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Autore: VallyBeffy    08/01/2007    5 recensioni
HP6 spoiler - "Non sono un assassino". Allora come poteva spiegare la morte di Silente, le sue mani sporche di sangue innocente. Da che era stato costretto a scappare, non riusciva a pensare ad altro. E come se non bastasse doveva trascinarsi dietro il rampollo di casa Malfoy, troppo spaventato per potersela cavare da solo. E poi il Voto Infrangibile gli aveva legato le mani. Mentre Severus Snape si nasconde da tutti coloro che lo vogliono morto, scoprirà che essere babbani non significa necessariamente essere deboli. ---->CAPITOLO 26<----- Severus si voltò e guardò Eve dubbioso per qualche istante. Una sola persona aveva il permesso di chiamarlo Sev e non rispondeva certo al nome di “Eveleen Vane”. Lei sorrise ampiamente ed allungando la mano verso la sua maschera d’argento sussurrò alcune parole. -Questa non ti serve più.-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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VallyBeffy risponde:

X ASTRY: ma ti pare che potrei fare del male al mio amoruccio tenero Sev Sev? Se Eve l'ha riconosciuto? Bè, lo scoprirai più avanti. Però una cosa posso dirtela: il fatto che i mangiamorte (in quel caso Nott) conosca il latino o meno è irrilevante. Eve ha citato un brano di Ludwig Bronted, che come già avevo scritto in un precedente capitolo è molto conosciuto fra i maghi. Ipotizzare che fosse una richiesta di aiuto, un codice cifrato o altro è a discrezione del gentile lettore ;D (e questo ti darà altro su cui meditare)
X TRUELENA: Sostanzialmente odio le Mary Sue. Sia nella vita che nelle fanfiction. Ametto che Eve come la immagino io è una bella ragazza, ma nasconde un carattere particolare e strano. Come ho risposto ad Astry, se ha riconosciuto Piton o no lo saprete più avanti ;D

Avvertenze e precauzioni per l'uso

Questo capitolo (e altri che troveremo più in là nella storia) mi lasciano perplessa: alzare o non alzare il rating? Non vi è nulla di particolarmente esplicito in questo capitolo, ma essendo più crudo rispetto ai precenti ho creduto fosse meglio avvisare.
Chiedo scusa in anticipo: non mi odiate per quello che farò accadere ai personaggi XD

Ah, perdonatemi anche se in questo capitolo non darò grande spazio a Piton, ma deve essere così ai fini della storia.



Fatture orcovolanti in arrivo per tutti coloro che non commentano

VallyBeffy

Non sono un assassino

Chapter 12 – Silent scream

-Credi che le piacerà la torta?- domandò Tonks appendendosi letteralmente al braccio di Remus, guardandolo speranzosa con occhioni da cerbiatta.
-Sì, la tua è stata davvero un’idea magnifica.- rispose il lupo mannaro, sorridendo amabilmente alla compagna.
-Speriamo sia buona... lo sai che non sono brava a cucinare. Ho dovuto ripreparare l’impasto almeno tre volte prima di riuscire a fare qualcosa di decente. Però questa volta ha un aspetto squisito, non è vero?-
-Se non venivo in tuo soccorso probabilmente eri ancora là, con l’impasto ovunque fuorché nella terrina.- rise il mago scompigliandore i capelli color verde smeraldo con una mano.
-Ce l’avrei fatta anche da sola!- esclamò Tonks, facendo una linguaccia, staccandosi dall’uomo ed incrociando le braccia.
-Ho i miei dubbi al riguardo.- rise di gusto Remus dando una leggera pacca sulla spalla alla metamorfomagus.
-Invece prendermi in giro, potresti dirmi quanto manca?-
-Siamo arrivati. Vedi quel portone laggiù? É lì che abita.-
-Perfetto!- trillò Tonks riabbracciando il lupo mannaro con foga.
La coppia raggiunse la porta, la varcarono ed iniziarono a salire le scale che li avrebbero portati al secondo piano. Inubbiamente Tonks non venne meno alla sua nota goffaggine e rischiò di incianpare tre volte solo nella prima rampa di scale, ma fortunamente Remus era lì per sorreggerla.
-Ho una strana sensazione.- annunciò Remus non appena furono arrivati sul pianerottolo del primo piano.
-Di che si tratta?-
-Ninfadora ti dispiacerebbe reggere la torta?- domandò con aria cupa e senza aspettare la risposta le consegnò il dolce per poi sparire su per le scale.
-Lasciare la torta a me? Sei impazzito? La farò cadere entro trenta secondi!- gli urlò dietro Tonks.
-...e non chiamarmi Ninfadora!- aggiunse poi, abbassando lo sguardo imbronciata: fu allora che vide quelle macchie strane.
-Che roba è? Accidenti ci sono passata sopra con gli stivali nuovi!- piagnucolò la strega indietreggiando di un passo. –Aspetta... ma questo sembra...-
Ninfadora Tonks sbiancò in viso e lasciò cadere la torta.

*


Fu il piacevole odore delle lenzuola pulite a svegliare Eve quella mattina. Con il viso immerso in un morbido cuscino, la donna fece scivolare la mano accanto a sé apprezzando la morbidezza della stoffa. Doveva comprarlo di nuovo quell’ammorbidente, rendeva il riposo qualcosa di speciale e magico.
...magico? Eve aprì gli occhi di scatto e realizzò immediatamente che quella in cui si trovava non era la propria stanza da letto. La vana speranza che quello della precedente notte fosse solo un brutto sogno svanì di colpo facendo spazio all’angoscia. Con il cuore a mille si alzò di scatto, ma un dolore lancinante all’altezza dello stomaco la fece ricadere sulle ginocchia e piegare su sé stessa. Cercando di sopportare il dolore, Eve affondò il viso nel materasso e si massaggiò il ventre con movimenti rotatori delle dita. Per riuscire a portarla via da casa propria i mangiamorte le avevano lanciato contro uno schiantesimo: avrebbe dovuto aspettarsi simili fitte per almeno un’altra giornata. Non ricordava bene come si era conclusa, ma doveva aver fatto qualcosa di incredibilmente stupido per farsi mettere ko in quel modo. Quando la fitta sparì Eve ricordò di essersi fatta male alla caviglia saltando giù dalle scale, quindi pensò che forse era il caso di controllare i danni. Fu allora che si accorse di indossare vestiti mai visti prima. La magonò alzò lo sguardo di fronte a sé, dove un immenso specchio ricopriva l’intera parete e rimase di stucco, nonché piacevolmente sorpresa, di fronte al suo aspetto.
Indossava un abito nero particolareggiato, in stile gotico, senza maniche, dalla gonna lunga fino a sopra le ginocchia. La parte superiore ricordava un busto vecchio stile, con i suoi nastri per stringerlo e qualche merletto strano ed un’ampia scollatura. La gonna aveva nel bordo una merlettatura fine e di classe, mentre ai piedi non aveva scarpe, solo un paio di calze nere lunghe oltre il ginocchio. Eve non si era mai vista così bella. Era così attenta ed ammaliata dalla sua immagine nello specchio che la squadrò millimetro per milletro fino a quando non le saltò all’occhio la catenina che aveva al collo. La giovane donna abbassò lo sguardo e prese fra le mani il ciondolo della catena per poterlo vedere meglio: si trattava di una chiave. Eve avrebbe potuto giurare che si trattasse dello stesso ciondolo che le aveva dato Silente nel suo sogno.
-Sì, è un gioiello semplice, ma di buon gusto. Lo stesso vale per quel buffo bracciale con i campanellini. Ho creduto fosse opportuno lasciarteli.-
Eve rialzò lo sguardo verso lo specchio e vide riflesso, pochi metri dietro di lei, una vecchia conoscenza: Lucius Malfoy. Erano anni che non lo incontrava e non era cambiato di una virgola: aveva ancora quell’aria spavalda dipinta in volto nonostante fosse ormai chiaro per tutto il mondo magico che non si trattava di altro se non un poco di buono. Dalle sue parole Eve poté capire che quella misteriosa catenina, al contrario degli altri vestiti che indossava, era già al suo collo quando l’avevano portata lì. Sgranando leggermente gli occhi e sbiancando in viso, si strinse le spalle con le mani, rendendosi conto che qualcuno doveva averla spogliata mentre era svenuta.

-Posso immaginare quali siano i tuoi pensieri.- asserì il mangiamorte con un bieco sorriso, strofinando compiaciuto il palmo della mano sul proprio bastone a testa di serpente -...e credo ti farà piacere sapere che è stato il mio elfo domestico ad occuparsi di tutto per mezzo di magia. Non sei stata nemmeno sfiorata, in quando ordine del Signore Oscuro in persona.-
Eve abbassò lo sguardo: cos’altro poteva volere Lord Voldemort da lei per riservarle tali attenzioni? Di certo ciò non faceva presagire nulla di buono se non ulteriori guai.
-Sono lieto di vedere che questo vestito ti calza a pennello. L’ho scelto personalmente.- aggiunse il mangiamorte, avvicinandosi al letto sul quale ancora la ragazza stava seduta.
-Non si avvicini.- lo avvertì Eve, con un tono minaccioso.
-Sono spiacente, ma si da il caso che sia io ad avere il coltello dalla parte del manico.- replicò Lucius sedendosi al suo fianco e scostandole una ciocca di capelli con una mano.
-Ciò non l’autorizza a mettermi le mani addosso.-
-Ah no?-
Lucius posò la mano sulla gamba di lei ed iniziò a farla scivolare su lungo la coscia. A tale gesto Eve scattò indietro e sferrò uno schiaffo al mago esclamando: -Provaci e sei morto!-
In men che non si dica Malfoy aveva afferrato la magonò per i polsi e con violenza l’aveva costretta a distendersi sul materasso.
-Non ammetto resistenza.- disse scandendo bene le parole, chinandosi su di lei fino a quando i loro visi non furono a pochi centimetri l’uno dall’altro.
Eve volse il capo verso destra con sdegno e chiuse gli occhi. Aveva paura, non lo negava, così tanta paura che tremava lievemente. Si sarebbe aspettata di tutto nella sua vita, ma mai questo.
Lucius squadrò ogni millimetro del suo viso con compiacimento. Il viso della magonò era ancora più bello ora sull’orlo delle lacrime.
-No.- disse con un vago sorriso –Credo che non sarebbe divertente.-
Infine lasciò andare Eve, si alzò, recuperò il bastone e con un sordo CRACK si smaterializzò dalla stanza. Quando egli fu scomparso, la giovane donna si girò di lato e si raggomitolò su sé stessa chiudendosi a riccio: mai aveva provato tanta paura. Lucius Malfoy era imprevedibile e per la fortuna di Eve si era fermato in tempo. Prendendosi il volto tra le mani, Eve scoppiò in un pianto disperato.

*


-...l’appartamento sembrava abbandonato. Abbiamo trovato la porta spalancata, all’interno nulla di strano se non il gatto schiantato e qualche goccia di sangue sul pavimento del pianerottolo al piano di sotto.- spiegò Remus passandosi rassegnato una mano tra i capelli –Il che è strano: come ben sappiamo i mangiamorte sono soliti lasciare dietro di sé una moltitudine di morti, non certo un semplice gatto schiantato anche se si tratta di un mezzo Kneazle.-

Minerva McGranitt nascose il viso dietro alle proprie mani e si sedette sul divano accanto a Tonks.
-Tutto ciò è terribile.- disse sconvolta –Povera ragazza, chissà quali terribili sofferenze starà patendo!-
-Purtroppo non c’è nulla che possiamo fare al momento. Dobbiamo aspettare di saperne di più prima di agire. Dobbiamo scoprire dove si trova.-
-Come Remus? Hai per caso idea di come potremmo fare?- incalzò Tonks, alzando gli occhi da un debole Brivido che riposava sulle sue ginocchia facendo le fusa –Aspettare potrebbe essere più pericoloso di agire alla cieca. Conosco Eve, non resterà con le mani in mano. Con i mangiamorte non si scende a patti, ormai dovreste saperlo. Se non facciamo subito qualcosa si farà ammazzare!-
-Calmati Tonks, ti prego.- la scongiurò Minerva massaggiandole una spalla –Aspetteremo fino a domani, poi torneremo tutti insieme in quell’appartamento e cercheremo qualche indizio. Ci sono molte cose di Eveleen Vane che non conosciamo e sono certa se i mangiamorte l’hanno rapita, non era solo per convincere il padre a collaborare con loro.-
-Conoscendo il signor Vane per salvare la figlia cederà sicuramente ai loro ricatti.- rispose Tonks abbassando nuovamente lo sguardo sul gatto –Se devo essere sincera, lo farei anch’io.-
Tonks grattò Brivido appena sotto al mento e lo osservò sbagliare ampiamente. Se i mangiamorte non avevano ucciso quel gatto doveva esserci un motivo valido: ma quale?

  
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