William Dawncraft
Attenzione:
Vi annoierò solo per un secondo, volevo scusarmi per il ritardo disumano! Mi dispiace molto, voglio tranquillizzarvi, siccome qualcuna di voi aveva paura che avessi smesso, che non mi andasse più, che stessi per trasferirmi sulla luna! Niente di tutto ciò, semplicemente abito vicino all'epicentro degli ultimi terremoti e diciamo che c'è stato altro da fare in questi giorni e che la scuola mi ha martoriata (non candidatevi mai a rappresentanti d'Istituto, PROMETTETEMELO! Ahah!) Buona lettura! La canzone a mio avviso aiuta molto!
http://www.youtube.com/watch?v=hlPRJllZrpY
The Kooks – I want you back
Quando Mina uscì dal bagno trovò George impegnato
in una strana attività, non l'aveva mai visto fare niente di
simile. Si poggiava la bacchetta su una tempia e quella ne estraeva un
filamento argentato che poi lasciava cadere in una piccola provetta
dalla forma allungata.
-Che cosa stai facendo?
Gli domandò sedendosi accanto a lui, George la
fissò un istante per poi spostare lo sguardo sulla sua
provetta, chiudendola con un mezzo sorriso soddisfatto.
-Conservo i miei ricordi per Fred... - Le sopracciglia di Glemin si
corrugarono, lui lasciò cadere la provetta nella sua borsa e
le si avvicinò, sfiorandole la guancia con le labbra. -
Altrimenti non crederebbe mai a tutta questa storia, direbbe
sicuramente che è un altro dei miei scherzi!
Si allontanò per guardarla negli occhi, rise di gusto
vedendola rossa come un pomodoro nel tentativo di darsi un contegno.
-Andiamo a letto?
Lei fece sì con la testa, George ridacchiò,
divertito che la mente di Mina non fosse nemmeno lontanamente
attraversata da un doppio senso. Al buio, sotto le coperte, si godevano
di nascosto l'uno l'odore dell'altra, scoprendo che la notte vola, se
sei tra le braccia giuste.
La mattina seguente
George e Mina fissavano la porta di casa di Chriseide. Nessuno dei due
sapeva esattamente cosa aspettarsi, la pioggia aveva continuato a
cadere per tutta la notte e, anche allora, scrosciava furiosa sui
ciottoli delle vie di Dublino. Si scambiarono un sguardo complice, poi
bussarono. Chriseide, con un vestito color panna dal taglio romantico,
aprì loro la porta. Non c'erano parole per descriverla, se
non: splendida. I suoi occhi cerulei riflettevano il grigiore delle
nuvole. Con un sorriso li invitò ad entrare. Le mani di
George e Glemin si sfiorarono, lei li guardò ritrarsi.
Qualcosa era cambiato e lei si era accorta che la rossiccia, Glemin,
così l'aveva chiamata George, doveva aver combinato
qualcosa; perché lui non si azzardava neppure a lanciarle le
stesse occhiate del giorno prima.
-Quindi cercate Colbet Arrow, è un famoso criminale...
Esordì lei, versando loro del tè. Teneva gli
occhi bassi e ogni tanto soffiava sulla sua bevanda bollente. George
non la assaggiò nemmeno. Mina cominciò ad
agitarsi, l'odore di Dawncraft era ovunque, le penetrava nelle narici e
nel cervello. Sentiva il cuore battere più forte del normale
e, ogni tanto, si scopriva a trattenere il fiato. Chriseide e George
continuavano a parlare, senza mai arrivare a farsi domande dirette.
D'un tratto le orecchie di Mina captarono un cambiamento nell'aria,
suoni diversi, o meglio, la totale assenza di suoni. Aveva smesso di
piovere. Un campanello d'allarme risuonò disperato nella sua
testa quando subentrò un odore potentissimo. Un uomo aveva
spalancato la porta. Un' espressione arcigna e disgustata in volto. In
un secondo William Dawncraft le era addosso.
Fece in tempo a scaraventarla a terra e a farle sanguinare la bocca con
un manrovescio prima che George lo schiantasse con una violenza
incontrollabile contro il muro accanto alla porta che ancora
sbatacchiava per il vento.
Gli
occhi di Glemin si spalancarono al solo sentire quel nome, ma subito
tornò in sé.
-E' LUI, GEORGE! LUI E' DAWNCRAFT!
Urlò indicandolo con una mano tremante. Gli occhi di Bill
brillarono di una luce raccapricciante, voleva uccidere Glemin.
-LA GIRATEMPO! DAMMELA!
Gridò George puntandogli la bacchetta contro, William rise
schernendolo.
-Vuoi la Giratempo, ragazzo? Vieni a prendertela.
L'incantesimo del gemello si scagliò su di lui troppo tardi
annerendo un punto sulla porta. Dawncraft si era smaterializzato poco
lontano di lì. George e Mina gli corsero dietro, notando che
non riusciva a materializzarsi e smaterializzarsi come desiderava, ma
solo di poche decine di metri. L'ultima voce che sentirono prima di
avventurarsi nella foresta fu quella di Chriseide, che chiedeva
spiegazioni. Glemin dopo alcuni secondi, non riuscendo più a
reggere il suo passo, si trasformò in volpe e
rotolò alcune volte (trasformarsi in corsa non è
per niente facile). Il vento le sferzava contro il muso e stringeva le
palpebre per vedere più chiaramente. Il cuore le martellava
in petto, le zampe si muovevano velocissime e fuori controllo. Si
lanciò su Dawncraft, affondando i denti nel suo polpaccio,
come se fosse burro, sentì il sapore del sangue sulla lingua
seccata dalla corsa. Bill levò alta la bacchetta e
gridò “CRUCIO!”, il corpo di Mina,
ancora fermo alla sua forma animale cominciò a contorcersi,
ma prima che il dolore diventasse insopportabile George
lanciò contro dì lui uno stupeficium tanto forte
che cadendo Dawncraft batté forte la testa fino a
sanguinare. Mina tornò umana e pietrificò
Chriseide che stava per lanciare un incantesimo non verbale a George,
che l'avrebbe colpito alle spalle. Si scambiarono un sguardo complice.
Legarono ad entrambi mani e piedi.
Quando Dawncraft
aprì gli occhi la testa gli girava vorticosamente e
vomitò almeno due volte sull'erba fresca. Quel ragazzo lo
guardava insistentemente, con gli occhi azzurri che brillavano, attenti
e guardinghi. La Giratempo. All'improvviso, il caos nella sua mente si
fece più lontano e riuscì a ricordarsi cosa stava
succedendo. Immediatamente il suo sguardo guizzò di qua e di
là, alla ricerca di Chris, terrorizzato all'idea che
potessero averla ferita. Dietro di lui, appoggiata ad un albero, con le
mani e i piedi legati, Chriseide stava seduta mentre la ragazza-volpe
le versava alcune gocce di dittamo sulla fronte ferita. Se ne stava
buona buona e sembrava disposta a parlare con loro. Si accorse che
anche lui si era svegliato.
-La Giratempo.
Ripeté il rosso. Il disgusto deformò le labbra di
Bill, prima che sputasse in terra il saporaccio acido del vomito.
-Non so di che parli, moccioso.
Mentì lui, guardandolo fisso.
-Bugiardo, - commentò per tutta risposta il ragazzo
– voglio la Giratempo che hai rubato ad Arrow, e la voglio
adesso!
Ordinò serrando la mascella. Eppure a guardarlo in faccia
non aveva l'aria di uno rabbioso, era un viso adatto al sorriso quello.
-Hà! Il piccolo Colbet, come se la cava il vampiro dei miei
stivali, che tu sappia?
Chiese con un ghigno. Mina accanto a Chriseide si irrigidì
quando lui si voltò a guardarla.
-Sei scappata da lui, eh, Ragazza-volpe? Come te la passi ora che Claus
non ti usa più come tirapugni?
Il colpo che George gli sferrò in pieno viso gli
girò la faccia di botto e fece un rumore sordo. Chriseide
urlò il suo nome.
-Dawncraft, è meglio per te se la pianti! La Giratempo! ORA!
Bill rise e fissò George con quei suoi occhi grigi.
-Nient'altro, mio signore?
Lo prese in giro, mentre un rivolo di sangue gli rotolava
giù dal mento sporgente.
-Sì, già che ci sei, vorrei sapere che fine ha
fatto la famiglia di Arrow! Così mi risparmierai la fatica
di cercare sua figlia e sua moglie!
Sibilò George, avvicinandosi. Chissà per quale
ragione, la pelle di Bill, se possibile, divenne di un bianco ancora
più accecante e malaticcio.
-Che vuoi da loro?
-Io niente, è Colbet che le cerca.
Gli rispose senza particolari note nella voce. William
digrignò i denti, Mina cercava di capire perché
fosse così furioso. Poi un pensiero si fece largo nella sua
mente.
-Perché hai rubato la Giratempo di Arrow?
Chiese in un soffio. Lui nemmeno la guardò, si
voltò quel tanto che bastava per sentire la sua voce.
-Non mi pare che siano affari che ti riguardano, ragazza-volpe.
Soffiò acido, facendo ben intendere che nascondesse qualcosa.
-Diccelo, abbiamo abbastanza veritaserum da farci raccontare tutta la
tua triste esistenza.
Intervenne George, fiutando il segreto. Dawncraft guardò
Chriseide.
-Io volevo impedire ad Arrow di tornare indietro nel tempo.
Perché se lui l'avesse fatto, non avrebbe mai lasciato la
sua famiglia e io non avrei mai avuto la possibilità di
conoscere Gracelle, sua moglie.
Abbassò lo sguardo.
-Colbet era stato trasformato da poco e io, che sono un vampiro da
ormai centotré anni, avevo più esperienza di lui.
Gli suggerii di lasciare la sua famiglia, in poco tempo sarebbe
diventato famelico e i suoi impulsi l'avrebbero governato. Non era
sicuro per nessuno. Così, visto che lui non aveva abbastanza
controllo di sé per farlo, fui io a lasciare il biglietto
alla sua famiglia. Avrei solo dovuto consegnare quel minuscolo
foglietto e nulla di più, ma poi la vidi...
Chiuse gli occhi, come se stesse ricordando qualcosa di meraviglioso,
una fata. L'odore di fiori. Una voce dolce.
-La moglie di Colbet, Gracelle...
Glemin lanciò uno sguardo a George un po' confusa.
-Ho amato quella donna dal primo istante. - fece una pausa –
Lei era così disperata per la sparizione di Colbet, e io,
per la prima volta dopo decenni, provavo qualcosa. Era tutto molto
strano, Colbet era il mio migliore amico, non ci fu un giorno in cui
non mi sentii un perfetto stronzo... Eppure, non riuscivo a lasciare
Gracelle e sua figlia... Le amavo troppo. Quando non ero con Colbet,
quando non ero un vampiro e criminale, stavo con loro e viceversa. Le
cose sembravano funzionare anche se in una maniera malata e distorta.
Finchè un giorno, anni dopo, Colbet non maturò
l'idea della Giratempo. Avrebbe rovinato tutto. E io che non riuscivo a
rinunciare a nessuna delle mie due vite dovetti fare una scelta. Le
portai via, dicendo loro che Colbet ormai era diventato un vampiro
senza scrupoli e che per loro era un pericolo, che era sulle loro
tracce. Io cambiai aspetto e scappammo qui a Dublino. Gracelle non
tradì mai Colbet, lo amava troppo. Infondo è
meglio così, avevo già fatto troppi danni.
Purtroppo lei è morta otto mesi fa...
Mina spalancò gli occhi, si voltò verso Chriseide.
-Tu... Sei la figlia di Colbet Arrow...
Lei fissò Dawncraft con gli occhi chiari che sembravano
trasparenti a quella luce, mentre annuiva.
-McDonovan era il cognome di mia madre... E Colbet Arrow
sarà anche mio padre, ma Bill è mio
papà.
Chiarì ferrea, i fili d'oro che erano i suoi capelli
volteggiavano al vento.
-Ho promesso ad Arrow che gli avrei portato la Giratempo.
Esordì George abbassando la bacchetta.
-Purtroppo però ne ho bisogno anche io, quindi temo che non
potrò mantenere la parola data.
Si voltò a fissare Chriseide, che lo guardava attenta in
attesa.
-Lui non voleva lasciarti. E' stato trasformato contro la sua
volontà, si è allontanato per il bene tuo e di
tua madre. Essere genitori non è facile, significa
sacrificare prima e soprattutto sé stessi per il bene dei
propri figli.
-SPIEGALO AD UNA RAGAZZINA DI SEI ANNI! RACCONTALE CHE SUO PADRE NON
C'E' MAI PERCHE' E' UN CRIMINALE E UN ASSASSINO!
Urlò Chriseide piangendo, le guance paonazze. Mina si
alzò in piedi, gli occhi verdi e decisi la guardavano in
maniera così diretta che si ritrovò ad abbassare
lo sguardo.
-Io non mi ricordo neanche dei miei genitori, ma se avessi la
possibilità, anche solo per cinque minuti, di poter parlare
con loro, non la sprecherei per nulla al mondo. Capisco che tu sia
arrabbiata, credimi io lo so più di tutti quanto fa schifo
sentirsi abbandonati... Ma tu... Hai la possibilità di
cambiare le cose... Perché vuoi buttare al vento la tua
occasione per essere felice?
Chriss si voltò verso Bill, lui non la guardava.
Annuì in silenzio.
-Quindi, andrai da Colbet Arrow?
Le chiese George con voce gentile. Chriss li guardò
entrambi. Un ragazzo tutto lentiggini dai capelli rossi e una
ragazza-volpe con gli occhi sinceri. E lei, che dubitava sempre di
tutto e tutti, decise di fidarsi di loro.
-Sì, andrò..
Bill aveva ottenuto
la grazia di essere slegato, ma gli avevano comunque confiscato la
bacchetta. George lo guardava, quello era un vampiro centenario e
lì, di di fronte a lui, c'era un uomo dalla pelle pallida,
che all'apparenza non superava la trentina. I capelli però
erano grigiastri.
-La Giratempo, Dawncraft. Ora.
Ribadì per la terza volta. William con gli occhi argentanti
gli lanciò uno sguardo stanco.
-Cattive notizie, ragazzo.
George corrugò le sopracciglia.
-Non funziona.
Per un istante si sentì la terra farsi molle sotto il suo
peso e il cielo diventare una grande spirale. Sperò di aver
capito male.
-Cosa?
Domandò in un soffio, come se la sua voce forte e chiara
fosse stata risucchiata dentro ai polmoni. Dawncraft sbuffò.
-Mi hai capito bene, maledetto moccioso, la tua adorata Giratempo NON
FUNZIONA! E' solo un inutile groviglio di meccanismi rotti!
Disse di nuovo Bill acido. Glemin vide come il respiro
lasciò le labbra di George, come il bianco gli
colorò la faccia, come gli occhi gli si arrossarono. Si
girò, voltando loro le spalle, infilandosi le mani nei
capelli rossi e guardando verso il cielo.
« Non è vero, non è vero, non
è vero! Non può succedere! STA MENTENDO!
». Le parole si susseguivano frenetiche nella sua mente, come
impazzite. Poi, all'improvviso, George si rese conto che Dawncraft non
aveva motivo di mentirgli. La moglie di Colbet era morta, non aveva
più nulla da perdere. L Giratempo, quindi, era rotta
davvero. Un urlo, poi un altro, poi altri dieci, finché la
gola non gli bruciava come se avesse appena sputato fuoco e non tutta
la sua disperazione. Si inginocchiò toccando l'erba con la
fronte mentre piangeva. Tutto perduto, di nuovo. Le lacrime gli
uscivano così incontrollate che faticava persino a
respirare. Sentì una mano sulla schiena e non si
voltò a controllare di chi fosse, sapeva benissimo che
quella era Mina. Gli prese il viso tra le mani e lo cullò
tenendoselo in petto. Seppur tentasse di controllarsi, anche Mina
piangeva. Ma rimaneva lì, senza singhiozzare, trattenendo
tutto, impedendogli di vedere che anche lei si sentiva disperata e non
vedeva una soluzione in quell'istante, con le lacrime che le scendevano
silenziose sulle guance. Non aveva bisogno di una palla al piede, aveva
bisogno di qualcuno di forte. Ed essere forte, o almeno fingersi tale,
era una capacità che Glemin aveva acquisito nel tempo. Lo
sentì sussurrare il nome di Fred. Solo una volta. Un groppo
alla gola le bloccò il respiro e strinse di più
George.
Dawncraft si fece loro vicino, arrancando un po' (il morso di Mina
pulsava ancora sul suo polpaccio).
-Moccioso...
Lo chiamò, ma George non voleva parlare con nessuno, non
voleva le stupide consolazioni di gente che non sapeva niente di lui.
Presuntosi e supponenti che venivano lì con la loro aria
vissuta, convinti di sapere tutto, quando in realtà non
conoscevano nulla.
-GUARDAMI IN FACCIA MENTRE TI PARLO, MOCCIOSO INUTILE!
Urlò Bill, senza alcun riguardo. George si alzò e
si diresse verso Dawncraft, lo sguardo disgustato.
-Che vuoi? Vuoi farmi la paternale anche tu?! Ripetendomi che usare la
Giratempo sarebbe stato pericoloso, da pazzi o sbagliato? BELLA
CONSOLAZIONE, GRAZIE TANTE!
Gridò, anche se la gola gli bruciava ancora da impazzire.
Dawncraft lo fissò totalmente privo d'espressione.
-Hai finito?
Gli chiese, non appena George finì di sputargli addosso
tutta la sua frustrazione.
-Non me ne frega niente, sai, di quello che tutti ti hanno detto?
Sì, usare la Giratempo, a mio avviso, è una
grande stronzata! Su quello non c'è dubbio! Chi sei tu per
decidere come dovevano andare le cose? Penso che tu sia un fottuto
moccioso egoista, te lo dico proprio col cuore, guarda!
Ci fu una pausa, George prese Mina per mano e voltò loro le
spalle.
-Ma...
George si fermò e tornò a guardarlo,
lasciò la mano di Glemin.
-Ma – riprese William con uno sguardo più
comprensivo – non ci si dispera così solo per un
capriccio.
Frugò nella tasca destra del suo cappotto malandato.
-Tieni, moccioso..
Nella mano nodosa di William Dawncraft la Giratempo era piccola e
opaca, brillava di una luce spenta. Sembrava avesse perso la sua magia.
George la sfiorò per poi prenderla. Leggera.
-Ma... Tu hai detto che è rotta..
Gli fece notare lui, i capelli rossi scompigliati dal vento gli
finivano sugli occhi.
-E lo è, infatti. Ma tu cerca Hamus Raeze, potrebbe
aiutarti. Io non ho idea di dove sia.
George corrugò le sopracciglia.
-Hamus Reaze? Chi sarebbe?
Bill si avvicinò a Chriss.
-L'unico che può aggiustarla. Il creatore di Giratempo.
Chriseide si
sentiva nervosa e aveva legato i capelli biondi in uno chignon,
così sciolti la stavano facendo impazzire. Aveva messo il
cappotto buono e il suo borsone era pieno di vestiti puliti. Si
voltò verso George e Glemin.
-Beh...
Allora grazie...
Esordì
lei con un sorriso imbarazzato. Glemin ricambiò gioiosa e le
strinse la mano.
-Che pensi di fare adesso?
Le domandò mentre lei indossava uno scialle di un rosa
antico.
-Conoscerò mio padre, credo... Comincerò una
nuova vita!
Sembrava molto ottimista, anche George le afferrò la mano.
-Buona fortuna, Chriss!
Le augurò con quel suo sorriso furbesco.
-Grazie, ragazzi!
Si avvicinò a Bill che con uno strambo zaino viola in spalla
l'aspettava pochi passi più avanti. Si girò
un'ultima volta, con un gran sorriso divertito in faccia.
-Ah, dimenticavo, siete una gran bella coppia!
Si complimentò lei, salutandoli con la mano, Mina
scoppiò a ridere e anche George si lasciò andare
ad una risata.
-Come darti torto!
Le rispose alzando la voce. Bill si fece loro vicino come se si fosse
dimenticato di fare qualcosa. L'espressione che aveva in viso,
però, non era delle più rassicuranti.
-Moccioso, ragazza-volpe, rischio la pelle a dirvelo, ma dovete stare
attenti con questa storia. Sento che qualcuno vi sta col fiato sul
collo. Potreste finire in guai seri, probabilmente, già in
questo momento qualcuno di sta muovendo al riguardo. Non potete cercare
una Giratempo e pensare di essere gli unici a desiderarla! Quanto a te
ragazzina...
Si voltò verso Glemin, di molto più bassa di lui.
-Sono già sulle tue tracce, l'altra notte, quando eri nella
foresta, stavano quasi per prenderti! Ringrazia il cielo che c'ero io
lì! Altrimenti saresti nelle grinfie di Claus a quest'ora.
Sei una ragazzina a posto, non mi andava che tornassi lì e,
visto che non avevo la certezza che fossi ancora una sua scagnozza, ti
ho salvata.
Spiegò frugale gesticolando con la mano. Glemin si sentiva
minacciata e perseguitata. Non ci voleva credere. Era appena riuscita a
scappare e Claus già le tornava addosso. Sembrava un incubo.
Tornò da Chriss e la prese per mano. Per la prima volta
sorrise a George.
-Buona fortuna, stronzetto!
E poi si smaterializzarono, lasciandolo a lì a domandarsi
come avrebbe fatto con quella Giratempo spaccata.
SavetheFrog.
Salve gente!
Ancora tante scuse per il ritardo mondiale!
Che dire? E' stato un capitolo difficile, spero non vi sia suonato come
forzato perchè ho lasciato che si scrivesse da solo. Fatemi
sapere che ne pensate con una recensione, ne sarei davvero felice :)
Se avete tempo e voglia di farvi quattro risate sarei felice se
leggeste la mia One-shot Ron/Hermione. Vi lascio il link! Un bacio a
tutti!
SavetheFrog.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1021108&i=1