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Autore: elieli9090    09/05/2012    8 recensioni
cosa sarebbe successo se Draco Malfoy ad undici anni fosse stato smistato a Grifondoro anzichè a Serpeverde? Come sarebbe stato il suo rapporto con Harry e Ron? e soprattuto con Hermione?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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ATTENZIONE!!
 Ho scelto di tener conto dell’indecisione del cappello parlante di metterlo a Serpeverde e siccome Voldemort non è risorto, Harry non è mai andato nella Camara dei Segreti. Quindi non ha mai avuto l’opportunità di parlare una seconda volta con il cappello parlante. Si da il caso, però, che quella fosse una delle mie scene preferite e quindi ho voluto riproporla, con i dovuti cambiamenti, a favore della storia. C’è anche un piccolo riferimento a Lilly/Severus, vediamo chi lo coglie…


CAPITOLO 9


“Potter!! Sei per caso impazzito? Spero di si perchè non accetterò nessuna giustificazione!”

La voce della professoressa McGranitt risuonò nel vasto corridoio rimbombando tra le statue che, immobili, fissavano davanti a sé. I suoi passi, regolari come in una marcia, annunciavano una punizione che, di sicuro non avrebbe tardata ad arrivare.

“Tre studenti che non si presentano a lezione da Vitious! Tre! Tutti di Grifondoro. E quando decido di andarli a cercare li trovo impegnati in un duello alla babbana!! Potter, Malfoy spiegatevi! Non subito, prima!” la voce della donna era indignata come non ‘avevano mai sentita e aveva le labbra ridotte a un striscia sottilissima: cattivissimo segno.

“Noi abbiamo accompagnato Hermione in infermeria, è stata male questa notte.” Sussurrò Malfoy pieno di sensi di colpa abbassando la testa, vergognandosi delle sue responsabilità in tutta quella storia.
“Bene, questo mi chiarisce come mai un’alunna diligente come la Granger abbia saltato la lezione ma non perché Potter l’abbia colpito.”

Harry abbassò la sguardo in attesa di una punizione, strinse i pugni fino a farsi venire le nocche bianche e bisbigliò. “È sola colpa sua.”

“Cosa vorrebbe dire?” tuonò la McGranitt fulminando i due studenti ribelli, Draco si meravigliò che non li avesse uccisi con lo sguardo come un basilisco, ma di sicuro era riuscita a pietrificali. Quella donna, specie arrabbiata, pietrificava chiunque. Avevano visto spesso Piton non trovare il coraggio di ribattere quando lei era particolarmente infuriata.

“Io ed Hermione abbiamo, diciamo, discusso. E per colpa di questo litigio è stata male. È andata sulla torre di astronomia e deve essersi addormentata. Ci ha passato la notte. Questa mattina siamo andati a cercala. L’ho trovata io e aveva la febbre alta.” Confessò Malfoy con una tristezza nello sguardo che commosse anche intransigente professoressa.

“Quanto alta?” Chiese preoccupata la donna.

“Abbastanza da delirare.” Malfoy era sull’orlo delle lacrime.

“Malfoy conosci la signorina Granger. Quando si mette in testa una cosa non c’è modo di dissuaderla. Discutere alla vostra età è comprensibile. Ma…” e qui si fermò un instante, togliendo dieci anni di vita al povero Draco, ormai rassegnato ad una punizione. “La prossima volta che succede, anche se sono sicura che non risuccederà, venite ad avvisarmi prima!! Ora se ne torni pure il classe, Malfoy, hai già perso buona parte della lezione. Quanto a te, Potter, per quanto ammiri il fatto che hai voluto difendere la tua amica, temo dovrai seguirmi nell’ufficio del preside.”

Il poco colore sul viso di Harry si prosciugò alla sentenza della McGranitt. Mentre parlava con Draco aveva sperato di poterla passare liscia. Ma ora ogni sua speranza era precipitata. Soprattutto perché la professoressa aveva deciso di punire solo lui.

“Perché solo io?”

“Perché non ho visto il signor Malfoy ricambiare il pugno. Assurdo!!! Non mi era mai capitato un Grifondoro così apertamente ostile verso un altro! A volte mi chiedo se il Cappello Parlante non abbia… diciamo fatto confusione!!”

“Non può darmi una punizione lei?” Chiese Harry disperato non solo per la situazione ma anche per quel commento sul Cappello Parlante che l’aveva colpito più del normale.
“No Potter, il suo comportamento sta veramente passando ogni limite. Ho bisogno di consultarmi con il preside per decidere qual punizione sia meglio per lei, perché vedo che le altre che le ho dato fin’ora non hanno sortito alcun effetto!”

“La giuro che questa sarà l’ultima.”

“Potter questa frase me l’ha già propinata una decina di volte, solo quest’anno ovviamente. Se non le ho creduto le altre volte cosa le fa pensare che ci crederò questa volta.”

Ad Harry non sfuggì l’uso della terza persona singolare. L’insegnante di Trasfigurazione dava del lei ai suoi studenti solo quando era molto, molto arrabbiata.

Come se andasse al patibolo Harry seguì la direttrice della sua casa fino alla statua del gargoyle dove la McGranitt pronunciò la parola d’ordine (“Ghiacciolo alla Fragola”) per far aprire il passaggio segreto.
“Va su, Potter. La strada la sai, ormai.”

Harry salì le scale che portavano all’ufficio circolare di Silente. Fanny in un angolo era al massimo di suo splendore, con le ali in parte color oro e in parte porpora e il becco affusolato. Niente a che vedere con il pulcino spelacchiato che c’era l’ultima volta. O con il vecchietto cadente che c’era la volta prima.

A parte Fanny, però, l’ufficio era vuoto. Indeciso sul da farsi, Harry prese a gironzolare per la stanza osservando gli strano oggetti che collezionava Silente. Prese in mano, ben attento a non romperle, minuscole miniature delle enormi clessidre con i punti delle varie case. Come ogni anno Grifondoro era alla pari con Serpeverde, seguito da Corvonero. Le posò di nuovo sulla scrivania.  In una teca c’era una bellissima spada tempestata di gemme preziose e nell’armadio aperto lo strano oggetto che Silente gli aveva già spiegato essere un pensatoio.

Ad un certo punto la sua attenzione fu catturata ad cappello parlante che giaceva, come addormentato, su una poltroncina nell’angolo.  Era ancora più logoro e rattoppato di come lo ricordasse. L’anno prima quando era arrivato ad Hogwarts il terzo fratello Canon aveva rischiato di essere distrutto dalla sbadataggine del ragazzo che, per l’emozione, non era riuscito a tener sotto controlla la sua magia. Risultato? I capelli gli avevano preso fuoco e il cappello aveva iniziato a tossire come un matto facendo scoppiare a ridere tutta la scuola.  

Harry, che era rimasto fortemente colpito dalle parole della professoressa, prese in mano il cappello e se lo posò sulla testa.

“Uh, guarda un po'’ chi abbiamo, Potter! Pulce nell’orecchio, vero ragazzo? Ti stai chiedendo se non ho fatto un errore a mandarti a Serpeverde!”

Harry annuì ripensando a quando, undicenne, se era ritrovato ad urlare mentalmente “Non Serpeverde” con tutte le sue forze: Sirius non l’avrebbe mai perdonato se fosse finito a Serpeverde.
“Perché  Grifondoro non va bene?” chiese Harry terrorizzato.

“Certo che va bene! Ti ho messo lì alla fine no? Sei un ragazzo coraggioso e leale con gli amici, tutte caratteristiche degne di Godric Grifondoro, anche se decisamente troppo impulsivo e testa calda. Ti fermi mai a riflettere prima di agire? Il fatto che ti veda così spesso nell’ufficio del preside direi che è una risposta più che sufficiente.”

Harry tirò un sospiro di sollievo a quelle parole che tanto l’avevano rinfrancato. Ma il cappello parlante non aveva ancora finito il suo discorso. Probabilmente il parlare una volta l’anno gli dava tantissimo tempo per riflettere, e ora non vedeva l’ora di esporre i suoi pensieri.

 “Ad ogni modo sono tutt’ora convinto che te e quell’altro biondino dovevate andare a Serpeverde.”

“Che biondino? Intendi Draco?”

“Esatto!! Draco Malfoy! Ho mandato tutta la sua famiglia a Serpeverde senza pensarci un minuto. Appena mi posavano sulla loro testa il bisogno di emergere e l’ambizione che emanavano erano così forti da non darmi dubbi. Eppure lui… era la prima volta che un undicenne mi chiedesse di essere messo in un’altra casa per amore. A dire il vero c’era già stato qualcuno che ci aveva pensato per qualche istante ma poi aveva scelto le convenzioni. Quel Malfoy invece era ancora più sicuro di te!”

Harry scosse il capo confuso, se non avesse avuto il cappello addosso si sarebbe grattato la testa, come faceva sempre quando aveva dei dubbi. Di tutto quel discorso gli era rimasta in testa una cosa sola: aveva avuto ragione! Malfoy sarebbe dovuto andare a Serpeverde!

“Quindi tu volevi metterlo a Serpeverde.”

“La cosa importate non è dove volevo metterlo io, Potter! Ma dove voleva stare lui!”
 
  
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