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Autore: elieli9090    14/05/2012    5 recensioni
cosa sarebbe successo se Draco Malfoy ad undici anni fosse stato smistato a Grifondoro anzichè a Serpeverde? Come sarebbe stato il suo rapporto con Harry e Ron? e soprattuto con Hermione?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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CAPITOLO 12

Il freddo aveva cominciato a ritirarsi e la primavera a farsi avanti lentamente. La neve si sciolse lentamente sotto il sole di marzo. I fiori spuntarono a mazzetti nel parco della scuola tingendo il prato di mille colori sgargianti. Sugli alberi nacquero nuove foglie che andarono a ricreare le fronde delle possenti querce. La Pasqua si avvicinava a passi da gigante e con essa anche gli esami sembravano terribilmente più vicini. Mancavano poche settimane ai MAGO e la pressione iniziava a farsi sentire per tutti, qualcuno dava già i primi segni di cedimento. Le vacanze Natalizie parevano finite da pochissimo che iniziarono quelle di Pasqua.

Nemmeno un ricovero in infermeria aveva potuto tenere Hermione lontana dalla biblioteca. Figuriamoci quindi se le vacanze pasquali erano in grado di riuscire nell’impresa. Draco le aveva portato del cioccolato ma era stato sbattuto fuori dalla Pince che aveva urlato come se avesse lasciato liberi degli Schiopodi Sparacoda particolarmente irritati ed esplosivi. Ma la cosa peggiore era che lei non gli parlava. Cioè non mutismo assoluto, ovviamente, ma sembrava proprio che lo stesse evitando accuratamente. Si sedeva accanto a Neville a quasi tutte le lezioni eccetto Pozioni (Neville era ancora una frana nonostante tutti i progressi nelle altre materie) e stava in sala comune solo quando era agli allenamenti di Quiddich. Evitava accuratamente l’infermeria dopo la figuraccia che avevano fatto lei e Draco e si sentiva morire d’imbarazzo ogni volta che incontrava madama Chips.

Tutti si erano accorti di quella lontananza che si era venuta a creare tra i due. Ron diceva a chiunque restasse ad ascoltarlo che sapeva dal principio che Draco ed Hermione non erano fatti per stare insieme perché era ancora innamorata di lui. Lavanda spalleggiava il suo fidanzato sgridando chi, alle spalle del giovane Weasley rideva alla sua presunzione. Calì, al braccio di Cormac Mclaggen, raccontava invece di come avesse scaricato Draco Malfoy e di come lui avesse cercato di farla ingelosire con Hermione Granger finché lei non aveva scoperto di essere solo un ripiego. Ginny faceva la misteriosa, come chi sa tutto e non può dire niente anche se in realtà ne sapeva come tutti gli altri. Harry non si pronunciava. Rimaneva in silenzio a guardare lei che studiava in maniera febbrile, come quando l’aveva scaricata Ron e lui che mancava una Pluffa dietro l’altra agli allenamenti. Soltanto Neville aveva cercato di far ragionare i due, naturalmente in sedi separate, ma non aveva avuto successo. Quei due non si volevano parlare. O meglio, Hermione non gli voleva parlare. Draco era soltanto troppo orgoglioso per supplicarla.

Ma ora si sfiorava il ridicolo. Draco camminava veloce per raggiungere la biblioteca. Era decisamente stufo di essere ignorato. Le avrebbe parlato con la forza, niente suppliche. Solo un po' di sana violenza assolutamente non dolorosa. Semplicemente l’avrebbe costretta a parlare con lui.

Hermione camminava curva sotto il peso di tanti libri diretta in biblioteca (di nuovo!) quando Draco l’afferrò per un braccio trascinandola nella classe vuota di Antiche Rune.

“Draco ma sei impazzito?”

Draco, indeciso tra la voglia di strangolarla e di saltarle addosso per baciarla tutta, scoppiò in una risata sarcastica, di quelle che di solito riservava solo ad Harry e Ron o a qualche ragazzo di Serpeverde.

“Ah io sono impazzito?”

“Mi hai fatto male trascinandomi in quel modo!”

“Anche tu mi hai fatto male quando mi hai detto ti amo e poi hai smesso di parlarmi da un minuto all’altro.”

Hermione aprì la bocca per ribadire ma non seppe trovare le parole. Come poteva spiegare cosa l’aveva spinta a ritrattare, non con le parole ma con i fatti, quella dichiarazione d’amore che le era uscita dalle labbra prima che lei fosse in grado di fermarla. Non aveva mai avuto a che fare con un sentimento così forte da non poterlo trattenere.

“Ora voglio sapere perché stai scappando da me!”

“Non te lo so spiegare.”

“Provaci accidenti!”

Gli occhi di Hermione si riempirono di lacrime nel vedere la rabbia nello sguardo fiammeggiante di Draco.

“Oh non metterti a piangere!” Sbottò Draco arrabbiato e terribilmente spazientito dal comportamento di Hermione che lo faceva uscire di testa con tutte quelle indecisioni.

“Non sto piangendo!” urlò a sua volta Hermione asciugandosi una lacrima traballante dall’occhio sinistro. “E non urlare con me!”

“Io urlo quanto mi pare e piace!”

“Non ti permettere!”

“Non darmi ordini!” Draco era arrabbiato come mai in vita sua. Come mai in vita sua con lei. O con qualunque altra ragazza a dire il vero.

“E non trattarmi come una bambina!” Anche Hermione stava urlando. Le discussioni con Ron, anche le più feroci, erano solo delle chiacchierate amichevoli rispetto ai toni che stava prendendo la litigata con Draco.

“Ti tratto come una bambina perché tu ti comporti come una bambina! Smettila di avere paura dei tuoi sentimenti! Smettila di nasconderti dietro un dito! Tu mi ami! Lo so che mi ami. Smettila di negarlo! Smettila di avere paura!!”

“Tu… significa solo che… non hai capito niente!”

Draco le si avventò addosso. Hermione per un attimo ebbe paura che volesse colpirla e fece per ritrarsi. Draco le prese il viso tra le mani e la baciò. Con furia e rabbia. Una rabbia cieca e sorda che non ammetteva nessuna replica. Hermione gemette quando Draco la forzò ad aprire le labbra con la lingua. Le morse il labbro inferiore ed entrambi sentirono il gusto ferroso del sangue. Hermione restituì il morso e liberò le mani sul corpo del ragazzo. Lo strinse alla vita incollandoselo addosso sentendo che, all’improvviso, i vestiti erano di troppo. Con un’audacia che non le apparteneva prese a trafficare con la cintura di lui.

“Hermione… no…” provò a sussurrare lui staccando senza convinzione le labbra da quelle bollenti e morbide di lei. Mai bocca femminile era stata più invitante di quella. Il profumo che emanava quella ragazza lo mandava in estasi.

Hermione non lo ascoltò ricominciò a baciarlo, succhiandogli il labbro inferiore. Gli tolse la camicia dai pantaloni.

“Hermione dai…”

La ragazza cominciò a slacciare, ad uno ad uno, tutti i bottoni della camicia con lo stemma di Grifondoro. Mordicchiò le labbra di Draco, intrufolando la lingua nella bocca di Draco, così calda e accogliente. Fatta apposta per essere baciata ancora e ancora, per tutta la vita.

“Hermione…”

“Sta zitto!” Un ordine abbaiato con voce roca, il desiderio ben udibile nel timbro basso della voce di solito squillante di Hermione. Non aveva nessuna voglia di parlare con lui. Voleva solo che ricominciasse a baciarla. 

Hermione aprì la cintura di cuoio nero e si dedicò al primo bottone dei pantaloni. La lussuria le impediva di fermasi, il cervello momentaneamente era scollegato, incapace di formulare un solo pensiero razionale. La voglia di sentire la pelle nuda sotto le sue dita era alle stelle. Dal canto suo Draco sapeva che doveva fermarsi, perché Hermione non era pronta. Sapeva che si sarebbe pentita. E sapeva anche che l’aula polverosa di Antiche Rune non era il posto ideale per la prima volta con la ragazza che amava.

Hermione, aperto il primo bottone, dedicò tutta la sua attenzione al secondo. Lasciò le labbra di Draco per cominciare a baciarle e morderle il collo.
 “Hermione basta!” Draco le afferrò i posi e l’allontanò da sé mandandola a sbattere contro la parete.

L’ultima cosa che vide il ragazzo furono le lacrime sulle guance di Hermione mentre la ragazza scappava come una furia dall’aula.
 
 
  
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