Infiltrarsi a Latveria non era certo come andare a prendere un caffé al bar.
Penetrare entro i confini della nazione senza dare nell'occhio sarebbe stato
difficile anche senza tirarsi dietro lo scudo di Capitan America e l'armatura di
Iron Man.
Fortunatamente, loro non erano persone comuni, pensò Tony con un certo grado di
soddisfazione.
Loro erano gli Avengers. Riuscivano dove gli altri fallivano. Arrivavano dove un
uomo normale non sarebbe mai arrivato. Perché loro erano...
- ...I signori Stark e Rogers?-
L' auto-celebrazione mentale di Tony venne bruscamente interrotta da una voce
metallica, che gli ricordò sgradevolmente Jarvis.
Voltò la testa, e con un vago senso di orrore, il suo sguardo incrociò quello
meccanico di una creatura robotica, che lo spiava dal finestrino di una lussuosa
automobile battente bandiera latveriana. Sentì Steve irrigidirsi al suo fianco.
Il robot uscì dalla macchina, e Tony resistette a stento all'impulso di
richiamare l'armatura e stenderlo con una raffica di raggi repulsori.
- Signori, il mio padrone, l'eminente Dottor Destino, mi ha mandato a
prelevarvi. Entrate nell' auto, prego.-
Tony e Steve si scambiarono un' occhiata.
Per quanto il tono di voce cortese del drone ricordasse quello di un
maggiordomo, le sue giunture rivelavano più armi e bombe di quante se ne
sarebbero trovate su una piccola portaerei statunitense. La minaccia era
implicita.
Dopo aver silenziosamente dibattuto se mandare al diavolo la diplomazia e dare
battaglia nel bel mezzo di una pubblica strada in territorio nemico sarebbe
stato più o meno rovinoso che camminare docilmente nelle fauci del leone, i due
Avengers si sistemarono con facce scure sui sedili posteriori dell' automobile.
***
L'automobile li portò a destinazione senza esplodere durante il tragitto, il che
era positivo. Purtroppo, il fatto che la destinazione fosse l'abitazione di
Victor Von Doom non consentì loro di sentirsi sollevati quanto avrebbero voluto.
In altre circostanze, Tony avrebbe potuto essere incuriosito se non
favorevolmente colpito dalla possente quantità di armamenti iper-tecnologici che
difendevano la fortezza, ma in quel momento, nel varcarne la soglia, era troppo
impegnato a chiedersi se fosse così che si sentivano i kamikaze giapponesi
durante la seconda guerra mondiale, prima di farsi esplodere. Era in procinto di
chiedere il parere di Steve, che dopotutto quella guerra l'aveva vista ben da
vicino, quando il cugino malvagio di Jarvis aprì una pesante porta e si scostò
di lato, facendo loro cenno di entrare:
- Prego, signori. Il mio padrone vi raggiungerà a breve. Potete aspettare con
gli altri.-
...Altri?
Le voci li raggiunsero prima ancora di metter piede dentro.
- Adesso calmati, fratello!-
- Non dirmi cosa fare. E non chiamarmi fratello!-
...Oh, cielo.
Doveva essergli sfuggito qualche verso strozzato dalle labbra, perché le due
figure all'interno della stanza smisero di battibeccare e si irrigidirono. Una
familiare testa bionda si voltò verso di loro, riflettendo la loro stessa
espressione sbigottita. Dietro di Thor, Loki li fissava con aria più seccata che
stupita, le braccia incrociate.
Tony fu il primo a ritrovare la voce:
- Ok...- fece- Che diavolo...?!
***
I quattro si squadrarono in silenzio.
Steve spostò lo sguardo alternativamente da Loki a Thor, una mano sul suo scudo
e l'espressione incerta. Thor pareva imbarazzato e profondamente a disagio. Tony
si stava trattenendo a stento dal tirare i calci promessi quella mattina, e solo
perché in quel momento non era sicuro di poterlo fare restando incolume. Loki
aveva voltato loro le spalle, ed era impegnato a fulminare con gli occhi i
robots sentinella che bloccavano le porte.
Tony lo fissò: Loki era più pallido del solito, e sembrava assolutamente livido.
Fin qui, niente di troppo insolito. Non indossava il suo ridicolo elmetto, né il
bavaglio o catene di alcun tipo. Per quanto preoccupante, neanche questo era
strano; dopotutto quando erano partiti per la missione non si aspettavano certo
di trovarlo già impacchettato. Non si aspettavano neanche, comunque, la presenza
di Thor.
Il fatto che lui e Loki - furioso e slegato- si trovassero nella stessa stanza
senza che quest'ultimo cercasse di farlo fuori era quantomeno... bizzarro.
Che diavolo stava succedendo?
La voce esitante di Thor lo riscosse dalle sue elucubrazioni:
- Che cosa ci fate qui?-
- Questo dovremmo chiederlo noi!- sbottò Tony.- Che diavolo è successo ad Asgard?
Perché LUI...- indicò Loki, che smise di fingere di ignorarli e gli lanciò
un'occhiataccia.- E' libero? E soprattutto, perché è qui?!
Thor strinse le labbra.
- Una volta ad Asgard, mio fratello è stato rinchiuso per qualche tempo in
attesa di giudizio. Ma...- gettò a Loki, che si era di nuovo voltato dall'altra
parte, un'occhiata in tralice:- Quando le guardie sono andate a prelevarlo per
condurlo al cospetto di Odino, hanno trovato la stanza vuota.
- Complimenti alla sicurezza.- commentò Tony.
Steve gli scoccò un'occhiata di avvertimento, ma lui lo ignorò.
Più difficile fu ignorare il ringhio di Thor:
- Per tua informazione erano state prese tutte le precauzioni possibili! La
stanza era controllata notte e giorno!-
- Peccato che non sia servito a niente, visto che è scappato! E comunque non hai
risposto alla mia domanda! Perché.Siete.Qui?!-
Thor parve confuso, ma non meno irritato:
- Quando ci siamo accorti della sua fuga, mi sono recato da Heimdall, che mi ha
detto che Loki si trovava a Midgard. Quindi sono venuto a cercarlo.-
Tony non chiese chi fosse Heimdall.
- Bene, l'hai trovato! Quello che voglio sapere è che cosa ci fa ancora qui,
libero e scalciante, nello stato governato da uno dei supercriminali più
pericolosi del mondo! Cos'è, hai pensato che già che c'eravate potevate godervi
una bella gita in memoria dei vecchi tempi?-
- La vuoi smettere di strepitare?- la voce di Loki parve congelare l'aria. O
forse non era solo una sensazione. Fottuta magia.- Non sono dell'umore giusto
per sentirvi litigare, per quanto possa essere divertente.-
Tony gli lanciò un'occhiata carica di disprezzo e aprì la bocca, ma venne
bloccato da Steve.
- E va bene, basta.-
L'autorità nel suo tono fece stizzire leggermente Stark. Loki parve
accorgersene, perché ghignò. Maledetto.
Steve Rogers li ignorò entrambi e si rivolse al dio del tuono:
- Thor.- mormorò, misurando attentamente le parole.- Vuoi dirci che cosa sta
succedendo? Perché siete qui? Se tu fossi semplicemente venuto a riprendere Loki,
adesso dovreste già essere tornati ad Asgard?-
Alle parole di Rogers, Thor sentì la sua rabbia evaporare e tornò ad assumere
un'espressione combattuta:
- Il fatto è che...-
- I Chitauri.- intervenne Loki, attirandosi le occhiate stupite dei presenti.-
Vogliono vendicarsi... di me. Del mio fallimento.-
Ci fu qualche secondo di silenzio, durante i quali si cercò di trovare una
connessione logica tra quella affermazione e la domanda di Steve. Poi Tony alzò
le sopracciglia:
- Quindi... sei venuto sulla Terra per sfidarli? Per mostrare loro che non hai
paura? Avevo capito che eri un pazzo megalomane, ma non pensavo tu fossi anche
suicida.- anche se avrebbe spiegato molte cose.
Loki serrò i denti.
- Sono tornato solo per riprendermi ciò che è mio.- sibilò.
- Il Tesseract non è roba tua.- intervenne Steve, accigliato.
Sul volto delle due divinità si dipinse un' identica espressione vacua di
confusione, che per una volta li fece sembrare davvero fratelli.
- Cosa c'entra il Tesseract?- chiese Thor.- Quello è al sicuro ad Asgard. Ho
controllato prima di venire qui.
Steve corrugò la fronte:
- Ma...-
- Allora come ha fatto ad arrivare qui?- lo interruppe Tony, scettico.
Gli occhi di Thor lo scrutarono con aria seria e solenne:
- Non sottovalutare mai il potere degli dei, Uomo di Ferro... Né quello di mio
fratello.-
Le labbra di Loki fece un movimento strano, come se avesse voluto sorridere ma
si fosse fermato appena in tempo. Ad ogni modo, il secondo dopo avevano ripreso
la stessa piega rabbiosa di prima.
- Ma che sta facendo Victor?! Per quanto ancora ha intenzione di farmi
aspettare?!- ringhiò, rivolto ai droni, che non mossero un cingolo.
- Fratello...- Thor fece per mettergli una mano sulla spalla, ma Loki si spostò.
- Non sono...-
- Loki!- Thor afferrò brutalmente l'altro per le braccia, tenendolo fermo.- Tu
sei mio fratello, e Tess è mia nipote. Ti prometto che la
salveremo!-
Negli occhi di Loki sembrò comparire una scintilla vulnerabile, ma prima che
potesse proferir parola, fu interrotto da Tony.
- Tess...?- fece eco il miliardario, colto da un terribile presentimento.
Loki si divincolò dalla presa del fratello, sembrando grato per l'interruzione.
- Tess Black. Mia figlia. (*)- strinse i pugni, mentre il
suo volto si deformava in una smorfia di rabbia.- Non potendo mettere le mani su
di me, quei bastardi hanno preso lei.-
- Tess Black...? Oh, no...- Tony gemette. A quanto sembrava, le sillabe che si
sentivano nella registrazione, "Tess... ac...", non formavano la parola "Tesseract".
L' impianto per le intercettazioni della S.H.I.E.L.D. ha davvero bisogno di
una seria ammodernazione, stabilì, mettendola mentalmente in cima alla sua
lista delle priorità.
A differenza di Stark, Steve non sembrava particolarmente abbattuto per l'enorme
granchio che avevano preso, ma solo sorpreso:
- Hai una figlia?- chiese, rivolto a Loki.
Loki lo fissò con aria di sufficienza:
- Ne ho a migliaia. Sparse per i secoli e per i nove mondi.- rispose, con
disinvoltura.- Sono un dio nordico. E' questo che facciamo. (**)
Tu che faresti se vivessi millenni? Credevi che gli dei facessero voto di
castità?
Steve aggrottò le sopracciglia.
- A giudicare dal luogo e dal nome, questa Tess Black è una terrestre, giusto?-
intervenne Tony, ancora di cattivo umore per i rischi corsi a causa di una
cattiva ricezione, ma non avvezzo a farsi tagliare fuori da una conversazione.-
Che ne è stato del: "I mortali sono una razza inferiore fatta per essere
governata", e tutte quelle idiozie là?
Loki scrollò le spalle.
- Inferiori non significa non attraenti.-
- ...- ci fu qualche secondo di eloquente silenzio.
Steve cercò di incrociare lo sguardo di Thor, ma lui guardava altrove.
Tony seguitò a fissare Loki, un'espressione combattuta sul viso.
- Sai...- fece il miliardario, lentamente- ...Questa era squallida persino per i
miei standard. Non so se essere disgustato o stringerti la mano.
- Ti prego, non farlo. Potrebbero restarmi addosso dei germi.-
- ...Non me la bevo comunque. Se hai così tanti figli, perché hanno preso
proprio questa Tess Black? Un po' grossa come coincidenza.-
Perché diavolo i cattivi non possono sbrigare le loro sporche faccende su un
altro pianeta, tanto per cambiare?!, pensò esasperato.
Loki strinse le labbra:
- Tess... è la più indifesa della mia progenie...- mormorò, il tono quasi
incerto.- E... lei è... speciale. (***)- aggiunse, con
riluttanza.
Tony lo fissò interrogativo, ma uno dei robots, che fino a quel momento aveva
fatto la guardia alla porta immoto come una statua, prese di colpo vita
annunciando:
- Il mio padrone, il Dottor Destino, è pronto a ricevervi.-
Note:
(*) Per la cronaca, Tess Black è davvero una delle figlie di Loki. La
sola figlia mortale di cui sia stata resa nota l'esistenza, in effetti. Compare
in Amazing Spiderman II#503 (non so come si chiami in italiano). Qui ci sono
alcune scans: http://scans-daily.dreamwidth.org/3066115.html
(**) Questa è una citazione: Loki, Amazing Spiderman II#503.
(***) Nei fumetti, Loki non dimostra mai particolare affetto o interesse per i
propri figli (Hela, Fenris etc.). Tranne, appunto, per Tess Black, verso cui si
dimostra piuttosto protettivo nell'unica storia in cui lei compare. (inoltre il
fatto che ne conosca nome e viso indica che, malgrado abbia "migliaia di figlie
sparse", non si sia limitato ad ingravidare la madre di Tess e filarsela, ma ne
abbia anche monitorato la crescita)
Più che a una predilezione di Loki per Tess imputo questa incoerenza ai diversi
sceneggiatori, che cambiano carattere a Loki a seconda di come gli gira. Però a
noi fan-writers tocca lavorare su quello che ci forniscono loro, alla fine. :-P
Mmmm, non mi piace molto come sta venendo fuori. ^^" Non riesco a scrivere
questa fic molto fluentemente, quando ho iniziato ce l'avevo ben chiara, ma mi
sta sfuggendo di mente con il tempo...
Poi, lo confesso. Questa fic s'è praticamente costruita sul fatto che il nome
della figlia umana di Loki ha molte sillabe in comune con il nome del cubo
cosmico, "Tesseract". Da qui l'idea dell'equivoco, e di scriverci una fic. X°D
Se qualcuno si sta chiedendo come abbia fatto Loki a evadere... in realtà non era affatto evaso, quando le guardie sono andate a prelevarlo. Si era solo reso invisibile, ed è uscito tranquillamente quando poi queste sono corse a dare l'allarme, lasciando la porta aperta. ù_ù (pure questa è una citazione dai fumetti, ho letto da qualche parte che fa una cosa simile in uno di quelli "datati")
Grazie a tutti quelli che hanno recensito e che leggono questa fan fic! ^_^ Spero continuerete a farlo!