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Autore: Kimynaky    20/06/2012    1 recensioni
In una città futuristica in decadenza post guerra civile, una ragazza 17enne capo di una gang di strada ha dichiarato guerra alla mafia locale per via di vecchi rancori. Così organizza una "spedizione punitiva" mirata a derubare un locale in mano ai mafiosi, ma qualcosa va storto....
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dietro  la scrivania troneggiava la figura imponente di un uomo sulla quarantina, dall'aria inquietante. Davanti invece, sedeva una giovane ragazza: avrebbe potuto avere massimo 25 anni, bionda, con labbra carnose e invitanti compensate da occhi freddi e impenetrabili.

“Sole Nakiwata, ti sei guadagnata la nostra fiducia”, disse l'uomo con uno sguardo compiaciuto. “Ora il tuo addestramento è terminato”

L'uomo si alzò dalla scrivania, e passeggiando distrattamente per la stanza si fermò ad osservare una stampa, la copia di un quadro famoso, incorniciata in una lastra di plexiglass.

“E' curioso come sia comparsa all'improvviso quella ragazza...” disse con fare vago.
“hai idea di chi potesse essere?” L'uomo nel parlare non aveva fatto il minimo cenno, però sulla lastra di plexiglass compariva nitido il riflesso della ragazza.

Nemmeno Sole fece il minimo cenno. Rispose con freddezza, quasi fosse un automa:

“E' da molto che non la vedo: è cambiata molto, ma non può che essere mia sorella Kimberly.”

L'uomo studiò l'immagine riflessa della ragazza... un bel bocconcino, niente da dire... poi con fare noncurante tornò alla scrivania. Una volta seduto, l'uomo fissò Sole diritto negli occhi e le ordinò:

“Trovala; e appena la trovi, uccidila.”
 
-II-

Le urla dei Dragonflies riempivano i corridoi.
Frank, soddisfatto, rileggeva il rapporto che aveva appena scritto: l'indomani l'avrebbe consegnato a Slaughter e voleva che fosse perfetto.
Qualcuno bussò alla porta del suo ufficio.

“Avanti!”

Un appuntato, un ragazzo di neanche vent'anni, entrò.

“Vengo dalla sala torture. I prigionieri sembrano determinati: non parlano”
“Non parlano, eh?” disse Frank “Troveremo il modo di servirci di loro comunque. Grazie, va' pure”

Ma l'appuntato indugiò.

“Che c'è?”
“Dobbiamo continuare le torture?”
“No, andate a riposare, mi è venuta un'idea migliore”

L'appuntato uscì dalla stanza chiudendo la porta dietro di sé.
Frank assunse un'espressione dura perdendosi nei suoi pensieri, e mormorando: “Capo dei Dragon-flies, sei mio! O ti consegni, o perderai la faccia per sempre!”

 
-III-

“Jonah 1, qui tutto regolare. L'argento è in cassaforte. Provvederemo a verifiche e controlli per tenerlo al sicuro. Passo e chiudo”
Alan, terminata la comunicazione, si rilassò sulla sedia, e proprio in quel mentre con la coda dell'occhio intravide una persona.

“Ciao Kim”

La ragazza, smarcatasi da Brian, vagava per la base in preda all'angoscia e aveva riconosciuto la voce di Alan, per cui si era fermata a guardare. Alan nel vederla così sconvolta si intenerì.

“Mi dispiace per tutto quello che è successo”, disse
“Tu lo sapevi però... sapevi che sarebbe successo, non è così??”, replicò la ragazza fremente dalla rabbia.

Alan non si scompose, ma le disse mantenendo il tono dolce: “Ho aiutato tuo padre come ho potuto. D'altra parte, non poteva mancare a quell'incontro: non si era mai dato pace da quando perse ogni traccia della figlia maggiore, quattro anni fa”
Gli occhi di Kim si riempirono di lacrime.

“In un solo attimo li ho persi entrambi... e tu lo sapevi!!”
“... ho cercato di proteggerti, di impedirti di vedere...”, rispose Alan, ma Kim lo interruppe:
“Lo so. Prima sulla transmetro, poi in quel bar...”
“Già. Ma mi sei sempre sfuggita. Ed è stato un miracolo che ti ho ritrovato giusto in tempo. Altrimenti, a quest'ora non ci saresti più nemmeno tu.”
“Un miracolo? Non ci credo” Kim mise un dito sotto l'orologio che quel giorno l'aveva tenuta in contatto con Ada, e da lì trasse un piccolo trasmettitore.
“Sei stato un mago ad affibbiarmelo così rapidamente, e senza che me ne accorgessi. E quando hai visto che mi stavo avvicinando troppo al vecchio ponte, sei venuto a prendermi”

Alan, sinceramente colpito e anche un po' spiazzato, sorrise.

“Sei proprio in gamba, ragazza. La degna figlia di tuo padre! Eravamo molto amici, sai? Prima di andare a quell'appuntamento, si è tanto raccomandato per te”
“Per questo mio padre ha trovato un pretesto per mandarmi via. Ha simulato un attentato. E ora che so che era un agente della Resistenza, non mi stupisco che sapesse della mia banda”

Alan le offrì una sedia; “Vieni Kim, siediti, non stare così sulla porta”
Appena la ragazza si sedette, lui continuò: “Raccontami, che ci facevi in una zona così malfamata a quell'ora di notte?”
“Una passeggiata per schiarirmi le idee”

La guardò con una punta d’ironia: sapeva che stava mentendo.

“Passeggiata con tuffo nel canale da parte del tuo ragazzo?”
“Non è il mio ragazzo e poi perché lo vuoi sapere? Ora sono qui, come un cane randagio chiuso in un canile. Puoi proteggermi quanto vuoi. Che differenza fa quello che stavo facendo?”, rispose stizzita.
Alan afferrò con fermezza il poggia schiena della sedia di Kim e la girò in modo da poter guardare la ragazza dritto negli occhi. Gli occhi verde intenso di Alan erano illuminati da una forza di volontà ferrea, di quelle che non ammettono repliche.
“Qui non stiamo giocando. E' in corso una guerra, di quelle che corrono sottopelle, inesorabili e sanguinose. Facendo di testa tua hai messo stupidamente a repentaglio la tua vita, mettendo a rischo anche tutti noi. Ora l'Alto Comando cercherà di capire come hai fatto a sfuggirgli e inseguendo le tue tracce potrebbe trovare noi. Ti rendi conto del casino che hai combinato?”

Kim si sentì nuovamente fremere di rabbia, e per la rabbia le si riempirono gli occhi di lacrime.

“E tu ti rendi conto che io devo salvare i Dragon-flies?”
“Ma benedetta ragazza, come puoi anche solo sperare di riuscirci da sola? Non ti rendi conto con chi hai a che fare?”

Kim assunse un cipiglio severo e determinato.

“Ho risorse che tu nemmeno immagini”
“Ma li hanno rinchiusi nel braccio della morte. Dimmi come pensi di arrivar...” Alan si bloccò all'istante, appena un pensiero gli attraversò la mente: Il canale.... ma come avrebbe potuto Kimberly venire a sapere del porto sotterraneo? Certo sarebbe il tipo da buttarsi in un'impresa del genere, anche se fosse praticamente un suicidio...

Intanto Kimberly lo guardava senza neanche scomporsi, decisa a non dire una parola di quel che sapeva.
Ora Alan la guardò con occhi completamente diversi.

“kimberly, non ti sono nemico. Mi dispiace per la sorte dei tuoi amici, ma ti rendi conto che è quasi impossibile salvarli?”
“il “quasi” rende tutto possibile” replicò lei.

Alan, sinceramente ammirato, rimase un attimo senza parole, e in quel mentre sbucò dal corridoio Brian.

“Eccoti!! Non ti trovavo più... comunque che idea strana mandare me a cercare Ada nel bagno delle donne...”, da dietro la sua spalla spuntò il volto di Ada che bella sorridente salutò i due seduti nella stanza.
Brian diventò un poco perplesso: “Che stavate facendo?”

Alan si riprese e sfoderò il suo sorriso brillante:

“Stavo dicendo a Kimberly che desidero aiutarvi a salvare i Dragon-flies”
 
-IV-

Dopo qualche ora di riposo, (forzato per Kim, visto che si era fatta dare qualche sonnifero dall'infermeria) e dopo aver fatto colazione, Ada Kim e Brian furono convocati nell'ufficio di Alan.

“Ragazzi, ho ottenuto l'ok dalle alte sfere, sono completamente a vostra disposizione per aiutarvi coi Dragonflies. Ma da ora in poi niente più segreti, intesi?”
“Sì”, dissero i tre in coro.
“Bene” replicò Alan abbozzando un sorriso “Che ci facevate al vecchio ponte a quell'ora?”

Kim si schiarì la voce, e i tre si scambiarono sguardi eloquenti.

“Andiamo…”, disse Alan “Non siamo noi i cattivi” aggiunse con un sorriso accattivante.

Ada rivolse uno sguardo a Kim, che tradotto diceva: “Quant'è figo!”

“Bah, è studiato ad arte per fare l'amicone sexy” replicò Kim, sempre nel linguaggio muto degli sguardi. Ma gli sguardi che Ada rivolgeva a Alan sembravano dire “sarà, ma è bono comunque!”

Nonostante queste differenti correnti di pensiero, né Ada né Brian avrebbero aperto bocca al posto di Kim, così fu lei a parlare.

“Stavamo studiando l'area”

Alan sospirò. Aveva davanti un osso duro... o per meglio dire, una testona.

“Perché?”
“Dovevamo verificare se il nostro piano era fattibile”

Alan aspettò invano che la ragazza continuasse da sola il discorso, ma visto che non ne aveva l’intenzione, si armò di pazienza e disse: “E qual era il vostro piano?”

“Sappiamo che c'è un tunnel che porta nel cuore della Torre dell'Alto Comando. Dove sono i Dragonflies. Volevamo verificare se il tunnel c'era davvero, in che condizioni fosse e com'era strutturato in modo da poterci organizzare meglio”

Alan osservò attentamente Kim.

“E tu come fai a sapere di quel tunnel?”
“Lo so e basta”

Alan concentrò la sua attenzione su alcuni fogli... in realtà era uno stratagemma per non perdere il controllo: stava perdendo la pazienza. Quando si sentì nuovamente padrone di se stesso si rivolse nuovamente a Kim:

“Se volete che vi aiutiamo, dovete essere sinceri. Così non va”
“Gliel'ho detto io” intervenne Ada.

Kimberly la fulminò con lo sguardo, ma ormai la vagabonda era tutta presa dagli occhi verde-azzurri di Alan e nemmeno se ne accorse.
Alan guardò la ragazza, e perplesso le chiese come faceva a essere a conoscenza di un segreto militare. Ada si limitò a sorridere e a dire:

“Se lo conosco io il vostro segreto, la prossima volta dovete essere più discreti!”

Alan incassò elegantemente il colpo, si avvicinò a Ada, appoggiò i gomiti sulla scrivania e il volto tra le mani, fissandola intensamente.

“Hai ragione! Ma tu da chi l'hai saputo?”
“Mah... non.. non ricordo...” balbettò Ada avvampando.

Kim si schiarì la voce.
“Signori, potremmo parlare di cose serie? Ho trenta vite da salvare, se volete copulare, in fondo al corridoio ci sono i bagni, ma ora concentratevi su”

Ada avrebbe voluto sprofondare, Alan invece sembrò divertito dalle parole di Kim.

“Comunque signor Dimitri”, continuò Kim “L'idea era di raggiungere a nuoto il porto sotterraneo, e da lì creare una breccia per raggiungere le prigioni.”

Alan guardò Kim con un'espressione indecifrabile, poi disse: “E come farete a eludere le guardie?”

“Il porto è dimenticato da tutti, dovremmo entrare da una parte delle prigioni che non è affatto sorvegliata, perché ritenuta un vicolo cieco. Ad ogni modo, abbiamo le nostre armi.”

Alan non riusciva a credere alle proprie orecchie.

“E'.... un piano perfetto, complimenti”
“Grazie” disse Kim, senza scomporsi.

Brian guardò con orgoglio l'amica, mentre Ada... beh, era intenta a sbavare.
Alan prese il microfono dell'interfono e disse all'interlocutore: “Piano approntato, chiedo il permesso di dare il via all'addestramento...”
Nel sentire la risposta, aggrottò le sopracciglia.
“Sì, certo, ora diamo un'occhiata” Kim colse un'ombra di preoccupazione nei suoi occhi, quando i loro sguardi si incrociarono.
“Seguitemi” disse. Li condusse nella sala mensa, dove uno schermo enorme trasmetteva il telegiornale.
Sullo schermo, i volti dei Dragonflies passavano in rassegna mentre il cronista annunciava:

“Arrestati ieri sera i terroristi che hanno attentato alla vita della nostra democrazia. Gli inquirenti dopo un'intera notte di interrogatori hanno appurato che si tratta di una setta estremista che fa il lavaggio del cervello ai propri adepti, che arrivano a livelli di follia inaudita, fino al punto da dichiararsi pronti a morire per il loro demagogo. Per questo il nostro leader, Sergio Rabouf, ha deciso di concedere l'amnistia ai 30 arrestati, tutti giovanissimi, a patto che il fondatore della setta si consegni in modo da poter essere sottoposto alle cure di cui ha bisogno. Rabouf ha commentato: “solo un criminale senza scrupoli manderebbe al macello 30 giovani vite, vite che potevano essere impiegate nel lavoro e in modo costruttivo. Non posso sopportare che dei ragazzi così giovani muoiano per ragioni così futili, per questo invito il loro capo a farsi avanti, sono certo che in fondo sia una persona d'onore e non si tirerà indietro” Le immagini dei dragonflies e dell'Historia fecero spazio alle immagini della Torre dell'Alto Comando.

Il cronista continuò:

“Nel caso in cui il capo della banda chiamata dragonflies non dovesse costituirsi, è già stata fissata l'esecuzione per le ore venti di stasera presso la prigione di Stato, e verrà trasmessa in mondovisione su questo canale. Ora vi lasciamo allo speciale, che approfondirà il tema del terrorismo giovanile e risponderà alla domanda: ‘Perché i giovani crescono privi di valori?’”

Alan spense lo schermo. Aveva notato che Kim, pallidissima, si era dovuta sedere da tanto era scioccata. Brian le faceva aria, ma era visibilmente turbato anche lui. Alan le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla.

“Stai bene?”

Kim si voltò a guardarlo, affranta:
“Li uccideranno questa sera!”
Ad Alan gli si strinse il cuore a sentir pronunciare quelle parole con un tono così struggente. Lei gli prese le mani e lo implorò: “Ti prego, portami lì anche solo con Kim e Brian, faremo di tutto per salvarli!”

Alan le sorrise teneramente e disse con tono rassicurante: “Ti ho promesso che ti avrei aiutata. Stasera alle sette i tuoi amici saranno liberi! E ora scusami, ma ho una missione di salvataggio da organizzare”
 
E, detto questo, lasciò la sala.
   
 
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