambiato. Lei deve fidarsi di me.

Si vestì accuratamente, camicia bianca, pantaloni neri. Si pettinò i capelli e guardandosi allo specchio si disse:
Andiamo! Puoi farcela!

Uscì, prese Fulmine e raggiunse il luogo dell’incontro. Le aveva spedito un gufo la sera stessa che se ne era andata chiedendole di venire la mattina dopo alle undici, sempre al solito posto.
Draco era in anticipo di dieci minuti. Non voleva farla aspettare e poi lei era sempre puntuale e come un orologio svizzero, allo scoccare delle undici lei si smaterializzò ai suoi occhi. Era bella davvero, vestita in modo semplice con un paio di jeans e una maglietta verde con un cardigan bianco. Aveva i capelli legati in una coda molto semplice anche se accurata che lasciava libera la frangia che delicatamente le copriva, ma allo stesso tempo le valorizzava, gli occhi.
“Ciao!” disse Draco.

“Ciao, hai portato Fulmine?”

“Si, mi chiedevo se ti andava di farci un giro.”

“Molto volentieri” rispose Hermione con un sorriso.

Draco guidò Fulmine da lei e le pose una mano per aiutarla a salire, ma lei montò da sola il cavallo. Stupito della grande abilità della ragazza non poté fare a meno di pensare a tutto quello che si era perso di lei in tutti questi anni. Tanta bellezza, tanto talento sprecato per uno come Weasley. Lei meritava di meglio, anzi il meglio.
Draco prese le redini di Fulmine e piano incitò il cavallo a camminare insieme a lui, mentre lei guardava dritto davanti a se, anche se ogni tanto la beccò mentre gli lanciava delle occhiate furtive.

Forse pensa che non sei del tutto da buttare, no?

“C’è qualcosa che non sai fare, Granger?”
“Cucinare, credo. Anche se mia madre passa tutto il giorno a darmi lezioni di cucina!” rispose lei con un sorriso.
“Cucinare eh? Beh se ti può consolare neanche io so farlo.”
“E come potresti farlo? Sei stato cresciuto come un principino...”
“Hai ragione, un punto per te Granger!”
Lei sorrise soddisfatta.
“Deve essere stato molto difficile, credo. Come hai vissuto la tua infanzia...”
“Sai in altri tempi ti avrei risposto che non erano affari tuoi e credimi una parte di me mi dice ancora di risponderti in quel modo, ma ora in questo momento, mi piace sentirti parlare. Mi piace sentire che ti interessi di me, di quello che ho passato. Lo fai senza nessuno scopo e questo mi piace.”

Mi piaci tu, così come sei.

“Beh, non devi dirmelo per forza. La mi infanzia è stata opprimente.”
“Opprimente? Tu?”

“Si, vedi era un periodo complicato per me e la mia famiglia. Io stavo male, molto male. Mi ammalai di tubercolosi e stavo per morire. Avevo appena otto anni e la mia mamma soffriva nel vedermi in quel letto d’ospedale con il respiratore attaccato, incapace di muovermi. Le dissero che se non avessi passato la notte, sarei morta. Poi successe una cosa stranissima, io me lo ricordo come se fosse ieri. Mi svegliai nel cuore della notte, ma non potevo parlare perché non avevo voce in corpo e mi mancavano le forze, ma all’improvviso una luce rosa mi attraversò tutta. Ricordo ben poco di quei particolari, so solo che il giorno dopo mi svegliai ed ero completamente guarita.”

“Magia?”

“Si, ma l’ho capito solo quando ho ricevuto la lettera da Hogwarts. La magia che c’era in me, mi aveva salvato la vita. Da allora decisi che mai nessuno sarebbe stato al di sopra di me, che nessuna forza estranea mi avrebbe buttata giù. Per questo mi rinchiusi in me stessa e sono diventata la So-Tutto-Io Hermione Granger.”

“E prima? Prima di Hogwarts avevi altri amici?”

“Solo Eden. È la mia migliore amica dalla culla e caso vuole che anche lei sia una strega, ma lei appartiene a un grosso circolo di non so quali streghe potentissime. Una generazione tutta al femminile insomma e così si è trasferita in America, ma ci tenevamo spesso in contatto.”

“Anche l’anno scorso?”

“No, anche se lei mi aveva offerto il suo aiuto. Io lo rifiutai. Non volevo metterla in pericolo, anche se, odio ammetterlo, ma il suo aiuto mi sarebbe servito. Lei è esperta in molti incantesimi e pozioni soprattutto.”

“Un altro genio incompreso?”

“Oh, no. Lei al contrario di me, ha una vita sociale molto estesa, credimi!”

“La lontananza non è la migliore amica dell’amicizia...”

“Lei è più di una semplice amica, lei è la sorella che non ho mai avuto...” disse Hermione con una punta di tristezza e malinconia.

“Io non so cosa vuol dire avere un fratello o una sorella. I miei genitori non me ne hanno mai voluto donare uno.”

Hermione rimase ancora in silenzio. Qualcosa l’aveva turbata, Draco pensò di aver detto o fatto qualcosa di male nei suoi confronti. Così fermò Fulmine improvvisamente.

“Perché ci siamo fermati?”

“Vuoi venire a casa mia?” disse lui deciso e senza giri di parole. Hermione di fronte a quella richiesta rimase un po’ riluttante. Casa Malfoy? Se glielo avesse chiesto qualche mese fa non ci sarebbe mai andata, non dopo la tortura subita da Bellatrix, ma ora era diverso. Non voleva dirgli di no, ma non voleva nemmeno dirgli di si. In fondo chi le diceva che non fosse una trappola quella? Hermione non sapeva cosa dire, la sua mente ragionava alla velocità della luce. Quante erano le probabilità di uscire viva da li?

Orsù sei una strega! Hai una nuova bacchetta! Che cosa potrà mai farti?

Potrebbe fartela pagare, disse una vocina. Era la sua coscienza.

E per cosa? Io non gli ho mai fatto del male!

Sono troppo curiosa!

Non farlo!

Ma voglio!

Datti una calmata è Malfoy!

Non lo so...

“Ok, ci vengo” disse alla fine. Il suo istinto ancora una volta aveva vinto contro la voce della coscienza, la sua saggia coscienza.
“Bene, allora fammi un po’ di posto su Fulmine. Se corriamo facciamo prima” disse Draco salendo anche lui sul cavallo e prendendo le redini.
“Devo scendere?” chiese ingenuamente Hermione.
“No, tranquilla, prendo io le redini.”
“E dove mi appoggio?!”
“Stai tranquilla, non ti faccio cadere. Tieniti sulla sella.”
“Ok...” disse lei in un sussurro.

Draco strattonò con delicatezza Fulmine che cominciò a correre veloce come il vento, che attraversava i loro visi scompigliando i loro capelli. Hermione sorrideva. Draco, d’altro canto, era più che felice di sentirla così stretta a lui. Lo sfiorare le sue braccia con quelle di lei, sentire il suo profumo avvolgerlo completamente, ritrovarsi a pochi centimetri dal suo viso era una sensazione bellissima. Troppo presto giunsero al Manor, troppo presto Draco dovette liberarsi di quella meravigliosa presenza che gli aveva accaldato il cuore. Quel bellissimo sogno era finito troppo presto.

Non la aiutò a scendere, lei sapeva farlo benissimo.

Era brava in tutto, per lui era la perfezione.

Quando scese dal cavallo lei guardò l’enorme villa con uno sguardo stranito. Non l’aveva mai vista di giorno. Era bellissima anche se piena di brutti ricordi, eppure il fatto che i genitori di Draco non fossero presenti infondeva in lei una sorta di sicurezza. Draco non era cattivo, lo aveva detto anche Silente prima di morire. Lui non avrebbe mai ucciso, era solo molto spaventato e timoroso di esternare ciò che egli davvero è. Forse tutto quello che a Draco mancava era un po’ di affetto. In genere tutti i ragazzi viziati mancano di quel sentimento, ma sotto sono davvero delle anime fragili e forse Draco era proprio una di quelle.

“Vieni?” domandò lui quando si aprirono i cancelli del Manor. Lei annuì semplicemente col capo e lo seguì. Come ben ricordava la villa era circondata da un imponente giardino ben curato e definito. C’erano fiori magici, cespugli farfallini, ghirlande e rose, soprattutto tante rose, di tutti i colori. Sembrava il giardino di Alice nel paese delle meraviglie! Il vialetto su cui stavano camminando li portò verso un grande portone che si aprì non appena Draco si fermò dinnanzi ad esso.

“Prego...” disse facendola accomodare e chiudendosi il portone alle spalle. Hermione ricordava quell’ingresso. C’erano delle enormi scale che portavano al piano di sopra e tutto intorno una serie di corridoi che portavano nei sotterranei.

“Vieni, seguimi!” disse Draco salendo le scale e Hermione fece altrettanto ritrovandosi nel salotto dove avvenne la sua tortura, dove Bellatrix le aveva lasciato il segno di cosa voleva dire essere Mezzosangue. Si guardò intorno, senza notare che Draco si avviava verso una grande finestra che portava ad una specie di terrazza, e i suoi occhi si posizionarono sul camino. Lo stesso camino sopra al quale era stato appesa l’arma che le aveva salvato la vita.

No, Draco ti ha salvato la vita!

Si, ma io ho preso l’arco, io ho pugnalato Bellatrix, io ho ucciso degli uomini a sangue freddo!

E questo ti rende diversa da lui?

No!

E allora?

Niente, non posso permettermi di pensarla così.

“Hey che fai li?” la chiamò Draco riportandola alla realtà.

“Ehm... credo di essermi incantata...” mormorò Hermione imbarazzata.

“Fa niente, capisco.” Disse lui atono.

Aveva capito, brava! Ora sei più contenta?!

Stupida, devi fargli capire che vuoi fidarti di lui!

Non piagnucolare come una bambina!

In fondo sei viva!

In fondo, però...

“A cosa pensavi Granger?” chiese Draco appena Hermione lo raggiunse sulla terrazza.
“Niente in particolare, cioè sono ancora incantata dal giardino!”
“Perché non ti siedi?” chiese lui.

Perché rispondeva sempre con una domanda? Era sempre il solito Malfoy!

Hermione prese posto di fronte a lui, che agitando la bacchetta fece apparire the e dolcetti sul tavolino, mentre lei guardava l’imponente vista che regalava quel turbine di colori rappresentato dal suo giardino.

“Ti piace così tanto il mio giardino, Granger?”
“Si, anche io ne ho uno a casa, ma non è così grande. Io e mia madre ci divertiamo a piantare fiori e piante, è divertente se non hai niente da fare!”
“Beh, mia madre amava curare personalmente questo giardino, ma da quando se ne è andata se ne occupano gli elfi.”
“Come mai non sei andato con lei?”
“Non volevo, volevo provare quella cosa del vivere da solo.”
“E com’è? Vivere da solo?”

“Deprimente!” rispose lui ghignando e senza accorgersene riuscì a strappare un sorriso alla ragazza.

“Ora sai cosa vuol dire essere soli...”

“Si, ora lo so... probabilmente ti starai ancora chiedendo da dove salta fuori tutta questa gentilezza nei tuoi confronti.”

“In effetti si.”

“Ti ho già detto perché ti ho aiutata quella notte e quello che voglio dirti ora è che non sono pentito di quello che ho fatto.”

“Perché ho l’impressione che tu non mi stia dicendo tutto?”

“Perché non posso dirti tutto, Granger! Non posso...”

“Perché devi vendicarti di non esserti pentito? Devi farmela pagare in qualche modo? Dimmelo adesso!” sbottò Hermione infastidita.

“No, non è questo...”

Non posso dirti che ti ho salvata perché... perché...

“Allora cos’è? Tu hai idea di quello che ho passato quella notte a casa tua? Tu mi hai sentita urlare?”

“Certo che ti ho sentita!”

Ho sentito quando urlavi per il dolore e io ero li come un idiota! Fermo!

“Ho sentito tutto, ma sono stato troppo vigliacco!”

“Perché ti hanno educato alla menzogna, non è colpa tua, ma sei stato abbastanza coraggioso da non riconoscerci quella notte. Di questo ti siamo grati, per sempre.”

Tu, Potter e Weasley? Io non voglio la loro gratitudine! L’ho fatto solo per te!

“Certo...”

“Prima ho avuto la visione di me stessa torturata da tua zia e mi sono chiesta se non avessi preso la situazione di mano e non avessi reagito, dove sarei a quest’ora. Probabilmente sarei morta, non so da dove ho preso la forza per reagire... ancora oggi non lo so.”

“Perché volevi vivere e io ti ho dato una mano.”

“E ti ringrazio, davvero. Ma ancora oggi, quando cammino per strada ho sempre la sensazione che qualcuno voglia farmi del male. Ho la sensazione che qualche Mangiamorte voglia farmela pagare e...”

“Senti” la interruppe Draco. “La maggior parte dei Mangiamorte sono fuggiti all’estero, pochi sono rimasti qui e credimi di quei pochi non bisogna preoccuparsene. Sono degli idioti. Però, se posso permettermi, ti vorrei assicurare che io non voglio farti del male.”

Non ne vedrei il motivo piccola Grifondoro.

Hermione lo osservò per un po’, la sua espressione era priva di significato.

“Immagino quanto ti costino queste parole, in fondo stai parlando con una nata Babbana!”

Oh, Hermione! Perché non vuoi vedere niente in me? Voglio cambiare per te!

“Forse hai ragione, mi costa davvero ammettere che io non ti farò mai del male, ma tu non potresti fare uno sforzo per comprendermi?”

So che puoi farlo, provaci!

“Io devo andare” disse lei alzandosi frettolosamente. “Mi dispiace, io...”

“No aspetta non andartene!”

“Scusami” disse lei e si smaterializzò lasciando Draco da solo.

Bravo, cretino! Adesso sei messo peggio di prima!
 
Eccoci!
Vi è piaciuto questo capitolo? Se si fatemelo sapere con un piccola recensione ok? Ringrazio ancora tutti coloro che hanno recensito i capitoli precedenti :)
Ma anche se non vi è piaciuto, ditemelo lo stesso :)
A venerdì :)
Ely

  
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