Quattro giorni prima della fine del mondo
Il locale era stretto e la gente entrava a fatica. Si potevano avvistare gonne e leggins, e qualche coscia scoperta che inchiodava gli uomini.
Pioveva e la gente si era rintanata dentro per non infangarsi né bagnarsi inutilmente.
Demetra danzava senza seguire la musica, la sua minigonna di seta si alzava al passaggio di ogni individuo, facendo intendere che sotto non c'era niente di nascosto.
Non lasciava spazio all'immaginazione.
Le sue amiche ridevano, ma lei pensava a come sembrare attraente per ogni uomo del locale, anche per il più disgustoso.
I cocktail coloravano l'aria oscura del pub, e i flash delle macchine fotografiche immortalavano gente a morire e momenti da dimenticare.
Demetra quella sera voleva qualcuno di sua conoscenza.
Uscì dal pub e si era dimenticata di quanto fosse piccolo quel pianeta.
Poteva accorgersi dell'incurvatura e l'effetto gravitazionale era strambo.
Aveva vissuto solo qualche anno sulla Terra e attualmente si trovava su Percors, ma ancora non si era abituata alle forme buffe di questo bizzarro pianeta.
Osservò la Terra e si domandò cosa stessero facendo i suoi amici terrestri.
Si accese una sigaretta e la aspirò quasi tutta in un colpo.
Era preoccupata per le voci che circolavano.
Chiuse gli occhi. Una mano le afferrò la spalla. Sobbalzò.
Era Saraceto.
Lei fece per salutarlo, ma lui le posò un indice sulle labbra, infilò una mano in tasca e inserì il contenuto nella bocca di Demetra, che era inerme.
La testa di Demetra iniziò a dondolare. Poi ci fu un black-out.
- Hai sentito?- Chiese Saraceto.
Bum. Bum. Bum.
- Hai sentito?- Ripetette.
- Cosa?-
- Terminano il programma.-
- Sono solo dicerie.-
Guardarono in alto, riuscivano a vedere le luci della notte terrestre.
La terra scoppiò. Frammenti arrivarono a cadere anche vicino al piede di Demetra, e Saraceto fu schacciato.
Chiuse gli occhi. Li riaprì.
La terra era ancora lì.
Cominciavano le allucinazioni.
- Come faranno?- chiese lei.
- Solo Dio questo lo sa.-
Silenzio. La testa di Saraceto scoppiò. No. Era ancora lì.
- Il tuo soggetto come si chiama?- Chiese senza curiosità lei.
- E' un segreto.
- A me è andata bene.
- Sì?- Domandò Saraceto senza nascondere la sua curiosità.
- Diciamo che qui lo conoscono tutti.-
- Ma ci pensi?-
Silenzio.
Demetra si sentì svenire.
- Ma ci pensi?- ripetette Saraceto.
- A cosa?-
- A noi, Angeli Custodi- Si interruppe – E' strano.
- No, non lo è.- Rispose lei.
Dopo qualche secondo di silenzio lei si risvegliò da un sonno effimero.
Vedeva tutto giallo e sfocato.
Afferrò per il colletto Saraceto e disse:
- Offrimi un drink e poi fottimi.-