045. Awakening
Risveglio
“E svegliarsi la mattina, / con la voglia di
parlare solo con te / e non è niente di speciale / ma questo mi fa stare bene”,
Svegliarsi la mattina, Zero Assoluto.
Non era stato facile abituarsi all’inizio.
Soprattutto perché Roy negli ultimi, diciamo cinque anni non è che avesse
proprio dormito come ogni essere umano è solito fare: su letto, di notte. Lui
dormicchiava, pisolava, riposava gli occhi dove capitava. Di solito sulla
poltrona del suo ufficio, ma anche su uno dei divani. D’estate trovava
particolarmente rilassante andare a imbucarsi sotto la chioma frondosa di un
bell’albero e appisolarsi.
Le sue pennichelle non duravano mai più di un paio
d’ore, perché c’era sempre qualcuno –un certo Tenente- che ci metteva veramente
poco a scovarlo, scuoterlo e rispedirlo a lavorare.
In casa Mustang il letto era un oggetto di
arredamento con lo stesso scopo e uso del candelabro d’argento della prozia
Dorothea: nessuno.
Il divano andava benissimo lo stesso per
schiacciare un pisolino.
Ma quando lui e Riza avevano cominciato a convivere,
si era dovuto convertire al letto.
Il cambiamento non era stato poi così drastico, e
anzi, la sua schiena già ringraziava. Era la povera Riza che aveva riscontrato
giusto un paio di difficoltà, che le aveva tolto il sonno nelle prime settimane
di convivenza.
Innanzitutto Roy parlava nel sonno; veri e proprio
comizi, romanzi a volte. E se non parlava, russava. Non forte, ma comunque
russava e Riza era abituata in casa a sua a dormire completamente avvolta nel
silenzio. Una volta era persino capitato che Roy parlasse e russasse insieme.
Un vero incubo! Terminato dopo una decisa e infastidita pedata sugli stinchi.
In secondo luogo, Roy si muoveva, soprattutto
quando non riusciva ad addormentarsi. Non faceva altro che rigirarsi
ingarbugliando le lenzuola.
Riza e la sua pazienza potevano sopportare il
blaterale, il russare, il muoversi e l’imbozzolarsi come un bruco; ma ciò che
proprio non tolleravano era l’invasione degli spazi.
Avevano un letto matrimoniale e lui ultimamente
aveva sempre e solo dormito su divani e poltrone. Allora, com’era possibile che
ogni notte si appropriasse di tre quarti del materasso? Uno che dorme sui
divani si suppone che riesca a starsene bello pacifico sulla sua metà di letto.
Invece no. Una notte Riza era quasi caduta. Lei, nemmeno da bambina era mai
caduta dal letto. Eppure, ora era bastato l’arrivo di un uomo nella sua vita a
sconvolgere così le sue notti tranquille.
Alla fine, però, entrambi si erano riusciti ad
abituare alla nuova situazione e avevano anche iniziato a godersela appieno.
Era bello, dopo una lunga giornata di lavoro,
tornare insieme a casa, vivere le piccole gioie della quotidianità e, quando
finalmente giungeva il momento di andare a dormire, si coricavano
insieme, Riza a destra e Roy a sinistra.
Addormentarsi l’uno nelle braccia dell’altro li
faceva sentire completi. E per quanto le notti potessero essere agitate, era
sempre bello la mattina ritrovarsi insieme.
Riza si svegliava sempre per prima, alle sei e
trenta precise, senza bisogno di alcuna sveglia. Apriva gli occhi e si
ritrovava con il braccio di Roy che la cingeva, le punte dei loro nasi che si
sfioravano. Con delicatezza sgattaiolava via dall’abbraccio, come una gattina.
Il piccolo Hayate era il primo ad augurarle il
buongiorno con il suo scodinzolare gioioso, che subito veniva ripagato da una
bella grattatina dietro le orecchie e una buona dose di croccantini.
Roy, invece, aveva sempre bisogno che qualcuno lo
tirasse giù dal letto, il meno gentilmente possibile.
A volte era il profumo del caffè che sobbolliva a
svegliarlo, altre volte andava Riza a toglierli via le coperte esponendolo al
freddo della mattina.
Ma la maggior parte delle volte quell’ingrato
compito spettava al cane, che dopo essersi riempito la pancia saltava sul
materasso per intrufolarsi tra le lenzuola sgualcite. Con il naso umido
cominciava a dare qualche colpetto al nuovo padrone acquisito; tentativo
abbastanza inutile e troppo poco brutale. Infatti, poco dopo si vedeva
costretto a passare all’artiglieria pesante: insistenti slinguazzate sulle
braccia e sul viso.
Non proprio il migliore dei risvegli, ma trovare
Riza in cucina, il tavolo apparecchiato per la colazione per due… rendeva perfetta
la giornata appena iniziata in maniera tanto traumatica. E dire che non era nulla
di speciale. O forse sì…
NOTE FINALI:
Sarò sincera, inizilamente volevo scirvere qualcosa di talmente tanto angst, da farmi attorcigliare le budella dall'angoscia. Ma poi sono andata a comprarmi l'ultima metal box dei dvd di FMA Brotherhood... E' praticamente una settimana che me la coccolo e me la strapazzo. Ho visto i fatidici episodi RoyAi almeno sei volte e alla fine non potevo proprio scrivere nulla di triste. Solo tanto,tanto, tanto amore... e magari anche un briciolo di umorismo.
E siccome sono qui clandestinamente, visto e considerato che martedì ho un esamone e non sono preparata, vi lascio!
Au revoir, mes petites chéris! ♥