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Autore: N33ROD84    13/05/2012    8 recensioni
Vi è mai capitato di desiderare, o solo pensare, leggendo un libro che se foste stati i protagonisti di quella storia avreste agito in un certo modo e non in un altro? Cosa succederebbe se vi venisse data davvero questa opportunità? Questa è la storia di Elisabeth, una ragazza come tante che in un giorno come tanti si ritrova catapultata all’interno del sesto libro della mitica serie senza conoscerne minimamente la storia. Troppo semplice? E se si trovasse a vestire i panni di Harry Potter in persona e a dover fare i conti con il tormentato legame che la unisce indissolubilmente a Lord Voldemort?
Genere: Azione, Fantasy, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Severus Piton, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Non possiedo Harry Potter. Harry Potter e qualsiasi cosa ad esso legato appartengono unicamente all’autrice J.K. Rowling.

Premessa alla storia: Vi è mai capitato di desiderare, o solo pensare, leggendo un libro che se foste stati i protagonisti di quella storia avreste agito in un certo modo e non in un altro? Cosa succederebbe se vi venisse data davvero questa opportunità? Questa è la storia di Elisabeth, una ragazza come tante che in un giorno come tanti si ritrova catapultata all’interno del sesto libro della mitica serie senza conoscerne minimamente la storia. Vediamo se indovinate quali panni si troverà a vestire? ;)

Premessa al capitolo 9 : Oggi nessuna illustrazione ad accompagnare la storia, tuttavia, sto per presentarvi il capitolo più lungo fino ad ora pubblicato ^^ Spero sia di vostro gradimento... enjoy! ^^




UN ANNO DA HARRY POTTER
ONE YEAR LIKE HARRY POTTER

CAPITOLO 9
IL MOMENTO DELLA VERITA'

«Harry?»

....

«Dai, andiamo.. Aprimi..»

...

«Dannazione amico, apri la porta!»

Ron Weasley sedeva al di fuori del bagno, cercando disperatamente di convincere Harry, ovvero Elisabeth, ad uscire.

La ragazza era stata fulminea. Notate la macchie di sangue sul cuscino e sulle mani, si era fiondata in bagno chiudendo con rapidità la porta alle sue spalle.

Erano passati 30 minuti buoni.

Il cuore le batteva all'impazzata.

Elisabeth continuava a gettare acqua fresca su questa misteriosa ferita sulla fronte che tuttavia non smetteva di sanguinare.

Prese dell'altra carta.

Niente da fare. Ancora del sangue.

Elisabeth alzò lo sguardo e tornò a guardarsi allo specchio. Per un attimo, solo per un attimo, avrebbe desiderato poter vedere l'aspetto di quel corpo che non sentiva proprio. Il riflesso, tuttavia, non faceva che mostrare una giovane ragazza dall'aria sciupata. Nessuna cicatrice e nemmeno una goccia di sostanza rossa.

«Dannazione..» esclamò picchiando i pugni sul bordo del lavabo.

«Come diavolo faccio a capire qual è il problema se non riesco nemmeno a vedere il mio aspetto in un dannato specchio?» si chiese esausta.

Ripensò al sogno che aveva fatto durante la notte. Sebbene non ne ricordasse i dettagli era certa di aver visto Silente parlarle.

Si focalizzò quindi su quella strana sensazione che aveva provato. Era come se in quel momento si trovasse in un corpo diverso dal suo e diverso da quello di Harry. Ricordò che aveva cercato di parlare, di muoversi, ma da quel corpo erano usciti parole e movimenti diversi da quelli che lei aveva in mente.

Persino le emozioni che aveva provato erano estremamente lontane dal suo modo di essere. Così cupe. Così vuote.

Prese dell'altra acqua e se la gettò sulla fronte.

Finalmente il mal di testa sembrava iniziare a darle pace.

A pensarci bene il dolore aveva iniziato a farsi sentire, in modo più o meno costante, da quando era approdata in questo strano universo. Le fitte avevano iniziato poi ad acutizzarsi nel corso della notte fino a raggiungere il picco quando si era svegliata per quello strano sogno.

"Forse mi sto preoccupando troppo" pensò tra sé e sé.

«Harry! Dai Harry, vieni fuori!»

Elisabeth guardò la porta.

Ron non aveva smesso un minuto di sbraitare.

Prese dell'altra carta e se la pose sulla cicatrice. Dopo qualche secondo la tolse e la guardò. Era bianca. Nessuna macchia.

Elisabeth tirò un sospiro di sollievo, e solo allora decise di aprire finalmente la porta.

Un allarmato Ron la accolse.

«Sia ringraziato Merlino.. Harry, mi hai fatto preoccupare..» disse Ron guardando con la coda dell'occhio la cicatrice. «Come ti senti? È la prima volta che ti sanguina.. Hai per caso avuto.. sì, sai.. una visione…»

Elisabeth lo guardò con aria interrogativa.

«Mi riferisco a tu-sai-chi ovviamente..» proseguì il rosso.

"No, a dir la verità, ovviamente, non lo so chi" avrebbe voluto rispondere la ragazza, ma si limitò a fare un cenno negativo con la testa.

«Sto bene» disse. «Ora faremmo meglio ad andare..» e così dicendo si incamminò lasciando alle spalle un Ron poco convinto.

---

Elisabeth e Ron arrivarono all'aula di trasfigurazione giusto in tempo per vedere gli studenti uscire ordinatamente dall'aula.

«Forse è meglio se ce la filiamo.. Prima che la McGranitt ci veda..» propose Ron. «Magari non si è accorta nella nostra assenza» aggiunse speranzoso.

I due ragazzi si voltarono pronti a raggiungere l'aula della lezione successiva, e si incamminarono per il corridoio.

«Non così in fretta signor Potter e signor Weasley».

Una voce alle loro spalle li bloccò.

I due, colti sul fatto, si voltarono lentamente con aria colpevole.

«Vi siete persi? È curioso come certi studenti, giunti al loro sesto anno di studio, riescano ancora ad arrivare in ritardo alla lezione. Anche se parlare di "ritardo" è un eufemismo dal momento che siete giunti a lezione conclusa» rimproverò la professoressa con finto sarcasmo.

«Le chiediamo scusa professoressa McGranitt» avanzò Ron.

«In sei anni ho sentito queste parole uscire dalle vostre bocche fin troppe volte. Mi auspico che questa sia l'ultima» disse in risposta la signora. «In ogni caso, signor Potter, suppongo che io e lei dovremmo fare una chiacchierata.. Lei sa a cosa mi riferisco» aggiunse invitandolo ad entrare in aula.

Elisabeth tirò un sospiro e lanciando un'occhiata all'amico Ron, entrò in classe seguita dalla professoressa.

"Non avrei mai pensato di provare nostalgia per la mia vecchia scuola.." pensò la ragazza appoggiandosi a uno dei banchi in prima fila pronta ad ascoltare la ramanzina.

La McGranitt, nel frattempo, si accomodò in silenzio alla cattedra.

Elisabeth la osservò.

Aveva una aspetto piuttosto severo. Portava un paio di occhiali squadrati e indossava un mantello color smeraldo. I lunghi capelli grigi erano raccolti a chignon sotto un grande cappello - anch'esso smeraldo - a punta.

Abbigliamento a parte, le ricordava moltissimo la professoressa Giggs con la quale aveva litigato poco prima del termine delle lezioni - nella scuola del suo mondo - procurandosi così la bocciatura.

«Signor Potter, mi sta ascoltando?» chiese l'insegnante non avendo risposta dall'alunno.

Elisabeth tornò in sé. Ovviamente non aveva ascoltato una parola.

«Mi scusi. Temo di non sentirmi molto in forma in questi giorni» rispose.

La donna si avvicinò e con fare materno le appoggiò una mano sulla spalla. Elisabeth ne fu sorpresa.

«Harry. Caro. Sono davvero desolata per quello che è successo lo scorso anno.. La morte di Sirius è stato un duro colpo.. Per tutti noi» disse con un tono pacato che lasciava trasparire tutta la sua comprensione. «Posso solo immaginare come tu possa sentirti ora».

Elisabeth notò come quell'aria severa avesse lasciato spazio a un'immagine estremamente protettiva della donna. Talvolta le persone nascondono un'anima estremamente diversa da quella che cercano di far trasparire.

«E il fardello che ti è stato affidato dal destino, è davvero troppo pesante e ingiusto per un ragazzo della tua età. Ma ciò che voglio che tu sappia è che non sei solo in questa guerra. Voldemort non vincerà. Questa è una promessa» aggiunse appoggiando entrambe le mani sulle sue spalle.

Elisabeth non capì a fondo il senso di quelle parole. Anzi, non lo capì affatto, eppure - senza riuscire a spiegarsi il perché - si senti commossa e rincuorata da quel gesto e da quello sguardo carico di affetto.

Sapeva benissimo che quella donna non stava parlando di lei. Stava parlando di eventi, fatti e persone che non l'avevano vista coinvolta. Eppure sentiva che quelle parole le avevano toccato il cuore.

La ragazza non riusciva a spiegarselo, era successa la stessa cosa con Piton, sebbene le emozioni provate fossero estremamente diverse e opposte a queste.

Elisabeth la ringraziò con lo sguardo.

La professoressa quindi annuì e si ricompose assumendo nuovamente quell'aria fintamente rigida.

«Ora, tornando a noi. Sebbene io possa capire il difficile momento che stai attraversando, non posso ignorare il mio ruolo di vice-preside nonché quello di direttrice della Casa dei Griffondoro. E accadimenti gravi come quello avvenuto ieri con il professor Piton non possono passare inosservati» disse.

Tirando un sospiro continuò: «Mio malgrado mi vedo costretta a togliere 1000 punti alla tua casa che, considerando l'anno appena iniziato, partirà con un punteggio negativo».

La sedicenne non sapeva nemmeno cosa volesse dire.

«Infine, sebbene mi costi un enorme sforzo, ho deciso di accogliere la richiesta del professor Piton di sospenderti dalle partite di Quidditch fino a data da definirsi» concluse.

Partite? Elisabeth, qualunque cosa fosse questo "quidditch", si sentì sollevata. In un certo senso non le sembrarono delle "punizioni" così gravi.

Si limitò ad annuire. Se c'era una cosa che aveva imparato in quei due giorni era che doveva parlare il meno possibile. Ogni parola fuori posto avrebbe potuto far saltare la sua copertura con chissà quali conseguenze.

Se questo fosse successo cosa avrebbe potuto dire? Qualcosa del tipo "no sapete, nella realtà il vostro mondo non esiste. A dir la verità non esistete nemmeno voi, non siete altro che personaggi di uno strampalato libro all'interno del quale mi sono trovata". Le venne la nausea al solo pensiero.

«Naturalmente, il professor Piton, si è riservato di scegliere personalmente la sua punizione. Ti aspetterà ogni sera, per il prossimo mese, alle 20 nel suo ufficio. Purtroppo non ho altri dettagli, in ogni caso non sei nuovo alle sue punizioni quindi immagino tu sia ormai preparato» aggiunse la McGranitt. «Bene, credo sia tutto. Puoi andare»

Elisabeth annuì nuovamente e si avviò verso la porta.

---

La professoressa le aveva parlato di una guerra e per l'ennesima volta aveva citato quel nome.. Voldemort.

"Certo che la scrittrice si è sbizzarrita. Un nome normale non lo poteva scegliere?" pensò Elisabeth tra sé e sé.

Elisabeth guardò l'ora.

Per l'ennesima volta aveva mancato una lezione, Storia della Magia era già iniziata da parecchio. Questa volta, almeno, non se l'era persa per colpa sua.

Si fermò dubbiosa a riflettere.

"Forse dovrei... Mmh.. Al diavolo! Fatto 30, posso fare anche 31"

Elisabeth cambiò direzione e si avviò verso la biblioteca. Si ricordava di esserci passata davanti il giorno prima assieme a Hermione. L'amica l'aveva praticamente stordita elencandole tutti i libri che stava leggendo, dalle letture che classificava come "leggere" a quelle più pesanti. Ci erano voluti 20 minuti buoni per elencarli tutti.

"Sarà anche una cara ragazza" pensò "ma a volte mi fa sentire esausta tanto quanto dopo aver seguito 7 ore di matematica avanzata.."

Elisabeth giunse infine davanti al portone. Lo aprì, ed entrò.

Ciò che le si presentò davanti fu qualcosa d'immenso.

La biblioteca occupava quasi un intero piano.

Un'infinità di scansie e scaffali occupavano l'intero spazio. E tanti libri. Libri ovunque. Libri di ogni tipologia e dimensione.

La ragazza rimase qualche secondo ad osservare con stupore un qualcosa che in una scuola normale, o meglio reale, non avrebbe mai potuto vedere.

Poi entrò nell'atrio.

Individuò subito la bibliotecaria e, certa che da sola non avrebbe mai trovato ciò che cercava, si avviò con passo deciso.

«Buongiorno..» accennò.

La signora, da dietro il tavolo, alzò lo sguardo osservandola di traverso, da sopra gli occhiali.

«Io.. Mmh.. Avrei la necessità di accedere all'archivio storico dei giornali..» iniziò Elisabeth. «Per una ricerca» aggiunse.

La bibliotecaria la guardò incerta.

«Non dovresti essere a lezione?» rispose con un tono acido.

La ragazza non si fece abbattere e rispose a tono: «se avessi lezione sarei a lezione, non crede? Questa è la mia ora libera».

Tutti gli studenti avevano nel corso della giornata almeno un'ora libera. La signora non poteva ricordarsi certamente il calendario delle lezioni di tutti.

La bibliotecaria ci pensò qualche secondo, ma poi acconsentì. «L'archivio è da quella parte, in quella stanza» disse scocciata indicando una porticina nascosta da una scansia. «Ecco le chiavi».

Elisabeth le prese e, ringraziando, si avviò.

Dopo aver aperto la porta entrò.

Un altro spazio immenso le si mostrò davanti.

Migliaia e migliaia di giornali erano ordinati su centinaia di mensole, scansie e armadietti.

Al centro della stanza un enorme tavolo.

"Bene, e ora come trovo quello che cerco?" si chiese.

Poi si accorse della targhetta a lato della porta.

[Per estrarre i giornali relativi un determinato argomento utilizzare l'Incantesimo di Appello "Accio". I giornali verranno ordinati cronologicamente sul tavolo al centro della stanza]

Incantesimo?

Elisabeth, da quando era arrivata in quello strano mondo, non aveva mai lanciato incantesimi. O meglio, non li aveva mai lanciati in modo consapevole. Ripensò a ciò che era successo il giorno prima con Piton. Le parole "corpus protego" le erano uscite di bocca senza che lei se ne rendesse conto. Da dove le aveva pescate? Era certa di non averle mai sentite nel corso della giornata.

Sbuffò.

«Ok, sarà meglio che mi concentri» disse.

Afferrò la bacchetta dalla tasca del mantello, e la strinse con entrambe le mani.

Provò nuovamente quella strana sensazione di completamento che aveva già avvertito il giorno prima. Si senti improvvisamente più sicura.

Prese un respiro e, pensando all'argomento, pronunciò ad alta voce «ACCIO!».

Si guardò intorno.

Non era successo nulla.

«Dannazione, possibile che non ci sia niente a riguardo?»

Rilesse con attenzione la targhetta.

«E se... Mmh..»

Prese un altro profondo respiro, e questa volta con maggiore convinzione pronunciò: «ACCIO HARRY POTTER!»

Il fragoroso rumore dovuto al forte fruscio generato dai giornali riempì quella silenziosa stanza.

Centinaia e centinaia di pagine volarono, come un turbine, tra quelle mura. Tanto che Elisabeth dovette fare un paio di passi indietro per non essere travolta.

All'improvviso tutto si fermò.

Centinaia e centinaia di pagine erano disposte ordinatamente sulla scrivania centrale.

Elisabeth prese coraggio e si avvicinò.

Il suo sguardo si posò sul primo giornale.

Le immagini "vive e animate" non furono sufficienti per distrarla dalla lettura del titolo del primo articolo che le si presentò davanti.

La ragazza sgranò gli occhi.

Nonostante sentì le gambe cedere per lo shock sotto di lei, non riuscì a distogliere lo sguardo da quelle parole.



--- Fine Capitolo 9 ---


** Finalmente stiamo entrando nel "vivo" della storia, ed Elisabeth sta per scoprire tutta la verità sul passato del tuo alter ego... come la prenderà? ^^
Attendo i vostri commenti! Nel frattempo un grosso grazie a tutti coloro che continuano a leggere e recensire, grazie grazie grazie ^^ **


   
 
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