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Autore: Lena G    25/06/2012    3 recensioni
Blaise e Daphne stanno insieme ma sono innamorati di altri così decidono di "scoppiare" una coppia grazie all'aiuto di un'altra persona: Hermione Granger.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Blaise Zabini, Daphne Greengrass | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ciao a tutte! Sono di nuovo qui con un nuovo capitolo! Ringrazio le 5 ragazze che hanno voluto recensirmi! Perdonatemi per gli errori, ma non ho avuto tempo per farlo leggere ad Anna, sia perché sono troppo impegnata, quindi posto appena possibile, sia perché non mi sembrava giusto farvi aspettare così tanto!
Bene, ci vediamo a fondo pagina con una piccola notina!
Buona Lettura <3
Lena G

 

 
CAPITOLO 5 – Double Trouble

Nella Torre di Grifondoro Harry era concentrato ad escogitare le nuove strategie per la partita di Qudditch contro Corvonero. Ginny lo stava osservando con aria sognante stando bene attenta a non farsi accorgere da lui. Dean era di fianco a lei e continuava a parlarle: “Ma sei sicura di non aver sentito niente ieri sera? Ti dico che c’era qualcuno che cantava! …Ginny? Ginny, mi stai ascoltando?”
“…Mmh mmh…”
“Che ore sono?”
“…Mmh mmh…”
“Ginny!” e le toccò la spalla. La rossa sussultò: “Cosa c’è?”
Dean scosse la testa: “Niente, lascia stare. Sei troppo presa da Potter per ascoltarmi”
Ginny arrossì fino alla punta dei capelli: “N-non è vero! Che prove hai per dire cose simili?”
“Quando si mette le mani nel capelli sospiri”
La ragazza cercò di sviare il discorso mentre agitata cercava di non incrociare lo sguardo indagatore e malizioso di Dean: “Non vuol dire niente. Di cosa stavi parlando?”
“Della voce nei corridoi ieri sera”
“Ah già. No Dean, mi spiace. Non ho sentito nulla ieri sera. Chiedi ad Hermione, magari lei ha sentito qualcosa, è sempre su a studiare di notte.”
“Va bene. Grazie Ginny”
Ma non ricevette risposta perché la più piccola dei Weasley era tornata a sospirare dietro ad Harry.
Hermione entrò come un razzo nella Sala Comune. Doveva tornare subito in dormitorio e successivamente andare nel bagno dei Prefetti. Aveva assolutamente bisogno di riposarsi immersa nell’acqua calda per cercare di dimenticare quella giornata. Non si accorse della voce del povero Thomas: “Herm! Volevo chiederti se… Ma cavolo! Perché oggi nessuno mi presta attenzione?” e nemmeno del saluto impacciato diRon: “Hey Hermio..”. Solo dopo qualche secondo, e quindi dopo qualche gradino, si rese conto che qualcuno le aveva rivolto la parola, tornò indietro e lì salutò frettolosamente: “Ciao Ron! Dean, qualunque cosa volessi chiedermi… No grazie!”
Il ragazzo di colore le rispose prontamente: “La voce di ieri sera!”
Hermione si fermò: “Sì! Certo che l’ho sentita! Ora scusa, devo andare!” e risalì di corsa le scale. Dean si girò verso Ginny e le gridò felice: “Hai visto che avevo ragione?” ma la ragazza non lo degnò di uno sguardo così mentre si incamminava verso il dormitorio maschile sussurrò: “Al diavolo!” e rise sommessamente.
Draco si sentiva inquieto. Non sapeva cosa pensare del fatto successo quella mattina. Mai e poi mai si sarebbe aspettato che la Granger, così incredibilmente affascinante ai suoi occhi quel giorno, potesse scuoterlo così tanto. Fosse successo l’anno prima non avrebbe esitato di rinfacciarle qualsiasi parola offensiva nei suoi confronti mentre si allontanava disgustato da lei, probabilmente lo avrebbe fatto anche il giorno prima, eppure poche ore fa non ebbe la voglia di farlo anzi, si era perso nei suoi occhi come se li avesse visti per la prima volta. In effetti, era la prima volta che la guardava da vicino. Mentre era sovrappensiero Pansy entrò in camera sua, gli cinse il busto con le braccia e lo strinse a sé.Draco guardò il loro riflesso nello specchio e scostandosi con grazia si girò verso di lei: “Cos’è successo con Theo?”
“Chi ti dice che non avessi bisogno di abbracciare il mio migliore amico?”
Draco sospirò: “Non sono più il tuo migliore amico da quando ci siamo baciati a 11 anni”
Pansy si mise a sedere a gambe incrociate sul suo letto: “Beh, adesso ho bisogno del mio migliore amico”
Il ragazzo ripensò alla sua infanzia trascorsa con la ragazza che confidava a lui tutti i suoi segreti mentre lui ascoltava silenziosamente. Accennò un sorriso e le disse la loro frase-chiave: “Dimmi cosa c’è che non va”
Pansy sbuffò: “Theo mi ha detto che non posso più fare la scema con Blaise perché è geloso. Però non capisce che il mio rapporto con il mister “meglio-di-me-nessuno-è” Zabini è sempre stato così ambiguo. Siamo quasi fratelli io e lui, con la sola differenza che me lo sono portata a letto qualche volta. È come se Astoria ti chiedesse di non parlarmi più!”
Draco ritornò serio –Ma che problema è? A chiunque darebbe fastidio se sapesse che la propria fidanzata fa la scema con un ragazzo che si è portata a letto in passato- e la guardò inespressivo: “Non so come aiutarti. Prova a parlare con Blaise. Io oggi ho altro per la testa, non riesco a pensare”
La ragazza capì al volo che il ragazzo non voleva esprimere la propria opinione come sempre. Dai suoi occhi si vedeva il desiderio di liberarsi la mente da un pensiero assillante di cui non era riuscito a sbarazzarsi: “Andrai là… Dove-sappiamo-noi?”
“Forse, non lo so”
“Da quanto tempo non ci vai?”
“Da un po’”
Pansy ridacchiò: “Potresti parlarmi un po’ di più, o perlomeno non rispondermi quasi a monosillabi. Lo sai che in realtà non sono così oca. Sono gli altri che mi ritraggono così”
Draco distolse lo sguardo da lei: “Lo so perfettamente. Ti conosco da quasi tutta la vita. È solo che oramai io sono un’altra persona, un altroDraco. Mi farebbe senso andare in quel posto così magico e puro”
“Hai paura di contaminarlo?”
Il ragazzo annuì: “Io sono il figlio di un Mangiamorte”
Pansy sollevò le sopracciglia: “Se è per questo, lo eri anche prima”
Draco la guardò con gli occhi sbarrati: “LO SO! Però fino a poco tempo fa, io ero orgoglioso di essere il figlio di mio padre! Ora invece mi sta crollando il mondo addosso, tutto quello che mi avevano insegnato, le cose in cui credevo, si sono sgretolate e ora la gente mi indica come fossi un lebbroso. Ma hanno ragione, io sono sporco, appestato di male”
“E cosa vorresti fare?”
“Pulirmi”
“Non andando nell’unico luogo dove riuscivi a trovare la forza per andare avanti nei momenti più brutti?”
“Non penso riuscirò nel mio intento. Rischierei solo di sporcare l’ultima cosa bella della mia vita”
“E se invece fosse lui a pulire te? Vai a farti un tuffo, vedrai che ti sentirai meglio”
“Come fai ad esserne così sicura?”
Pansy fece spallucce: “Non lo so. Lo sono e basta” e gli sorrise sincera. Dopo qualche istante di silenzio riprese: “Va bene. Io la parte dell’amica intelligente l’ho fatta. È tempo che torni ad essere la scema di turno e che corra dal mio Teddy” camminò senza guardarlo fino a quando non raggiunse la porta dove gli disse: “Vai là il più presto possibile. Sai, il nuovo Draco come amico fa davvero schifo” e se ne andò facendo l’occhiolino, lasciando il biondo da solo con i suoi pensieri mentre si preparava per farsi un bel bagno fuori dal castello.
A quell’ora i bagni dei Prefetti erano vuoti. Hermione adorava rimanere a mollo in quella vasca enorme immersa tra la schiuma mentre si concentrava solo a farsi scivolare via dall’acqua tutta la stanchezza accumulata durante il giorno.
-Certo che è stata proprio una giornata strana oggi. Mi sono appoggiata a Malfoy e non ci siamo insultati, anzi, siamo rimasti in silenzio tutt’e due. Piuttosto strano da parte sua. A me non interessa minimamente di quel furetto spelacchiato. Già! Sta diventando stempiato poverino! Però non è ad un livello così evidente, lo si nota solo se lo si guarda da vicino. Cavolo e io l’ho guardato molto bene da vicino! Secondo me sarebbe stato meglio per me andare da lui vestita com’ero vestita prima che quel cretino di Blaise mi avesse cambiato gli abiti. Ovviamente sono piaciuta molto di più a Malfoy così, ma a me non ha pensato? Appena lo vedrò gli dirò che si deve comportare in maniera leale. Sì va beh,Hermione cosa dici? Leale? È una Serpe. Loro non sono leali, sono ambiziosi. Il fine giustifica i mezzi secondo loro- tirò la mano fuori dall’acqua e vide le dita rugose –Usciamo, penso sia venuta l’ora di andare a dirne quattro al signor Blaise Zabini-
Blaise Zabini era molto contento quel giorno. Il suo piano stava andando alla grande, Draco aveva la carne molto più debole di quanto avesse mai pensato e la Granger quando si curava, si rivelava una bellezza particolare e incredibilmente intrigante. Chi avrebbe mai detto che quei due insieme potessero formare una coppia così bella? Così opposti, così simili… e così incredibilmente testardi. Il moro si avviò in Biblioteca dove lo stava aspettando la sua fidanzata.
“Com’è andata?” gli chiese Daphne “Ho visto Draco parlarti con furore. Sembrava scosso”
“Ha visto un fantasma”
La ragazza rimase un attimo perplessa: “Per un comunissimo fantasma fa così tante scene?”
Blaise la guardò malizioso: “Per un comune fantasma no, ma se questo suddetto fantasma ha gli occhi color nocciola e i capelli ricci…”
Daphne si alzò in piedi con a bocca spalancata: “Vuoi dire che… Non ci posso credere!”
“E invece dovrai ricrederti perché la nostra pupilla ha fatto centro subito”
“Beh però Draco non è al punto di lasciar perdere mia sorella”
“Ovviamente! Sarebbe un deficiente se lo facesse per così poco! Ma tranquilla che ci arriverà e, dato come vanno le cose, ci cascherà anche prima del solito” e il moro sorrise in modo quasi perfido. Daphne si sorprese, non aveva mai visto il viso del suo amico così, ma era felice che i suoi sogni si stessero avverando.
“Tu a che punto sei?”
“Ad un punto più morto che vivo”
“Ma perché? Daphne dai! Ora vai da quello là e bacialo”
“Sì certo! Poi dovrei scappare in fretta e buttarmi dalla Torre di Astronomia”
Blaise rise: “Ma va! Tu fallo, al dopo ci penseremo successivamente”
Daphne sbuffò ma non gli rispose. Si alzò dal suo posto e ripose il libro che stava sfogliando mentre aspettava Blaise. Un rumore sordo simile ad uno schiaffo la fece rigirare verso il suo promesso sposo: Hermione Granger aveva appoggiato la sua mano sulla guancia di Blaise con la gentilezza di un carpentiere.
“Granger! Cos’hai fatto!”
La riccia guardò Daphne, si diede un contegno e le rispose: “Ho ringraziato il tuo fidanzato come si meritava” poi guardò il ragazzo e disse: “E con lui sono due”*.
“Lo sai che se non fosse stato per il mio aiuto a quest’ora LUI non si starebbe dannando mentalmente perché non riesce a scacciare i tuoi occhi dalla mente?” le disse Blaise con un filo di voce.
Hermione si gelò sul posto e i suoi occhi infuocati si spensero: “Mi stai prendendo in giro. Non è vero. Ho solo fatto una brutta figura con l’unico ragazzo che mi odia. Da domani sarò umiliata davanti a tutti solo perché sono troppo buona e ho accettato di aiutarti”
“Non ti obbligo a continuare. Ci metteremo l’anima in pace e obbediremo al volere dei nostri genitori. Non saremo felici, ma non staremo qui a pregarti, non fa parte della nostra indole. Se vorrai tener fede alla tua parola e andrai fino in fondo, sarà solo per tua scelta”
Hermione guardò i due ragazzi che la guardavano seri, si girò e corse fuori dal castello.
Blaise e Daphne si guardarono, questa volta il loro sguardo esprimeva tristezza. La ragazza ruppe il silenzio: “Pazienza Bla. Era un compito troppo difficile, però possiamo dire che c’abbiamo provato. Vado a scrivere la lettera ai miei genitori per organizzare il matrimonio” Blaiseannuì incapace di pronunciare una sola parola. La ragazza prima di lasciarlo gli sussurrò a fior di labbra: “Mi spiace” e lo baciò delicatamente in modo sfuggente. Lui la lasciò fare autoconvincendosi a farsi piacere quel bacio. D’ora in poi quelle labbra sarebbero state le uniche che avrebbe potuto baciare.
Draco correva nella foresta. Correva felice, senza pensieri, finalmente libero da ogni cosa. Corse per tanto tempo fino a quando raggiunse la riva del Lago Nero, era una parte del lago e della foresta inesplorata, bellissima, serenissima e tutta per lui. Il sole si rispecchiava sulla superficie lacustre che rifletteva quella luce in mille direzioni e Draco si sentì riempire di un’energia nuova. Si tolse i vestiti e assaporò ogni singolo soffio di vento che gli accarezzava il suo fisico magro e molto pallido. Senza indugiare si tuffò nelle acque azzurre del lago e ebbe la sensazione che se prima era riuscito ad allontanare i brutti pensieri che lo attanagliavano, adesso con l’acqua era riuscito a sbarazzarsene totalmente di dosso. Era pulito adesso e in cuor suo sperava che il tempo si fermasse e che lui non dovesse più uscire dal suo paradiso ritrovato.
Mentre il biondo serpeverde fluttuava nell’unico punto sicuro del Lago Nero con la mente libera, un’ombra esile lo spiava.
Hermione dopo essere stata in biblioteca aveva seguito il ragazzo mentre lasciava il castello di fretta, era fin troppo agitato ed euforico per essere il solito Draco Malfoy. Uno dei suoi più grandi difetti, oltre la bontà, era la curiosità: doveva trovare la risposta a tutte le domande che si poneva e l’ultima che le stava frullando in testa da un po’ era: “Dove diavolo sta andando Malfoy?”
Dopo molti minuti e molti alberi, Hermione lo perse di vista. Il ragazzo correva davvero veloce e lei non poteva concedersi il lusso di farsi scoprire, quindi teneva un andamento piuttosto tranquillo, così facendo però, ora non sapeva da che parte fosse andato. Si trovava in una zona della Foresta Proibita sconosciuta ai più e non sapeva né come proseguire, né come tornare indietro. Provò varie volte con un incantesimo di localizzazione, ma fu piuttosto inutile. Ad un certo punto però si ricordò di un speciale incantesimo che permetteva di trovare superfici acquose: “Per me, non serve a niente. Ma tentar non nuoce, almeno potrò costeggiare la riva e tornare a Hogwarts.” Immediatamente un filo di luce partì dalla punta della bacchetta e Hermione vide con sorpresa che il percorso era piuttosto semplice. Iniziò a camminare con passo deciso, sempre più speranzosa di trovare il Lago Nero e quindi di tornare al sicuro.
Dopo svariati minuti intravide lo specchio d’acqua, ma non era come se l’aspettava. L’acqua era troppo limpida, il sole batteva forte, gli alberi erano verde smeraldo. Era convintissima che quel posto non fosse il Lago Nero che aveva imparato a conoscere in tutti gli anni passati adHogwarts. Ancora nascosta dagli alberi fece scorrere il suo sguardo in lungo e in largo, e vide qualcosa che la scosse: un ragazzo con la pelle diafana completamente bagnato, con la biancheria nera che aderiva perfettamente ad ogni parte del suo bacino, i capelli biondi che ricadevano sul viso mentre rivolgeva il suo sguardo verso il cielo. Le gocce sul suo corpo creavano tanti e piccoli punti luminosi che lo facevano sembrare di un altro pianeta. Piacevolmente incuriosita la ragazza si avvicinò per poterlo osservare meglio e improvvisamente il ragazzo misterioso abbassò lo sguardo, puntando i suoi occhi esattamente dove si trovava lei. Sgranando gli occhi per la scoperta e per l’imbarazzo di essere stata vista, sentì il desiderio impellente di tornare immediatamente a scuola, Hermione scappò sperando di non essere stata riconosciuta da Draco Malfoy.
Draco era incredulo: qualcuno doveva averlo seguito e aveva anche scoperto il suo luogo segreto. Fregandosi altamente della sua mise il ragazzo corse per smascherare e punire chi aveva osato compiere tale azione. Non era sicuro se fosse un ragazzo o una ragazza, ma sinceramente, non gl’importava. Nella foschia della Foresta Proibita non riusciva bene ad identificare quella figura che stava scappando da lui. Continuò a correre e vide la sua preda arrancare sempre di più mentre lui guadagnava terreno. All’improvviso la vide inciampare, girarsi appena e correre più veloce di prima, riuscendo a seminarlo. Draco rallentò, oramai l’aveva persa. Abbassò lo sguardo e vide una scarpa. Si accucciò e la prese in mano, dopo pochi secondi si rese conto che era una scarpa da donna: “Ma allora era una ragazza!”, si rivestì lentamente e con passo pacato ritornò al castello più pensieroso di prima.
Durante l’ora di cena Hermione continuava a pensare a quello che aveva visto sulla riva del Lago, non poteva immaginare che Malfoyemanasse tutto quel fascino. Non avrebbe mai pensato che quel ragazzo fosse così perfetto nelle sue innumerevoli imperfezioni. Lo vide entrare nella Sala Grande e sedersi al proprio tavolo. Stava attenta ad ogni suo movimento senza togliergli gli occhi da dosso.
Draco si sentiva strano quella sera, cercava di mascherare quel turbamento di essere stato scoperto, e ancora adesso si sentiva vulnerabile, osservato. Eppure nei sotterranei si era sentito così al sicuro! Girò la testa un po’ di volte, scrutando con attenzione la folla, ed ad un certo punto la vide: Hermione Granger lo stava osservando con quei due occhi che la mattina lo avevano incatenato alla porta dell’aula di Storia della Magia, ma avevano una luce diversa che non riusciva a spiegare. Non l’aveva mai guardato così prima d’ora. La sua sensazione di disagio crebbe a vista d’occhio.
Quando la cena fu terminata, la Grifona si alzò per prima dal tavolo, e continuando a sostenere lo sguardo del Serpeverde, uscì con fierezza.Malfoy la guardò dall’alto al basso con un’espressione quasi schifata.
Quella sera Hermione voleva tornare l’indomani in quel posto fatato per scoprire perché Malfoy andava lì, cosa ci faceva? Solo un bagno? Doveva scoprirlo.
Quella sera Malfoy si ritrovò Hermione tra i suoi pensieri. Quella ragazza era diversa dalla Mezzosangue Zannuta che conosceva. Ripensò alla sua figura di quella mattina e gli venne in mente quel particolare che aveva trascurato eppure che aveva osservato così bene: “La scarpa! È lei!”
 
Eccomi, avete visto l’asterisco, no? Beh, la frase riprende lo schiaffo del III anno dato da Hermione a Malfoy. Lei dice: “E con lui sono due” nel senso di due Serpeverde.
Dopo aver fatto il Capitan Ovvio, mi metto a scrivere subito il prossimo capitolo!

Mi raccomando, recensite!
Grazie ^_^
   
 
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