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Autore: Momoko The Butterfly    04/06/2012    3 recensioni
All’inizio, non avrebbe pensato che una semplice donna umana potesse scatenare in lui tanti affanni e cambiamenti, che gli facesse provare delle vere emozioni; le stesse che lui repelleva con tanto disgusto perché ritenute deboli e inutili.
Però, dopo averla conosciuta, qualcosa di lei lo aveva scosso. Era il suo sorriso, i suoi modi cordiali, la sua sincerità o i suoi occhi smeraldini illuminati dalla passione? Forse tutto, forse niente. Ma probabilmente Clara gli aveva solo ricordato i piaceri dell’essere umano, che lui aveva da tempo – forse volutamente – dimenticato.

La mia prima fanfiction, enjoy ♥
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allen Walker, Nuovo personaggio, Tyki Mikk, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
Clara Evans

Tyki e Cheryl si dirigono alla villa della famosa Clara Evans. Il Noah del Piacere la descrive come una ‘non facile da gestire’.
Cosa potrà mai esserci di tanto difficoltoso nel farla diventare un Akuma?

 
 
-Tyki? Tutto bene, fratellino?
 
La voce di Cheryl aveva riportato alla realtà il Noah del Piacere, costringendolo a distogliere lo sguardo dal finestrino della carrozza che sobbalzava correndo veloce per la campagna.
- Tutto bene? - ripeté il fratello maggiore chinandosi appena in avanti.
Il fratello minore scrollò le spalle e rispose, tornando a fissare la finestra con aria persa, il palmo poggiato sulla guancia:
- Sì, benissimo.
Sperava vivamente che il fratello tacesse e che non facesse altre domande, e invece...
- Sai, è da un paio di giorni che ti comporti in modo strano. Sei sicuro che vada "benissimo"?
Era sempre stato così... Quando voleva sapere qualcosa era capace di assillarti fino allo sfinimento, finendo poi per farti sputare fuori la verità contro ogni volontà.
- Sì... - biascicò Tyki. La voglia di non parlare era tanta. E per dimostrarglielo ulteriormente accavallò le gambe.
Cheryl non se ne curò, e continuò a parlare.
- Non parli nemmeno più, fratellino. Se stai male devi dircelo, intesi?
- Intesi… - fece il fratello minore con aria disinteressata, per poi aggiungere – E’ che ultimamente dormo poco, tutto qui.
Il suo sguardo, tornato a fissare con noia il paesaggio che scorreva veloce davanti a lui, faceva intendere che non aveva proprio intenzione di parlare ancora. E questa volta Cheryl tacque; per quanto avesse provato, negli anni, raramente era riuscito a persuadere il fratellino secondo la sua volontà, come invece con altre persone più facilmente riusciva a fare.
Purtroppo, Tyki non aveva mai amato parlare di sé, né tantomeno dei propri problemi personali. E questo il Noah del Desiderio non poteva certo cambiarlo. Si limitò quindi a fare qualche minuto di silenzio, per poi tornare a parlare cambiando argomento per spezzare la tensione creatasi.
- Il padre di Miss Evans non gode di buona salute, ultimamente. Temo che gli resti poco tempo.
- E allora? – domandò Tyki voltando nuovamente lo sguardo sul fratello, senza però fare il minimo movimento della testa.
Cheryl fece un sorrisetto malsano e rispose, alzando le spalle con aria di ovvietà:
- Il Conte dovrebbe essere informato. Avere una come Miss Evans tra le sue fila… Non pensi che sarebbe meraviglioso? – concluse, sognante.
- Miss Evans non è una facile da gestire - ribatté Tyki - Non penso che accetterà facilmente.
- Ma è proprio per questo che stiamo andando là! - esclamò Cheryl all'improvviso come mosso da un’energia invisibile- Dobbiamo indurla a intristirsi sempre più, così quando il Conte le farà visita non opporrà troppa resistenza!
Tyki sobbalzò leggermente, forse per la brusca curva che aveva fatto la carrozza, forse per la esagerata reazione del fratello. Come sentì quella risposta, il suo giovane e affascinante viso si corrugò in un broncio rassegnato.
- Quindi mi avresti portato con te per...
- Ma certamente! - concluse il fratellone per lui - Col tuo irresistibile fascino cadrà ai tuoi piedi! Non vedi quanto sei fortunato, fratellino adorato? Un bel visino come il tuo non capita spesso.
Si avvicinò poi per dargli un grosso pizzicotto amorevole sulla guancia. Tyki lo scansò con inaspettata rapidità, spostando la testa di lato giusto qualche secondo prima, e poi disse, telegrafico:
- Non provarci.
Poi, cercando di sviare dal discorso "bellezza di Tyki", aggiunse:
- Senti, perché Road non è venuta con noi?
A quel  nome il volto di Cheryl s'illuminò, per poi cadere nelle ombre più nere della depressione.
- La mia piccina... Il Conte l'ha mandata in missione... - singhiozzò - Tutta solaaa!
Poi ebbe un sussulto improvviso, raddrizzandosi di schiena e alzando l'indice per aria come a voler minacciare qualcuno:
- Se Allen Walker si azzarda a metterle le mani addosso, io... io...
 
- Siamo arrivati, Lord - li interruppe il cocchiere in quel momento, salvando Tyki dalla furia assassina del fratello che, tornato improvvisamente tranquillo e sereno, rispose:
- Benissimo!
Il Noah del Piacere sospirò. Alla fine, anche lui riusciva a manovrarlo a proprio piacimento. Bastava conoscere i suoi punti deboli, in questo modo evitava di incappare in discorsi scomodi.
La portiera della carrozza si aprì, e il ministro Kamelot scese per primo, seguito da Tyki, il quale inspirò a pieni polmoni l'aria fresca. Era stato chiuso in quel trabiccolo ermetico per parecchie ore.
Ad attendere i due fratelli c'era un signore lindo e composto, sulla cinquantina e con un grosso paio di baffi folti castani sotto al nasone.
- Benvenuti, Sir Kamelot e Sir Mikk. Miss Evans attendeva il vostro arrivo con trepidazione. Prego, vogliate seguirmi...
E fece segno ai due uomini di venirgli dietro.
Li condusse su per una piccola collinetta verde, rivelando un paesaggio mozzafiato: dove la collinetta si riabbassava, si stagliava una villa dalle mura bianche e pure, molto antica e circondata di verde. Più a nord, compariva una foresta che si estendeva per molti chilometri, fino alle montagne.
Lì viveva una delle più ricche e influenti famiglia dell'Europa: gli Evans.
La signora e il signor Evans, grandi imprenditori e proprietari di numerose attività in tutto il continente, avevano una figlia venticinquenne, di nome Clara.
Era lei che Cheryl e Tyki erano andati a visitare, per trascorrere il pomeriggio in sua compagnia. La villa era di sua assoluta proprietà, con tutto ciò che v'era annesso.
Il fatto che una ragazza giovane, senza impiego attuale, vivesse da sola in un edificio così immenso, con un giardino così vasto, lasciava intendere a sufficienza la disponibilità economica e il grado sociale della sua famiglia. Era quindi una colonna portante nell'aristocrazia, su cui il Conte non avrebbe proprio potuto non fare affidamento.
Cheryl inoltre aveva visto bene: il signor Evans, a causa della veneranda età cui era giunto, si ritrovava in condizioni non troppo positive. Era quindi logico pensare che, presto o tardi, avrebbe tirato le cuoia. E se la figlia, giovane e intelligente, fosse diventata un Akuma, il Conte avrebbe avuto un alleato potente e prezioso al suo fianco.
 
L'uomo baffuto accompagnò i due fratelli fino al giardino della villa, che altri non era che il campo verde e libero attorno a essa. All'ombra di un grosso albero frondoso, seduta ad un tavolino tondo e bianco, stava una ragazza.
Aveva lunghi capelli castano chiaro, e due occhi che parevano due smeraldi incastonati nel bel viso pallido e delicato. Tante piccole lentiggini le ricoprivano il naso e la parte superiore delle guance, come tanti spruzzi di colore.
Indossava un modesto abitino color lavanda, decorato con morbide balze candide e spumose alla fine.
Una volta raggiunta dall'uomo baffuto, si alzò e con un sorriso solare in volto, disse:
- Grazie, George. Ora va' pure.
Questo si congedò, al termine di un accennato inchino, mentre i due fratelli rimasero fermi dov'erano, davanti alla giovane.
- Benvenuti, è un grande piacere per me incontrarvi di nuovo.
Cheryl le prese la manina e, chinandosi su di essa, le diede un piccolo bacio.
- Madame, il piacere è tutto nostro.
Poi si raddrizzò e disse, indicandosi e usando un tono molto cordiale:
- Sono sicuro che lei già mi conosce; sono Cheryl Kamelot, e questo affascinante signorino accanto a me è mio fratello...
- Tyki Mikk - concluse senza accorgersene la donna. Subito dopo si coprì le rosee labbra con la delicata manina e fece, dispiaciuta e imbarazzata:
- Oh, mi perdoni! In realtà, Sir Mikk e io ci siamo già conosciuti, al ballo di qualche sera fa’. Ricorda?
Tyki sorrise, cortese.
- Certamente - rispose, facendo alla ragazza un baciamano anche lui - E' stato piacevole ballare con lei.
Clara arrossì vistosamente.
- Era solo il mio primo ballo. Non sono abituata a quel genere di eventi.
Il Noah del Piacere soffocò una piccola risatina, evidentemente forzata, ma con molta convinzione.
- Suvvia, non sia modesta. E' stata eccellente.
La giovane arrossì ancora. Successivamente fece un repentino scatto verso le sedie, indicandole poi ai due uomini.
- Prego, sedetevi! - propose, prendendo posto sulla sua e attendendo che i due fratelli si accomodassero a loro volta.
Pochi attimi dopo, George, il maggiordomo personale di Clara, servì loro del buon thè inglese. Poi scomparve nuovamente, lasciando ai tre aristocratici la teiera, le tazze, lo zucchero e qualche pasticcino squisito, colorato e dall’aspetto invitante.
Per qualche minuto i tre non proferirono parola. Clara sembrava piuttosto imbarazzata ancora dall’equivoco precedente, e aveva sinceramente paura di aver rovinato l’incontro.
Fu Cheryl a spezzare quel tombale silenzio:
- Sappiamo che vostro padre, il signor Evans, non versa in ottime condizioni di salute…
La giovane sollevò lo sguardo di scatto, rimasto fermo a fissare le foglie nel thè come ipnotizzato, e disse, con un velo di tristezza:
- Dite bene. Mio padre è a letto da giorni, e mia madre teme sinceramente per la sua vita.
- E voi? – chiese improvvisamente Tyki, aprendo bocca per la prima volta.
Aveva intuito le intenzioni del fratello, e poteva soltanto assecondarlo.
Clara rimase piuttosto stupita. Nessuno le aveva mai chiesto come si sentisse lei, mentre invece l’attenzione era sempre stata tutta concentrata verso il padre malato.
- Non posso dire di stare bene, ma… - disse, concludendo con un sorriso – Sono fiduciosa e serena che presto o tardi, tutto tornerà come prima. E se anche dovesse accadere l’irreparabile, sarei pronta ad accettarlo con coraggio.
 
Ecco. Quella era Miss Evans, la donna sempre ottimista e che nessuna tragedia poteva scalfire. Nemmeno la morte del padre, a detta sua, avrebbe potuto scoraggiarla. Per questo Tyki l’aveva definita “non facile da gestire”.
Cheryl prese un sorso di thè, totalmente tranquillo, pur essendo conscio della difficoltà della ‘missione’ che stavano svolgendo. Tyki, invece, non toccò minimamente la tazza.
Il suo primo tentativo era andato a vuoto.
“L’avevo detto che non sarebbe stato facile…”pensò.
 
- Comunque, la morte di un genitore è molto sconvolgente – attaccò Cheryl, per dare man forte al fratello, al quale rivolse di soppiatto un sorrisino smielato; Tyki cercò di evitarlo con tutte le sue forze, schifato.
Clara bevette con grazia dalla propria tazzina, per poi rispondere,  calma e cordiale:
- Oh, sì, non ne dubito. Ma queste cose accadono lo stesso, e noi poveri esseri umani non possiamo farci nulla…
Mentre finiva di dire la frase, volse il suo sguardo verso l’immensità del paesaggio, ove questo s’incontrava con il cielo azzurro solcato da qualche nuvola grigina.
- … Possiamo solo andare avanti, col ricordo della persona a noi cara e defunta nel cuore, come un angelo custode che ci sorveglia e ci protegge.
Il suo viso, mentre diceva quelle parole, era velato di melanconia; quasi avesse nostalgia di non poter comprendere i grandi significati e interrogativi che circondano la vita. Ma al tempo stesso, un grande desiderio di conoscenza, di scoperta, la animava. Aveva la tipica indole da avventuriera, insomma.
 
- Oh, voi siete una poetessa nata, Miss Evans! – la adulò Cheryl con il suo solito falso sorriso.
Clara arrossì improvvisamente, per poi coprirsi le gote purpuree con le manine e mormorare:
- Lo state facendo apposta... Io dico solo ciò che penso...
Sembrava che il suo lato forte e fiducioso fosse improvvisamente svanito.
- Anche noi – le fece eco Cheryl, catturando l’interesse totale della donna e intrattenendosi con lei in mille discorsi differenti, suscitando ogni volta lo stesso rossore sulle candide guance della donna.
Il pomeriggio passò così, tra discorsi inutili - secondo Tyki - e falsi complimenti. I due fratelli si congedarono infine al tramonto quando il sole rosso fuoco stava andando a dormire tingendo di tinte calde il cielo.
Allora apparve il maggiordomo George, che li condusse nuovamente dall'altro lato della collinetta e quindi alla carrozza.
Il cocchiere era ancora lì, rimasto ad aspettare i due aristocratici per tutto il tempo. Il vecchio baffuto non osò chiederne il motivo, né parve interessarsene, e salutò i suoi ospiti con un cordiale inchino.
I due fratelli tornarono nella carrozza, e questa, dopo qualche incitamento dei cavalli da parte del cocchiere, si mosse, dondolando. Le ruote presero a girare con velocità, producendo un incessante scricchiolio sulla ghiaia e sulla terra sterrata che tappezzava la stretta stradina di campagna che stavano solcando.
Cheryl e Tyki non parlarono quasi per niente, lungo la via del ritorno. L’unico che aprì bocca fu il maggiore, il quale espresse con sentito interesse i propri pareri sulla giornata appena trascorsa.
Il minore, dal canto suo, era tornato a guardare distrattamente fuori dal finestrino, mentre rimuginava sulle parole dette da Clara.
“ Fiducia, coraggio… bah… Che mucchio di cavolate.”
- Tyki-pon? - lo chiamò Cheryl con tono malizioso.
- Ti ho detto mille volte di non chiamarmi così - sbottò Tyki scocciato - Cosa c'è?
- Come ti è sembrata?
- Chi?
- Miss Evans!
- Ah... Alquanto passionale a dirla tutta.
- Non intendendo quello, fratellino - fece Cheryl - Dicevo, se ti è sembrato avesse un qualche punto debole su cui possiamo insistere di più.
Il Noah del Piacere ci pensò un po' su, poi rispose:
- No, non mi è sembrato. E' impossibile scoprire il punto debole di una persona al primo incontro. Dovrai tornarci.
A quel punto il fratello maggiore esclamò:
- Oh, ma sono impegnatissimo! Ho delle riunioni importanti a cui non posso assolutamente mancare!
Poi si mise la mano sul mento, pensante. Infine, sollevando l'indice soddisfatto, disse:
- Ci andrai tu, Tyki-pon!
A quelle parole, il minore sbarrò gli occhi incredulo, poi ribatté:
- Aspetta. Chi ha detto che devo andarci io? Come se non avessi anch'io degli impegni importanti...
Cheryl sorrise sornione.
- Ma siamo tutti abbastanza sicuri che non ne hai...
"Dannazione!"
 
Per la prima volta, Tyki maledì la propria ignoranza. Se fosse stato più colto, come suo fratello - anche se non lo avrebbe mai voluto realmente - sarebbe sicuramente riuscito a trovare una scappatoia al supplizio che gli sarebbe toccato sopportare nei giorni a venire.

*

La carrozza si fermò dopo molte ore di viaggio, davanti alla villa Kamelot.
Era sera, e le prime stelle trapuntavano il cielo di tanti lumini brillanti.
I due fratelli percorsero un vialetto di pietra bianca ai cui lati facevano la loro figura delle belle siepi verdi e regolari, superarono una breve scalinata e bussarono all' immenso portone di legno di noce di Villa Kamelot.
Dopo qualche minuto ad aprirgli arrivò una bambina. Aveva dei capelli blu scuri e grandi occhi penetranti. Indossava uno sfarzoso abitino pieno di fiocchi e pizzi.
Dietro di lei una donna bionda, dalla pelle lattea e delicata, che vestiva decisamente in modo molto più sobrio, rimase sulla soglia, mentre la giovane correva a braccia aperte verso i due fratelli – o per meglio dire, verso Cheryl - , gridando:
- PAPAAAA’!!!
Questo fece lo stesso, con gli occhi lucidissimi di gioia.
- ROAAAD!!! - esclamò, mentre si stritolava, con la tanto amata figlioletta, in un abbraccio forse molto più paterno del normale.
Tyki rimase ad osservare la scena, totalmente indifferente, mentre gli si avvicinava la donna bionda.
- Buonasera, Trisha - la salutò lui togliendosi la tuba in segno di saluto.
- Buonasera Tyki - fece anche lei rivolgendogli un sorriso gentile.
In quel momento, irruppe la giovane Road, catapultandosi addosso allo zio talmente forte da farlo quasi cadere all'indietro.
- Tykiii!!! - gridò, allacciandosi al suo collo e muovendo ritmicamente le esili gambe su e giù.
Sembrava non li vedesse da una vita!
Il Noah del Piacere la afferrò per le ascelle e se la allontanò dal viso, guardandola. Anche se spesso dimostrava di essere la nipote più rompiscatole del mondo, almeno era l'unica che lo chiamava col suo vero nome, senza usare stupidi soprannomi o imbarazzanti vezzeggiativi.
- Yo, Road - disse lui con un piccolo sorriso, mettendola giù.
Cheryl intanto aveva dato un lieve bacio sulle labbra della moglie, anche se sembrava che le attenzioni fossero tutte per la figlia. Dopodiché, la seguì all'interno della villa.
Road gli andò dietro, ma poco prima si sparire completamente chiudendo il portone, si voltò verso il portico e vide Tyki fermo sulla soglia.
- Hey, Tyki... Tu non entri? - chiese con un sorriso furbetto.
Lo zio però rispose:
- No, il Lord mi ha dato un incarico importante da svolgere.
E calcandosi ben bene la tuba sulla testa, salutò la nipote, la quale rispose agitando la manina.
- Ci vediamo domani, Tyki - disse, chiudendo piano il portone.
- Ok - rispose lui, scendendo la scalinata e sparendo nella notte.

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Eccomi qua :D E' passato poco tempo, lo so, ma ho deciso di postare il capitolo oggi e adesso per vari motivi:
- Non mi andava di lasciare solo il prologo, volevo dare un idea maggiore della storia in sé per darvi una base da cui partire per recensire^^
- Da adesso in poi gli aggiornamenti saranno lentissimi, per cui questo consideratelo un piccolo regaluccio :)
Come capitolo non mi piace molto, vi avverto >.< Non ne sono molto soddisfatta, ma dai prossimi - che saranno più lunghi ed elaborati - spero di poter fare qualcosa in più ;)
E spero anche che Clara vi piaccia. E' una ragazza molto ottimista, anche se ancora non la conoscete del tutto *pensa agli sviluppi futuri con una risata maligna*.
Be', che dire, ringrazio Nuirene e Acquamaryne e Guchan per aver recensito, chi l'ha messa tra le seguite e tra le preferite (così presto xDD Sono commossa :°D). Mi auguro che continuiate a seguire la storia e che possa piacervi fino alla fine!!!

A presto, 

Momoko 
   
 
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