046. All night vigil/Sleepless night
Vegliare tutta la notte / Notte insonne
“Stare svegli di note non è essere desti, ma
viscoso, lento consumarsi del tempo sul posto. Si nota allora come sia
sgradevole stare con nient’altro che noi stessi”, Ernst Bloch
Le giornate erano brevi, duravano quanto un
battito di ciglia.
Le notti erano interminabili, una tortura
incessante per l’anima, incatenata al rammarico e flagellata dal senso di
colpa.
Anche il whisky poteva essere drammaticamente
breve: un sorso e giù, nello stomaco a dibattersi come mare in tempesta; oppure
poteva durare quanto la notte, il ghiaccio che si scioglieva cambiandone il
gusto e placando il tormento.
Da quando Maes era morto, il ruolo di migliore
amico era stato ceduto al whisky, compagno inseparabile di ogni notte. A volte
era una compagnia silenziosa, altre volte estremamente ciarliera.
Roy non si sbronzava, e se lo faceva il mattino
dopo se n’era già dimenticato, quindi come se non fosse successo.
Sebbene fosse arrivato a Central da un po’, ancora
non era andato a trovare Madame. La prima sera che mise piede nel bar aveva
perso tutto. Gli rimaneva solo un pezzetto di carta, arrotolato e nascosto
dentro il re nero della scacchiera regalatagli dal Generale Grumman.
Le ragazze del bar lo avevano salutato con il solito
civettuolo calore, i soliti garruli sorrisi. Mezza dozzina di braccia gli si
erano strette attorno al torace e alle spalle. Rispose a tanto entusiasmo con
un sorriso, poco sincero, ma pur sempre caldo.
«Ne è passato di tempo, eh, Roy?». Dietro al
bancone, cicca in bocca e scie di costoso profumo, Madame lo aveva salutato.
Non era cambiata per nulla: sempre florida e ingombrante, eccentrica e
imponente.
«Buonasera, Madame Christmas» ricambiò, mentre si
sfilava la sciarpa.
«Tutto bene?».
«No, non molto. Sono venuto per tirarmi su il
morale».
Un’occhiata sospetta ricadde sul Colonnello, che
si era nel frattempo accasciato su un seggiolino proprio davanti al bancone.
«Beh, potresti andare a divertirti con Elizabeth,
no?».
Quanti sottointesi –maliziosi- in quella semplice
frase. Ci aveva sempre visto lungo, Madame. Il suo Roy non era riuscito a
tenerle nascosto a lungo in che rapporti si trovasse con “Elizabeth”. E l’intera
umanità era cieca e stupida, se ancora non aveva capito quanto quei due erano
legati. Non solo professionalmente, certo.
Divertirsi con “Elizabeth”? Magari.
Ma ora come ora, non era nemmeno il caso di
avvicinarsi a “Elizabeth”. Riza.
Poteva solo rimanere in compagnia di tre dita di
whisky e qualche cubetto di ghiaccio.
«Purtroppo è stata portata via da un altro uomo».
Dopo quella notte, le sue visite al bar erano
diventate una sorta di rito: entrava, accolto dalle braccia delle adepte al suo
culto, si spogliava del soprabito, si sedeva e si perdeva nell’osservazione dei
misteri nascosti nel liquido ambrato, che vorticava o rimaneva statico a
ricambiare il suo sguardo. Aspettava che qualche profezia si librasse
nell’aria, sotto forma di vapori.
Così trascorreva le notti insonni: annaspando in
tre dita di liquore, sballottato tra cubetti di ghiaccio, incapace di annegare.
Una scialuppa alla deriva. Ecco come si sentiva.
A nulla valevano i tentativi di quelle svampite sacerdotesse,
che cercavano di trarlo in salvo, perché chi ha perso l’ancora è spacciato. Maes
e Riza erano le pesanti, solide ancore di Roy, che lo ritrascinavano alla realtà
quando il richiamo degli ideali, ammalianti canti di sirena, lo allontanava da tutto
e tutti.
In quelle notti il whisky era una compagnia gradita.
Senza, i fantasmi del passato, del presente e sicuramente anche del futuro sarebbero
giunti impietosi, a torturare quella povera anima, già piegata. Meglio il whisky
della compagnia di se stessi, in quelle lunghe, eterne notti di rammarico e senso
di colpa.
Lo sapevo che sarei finita a scrivere qualcosa di terribilmente angst. Ma ci vuole anche quello. I dialoghi sono presi dal volume 16 del manga, capitolo 62 "al di là del sogno". Appare poco, ma io adoro Madame Christmas. Dopo aver fatto la sua conoscenza non mi sorprendo certo di alcuni atteggiamenti di Roy. In realtà non ho molto da dire. Vorrei che fosse il theme a parlare, per una volta.
Quindi tanti baci e tante coccole a chi legge, recensisce, ha aggiunto questa raccolta a seguite, preferite, ricordate! Vi adoro e vi amo tutti quanti! ♥