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Autore: SavetheFrog    14/06/2012    8 recensioni
Dopo un anno e mezzo, la storia di George ripende.
Una folle idea frulla per la mente di George Weasley.
E' pronto a tutto per salvare il suo gemello.
E se ritrovasse l'ultima Giratempo? Un viaggio che lo porterà ad affrontare più ostacoli di quanti non creda, ma che gli insegnerà anche a vivere di nuovo.
Capitolo 11^- La Dama della foresta.
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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William Dawncraft

 

 

Attenzione:

Vi annoierò solo per un secondo, volevo scusarmi per il ritardo disumano! Mi dispiace molto, voglio tranquillizzarvi, siccome qualcuna di voi aveva paura che avessi smesso, che non mi andasse più, che stessi per trasferirmi sulla luna! Niente di tutto ciò, semplicemente abito vicino all'epicentro degli ultimi terremoti e diciamo che c'è stato altro da fare in questi giorni e che la scuola mi ha martoriata (non candidatevi mai a rappresentanti d'Istituto, PROMETTETEMELO! Ahah!) Buona lettura! La canzone a mio avviso aiuta molto!

 

http://www.youtube.com/watch?v=hlPRJllZrpY

The Kooks – I want you back

 

    Quando Mina uscì dal bagno trovò George impegnato in una strana attività, non l'aveva mai visto fare niente di simile. Si poggiava la bacchetta su una tempia e quella ne estraeva un filamento argentato che poi lasciava cadere in una piccola provetta dalla forma allungata.
-Che cosa stai facendo?
Gli domandò sedendosi accanto a lui, George la fissò un istante per poi spostare lo sguardo sulla sua provetta, chiudendola con un mezzo sorriso soddisfatto.
-Conservo i miei ricordi per Fred... - Le sopracciglia di Glemin si corrugarono, lui lasciò cadere la provetta nella sua borsa e le si avvicinò, sfiorandole la guancia con le labbra. - Altrimenti non crederebbe mai a tutta questa storia, direbbe sicuramente che è un altro dei miei scherzi!
Si allontanò per guardarla negli occhi, rise di gusto vedendola rossa come un pomodoro nel tentativo di darsi un contegno.
-Andiamo a letto?
Lei fece sì con la testa, George ridacchiò, divertito che la mente di Mina non fosse nemmeno lontanamente attraversata da un doppio senso. Al buio, sotto le coperte, si godevano di nascosto l'uno l'odore dell'altra, scoprendo che la notte vola, se sei tra le braccia giuste.

 

La mattina seguente George e Mina fissavano la porta di casa di Chriseide. Nessuno dei due sapeva esattamente cosa aspettarsi, la pioggia aveva continuato a cadere per tutta la notte e, anche allora, scrosciava furiosa sui ciottoli delle vie di Dublino. Si scambiarono un sguardo complice, poi bussarono. Chriseide, con un vestito color panna dal taglio romantico, aprì loro la porta. Non c'erano parole per descriverla, se non: splendida. I suoi occhi cerulei riflettevano il grigiore delle nuvole. Con un sorriso li invitò ad entrare. Le mani di George e Glemin si sfiorarono, lei li guardò ritrarsi. Qualcosa era cambiato e lei si era accorta che la rossiccia, Glemin, così l'aveva chiamata George, doveva aver combinato qualcosa; perché lui non si azzardava neppure a lanciarle le stesse occhiate del giorno prima.
-Quindi cercate Colbet Arrow, è un famoso criminale...
Esordì lei, versando loro del tè. Teneva gli occhi bassi e ogni tanto soffiava sulla sua bevanda bollente. George non la assaggiò nemmeno. Mina cominciò ad agitarsi, l'odore di Dawncraft era ovunque, le penetrava nelle narici e nel cervello. Sentiva il cuore battere più forte del normale e, ogni tanto, si scopriva a trattenere il fiato. Chriseide e George continuavano a parlare, senza mai arrivare a farsi domande dirette. D'un tratto le orecchie di Mina captarono un cambiamento nell'aria, suoni diversi, o meglio, la totale assenza di suoni. Aveva smesso di piovere. Un campanello d'allarme risuonò disperato nella sua testa quando subentrò un odore potentissimo. Un uomo aveva spalancato la porta. Un' espressione arcigna e disgustata in volto. In un secondo William Dawncraft le era addosso.
Fece in tempo a scaraventarla a terra e a farle sanguinare la bocca con un manrovescio prima che George lo schiantasse con una violenza incontrollabile contro il muro accanto alla porta che ancora sbatacchiava per il vento.

-TU! LO SAPEVO! TI MANDA CLAUS! NON E' VERO?!
Gli occhi di Glemin si spalancarono al solo sentire quel nome, ma subito tornò in sé.
-E' LUI, GEORGE! LUI E' DAWNCRAFT!
Urlò indicandolo con una mano tremante. Gli occhi di Bill brillarono di una luce raccapricciante, voleva uccidere Glemin.
-LA GIRATEMPO! DAMMELA!
Gridò George puntandogli la bacchetta contro, William rise schernendolo.
-Vuoi la Giratempo, ragazzo? Vieni a prendertela.
L'incantesimo del gemello si scagliò su di lui troppo tardi annerendo un punto sulla porta. Dawncraft si era smaterializzato poco lontano di lì. George e Mina gli corsero dietro, notando che non riusciva a materializzarsi e smaterializzarsi come desiderava, ma solo di poche decine di metri. L'ultima voce che sentirono prima di avventurarsi nella foresta fu quella di Chriseide, che chiedeva spiegazioni. Glemin dopo alcuni secondi, non riuscendo più a reggere il suo passo, si trasformò in volpe e rotolò alcune volte (trasformarsi in corsa non è per niente facile). Il vento le sferzava contro il muso e stringeva le palpebre per vedere più chiaramente. Il cuore le martellava in petto, le zampe si muovevano velocissime e fuori controllo. Si lanciò su Dawncraft, affondando i denti nel suo polpaccio, come se fosse burro, sentì il sapore del sangue sulla lingua seccata dalla corsa. Bill levò alta la bacchetta e gridò “CRUCIO!”, il corpo di Mina, ancora fermo alla sua forma animale cominciò a contorcersi, ma prima che il dolore diventasse insopportabile George lanciò contro dì lui uno stupeficium tanto forte che cadendo Dawncraft batté forte la testa fino a sanguinare. Mina tornò umana e pietrificò Chriseide che stava per lanciare un incantesimo non verbale a George, che l'avrebbe colpito alle spalle. Si scambiarono un sguardo complice. Legarono ad entrambi mani e piedi.

 

Quando Dawncraft aprì gli occhi la testa gli girava vorticosamente e vomitò almeno due volte sull'erba fresca. Quel ragazzo lo guardava insistentemente, con gli occhi azzurri che brillavano, attenti e guardinghi. La Giratempo. All'improvviso, il caos nella sua mente si fece più lontano e riuscì a ricordarsi cosa stava succedendo. Immediatamente il suo sguardo guizzò di qua e di là, alla ricerca di Chris, terrorizzato all'idea che potessero averla ferita. Dietro di lui, appoggiata ad un albero, con le mani e i piedi legati, Chriseide stava seduta mentre la ragazza-volpe le versava alcune gocce di dittamo sulla fronte ferita. Se ne stava buona buona e sembrava disposta a parlare con loro. Si accorse che anche lui si era svegliato.
-La Giratempo.
Ripeté il rosso. Il disgusto deformò le labbra di Bill, prima che sputasse in terra il saporaccio acido del vomito.
-Non so di che parli, moccioso.
Mentì lui, guardandolo fisso.
-Bugiardo, - commentò per tutta risposta il ragazzo – voglio la Giratempo che hai rubato ad Arrow, e la voglio adesso!
Ordinò serrando la mascella. Eppure a guardarlo in faccia non aveva l'aria di uno rabbioso, era un viso adatto al sorriso quello.
-Hà! Il piccolo Colbet, come se la cava il vampiro dei miei stivali, che tu sappia?
Chiese con un ghigno. Mina accanto a Chriseide si irrigidì quando lui si voltò a guardarla.
-Sei scappata da lui, eh, Ragazza-volpe? Come te la passi ora che Claus non ti usa più come tirapugni?
Il colpo che George gli sferrò in pieno viso gli girò la faccia di botto e fece un rumore sordo. Chriseide urlò il suo nome.
-Dawncraft, è meglio per te se la pianti! La Giratempo! ORA!
Bill rise e fissò George con quei suoi occhi grigi.
-Nient'altro, mio signore?
Lo prese in giro, mentre un rivolo di sangue gli rotolava giù dal mento sporgente.
-Sì, già che ci sei, vorrei sapere che fine ha fatto la famiglia di Arrow! Così mi risparmierai la fatica di cercare sua figlia e sua moglie!
Sibilò George, avvicinandosi. Chissà per quale ragione, la pelle di Bill, se possibile, divenne di un bianco ancora più accecante e malaticcio.
-Che vuoi da loro?
-Io niente, è Colbet che le cerca.
Gli rispose senza particolari note nella voce. William digrignò i denti, Mina cercava di capire perché fosse così furioso. Poi un pensiero si fece largo nella sua mente.
-Perché hai rubato la Giratempo di Arrow?
Chiese in un soffio. Lui nemmeno la guardò, si voltò quel tanto che bastava per sentire la sua voce.
-Non mi pare che siano affari che ti riguardano, ragazza-volpe.
Soffiò acido, facendo ben intendere che nascondesse qualcosa.
-Diccelo, abbiamo abbastanza veritaserum da farci raccontare tutta la tua triste esistenza.
Intervenne George, fiutando il segreto. Dawncraft guardò Chriseide.
-Io volevo impedire ad Arrow di tornare indietro nel tempo. Perché se lui l'avesse fatto, non avrebbe mai lasciato la sua famiglia e io non avrei mai avuto la possibilità di conoscere Gracelle, sua moglie.
Abbassò lo sguardo.
-Colbet era stato trasformato da poco e io, che sono un vampiro da ormai centotré anni, avevo più esperienza di lui. Gli suggerii di lasciare la sua famiglia, in poco tempo sarebbe diventato famelico e i suoi impulsi l'avrebbero governato. Non era sicuro per nessuno. Così, visto che lui non aveva abbastanza controllo di sé per farlo, fui io a lasciare il biglietto alla sua famiglia. Avrei solo dovuto consegnare quel minuscolo foglietto e nulla di più, ma poi la vidi...
Chiuse gli occhi, come se stesse ricordando qualcosa di meraviglioso, una fata. L'odore di fiori. Una voce dolce.
-La moglie di Colbet, Gracelle...
Glemin lanciò uno sguardo a George un po' confusa.
-Ho amato quella donna dal primo istante. - fece una pausa – Lei era così disperata per la sparizione di Colbet, e io, per la prima volta dopo decenni, provavo qualcosa. Era tutto molto strano, Colbet era il mio migliore amico, non ci fu un giorno in cui non mi sentii un perfetto stronzo... Eppure, non riuscivo a lasciare Gracelle e sua figlia... Le amavo troppo. Quando non ero con Colbet, quando non ero un vampiro e criminale, stavo con loro e viceversa. Le cose sembravano funzionare anche se in una maniera malata e distorta. Finchè un giorno, anni dopo, Colbet non maturò l'idea della Giratempo. Avrebbe rovinato tutto. E io che non riuscivo a rinunciare a nessuna delle mie due vite dovetti fare una scelta. Le portai via, dicendo loro che Colbet ormai era diventato un vampiro senza scrupoli e che per loro era un pericolo, che era sulle loro tracce. Io cambiai aspetto e scappammo qui a Dublino. Gracelle non tradì mai Colbet, lo amava troppo. Infondo è meglio così, avevo già fatto troppi danni. Purtroppo lei è morta otto mesi fa...
Mina spalancò gli occhi, si voltò verso Chriseide.
-Tu... Sei la figlia di Colbet Arrow...
Lei fissò Dawncraft con gli occhi chiari che sembravano trasparenti a quella luce, mentre annuiva.
-McDonovan era il cognome di mia madre... E Colbet Arrow sarà anche mio padre, ma Bill è mio papà.
Chiarì ferrea, i fili d'oro che erano i suoi capelli volteggiavano al vento.
-Ho promesso ad Arrow che gli avrei portato la Giratempo.
Esordì George abbassando la bacchetta.
-Purtroppo però ne ho bisogno anche io, quindi temo che non potrò mantenere la parola data.
Si voltò a fissare Chriseide, che lo guardava attenta in attesa.
-Lui non voleva lasciarti. E' stato trasformato contro la sua volontà, si è allontanato per il bene tuo e di tua madre. Essere genitori non è facile, significa sacrificare prima e soprattutto sé stessi per il bene dei propri figli.
-SPIEGALO AD UNA RAGAZZINA DI SEI ANNI! RACCONTALE CHE SUO PADRE NON C'E' MAI PERCHE' E' UN CRIMINALE E UN ASSASSINO!
Urlò Chriseide piangendo, le guance paonazze. Mina si alzò in piedi, gli occhi verdi e decisi la guardavano in maniera così diretta che si ritrovò ad abbassare lo sguardo.
-Io non mi ricordo neanche dei miei genitori, ma se avessi la possibilità, anche solo per cinque minuti, di poter parlare con loro, non la sprecherei per nulla al mondo. Capisco che tu sia arrabbiata, credimi io lo so più di tutti quanto fa schifo sentirsi abbandonati... Ma tu... Hai la possibilità di cambiare le cose... Perché vuoi buttare al vento la tua occasione per essere felice?
Chriss si voltò verso Bill, lui non la guardava. Annuì in silenzio.
-Quindi, andrai da Colbet Arrow?
Le chiese George con voce gentile. Chriss li guardò entrambi. Un ragazzo tutto lentiggini dai capelli rossi e una ragazza-volpe con gli occhi sinceri. E lei, che dubitava sempre di tutto e tutti, decise di fidarsi di loro.
-Sì, andrò..

 

Bill aveva ottenuto la grazia di essere slegato, ma gli avevano comunque confiscato la bacchetta. George lo guardava, quello era un vampiro centenario e lì, di di fronte a lui, c'era un uomo dalla pelle pallida, che all'apparenza non superava la trentina. I capelli però erano grigiastri.
-La Giratempo, Dawncraft. Ora.
Ribadì per la terza volta. William con gli occhi argentanti gli lanciò uno sguardo stanco.
-Cattive notizie, ragazzo.
George corrugò le sopracciglia.
-Non funziona.
Per un istante si sentì la terra farsi molle sotto il suo peso e il cielo diventare una grande spirale. Sperò di aver capito male.
-Cosa?
Domandò in un soffio, come se la sua voce forte e chiara fosse stata risucchiata dentro ai polmoni. Dawncraft sbuffò.
-Mi hai capito bene, maledetto moccioso, la tua adorata Giratempo NON FUNZIONA! E' solo un inutile groviglio di meccanismi rotti!
Disse di nuovo Bill acido. Glemin vide come il respiro lasciò le labbra di George, come il bianco gli colorò la faccia, come gli occhi gli si arrossarono. Si girò, voltando loro le spalle, infilandosi le mani nei capelli rossi e guardando verso il cielo.
« Non è vero, non è vero, non è vero! Non può succedere! STA MENTENDO! ». Le parole si susseguivano frenetiche nella sua mente, come impazzite. Poi, all'improvviso, George si rese conto che Dawncraft non aveva motivo di mentirgli. La moglie di Colbet era morta, non aveva più nulla da perdere. L Giratempo, quindi, era rotta davvero. Un urlo, poi un altro, poi altri dieci, finché la gola non gli bruciava come se avesse appena sputato fuoco e non tutta la sua disperazione. Si inginocchiò toccando l'erba con la fronte mentre piangeva. Tutto perduto, di nuovo. Le lacrime gli uscivano così incontrollate che faticava persino a respirare. Sentì una mano sulla schiena e non si voltò a controllare di chi fosse, sapeva benissimo che quella era Mina. Gli prese il viso tra le mani e lo cullò tenendoselo in petto. Seppur tentasse di controllarsi, anche Mina piangeva. Ma rimaneva lì, senza singhiozzare, trattenendo tutto, impedendogli di vedere che anche lei si sentiva disperata e non vedeva una soluzione in quell'istante, con le lacrime che le scendevano silenziose sulle guance. Non aveva bisogno di una palla al piede, aveva bisogno di qualcuno di forte. Ed essere forte, o almeno fingersi tale, era una capacità che Glemin aveva acquisito nel tempo. Lo sentì sussurrare il nome di Fred. Solo una volta. Un groppo alla gola le bloccò il respiro e strinse di più George.
Dawncraft si fece loro vicino, arrancando un po' (il morso di Mina pulsava ancora sul suo polpaccio).
-Moccioso...
Lo chiamò, ma George non voleva parlare con nessuno, non voleva le stupide consolazioni di gente che non sapeva niente di lui. Presuntosi e supponenti che venivano lì con la loro aria vissuta, convinti di sapere tutto, quando in realtà non conoscevano nulla.
-GUARDAMI IN FACCIA MENTRE TI PARLO, MOCCIOSO INUTILE!
Urlò Bill, senza alcun riguardo. George si alzò e si diresse verso Dawncraft, lo sguardo disgustato.
-Che vuoi? Vuoi farmi la paternale anche tu?! Ripetendomi che usare la Giratempo sarebbe stato pericoloso, da pazzi o sbagliato? BELLA CONSOLAZIONE, GRAZIE TANTE!
Gridò, anche se la gola gli bruciava ancora da impazzire. Dawncraft lo fissò totalmente privo d'espressione.
-Hai finito?
Gli chiese, non appena George finì di sputargli addosso tutta la sua frustrazione.
-Non me ne frega niente, sai, di quello che tutti ti hanno detto? Sì, usare la Giratempo, a mio avviso, è una grande stronzata! Su quello non c'è dubbio! Chi sei tu per decidere come dovevano andare le cose? Penso che tu sia un fottuto moccioso egoista, te lo dico proprio col cuore, guarda!
Ci fu una pausa, George prese Mina per mano e voltò loro le spalle.
-Ma...
George si fermò e tornò a guardarlo, lasciò la mano di Glemin.
-Ma – riprese William con uno sguardo più comprensivo – non ci si dispera così solo per un capriccio.
Frugò nella tasca destra del suo cappotto malandato.
-Tieni, moccioso..
Nella mano nodosa di William Dawncraft la Giratempo era piccola e opaca, brillava di una luce spenta. Sembrava avesse perso la sua magia. George la sfiorò per poi prenderla. Leggera.
-Ma... Tu hai detto che è rotta..
Gli fece notare lui, i capelli rossi scompigliati dal vento gli finivano sugli occhi.
-E lo è, infatti. Ma tu cerca Hamus Raeze, potrebbe aiutarti. Io non ho idea di dove sia.
George corrugò le sopracciglia.
-Hamus Reaze? Chi sarebbe?
Bill si avvicinò a Chriss.
-L'unico che può aggiustarla. Il creatore di Giratempo.
 

Chriseide si sentiva nervosa e aveva legato i capelli biondi in uno chignon, così sciolti la stavano facendo impazzire. Aveva messo il cappotto buono e il suo borsone era pieno di vestiti puliti. Si voltò verso George e Glemin.
-Beh... Allora grazie...
Esordì lei con un sorriso imbarazzato. Glemin ricambiò gioiosa e le strinse la mano.
-Che pensi di fare adesso?
Le domandò mentre lei indossava uno scialle di un rosa antico.
-Conoscerò mio padre, credo... Comincerò una nuova vita!
Sembrava molto ottimista, anche George le afferrò la mano.
-Buona fortuna, Chriss!
Le augurò con quel suo sorriso furbesco.
-Grazie, ragazzi!
Si avvicinò a Bill che con uno strambo zaino viola in spalla l'aspettava pochi passi più avanti. Si girò un'ultima volta, con un gran sorriso divertito in faccia.
-Ah, dimenticavo, siete una gran bella coppia!
Si complimentò lei, salutandoli con la mano, Mina scoppiò a ridere e anche George si lasciò andare ad una risata.
-Come darti torto!
Le rispose alzando la voce. Bill si fece loro vicino come se si fosse dimenticato di fare qualcosa. L'espressione che aveva in viso, però, non era delle più rassicuranti.
-Moccioso, ragazza-volpe, rischio la pelle a dirvelo, ma dovete stare attenti con questa storia. Sento che qualcuno vi sta col fiato sul collo. Potreste finire in guai seri, probabilmente, già in questo momento qualcuno di sta muovendo al riguardo. Non potete cercare una Giratempo e pensare di essere gli unici a desiderarla! Quanto a te ragazzina...
Si voltò verso Glemin, di molto più bassa di lui.
-Sono già sulle tue tracce, l'altra notte, quando eri nella foresta, stavano quasi per prenderti! Ringrazia il cielo che c'ero io lì! Altrimenti saresti nelle grinfie di Claus a quest'ora. Sei una ragazzina a posto, non mi andava che tornassi lì e, visto che non avevo la certezza che fossi ancora una sua scagnozza, ti ho salvata.
Spiegò frugale gesticolando con la mano. Glemin si sentiva minacciata e perseguitata. Non ci voleva credere. Era appena riuscita a scappare e Claus già le tornava addosso. Sembrava un incubo.
Tornò da Chriss e la prese per mano. Per la prima volta sorrise a George.
-Buona fortuna, stronzetto!
E poi si smaterializzarono, lasciandolo a lì a domandarsi come avrebbe fatto con quella Giratempo spaccata.

 

 

 

SavetheFrog.

Salve gente! Ancora tante scuse per il ritardo mondiale!
Che dire? E' stato un capitolo difficile, spero non vi sia suonato come forzato perchè ho lasciato che si scrivesse da solo. Fatemi sapere che ne pensate con una recensione, ne sarei davvero felice :)

 
Se avete tempo e voglia di farvi quattro risate sarei felice se leggeste la mia One-shot Ron/Hermione. Vi lascio il link! Un bacio a tutti!

 

SavetheFrog.

 

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1021108&i=1
  
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