Serie TV > JAG
Segui la storia  |       
Autore: Alexandra e Mac    27/05/2012    2 recensioni
La ormai famossisima puntata conclusiva di JAG ha lasciato un po' a tutti l'amaro in bocca...
E' ciò che ci ha spinto, poco dopo aver visto la puntata in anteprima nella versione originale americana, a tentare di mettere per iscritto la nostra personale versione di "Fair Winds and Following Seas"...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Somewhere over the Rainbow

by

Alexandra

“Ehi, sei arrivato, finalmente!”.

“Credevi che non sarei venuto?”

“Sei in ritardo, come al solito.”.

“Di poco…”.

“Sai bene che quando si attende qualcosa il tempo sembra non passare mai.”.

“Neanche per il tuo orologio interno?”

Sorrido, dolcissima: “Ti aspettavo…”.

“Avevamo un patto, ricordi?”.

“E tu mantieni sempre i patti, vero?”

“Non l’ho fatto anche l’altra volta?”

“Con un anno di ritardo. Arrivare in ritardo è una tua specialità.”.

“Ma non per colpa mia, quella volta. Quando finalmente ho potuto fare ciò che desideravo, siamo stati rapidi. Anche se non eravamo più single…”.

“Devo contraddirla, avvocato!”

“Hai ragione: non eravamo ancora sposati.”.

“Già… ad ogni modo devo concedertelo: quando ti metti in testa qualcosa, la ottieni sempre.”.

“Ti dissi anche l’anno prima che se avessi voluto un figlio, sarei stato felice d’esser io il padre.”.

“Lo ricordo, come se fosse ieri. In quel momento ero distrutta. Mai avrei immaginato che sarei riuscita a diventare madre con solo il 4% di probabilità di restare incinta.”.

“A quei tempi non ti fidavi ancora di me, vero?”

“Mmh… avrei dovuto? Era stata una continua fuga, la tua.”.

“Non direi. Non dal Paraguay. Prima posso darti ragione, ma non dopo. Dopo sei stata tu a fuggire, mettendoti con Webb.”.

“Mi hai odiato, vero?”

“Non ti ho mai odiato, Mac. Odiavo come mi sentivo a sapervi insieme. E’ diverso, molto diverso. E poi non mi fidavo di lui, sapevo che ti avrebbe fatto soffrire.”.

“Lo hai fatto anche tu…”.

“Lo so, ma mai per anteporti la carriera. Perché avevo paura di te, di quello che mi facevi provare.”.

Sorrido e ti sfioro il volto con una mano; ho sempre saputo che ti turbavo, prima ricordandoti Diane e poi facendotela scordare, mentre poco alla volta ti stavi innamorando di me. Per questo, per te, era più semplice amare altre donne… perché non rappresentavano uno dei tanti fantasmi della tua vita.

Lo sapevo, ma a quei tempi faticavo ad accettarlo perché ti volevo con tutta me stessa. Ti ho sempre voluto, anche quando stavo con altri uomini. Forse, proprio in quei momenti, addirittura di più.

“In compenso, dopo quel bacio che mi hai dato prima che 5489 miglia rischiassero di separarci per sempre, hai ampiamente riscattato 9 anni di attese e tormenti! In 12 ore hai realizzato tutti i miei sogni, mantenendo fede anche al nostro patto.”.

“Sai che la ricordo ancora la nostra prima volta insieme? La ricordo come se fosse accaduto tutto soltanto ieri. Eri bellissima, finalmente nuda tra le mie braccia… Sapessi quante volte ti avevo immaginato così…”.

“Avvocato, non ha più l’età per pensare a certe cose!”

“Penso in continuazione a ‘certe cose’, quando ti sono vicino!”.

“Per quello, anch’io! E’ diventata una costante della mia vita! Prima perché avrei dato non so quanto per essere tra le tue braccia. Poi perché, dopo averlo sperimentato, non ho più potuto farne a meno.”.

“E’ sempre stato bellissimo, tra di noi.”.

“E’ vero. Ma quella volta, nel tuo vecchio appartamento in North of Union Station, è stato speciale.”.

“Anche se eravamo attorniati da scatoloni e su di un letto senza neppure le lenzuola?”.

“Per non parlare del divano…”.

“O del pavimento!” I tuoi occhi ammiccano maliziosi.

“Quello è successo dopo, al ritorno da Mc Murphy. Ricordo che non riuscivi a tenere le mani a posto neppure mentre guidavi…”.

“Quell’abito rosso che indossavi mi stava facendo impazzire.”.

“Per questo, appena entrati in casa, non hai impiegato tre secondi a levarmelo?”

Sul tuo volto compare un sorriso divertito, al ricordo di come ci spogliammo con frenesia prima di fare l’amore sul pavimento, travolti dall’urgenza di riassaporare la passione e il desiderio che ci avevano uniti soltanto poche ore prima.

“Ricordo che anche tu avevi fretta, con la mia divisa di gala!”.

“Tutti quei bottoni… per non parlare della fascia alla vita… Mentre eravamo al pub con gli altri, meditavo sul modo più rapido per togliertela.”.

“Non me lo hai mai detto!”

“Non me lo hai mai chiesto.”.

“Prima o dopo il lancio della moneta?”

“Prima! Dopo eravamo entrambi troppo intenti a fermare Bud.”.

“Hai ragione. Hai rimpianto qualche volta la decisione di non affidarci al destino?”.

“No, mai. E tu? Era stata tua l’idea. Perché poi l’hai cambiata?”.

“Non lo so. Diverse volte, in questi anni, me lo sono domandato, ma non ho mai trovato una vera risposta. Forse l’unica plausibile è che mi sono reso conto all’improvviso d’amarti davvero tantissimo, al punto di poter rinunciare senza rimpianto alla mia carriera.”

“Lo avevi già fatto una volta…”.

“E’ vero. E tu, Mac? Perché cambiasti idea?”

“Per il tuo stesso motivo: non volevo che fossi tu a rinunciare ed ero disposta a seguirti in capo al mondo pur di stare con te.”.

“Ti è mai venuta voglia di domandare a Bud chi aveva vinto?”

“Sì, più di una volta. Ma non gliel’ho mai chiesto.”.

“Anch’io sono stato tentato di chiedere, ma poi ho rinunciato. Del resto non era più importante.”

“In fondo non lo è mai stato. Londra o San Diego? Che importa sapere cosa ci aveva riservato il destino? Siamo stati felici così, come abbiamo scelto noi di vivere. Qualunque fosse la nostra scelta o quella del destino, l’importante era stare assieme. Hai avuto rimpianti per la decisione che abbiamo preso alla fine?”

“No, e tu?”.

“Nessuno. La mia vita è stata bella così com’è stata. Ad ogni modo, tornando a quella sera e alla tua divisa: ho dimenticato qualunque moneta, qualsiasi decisione, persino i disegni del destino, non appena siamo saliti in macchina e hai iniziato ad accarezzarmi le gambe!”.

“Lo spacco di quel vestito mi intrigava molto…”.

“Dobbiamo allo spacco del mio abito, allora, se oltre a rispettare il patto, lo hai persino raddoppiato?”.

Mi abbracci provocante: “Sei tu che temevi che avessi promesso e non mantenuto. Due gemelli erano il minimo che potevo regalarti, dopo il ritardo di un anno sulla scadenza del patto!”.

“La dottoressa aveva detto che certe cure avrebbero potuto facilitare i parti gemellari.”.

“Cerchi sempre di farmi abbassare le ali, vero?”.

“Tu non sai quanto ti ho amato, dopo aver saputo che ero incinta, e per di più di due gemelli.”.

“Vuoi dire che altrimenti mi avresti amato meno?”.

“No, sciocco! Ma quello è stato il dono più prezioso che potessi farmi.”.

“Anche tu. Adoro i nostri figli, lo sai. Quasi quanto adoro la loro madre.”.

“Sono due ragazzi meravigliosi.”.

“Ragazzi? Sono un uomo e una donna fatti, ormai!”.

“Hai ragione. Ma io li vedo sempre come i bambini che sono stati… Ricordi com’erano discoli?”.

“Non mi ci far pensare!”.

“Avresti mai immaginato che anche in questo il nostro patto si sarebbe avverato? Nostra figlia assomiglia a te, ma ha la mia intelligenza e il mio carattere tranquillo.”.

“Tranquilla tu? E poi il colore degli occhi è tuo…”.

“Lo so, mi ha sempre rimproverata per quello! Dice che è un’ingiustizia che suo fratello, che assomiglia a me, tuttavia ha il tuo colore degli occhi. Oltre al tuo carattere impetuoso e alla tua intelligenza, ovviamente. Dice che avrebbe dovuto avere lei gli occhi chiari come i tuoi, visto che è quella dei due che assomiglia più a te, così avrebbe potuto fare strage di cuori!”.

“Più di quello che ha già fatto?”.

Sei buffo, ogni volta che pensi a tua figlia a letto con un uomo… l’avresti voluta sempre bambina e sempre e solo innamorata di te.

“E’ stata dura, vero?”

“Peggio del mio naufragio in mare! O peggio di quando misi il piede su quella bomba!”

“Il problema sta nel sorriso: entrambi i nostri figli hanno ereditato il tuo. E io so bene cosa significa…”.

“Davvero?”.

Ed eccolo, quel sorriso che mi ha sempre fatto sciogliere le gambe e andare il cuore in gola! Lo sfoderi anche ora, sapendo perfettamente quanto lo adoro.

“Nostro figlio e nostra figlia hanno imparato molto presto ad usarlo per farmi cedere. E per sedurre i poveri rappresentanti del sesso opposto!”.

“Mi domando da chi avranno imparato…”.

“Già, chissà da chi?”.

“Sono speciali. Mi mancano, sai? Mi sono mancati molto.”.

“Lo so…”.

“Mancano anche a te?”

“Tantissimo, anche se li ho appena lasciati.”.

“Ce la faranno, Mac. Stai tranquilla.”.

“Lo so, sono forti. Eppure, se penso a loro, sento una morsa allo stomaco e un acuto dolore al petto…”.

“E’ il tuo cuore.”.

“E’ successo così anche a te?”.

“Più o meno, credo. Ricordi cosa dissi al medico?”.

“Sì, lo ricordo. Scherzando dicesti che il tuo cuore era ridotto tanto male perché aveva lavorato troppo, ad amarmi per oltre 35 anni. Il dottore sorrise.”.

“Già… soprattutto quando tu ribattesti che avrebbe dovuto auscultare il tuo e sentire com’era ridotto, perché nel tuo caso si dovevano aggiungere altri 9 anni di pene d’amore!”.

“Che faccia, che fece! E i nostri figli? Ricordi che cosa gli dissero?”.

Non faccia caso a loro, dottore. Sono famosi per voler sempre primeggiare l’uno sull’altra e per punzecchiarsi in continuazione!”.

“Ci conoscono bene, Harm. Il bello è che ci assomigliano tanto ma, a differenza nostra, loro sono sempre d’accordo su tutto.”.

“Ma anche noi siamo sempre stati d’accordo su tutto!”.

“Oh, certo! Quando io la penso come te. Oppure quando riesci a convincermi a pensarla alla tua stessa maniera!”.

“Vedi che siamo sempre d’accordo?”.

Come si fa ad avercela con te quando sfoderi il tuo sorriso e quella faccia da schiaffi?

“Hai sempre adorato punzecchiarmi, vero?”.

“Sempre. Fin dalla prima volta che ti ho vista!”.

“Comunque è bello vedere i nostri figli tanto uniti.”.

“Hai ragione, Mac. E’ bello.”

Fai una pausa e poi, finalmente mi rivolgi la domanda che credevo mi avresti fatto appena arrivato: “Cos’hai tra le mani?”.

“La nostra foto.”.

“Quella dell’Afghanistan?”.

“Sì.”.

“Vuoi dire che l’hai tolta dalla parete di casa nostra? Pensavo che non lo avresti mai fatto.”.

“No. Quella originale l’ho lasciata al suo posto. Ne ho fatta fare una copia quando ho capito che si stava avvicinando il momento… Volevo averla con me.”.

“Perché?”

“Cosicché potessero capire dove stavo andando…”.

“Credi che non lo sappiano?”.

“Sì, lo sanno. Ma volevo esserne sicura. E, soprattutto, voglio che sappiano che saremo insieme. Che sei venuto a prendermi, come mi avevi promesso.”.

“Ti amo, Sarah.”.

“Sarah? Lo sai, vero, che è ben la seconda volta in tutta la mia vita che dici ‘Ti amo Sarah’ ?”

“Per me tu sei sempre stata Mac. Ma sia durante la prima volta che facemmo l’amore, sia ora, voglio che tu sappia che amo proprio tutto, di te: l’amica, la compagna di tante avventure, ma soprattutto la Donna. Anche allora volevo che sapessi che non avevo più paura di quello che rappresentavi…”.

Ricordo tutto: anche quella volta me lo dicesti. E anche allora, proprio come mi sta accadendo in questo momento, i miei occhi si riempirono di lacrime.

“Ti amo, Harm. Ti ho sempre amato tanto…”.

Con il tuo solito gesto del pollice, tenero e dolcissimo, mi asciughi le lacrime, esattamente come facesti tanti anni fa.

“Dammi la mano.”.

“E’ ora, vero?”.

“Sì, dobbiamo andare. Sei pronta?”.

“A seguirti? Certo, come sempre.”.

“Hai paura?”.

“Un po’. Ma so che ci sarai tu, con me.”.

“Non ti lascio, Mac.”.

“Dove mi porti?”.

“Lassù…” e mi indichi una luce chiara, abbagliante, ove in lontananza si intravede un gioco di colori.

“Sembra bello.”.

“Lo è, fidati.”.

“Mi sono sempre fidata di te, lo sai. Ci pensi, Harm? Noi due, insieme per sempre…”.

“Ce la farai a sopportarmi?”.

“Ho avuto un buon addestramento. E tu?”.

“Anche se non sono un Marine, credo che riuscirò a resistere! E poi ho già volato con te…”.

“Non mi ci far pensare!”

“Questa volta non ci saranno incidenti. E’ una promessa.”

“Per te è un po’ come tornare ai vecchi tempi, non è vero?”.

Non serve neppure che mi rispondi: te lo leggo negli occhi che sei felice. Ed è bello saperlo. E’ consolante.

Tu hai sempre desiderato essere libero in cielo e ora lo sei. E fra pochi attimi lo sarò anch’io, con te.

Ti porgo finalmente la mano e nel prendermela la stringi forte, per farmi capire che andrà tutto bene.

“Sarà meraviglioso, amore. Insieme per sempre. Lassù… da qualche parte oltre l’arcobaleno.”.

 

 

The End

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > JAG / Vai alla pagina dell'autore: Alexandra e Mac