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Autore: Trick    24/06/2012    2 recensioni
«Il mondo non è diviso in brava gente e Mangiamorte».
Raccolta di drabble, flash-fic e one-shot di mediocre pretesa spudoratamente a caso.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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In risposta alla sfida di cartavelina che aveva richiesto una Sirius/Bellatrix, rating arancione, dal prompt rosso e nero. Ho schivato un po' il prompt nero, riferendomi al fatto che Sirius e Bellatrix sono due Black.

*

La prima ad impazzire
SiriusxBellatrix
900 parole


All'inizio aveva pensato di acconciarsi i capelli in una morbida treccia sulla spalla, ma poi le era balzato alla mente il ricordo di Andromeda e del suo portamento scialbo e modesto e aveva cambiato rapidamente idea. Li aveva sciolti di nuovo, aveva scosso la testa, aveva ravvivato la folta chioma nera con le mani e aveva sorriso al riflesso dello specchio.
Era bella, si era detta, era bella più di qualunque altra strega in Gran Bretagna, ed era potente e indistruttibile; era immortale, Bellatrix, e i capelli che le circondavano il viso sembravano fatti di fumo nero e la facevano sentire ancora più bella e forte.
Aggiustò l'orlo di seta rossa dell'abito e piroettò qualche volta al centro della stanza. Era davvero bella, più di quanto non lo sarebbero mai state le sue sorelle. Sogghignò al pensiero che Sirius l'avrebbe trovata altrettanto meravigliosa e la sua risata risuonò folle fra le fredde mura di pietra di Azkaban.
La prima ad impazzire era stata lei.


*

«Buonasera, cugino».
Sirius sollevò appena la testa e le sue labbra si storsero in una smorfia divertita nel vederla comparire nel viottolo che girava attorno al Paiolo Magico. Aveva immaginato che non si sarebbe mai abbassata a indossare il mantello nero di tutti quegli altri cretini che gironzolavano dietro a Lord Voldemort; lei era sempre stata qualcosa di più, qualcosa di meglio, e ne erano consapevoli tanto Sirius quanto Voldemort.
L'orlo di seta rossa le scivolava attorno alle spalle come una serpentina di sangue e faceva risaltare la carne bianca dei suoi seni. Aveva lasciato i capelli sciolti, liberi e ferini attorno al bell'ovale del volto, e Sirius scoppiò improvvisamente a ridere. Era implacabile, Bellatrix, era dannata, ed era sempre più convinto che il solo altro uomo che non nutrisse per lei un genuino terrore fosse proprio il Signore Oscuro a cui era tanto devota; eppure era debole di una vanità ben più forte e cruda di quella che spingeva la fragile Narcissa a farsi ricoprire di orpelli da Lucius Malfoy.
«Bella» la salutò lui con un inchino sfrontato. «Non credi sia ora di andartene? Diagon Alley brulica di Auror, ormai».
«Auror?» ripeté in un soffio impudente. «Non offendere la mia dignità, Sirius... ne servirebbero almeno altri cento per farmi un solo graffio».
«Io sono bastato».
Sul momento Bellatrix inclinò appena il capo e aggrottò confusa le sopracciglia sottili, ma poi parve capire il senso delle parole di Sirius e gli rivolse uno sguardo di provocazione.
«Quel bel vestito è abbastanza lungo per coprirli tutti?» continuò lui con tono leggero.
«Dimmelo tu, Sirius».
«No. Non copre proprio un accidente».
«È per questo che hai abbottonato la camicia fino all'ultima asola?».
Rimase a guardarla per qualche istante in profondo silenzio, poi gettò la testa indietro e rise ancora. La mano sinistra si alzò d'istinto a coprire il collo, laddove qualche notte prima si erano conficcate le unghie rosse e le labbra di Bellatrix. Era un'amante spietata esattamente quanto lo era in qualunque altro aspetto della sua esistenza e Sirius si era sempre lasciato trascinare un po' troppo dalle situazioni paradossali. In quella – qualunque cosa fosse – si era fatto trascinare così tanto a fondo che dubitava di poterne tornare a galla.
Bellatrix avrebbe aleggiato attorno a lui per l'eternità, inebriante e maledetta, e lui avrebbe continuato a ripetersi che sarebbe bastato così poco per ammazzarla, quando la sentiva fremere sotto il suo peso, quando la vedeva passarsi la lingua sulla bocca e le sue ciglia sbattevano ruffiane per farlo crollare in ginocchio davanti a lei ancora un'altra volta... sarebbe bastato un niente, un respiro, un istante, e lei sarebbe morta fra le lenzuola umide del suo letto e tutta quella follia di Lord Voldemort avrebbe subito una drastica frenata. E invece no, continuava a permetterle di tornare da lui e ne era così esaltato che talvolta si domandava se non fosse proprio lui, quello addestrato a trotterellarle dietro.
E in qualunque modo cercasse di vedere la cosa, sapeva che non sarebbe mai stato in grado di cancellarla, né i segni rossi sulla sua pelle sarebbero svaniti tanto in fretta.
Erano piantati lì, rossi e indelebili nella profondità di quell'insanabile malattia insita nei geni Black, trasmessa di padre in figlio dacché era partita la loro dinastia. Qualcosa di marcio, qualcosa di incancellabile, qualcosa che li avrebbe portati entrambi alla morte o alla follia – o ad entrambe, forse – e per quanto ne fossero entrambi consapevoli, nessuno dei due sembrava intenzionato a salvarsi un briciolo d'anima.
Era un po' come se fosse normale, come se i Black fossero scusati da qualunque manifestazione di instabilità mentale, come se ci fosse perfino qualcosa di cui poter far vanto... e i segni rossi restavano sui corpi di entrambi, e a volte pareva davvero che ne fossero orgogliosi nello stesso modo malsano.

*

«Sono bella, sono bella, sono bellissima...» ridacchiava nel gelo e nell'oscurità Bellatrix, danzando sgraziatamente sui piedi sporchi.
Qualche cella più avanti, accucciato in un angolo e con la testa appoggiata alla parete umida, Sirius Black sogghignava con aria vittoriosa.
Era stata davvero lei, alla fine, la prima ad impazzire.



Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome? 
GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 » 


   
 
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