Serie TV > Flor - speciale come te
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Autore: Eliessa    25/06/2012    1 recensioni
Questa shot, come le altre del resto, parlerà dell’amore. Per chi avrà letto le altre storie sicuramente avrà capito che le mie coppie preferite sono Flor e Federico, Maia e Matias…
La storia nasce per descrivere l’amore che provano queste persone.
Alcune parti del telefilm le adoro, così ho deciso di riportarle E LE FRASI CHE LEGGERETE IN CORSIVO SONO QUELLE DETTE NELLA TELENOVELAS!!!
La storia è nata per dare un finale diverso a Maia e Matias, ma anche la vita degli altri personaggi sarà diversa.
E ora tocca a voi leggere se, volete scoprire cosa accadrà in questa famiglia. Buona lettura.
[Personaggi: Un po’ tutti]
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SECONDA PARTE

Dopo la breve chiacchierata, i due fratelli andarono a dormire. Nella villa dormivano tutti.
La mattina, come al solito, si ritrovarono tutti a fare colazione in cucina, quando con aria affannata arrivò Matias.
-Maia!- esclamò subito.
-Che è successo?- rispose Maia.
-Prima di andare a scuola devi venire con me.- disse guardandola negli occhi per poi rivolgere lo sguardo a Federico. –Può uscire con me?-
-Si, certo, però mi spieghi cosa sta succedendo?-
-Dopo parliamo. Ora vieni.- disse l’uomo afferrando la ragazza per un braccio.
-Posso almeno finire la colazione?-
-No, andiamo. Buona giornata a tutti.- disse Matias uscendo con la ragazza.
-Voi avete capito qualcosa?- chiese Flor
-No.- rispose Federico –Comunque finiamo noi la colazione, dopo dovete andare a scuola e se volete vi accompagno, tanto devo passare in ufficio.-
-Grande Fede!- disse Thomas. –Era da tanto che non ci accompagnavi.-
-Lo so Thomas.-
 
Intanto mentre nella villa tutti finivano la colazione, Maia e Matias arrivarono al Passaggio dei Baci.
 
-Mi spieghi perché siamo venuti qui?-
-Stanotte ti ho detto che avrei lasciato Julietta. Mi ha chiamato mezz’ora fa dicendomi di volermi incontrare qui, ed io voglio incontrarla con te.-
-Mi sembra di averti già detto che io mi fido di te.-
-Sono io che non mi fido di me.-
-Che vuoi dire?-
-Non so. Più che pura, non so come spiegarti. Ti faccio un esempio: io lascio Julietta, le dico che sto con te e lei per fare in modo che tu mi lasci s’inventa che io sto ancora con lei.-
-E secondo te io le crederei?-
-No… Si… Cioè, non lo so.-
-Matias, guardami negli occhi e dimmi che mi ami.-
-Ti amo!- disse Matias fissandola negli occhi.
-Vedi, non hai avuto esitazioni, sei sicuro di te. Comunque, visto che sono qui, aspettiamola insieme, e magari possiamo fare colazione insieme, visto che non l’ho neanche iniziata a casa.-
-Si, adiamo al bar.-
 
I due fidanzatini ordinarono la colazione al bar di Bonafide. Aspettarono un dieci minuti e Julietta arrivò. Era tutta allegra, convinta che il suo ragazzo (almeno per lei lo era ancora tale) stesse con lei, ma ancora non sapeva quello che l’aspettava. E forse lo sapeva bene sin dall’inizio che la loro storia non poteva avere un seguito. Era solo una storia senza importanza, una storia insignificante.
 
-Ehi, guarda lì, è arrivata.- disse Maia.
-Si, andiamo da lei?- Matias non fece in tempo a pronunciare la frase, che la ragazza si era già avvicinata a loro.
-Ehi ciao amore. Non pensavo venissi in compagnia.- disse Julietta, avvicinandosi all’uomo per dargli un baciò che evitò, e facendo irritare Maia per la parola usata “amore”. Matias ora era solo il suo e ne era gelosissima, non permetteva a nessuno di chiamarlo in quel modo. O per lo meno non glielo permetteva a lei.
-Ti dispiace?-
-Beh, un po’ si, pensavo saremo stati da soli.-
-Io invece ho pensato di portare lei per parlarti.-
-Non mi piace per niente la tua faccia, cosa mi devi dire?-
-Io e te non stiamo più insieme.-
-Non dirmi che ti sei messa con questa… questa bambina. Lei non è all’altezza di stare con te. È troppo piccola, e tu meriti di meglio.- Maia si era veramente arrabbiata. Passi che Julietta aveva chiamato Matias amore, passi che le aveva dato della bambina, in fondo non aveva l’età di Matias, ma dire che lei non era alla sua altezza non poteva sopportarlo.
-Senti, piccola specie di mostro.- iniziò a dire Maia, che però venne interrotta subito da Matias.
-Maia, aspetta.- disse calmo e tranquillo l’uomo –Julietta, sapevi bene cha la nostra storia non era niente di serio e duraturo.-
-Perché, la tua storia con questa ragazzina lo è?-
-Si.- Affermò Matias sicuro di sé.
-Chissà cosa ne pensa Federico, tuo fratello.- disse Julietta rivolta a Maia.
-Mi dispiace rovinarti il torto che volevi farci, ma vedi, mio fratello sa tutto e non solo, ci augura il meglio per il futuro. Stiamo insieme e basta. Non dobbiamo darti delle spiegazioni, vero amore mio?- disse Maia pronunciando quella parola “MIO” facendole capire che era solo suo e di nessun’altra.
-Julietta.- riprese a dire Matias. –Maia ha ragione. La nostra storia è finita, ora ti chiedo per favore di dimenticarti di me per sempre.-
-No, non intendo farlo. Io voglio stare con te. Non ci credo che vuoi lasciarmi, non è possibile, dimmi che sta scherzando!-
-No, non è uno scherzo.- disse Matias, mentre Maia iniziava ad irritarsi. –Noi andiamo, ciao Julietta.-
-Ma Matias…- cercò di fermarlo la ragazza.
-Non mi cercare, per favore.- detto questo l’uomo si alzò dal tavolino, prese la mano della sua fidanzata ed insieme andarono via lasciando Julietta sola, ancora incredula per quanto accaduto. Intanto i due fidanzati erano quasi arrivati vicino la scuola.
-Visto, l’ho lasciata. Ora non sono più il fidanzato di nessuno. Ti chiedo scusa però se il comportamento di Julietta ti ha infastidito, non era nelle mie intenzioni, penso che tu lo sappia, vero?-
-Certo che lo so. Ora basta parlare di lei.-
-Va bene.-
-Io entro, che fai? Mi vieni a prendere o ci vediamo direttamente a casa mia?-
-Non lo so, se finisco ti vengo a prendere.-
-Ok.- Matias diede un bacio alla fidanzata.
-Sarà meglio che entra.-
-Ma non vedo Valentina.-
-Avrà fatto tardi, però ci sono i miei fratelli. Vado da loro. Ciao Tuti.-
-Ciao piccolina.- disse l’uomo quando la fidanzata era distante da lui di qualche passo.
-Ehi, io non sono piccola.- rispose Maia girandosi per poi continuare a camminare.
-Per me sarai sempre la mia piccolina. Ora entra, non voglio farti fare tardi.-
-Ciao!- disse la ragazza andando verso i fratelli e scomparendo alla vista del fidanzato.
Intanto Federico, dopo aver accompagnato i fratelli a scuola, ed essere passato in azienda per prendere i documenti di cui aveva bisogno, tornò a casa, aspettando il suo avvocato per iniziare a lavorare.
Chi invece voleva uscire, era Flor.
 
-Federico, se esco ci sono problemi?- disse Flor entrando nello studio.
-Certo che no. Posso almeno sapere dove te ne vai di bello?-
-Da Titina. Dove vuoi che vada.- disse con un sorriso sulle labbra.
-Vai tranquilla.-
-Tanto torno presto, così poi do una mano a Greta.-
-Ma tu ora sei la signora di questa casa.-
-Mi sembra di avertelo già detto. Io molto presto avrò un cognome importante, conosciuto da molte persone, sarò ricca e tutto quello che vuoi, ma non sono fatta per dare ordini o fare una vita da signora, che viene servita in tutto e per tutto. Perdonami, non è il mio modo di essere, mi sentirei fuori posto, mi sentirei in colpa.-
-Non voglio che tu ti senta fuori posto. Sei libera di fare quello che vuoi.-
-Abbiamo ricevuto un’educazione diversa. Tu rigida, basata sul lavoro e sull’importanza di esso; ed io sull’amore, la pace ed il perdono. Non so nulla né di affari, né di roba del genere. So solo quanto ti amo.-
-Anche io ti amo.-
-Ora scappo.-
-A dopo amore.-
 
Flor uscì dalla villa per recarsi al Passaggio dei Baci, ma passando vicino il parco, una donna la prese per il braccio, dicendole solo –Seguimi, per favore.-
Quella donna era Delfina. Flor lì per lì non si accorse che fosse lei, se ne rese conto quando arrivati in una zona isolata del parco, Delfina si levò il capello.
 
-Che vuoi da me Delfina?- disse Flor arrabbiata.
-No, non aggredirmi, ti prego.- rispose la donna con le lacrime agli occhi.
-Non ti sto aggredendo.-
-Allora ascoltami, per favore. Io sono quello che sono per colpa di mia madre.-
-Non iniziare con questa storia, perché già la conosco. Ti ricordi? Eravamo fuori la villa, Federico si era preso un periodo di riflessione, chiamiamolo così, e tu mi hai chiesto di aiutarti a cambiare, ma era tutta una falsa per riprenderti Federico. Infatti si è visto com’è andata a finire.-
-No, per favore. Sono cambiata, veramente credimi, ti prego.-
-Ho smesso di credere alle tue parole.-
-Flor…-
-Delfina, come faccio a crederti con tutto il dolore e la rabbia che ho dentro? Non posso.-
-Lo so, è difficile, ma provaci.-
-Troppe volte ci ho provato, ed ho sempre sofferto. Ora basta, voglio essere felice.-
-Come posso farti cambiare idea su di me?-
-Non lo so, devi essere tu a dirmelo.-
-Hai da fare ora?-
-Perché?- chiese Flor stralunata.
-Vieni con me?-
-Dove mi vuoi portare?-
-Da un notaio.-
-Un notiamo, e perché? Che dovrei fare da un notaio?-
-Se ti dicessi che sei figlia di mio padre, mi credi?-
-No.- rispose seccata e meravigliata Flor.
-Eppure è così, siamo sorellastre. Se non ci credi puoi sempre accertarlo da sola.-
-Vabbhè, vai avanti.-
-Se tu non ti presenti, né io, mia madre, Sofia e tu possiamo riscuotere l’eredità.-
-Questa storia non mi piace. Non ti voglio sentire più.-
-Per favore. Ti sto chiedendo perdono, ti ho detto chi è tuo padre, ti dico che diventerai milionaria e non mi credi?-
-E chi mi assicura che questa sia la verità, e che non sia una tua tattica per riprenderti Federico?-
-No, lui non m’interessa, non mi è mai interessato. Stavo con lui per volere di mia madre ed essere padrona di metà della sua fortuna. Allora che fai, vieni?- Disse Delfina dopo un breve attimo di silenzio e tendendole la mano.
-Delfina, io ti seguo, ma se è tutto un tuo inganno, giuro sulla mia noce che non la passerai liscia, e credimi, se ho giurato lo faccio, ti rovinerò!-
Flor seguì Delfina, ed effettivamente andarono da un notaio. Nello studio ad aspettarli c’erano anche Malala e Sofia.
-Ci siamo tutti ora?- domandò il notaio nel vedere entrare Delfina e la sua sorellastra.
-Si.- rispose  Delfina.
-Mi spiegate che vuol dire questa storia?- chiese Flor.
-Lei deve essere la signorina Fazzarino, giusto?- le rispose il notaio e la ragazza annuì.
-Bene, ora le spiego. Nel testamento Santillan dichiara di aver avuto una figlia fuori dal matrimonio, come infatti accertano delle sue carte private e le indagini fatte. Questa figlia non l’ha mai riconosciuta, ma risulta essere lei.-
-Ma non è possibile!- esclamò Flor.
-Può sempre sottoporsi alle analisi del DNA, ne ha diritto; ma le assicurò che le prove che abbiamo bastano per assicurare che lei sia una Santillan, tanto quanto le due signorine qui presenti.-
-E come fa ad esserne così sicuro?-
-La donna con cui il signor Santillan ha avuto una relazione extraconiugale si chiama Margarita Valente, che risulta essere deceduta da 4 anni. Questa donna aveva una figlia nata il 23 aprile 1985. Se i miei dati sono esatti, questa donna era sua madre e la bambina è lei.-
-No, non sbaglia. Mi madre si chiamava Margarita Valente ed io sono nata il 23 aprile 1985.- Disse Flor un po’ triste.
-Queste sono delle lettere che i due si sono mandati durante il tempo in cui sono stati insieme.- Flor apre una di quelle lettere.
-Questa è la calligrafia di mia madre.- Disse Flor leggendo la lettera e nello stesso tempo le lacrime rigarono il suo volto, nel ricordare la madre, il suo calore, la sua voce che da anni le mancava, il suo profumo ed il suo tocco.
-Visto Flor, non ti ho mentito quando ti ho detto che siamo sorelle.- le disse Delfina.
-Io ancora non capisco perché tu l’abbia portata qui.- disse Malala arrabbiata.
-Perché merita di sapere e tu lo sai bene. Per quanto odio e disprezzo tu possa provare per Flor, doveva saperlo.- rispose la figlia maggiore.
-Possiamo passare alla lettura del testamento?- chiese il notaio.
-Si, certo.- rispose Delfina.
-Io data 25/10/1990, io sottoscritto, Alberto Santillan, nato a Buenos Aires, il…-
-Vada al punto notaio. Non perda tempo con queste sciocchezze. Passi direttamente al punto-  disse Malala.
-Va bene. L’eredità sarà destinata al 50% a mia figlia Sofia Santillan, e l’altro 50% a mia figlia, da me non riconosciuta, Florencia Fazzarino.-
-Cosa!- esclamò Malala arrabbiata, alzandosi di scatto dalla sedia e battendo una mano sulla scrivania. –Non può essere. Non è possibile che quell’imbecille di Santillan non mi abbia lasciato nulla.-
-Tu hai sempre allontanato papà, hai sempre voluto solo ed esclusivamente i suoi soldi, mai il suo amore. Dovevi aspettarti che facessi un’azione del genere. Non meriti l’amore di nessuno.- le disse Delfina sicura di sé. -Signor notaio possiamo andare?-
-Certo. Prima però prendete questi.- disse il notaio dando dei fogli agli eredi di Santillan. –Con questi potrete disporre dell’eredita sa subito.-
-Grazie.- dissero all’unisono Flor e Sofia.-  Arrivederci.
Tutti andarono via da lì, ma Flor volle parlare in disparte con Delfina.
-Tu ora cosa farai, dove andrai?-
-Non lo so. Sono senza soldi, ho solo una casa, si diciamo che è una villa, ma è vuota. Non so come mantenerla, di certo non posso contare su mia madre, ho deciso di chiudere il mio rapporto con lei, mi farà bene stare senza la sua compagnia. Forse mi troverò un lavoro e prenderò in affitto una casa piccola ed andrò a viverci da sola.-
-Con tutto il rispetto, non ti vedo nei panni di una donna lavoratrice.- Sulle labbra delle due sorellastre, uscì un sorriso per la prima volta.
-Neanche io non mi riesco a vedere, però dovrò abituarmi se voglio continuare a vivere.-
-Senti, ti chiedo scusa se prima ti ho aggredito, ma capiscimi, per me non è facile…-
-Lo so, lo so. Non mi devi alcuna spiegazione.-
-Ho deciso, ti do il 10% della mia eredità.- esclamò Flor.
-Ma non avevi troppo dolore nei miei confronti che t’impedivano di perdonarmi?-
-Si, è così. Il dolore non è ancora svanito, però penso che tu stia iniziando a cambiare veramente e dovremmo recuperare il tempo perso.-
-Io provo a cambiare, ma da sola non posso farcela. È come se avessi paura.-
-Ed io ti aiuterò.- disse Flor. –Senti, perché non torni a vivere nella villa con noi? La tua stanza è ancora libera.-
-No, non voglio avere problemi con Federico.- disse con voce timorosa Delfina.
-Con lui ci parlerò io, non ci saranno problemi. Puoi stare tranquilla.-
-No Flor, tu sei sempre troppo buona, anche con chi non devi.-
-Delfina, tutti hanno diritto ad una seconda opportunità.-
-Ma questa da parte tua non è la seconda opportunità. E poi non posso tornare alla villa, ho distrutto la vita di troppe persone.-
-Ma questo è il momento migliore per far vedere a tutti che sei cambiata.-
-Non me la sento.-
-Si che te la senti. Tu sei forte. Andiamo.-
-Flor…-
-Andiamo.-
-Flor!-esclamò Delfina prima di iniziare a camminare. –Ti voglio bene.- disse abbracciando la sorellastra.
-Anche io Delfina. –disse Flor ricambiando l’abbraccio. –Se solo tu fossi cambiata prima, sai quante cose avremmo potuto evitare?- disse Flor, avviandosi verso la villa.
-Lo so, io sono colpevole, ma mia madre lo è ancora di più. Sai, lei è amante del denaro, d’altronde, come darle torto? Ma io non sono così. Sai, anni fa mi ero innamorata di un uomo, si chiamava Lorenzo, e vendeva bracciali, collane ed orecchini fatti da lui in una bancarella al mercato. È stato un colpo di fulmine, siamo stati insieme due mesi, però poi mia madre ci ha scoperti. Ha fatto in modo che noi ci lasciassimo, e poi è apparso Federico che era tornato a Buenos Aires dalla Germania per le vacanze, così ha fatto di tutto purché ci fidanzassimo. Non l’ho mai amato.- disse Delfina, iniziando ad aprirsi con la sorellastra.
-Si vede che non hai mai provato amore per lui.-
-Tu invece l’hai sempre amato, quanto ti invidio, sai? Tu dai amore e ricevi amore, io invece, l’uomo della mia vita l’ho perso.-
-Perché non provi a cercarlo, lo cerchi come amico e magari chissà, può essere che tra voi scatti di nuovo la scintilla.-
-No Flor, l’ho fatto soffrire.-
-Anche io ho sofferto per te, eppure adesso siamo insieme, tu ti stai confidando con me, mi fido di te, sei cambiata.-
-Ah Flor, se solo avessi capito prima quanto sei buona!-
-Dai, ora basta pensare, siamo arrivati.-
-Senti, forse è meglio che vada via, ci ho ripensato, non riesco a chiedere scusa a tutti.-
-Se vuoi ci riuscirai, dipende solo da te, e poi ci sono io con te, non succederà nulla. Tutta al più Federico potrebbe alzare la voce, ma lo conosciamo, abbaia ma non morde.-
-Va bene, entriamo.- Flor infilò la chiave nella toppa della porta di casa, ed entrò con Delfina.
-Federico, sono arrivata.-
-Finalmente.- disse Federico, uscendo dalla porta del suo studio allegro, ma arrabbiato quando vide Delfina. -Che ci fai lei qui?- chiede l’uomo rivolto alla fidanzata.
-Se giuri di non urlare e ci sediamo sul divano tranquillamente, ti spiego tutto.-
-Ok.- disse Federico a denti stretti, andando a sedersi sul divano. –Matias, vieni per favore?- disse l’uomo a voce alta per farsi sentire.
-Si, che ti serve?- disse Matias andando in salone. –Delfina!- esclamò vedendola.
-Delfina vuoi un te?- chiese Federico.
-No, grazie.- Ripose gentilmente lei.
-Federico, Delfina è venuta qui perché deve parlarci.-
-Si, con calma magari.- disse la donna rivolta a Flor a voce bassa.
-Con calma, inizio io.- disse Flor. –Amore, prima mentre stavo andando da Titina lei mi ha fermato, mi ha detto tutta la verità che non ho mai saputo su mio padre, ovvero che Santillan è mio padre. Delfina non è più la persona di prima, sta cambiando, anzi è cambiata.-
-Flor, non ti capisco, come fai a dire che Santillan è tuo padre?- chiese Federico.
-Prima siamo andati da un notaio, e mi ha confermato la relazione tra mia madre ed Alberto, queste sono le lettere che si mandavano.- disse Flor dando a Federico le lettere. –E poi il notaio ha letto il testamento, le uniche beneficiarie siamo io e Sofia. Guarda.- disse dandogli alcune carte che servivano per avere l’eredità. –queste me le ha date il notaio.-
-Beh, effettivamente con queste puoi riscuote l’eredità. Federico, Flor sta dicendo la verità.- disse Matias.
-Federico, io sono qui per un motivo solo, per chiedere scusa a tutti, uno per uno. Voglio chiedere scusa a voi che siete qui, ai tuoi fratelli, Greta ed Antonio per come li ho trattati, voglio chiedere scusa a tutti, anche in ginocchio se necessario.- disse Delfina con il volto rigato dalle lacrime.
-Delfina, quasi non ti riconosco.- esclamò Federico. –Forse per una volta hai ragione tu amore mio, Delfina sta cambiando.-
-Te l’ho detto, la Delfina vanitosa, prepotente, bugiarda e crudele non mi avrebbe mai fatto scoprire la mia vera identità, e sai perché?- disse Flor rivolta al suo fidanzato.
-Perché?- chiese l’uomo.
-La Delfina di prima amava troppo i soldi, e se stava con te era solo per aumentare la sua fortuna, ora invece è stata proprio lei a darmi la notizia che mi sarebbe toccata parte dell’eredità, anzi diciamo anche la metà.-
-Federico.- Disse Delfina. –Io ti chiedo scusa, e lo stesso chiedo a te Matias, perdonatemi.-
-Io ti ho già perdonata.- disse Federico.
-Anche io Delfina.- aggiunse Matias. –Però una domanda voglio fartela, tu madre dov’è?-
-Mia madre… beh, non lo so. Ho deciso di rompere i contatti con lei; se mi sono trasformata in un mostro in parte è stata colpa sua, ed io non voglio essere come lei che è finita facendosi odiare da tutti, persino da suo marito.- disse Delfina. -Io voglio una vita diversa, con un uomo che mi ami e con dei figli. Federico, so di averti fatto molto male, di aver ostacolato il rapporto tra te e Flor…-
-Basta.- la interruppe Federico. –Dimmi piuttosto che farai ora.-
-Non lo so. Ho una villa che non so come mantenere, visto che mia madre ha prosciugato il conto corrente che papà ci aveva intestato prima di prendere i soldi dell’eredità, non so che fare e sono sola.-
-Non sei sola, ci siamo noi, ci sono io, sono pur sempre tua sorella. Tra sorelle ci si aiuta, vero?-
-Beh, credo di si. Con Sofia non ho ami avuto un bel rapporto, l’ho sempre maltrattata… e anche te.-
-E qualche occasione migliore di chiarire tutto? Lei oggi sta fuori tutti il giorno, torna per cena, e magari dopo potremmo chiarire tutto quello che abbiamo in sospeso tra noi. E c’è un’altra cosa, nella stanza dove stavi prima c’è ancora un letto libero.-
-No Flor, non posso accettare.-
-Eh invece Flor ha avuto una bellissima idea. Tu tornerai a vivere qui, e non preoccuparti per la villa, penserò io alle spese arretrate.-
-Federico, come puoi ancora aiutarmi dopo quello che ti ho fatto?-
-Flor è riuscita a perdonarti. Io ancora ho dentro tanta rabbia, ma posso farcela.-
-Matias, tu invece devi aiutarmi.- disse Flor.
-In cosa?- rispose l’uomo.
-Ho bisogno di riscuotere l’eredità al più presto, mi serve un avvocato e mi stavo chiedendo se tu ora avessi da fare.-
-No, sono libero, sempre se il mio capo vuole.- disse facendo l’occhialino.-
-Si, per me sei libero.- disse Federico.
-Bene, allora andiamo ora in banca. Domani è sabato e per di più c’è il matrimonio.-
-Quale matrimonio?- chiese Delfina.
-Il nostro.- rispose Flor, te lo avrei detto dopo, ma…-
-Tranquilla, non devi darmi tante spiegazioni.- rispose la donna.
-Flor, ma a che ti serve l’eredità ora? Voglio dire...-
-Ho deciso che il 10% dei soldi che riscuoterò andranno a Delfina.- disse Flor, non facendo finire di parlare il fidanzato. -Andiamo?- disse rivolta a Matias.
-Va bene. A dopo.- disse l’uomo.
-Ciao amore.- disse Federico dando un bacio alla sua amata. Flor e Matias andarono a risolvere le questioni burocratiche per l’eredità, mentre Federico e Delfina rimasero da soli e dopo una mezz’ora arrivarono Franco, Nicolas e Maia.
-Ehi fratellone!- esclamò Maia, andando ad abbracciarlo. –Che ci fa lei in questa casa.-
-Non usare questo tono.- disse Federico interrotto da Delfina.
-No, aspetta, ha ragione ad usare questo tono di voce. Infondo lei di me conosce il mio lato peggiore, come gli altri del resto. Maia, Nicolas, Franco, se io sono qui è solo per chiedervi perdono per tutto quello che avete dovuto subire in mia assenza. Non mi aspetto che mi perdoniate subito, sarebbe impossibile. Ma se Federico, Flor, Matias e Greta ci sono riusciti, beh allora spero che ci riusciate anche voi un giorno o l’altro. Credetemi se ora vi dico che vi voglio bene!-
-Tu ci hai fatto soffrire troppo.- disse Nicolas.
-Lo so, e vorrei uccidermi per questo, sono solo stata succube di mia madre.-
-Giusto, e Malala? Dove sta?- chiese Franco.
-Non lo so.- disse Delfina con le lacrime agli occhi. –Spero comunque che si trovi molto lontano da me, tanto non vederla mai più in vita mia.-
-Che vuoi dire?-
-Franco, io sono cambiata, mia madre no. È lei quella perfida, io ho solo dato retta alla persona sbagliata. Dovevo prendere esempio dalla bontà e generosità di Flor e di Sofia, ma mia madre mi ha cresciuto a sua immagine e somiglianza, e spero che non sia troppo tardi per rimediare.-
-Ora basta ragazza.- disse Federico. –Delfina è qui perché ha capito le sue colpe. Io non vi chiedo di perdonare, non ve lo impongo, ma vi chiedo solo di riflettere, nulla più.-
-Credo di poter parlare a nome di tutti e tre.- disse Maia –Anche noi la perdoniamo, d’altronde stiamo dalla parte dei buoni, ma alla minima cosa che combini, non ci sta Santo che tenga. Tu non ci vedrai più.-
-Bene, allora Maia sei così gentile da accompagnarla nella sua stanza?- chiese Federico.
-Come rimane qui?- chiese Nicolas.
-Si, Nico, per un po’ di tempo sarà nostra ospite, quindi potrete farle tutte le domande che vorrete, sono sicuro che lei vi darà tutte le risposte ai vostri quesiti e con il tempo le vorrete bene, ne sono sicuro.-
-Va bene, andiamo Delfina?-
-Si Maia.- Le due donne in iniziarono ad incamminarsi e mentre erano sulla scala nel punto in cui nessuno poteva sentirli Maia le fece una raccomandazione –Delfina, io devo impararti a volere bene, ma una cosa voglio dirtela, non metterti tra Flor e Federico, ne va la tua vita.-
-Tranquilla, non intendo più metterli tra loro. Io a Federico voglio molto bene, ma non lo amo. Tranquilla, Federico è solo un caro amico.-
-Bene. Io vado in camera, a dopo.-
-A dopo.- rispose Delfina.
Appena un paio d’ore dopo, Flor e Matias tornarono con l’eredità della ragazza e come promesso, il 10% andò alla sorellastra. Delfina non sapeva come ringraziare Flor per la sua generosità ma a capirsi bastò un abbraccio.
La sera Flor, Delfina e Sofia a cena chiarirono diciamo la loro vita, anche loro dovevano impararsi a volersi bene. Avevano perdonato Delfina, ma non era facile volerle bene. Ma di certo non era il tempo che mancava a loro.
Il giorno dopo, ci fu il matrimonio tra Flor e Federico. Tutti gli invitati raggiunsero il comune, compreso il Barone Franz che per alcuni imprevisti era riuscito ad arrivare in tempo al rito civile.
I due sposi si scambiarono gli anelli, segno del loro amore davanti a tutti e finalmente dopo tante vicissitudini erano diventati marito e moglie. Finalmente erano uniti in matrimonio che sarebbe durato in eterno, anzi anche oltre l’eternità, perché il loro amore era indissolubile, neanche la morte avrebbe potuto sciogliere un legame così forte, così bello e puro. Il loro amore, uguale a quello di Maia e Matias…
Tornati a casa, ci fu il banchetto. Un banchetto giusto per stare tutti insieme riuniti, per festeggiare un giorno così importante, oltre all’inizio di una nuova vita. Una vita diversa, felice e forse senza più problemi.
Tutti finalmente avevano trovato il modo per essere felici, per andare avanti, per non guardarsi alle spalle, dimenticando tutto l’odio ed il dolore che avevano dovuto provare. Ora il fato aveva dato a tutti la possibilità di rinascere e di essere più uniti che mai.
E Delfina? Beh lei era cambiata per davvero. Era tornata la Delfina di un tempo, o per meglio dire ci stava riuscendo, anche grazie e non solo all’aiuto del suo nuovo fidanzato, Lorenzo! Ma oltre all’amore che riceveva da lui ed all’affetto della famiglia Fritzenwalden sempre disposta ad aiutarla, si affidò ad uno psicologo per aiutarla a rinascere.
Di Malala invece non si avevano notizie. Alcuni in città dicevano che era partita con un uomo, altri che si era dispersa, e per quanto in fondo al suo cuore Delfina potesse provare dolore, in fondo era pur sempre la madre, cercava di  dimenticarla.
Dimenticarla era il modo migliore per vivere meglio il suo futuro. E ci stava riuscendo.
Beh, la famiglia Fritzenwalden aveva trovato la via della felicità e questo era l’inizio di una nuova vita.

 
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Salve a tutti =D
Questo è l'ultima parte della storia.
Chiedo perdono per averci messo molto ad aggiornarare, ma non ho proprio potuto. Vari impegni me l'hanno impedito -.-"
Chiedo anche perdono per il fatto che il capitolo sia breve. Infatti, volevo strutturarlo in un altro modo, ma l'ho scritto tutto oggi, proprio per chiuderlo, e non è proprio uscito come mi aspetto.
Spero che comunque sia di vostro gradimento.
Ringrazio chi ha letto la storia, chi l'ha messa tra le seguite, preferite o da ricordare.
Ringrazio anche chi ha recensito la storia, e un ringraziamento speciale va a MARTY97 per recensire ogni mia storia su Flor <3
Che dire, ci sentiamo presto. Un bacione a tutti.
Eliessa <3
   
 
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