Capitolo
7: Primo
giorno di scuola
Passarono
diversi giorni da
quando le Dark Lovers si unirono, seppur a forza, al gruppo. Ebbene si,
anche
loro accettarono di collaborare con le loro più acerrime
nemiche. Ci volle un
po’, ma alla fine la piccola e persuasiva Mizuko
riuscì a convincerle. Fortunatamente
non ci furono obiezioni da parte delle sirene; la ramanzina dello
spiritello e
della principessa arancione le fece riflettere e capirono che se
volevano
veramente sconfiggere l’Apostolo del Male avrebbero dovuto
collaborare.
Era
lunedì 5 Aprile. Un giorno
molto importante per la maggior parte dei ragazzi giapponesi; infatti
per molti
oggi è il primo giorno di scuola. Se pur a fatica, la neo
studentessa Seira si
alzò dal suo futon svegliata dallo squillante suono della
sveglia posta sulla
scrivania. Con un tocco della mano la spense facendo cessare quel tanto
fastidioso quanto utile rumore. Aprì lentamente
gl’occhi appannati dal sonno e
guardò l’ora che indicava la sveglia: 7:03.
“Mi
devo svegliare” pensò la principessa. Si
stiracchiò un po’, poi aprì le
tende che coprivano la finestra illuminando quella stanza avvolta dalla
penombra. Si voltò alla sua sinistra in direzione
dell’unico letto della
stanza. “Dov’è Lucia?”
pensò vedendo che
l’amica non era a letto. “Che si sia già
alzata?”.
Non ci stette a pensare troppo. Andò davanti
all’armadio e si tolse il suo
pigiama arancione a tema floreale e lo cambiò con la sua
nuova divisa
scolastica. Era il classico completo alla marinara rosso e bianco,
decorato con
un grosso fiocco rosso sotto il colletto. La gonna era di quelle
pieghettate
anch’essa di colore rosso. I calzini invece erano bianchi e
gli arrivavano fino
alle ginocchia senza superarle. Al collo portava la sua inseparabile
collana a
forma di conchiglia arancione. Pronta per il suo primo giorno di
scuola, la
giovane Seira indossò le sue ciabatte e uscì
dalla stanza. Scese le scale e
corse subito in sala da pranzo. Ad attenderla c’erano Lucia e
Hanon, le quali
stavano già facendo colazione. “Buon giorno
ragazze!” disse la nuova arrivata andando incontro alle
amiche. “Buon
giorno” le risposero. Subito non lo notò, ma le
due principesse
indossavano
una divisa differente
dalla sua. Avevano una camicia bianca sovrastata da una elegante giacca
rossa
decorata con un fiocco ovviamente rosso. Sotto indossavano una gonna
scozzese
rossa e bianca. Dopo averle scrutate per bene si decise finalmente a
fare la
fatidica domanda: “Perché indossate delle uniformi
diverse?”. Lucia si grattò
la guancia un po’ imbarazzata, poi le rispose dicendogli
“Vedi, il fatto è che quest’anno noi
frequenteremo le
scuole superiori, quindi andremo in un'altra scuola”
“Ehhhh!?!?” esclamò Seira sia sorpresa
che delusa.
“Mi dispiace ma è così. Non puoi farci
niente”
disse Hanon dandogli una pacca sulla spalla per consolarla. Magra
consolazione.
“Guarda il lato positivo; almeno non sarai da sola.
Anche Mimi verrà a scuola con te” disse Lucia.
Seira si riprese ed
esclamò “Hai ragione! E poi oltre a Mimi
potrò
farmi anche un sacco di nuovi amici!” “Questo
è lo spirito giusto” disse la principessa blu.
Subito dopo si sentì il
rumore di qualcosa sbattere contro il tavolo. “Ecco
la colazione” disse una voce femminile estremamente seccata.
Le tre si
voltarono e videro Maria che porgeva ‘gentilmente’
un piatto al tavolo delle
tre sirene. Ad Hanon scappò un risolino vedendo la forte e
glaciale Maria col
grembiule che gli porgeva docilmente la colazione. Ebbene si; adesso
lei e
tutte le nuove arrivate lavoravano al Pure Pearl. Di certo Nikora non
le
avrebbe fatte alloggiare gratuitamente. Spirito elementare o no, se
volevano
restare dovevano lavorare: questa era la regola. La fata, accortasi di
ciò
disse “Hai qualcosa di dire?”. Hanon
cercò
di non scoppiare a ridere e disse “Scusa, scusa. Il
fatto è che...”. Alla fine cedette e
scoppiò in una fragorosa risata. “Ahahahahah!!!
Troppo divertente!!” esclamò la
principessa blu rotolandosi a terra dalle risate. Intanto a Maria
comparvero
due grosse vene pulsanti sulla fronte e degli affilatissimi dardi di
ghiaccio
tra le dita. Lucia, cercando di evitare la morte prematura
dell’amica, disse “Se volete scusarci adesso noi
andiamo”. Prese
Hanon per un braccio e se la trascinò via uscendo
dall’albergo. Seira, dopo
aver visto le due principesse sparire, si voltò verso la
fata, fece un inchino
e gli disse “Grazie per la colazione”. Maria
non disse niente. Alzò i tacchi e a testa alta se ne
tornò in cucina. Poco dopo
si sentirono dei passi provenire dalle scale. La sirene si
voltò e vide Mimi
che stava venendo dalla sua parte. Anche lei indossava
l’uniforme scolastica;
l’unica differenza era che lei indossava un paio di collant
nere e, invece
della collana a forma di conchiglia, portava un collarino nero. Era
veramente
carina. La nuova arrivata si sentiva un po’ in imbarazzo; era
la prima volta
che indossava abiti del genere e se ne vergognava un po’.
Arrivata davanti a
Seira le chiese “Come sto?”. Senza pensarci
due volte la sirena le rispose “Stai benissimo. Sei
veramente carina” “C-Carina...?”
domandò
la ragazza visibilmente imbarazzata. La principessa fece un cenno con
la testa
e chiese “Senti, facciamo colazione insieme?”
“...Va bene”.
Finita la
colazione, le due
ragazze si misero i mocassini marroni e cominciarono ad incamminarsi
verso la loro
nuova scuola. Nel tragitto parlarono di diverse cose, tra cui come
sarebbero
stati i loro nuovi compagni di classe e gl’insegnanti, o di
cosa avrebbero
dovuto fare una volta arrivate a scuola. Gli ci vollero una ventina di
minuti
per raggiungere l’edificio scolastico. La prima cosa che
fecero fu andare a
vedere in che classe erano state smistate, sperando di essere nella
stessa
classe. “Vediamo. Yugurime, Yugurime... Eccomi,
Yugurime Seira!” esclamò indicando il suo nome
scritto sul tabellone.
Poi si voltò verso l’altra ragazza e gli disse
“Io
sono nella 1-C. Tu in che classe sei?”. Mimi stava ancora
cercando il
suo nome. “Ecco... Trovato! Fukari Mimi!”
“Allora? In che classe sei?” chiese Seira
incrociando le dita. “1-C” rispose. La principessa
esultò “Evviva!! Siamo nella stessa
classe!!”.
Le due
ragazze si incamminarono
verso la loro classe. Quest’ultima si trovava ovviamente al
primo piano, come
da consuetudine nelle scuole giapponesi. Nella classe c’erano
trenta banchi,
quasi tutti occupati. Cercarono dei posti liberi vicini. Ne trovarono
due nella
penultima fila vicino alla finestra. La prima a sedersi fu Seira. Aveva
conquistato il banco vicino alla finestra, mentre Mimi quello subito a
fianco. La
ragazza dai capelli corti si guardò un po’
intorno. Era visibilmente nervosa.
Appena la principessa sirena se ne accorse gli si avvicinò
dicendogli “Non preoccuparti. Non c’è
nulla di cui essere nervosi”.
Facile a dirsi. Ad un tratto la campanella suonò. Le lezioni
stavano per
cominciare.
“Accidenti!”
esclamò sotto voce Seira. L’amica si
voltò verso di lei e le chiese
“Cos’è successo?”
“Mi
sono dimenticata di portare l’astuccio. Adesso non so come
scrivere”
spiegò la ragazza. Gocciolone sulla tesa di Mimi.
“Sei
davvero sbadata. Tieni” disse una voce davanti a loro. Le due
si
girarono. Era il ragazzo che sedeva davanti a Seira. Aveva i capelli
neri,
sistemati in un taglio corto che si lasciava sfuggire qualche ciocca
sul viso e
in particolare sull’occhio sinistro. I suoi occhi erano
quelli tipici di un
giapponese, ma avevano qualcosa di insolito: erano azzurri, come il
limpido e
calmo oceano. Ovviamente indossava la divisa maschile, che comprendeva
una
camicia bianca e un paio di pantaloni lineari color blu marino. Gli
stava
porgendo una Bic nera. La principessa scosse la testa dicendo
“Mi dispiace non posso accettare. Altrimenti come farai a
prendere appunti” “Non ti preoccupare. Ne ho
un altra” gli disse il ragazzo. Seira era indecisa
sull’accettare o non
accettare. “Che faccio? Se accettassi potrei fare
la figura della ragazzina imbranata che ha sempre bisogno di una mano.
Però se
non prendo appunti poi non riuscirò a studiare. Cosa devo
fare?”. Un
rumore interruppe il suo monologo. Una mano aveva appena poggiato la
Bic nera
sul banco dell’indecisa ragazza. Seira seguì la
mano fino a raggiungerene il
proprietario. Era Mimi. “Visto che non ti decidi a
prenderla l’ho fatto io per te” spiegò
l’amica. Poi si voltò verso il
ragazzo. Gocciolone d’imbarazzo sulla sua testa.
“Grazie
e scusa” disse la principessa sirena. “E di
cosa?” chiese il ragazzo. “Allora
grazie...”.
Si accorse di una cosa: non sapeva ancora il suo nome. Senza che
nemmeno glielo
chiedesse lui gli rispose “Nakagawa. Nakagawa
Keichi” “Io sono Yugurime Seira. Piacere.
Lei invece è la mia amica Fukari Mimi” disse Seira
presentando sia lei
che la sua vicina di banco. “Piacere” disse
Mimi facendo un cenno con la mano. “Che cognomi
strani che avete” disse Keichi incuriosito.
“Perché
non ti piacciono?” domandò la ragazza dietro di
lui “No, più che altro sono molto... come dire...
inusuali”
disse il ragazzo cercando di non essere maleducato. Intervenne Mimi
dicendo “In
effetti hai ragione. Il mio significa Luce degli Abissi”
“Il mio invece
Principessa del Crepuscolo” spiegò Seira.
All’improvviso una voce forte e
autoritaria irruppe nella loro conversazione. “Vuoi
continuare tu Yuguremi?”
disse la professoressa con voce palesemente irritata. La ragazza si
alzò in
piedi per rispondere, ma andò nel pallone e
cominciò a dire cose senza senso “Ah, ecco...
vediamo...”. Poi intervenne la voce
della salvezza. “Pagina 9, riga 31”
bisbigliò il ragazzo davanti a lei. “Pagina 9,
riga
31!!” ripeté Seira ad alta voce. Gocciolone sulla
testa della
principessa. Mimi e Keichi si sbatterono una mano sulla faccia.
“Che imbranata”
dissero i due in coro. Intanto le guancie di Seira erano diventate
color
scarlatto per la figuraccia appena fatta. “Mi fa piacere che
tu sappia dove
siamo” disse l’insegnate con una punta
d’ironia mal celata “Però mi farebbe
ancora più piacere se seguissi le mie lezioni”
“...Mi
scusi” disse Seira sedendosi al proprio posto.