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Autore: N33ROD84    28/06/2012    7 recensioni
Vi è mai capitato di desiderare, o solo pensare, leggendo un libro che se foste stati i protagonisti di quella storia avreste agito in un certo modo e non in un altro? Cosa succederebbe se vi venisse data davvero questa opportunità? Questa è la storia di Elisabeth, una ragazza come tante che in un giorno come tanti si ritrova catapultata all’interno del sesto libro della mitica serie senza conoscerne minimamente la storia. Troppo semplice? E se si trovasse a vestire i panni di Harry Potter in persona e a dover fare i conti con il tormentato legame che la unisce indissolubilmente a Lord Voldemort?
Genere: Azione, Fantasy, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Severus Piton, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Non possiedo Harry Potter. Harry Potter e qualsiasi cosa ad esso legato appartengono unicamente all’autrice J.K. Rowling.

Premessa alla storia: Vi è mai capitato di desiderare, o solo pensare, leggendo un libro che se foste stati i protagonisti di quella storia avreste agito in un certo modo e non in un altro? Cosa succederebbe se vi venisse data davvero questa opportunità? Questa è la storia di Elisabeth, una ragazza come tante che in un giorno come tanti si ritrova catapultata all’interno del sesto libro della mitica serie senza conoscerne minimamente la storia. Vediamo se indovinate quali panni si troverà a vestire? ;)

Premessa al capitolo 12 : Ciao ragazze e ragazzi, so che me li avete chiesti e li avete apprezzati, ma in questo momento non riesco a dedicarmi ai disegni. Purtroppo il tempo a disposizione è poco e sto cercando di concentrarmi sulla trama e
sulla scrittura, spero possiate apprezzare il capitolo lo stesso :) Vorrei ringraziarvi con tutto il cuore per le bellissime recensioni ricevute, siete fantastiche/ci e mi ripagate abbondantemente per ogni sforzo. Grazie grazie grazie! Un abbraccio immenso! Ci vediamo giu!




UN ANNO DA HARRY POTTER
ONE YEAR LIKE HARRY POTTER

CAPITOLO 12
IL RISVEGLIO


«HARRY? HARRY!»
 
Elisabeth sentì la voce di una ragazza chiamare il suo nome. O era il nome del suo alter ego? Le parole rimbombavano confuse dentro la sua testa. Attorno a lei non c'era altro che il buio.
 
Che fosse un altro dei suoi incubi?
 
«HARRY, FORZA AMICO, SVEGLIATI!»
 
E questa voce? Apparteneva a un ragazzo. Che fosse anche lui parte di quest'incubo?
 
«OH MERLINO.. OH MERLINO! MA SANGUINA! RON, HARRY STA SANGUINANDO!»
 
La testa le scoppiava. Non aveva mai provato tanto dolore in vita sua.
 
«MA È COPERTO DI SANGUE! HERMIONE, FAI QUALCOSA!»
 
«NON CONOSCO L'INCANTESIMO, OH MERLINO»
 
Qualcuno si stava disperando.
 
Cosa le era successo? L'ultima cosa che ricordava era lo sguardo vuoto di Piton. Poi si era sentita mancare e..
 
«PROFESSORE! PROFESSORE, PRESTO! FACCIA QUALCOSA!»
 
"Oddio.. No, non può essere.." realizzò Elisabeth ripensando a quanto era appena successo. Un conato di vomito le partì dallo stomaco, ma fortunatamente riuscì a bloccarlo per tempo.
 
Quanto era durato lo scambio? Probabilmente una manciata di secondi. Forse un minuto, non di più.
 
E quella sensazione. Sebbene Elisabeth da un lato si sentisse tremendamente disgustata all'idea di aver posseduto - seppur per pochi istanti - il viscido corpo di Voldemort, dall'altro lato aveva assaporato uno strano senso di potere. Un pensiero che la allettava e terrorizzava allo stesso tempo.
 
"NO, NO E ANCORA NO!" gridò dentro la sua testa, cercando di allontanare quell'immagine.
 
Voldemort era un assassino. Lei non aveva nulla a che vedere con quell'essere.
 
«HARRY, ANDIAMO, RISPONDIMI»
 
A quell'ennesimo richiamo Elisabeth provò ad aprire gli occhi ma qualcosa glielo impedì. Una strana sostanza le stava oscurando la vista. Cercò quindi di voltarsi di lato per allontanare quel senso di torpore che la stava avvolgendo.
 
«SI STA SVEGLIANDO.. PRESTO, PROFESSORE, CI AIUTI»
 
Elisabeth si portò le mani sul viso nel tentativo di eliminare quell'ostruzione dagli occhi. Le braccia non le erano mai sembrate tanto pesanti.
 
E il pavimento era freddo. Così tremendamente freddo.
 
Una serie di brividi le percorsero la schiena.
 
Finalmente aprì gli occhi.
 
Le immagini erano annebbiate. Nella caduta aveva probabilmente perso gli occhiali.
 
Nonostante questo riuscì a scorgere la preoccupazione negli occhi di Hermione e in quelli di Ron.
 
Il suo sguardo si intrecciò quindi con quello dell'unica persona che emergeva alle loro spalle.
 
Severus Piton la stava osservando come se fosse in trance. Una sola, unica, istantanea e fugace scintilla di terrore stava percorrendo i suoi occhi. Elisabeth riuscì a notarla poco prima che l'ultima e intensa fitta di dolore le attraversasse la testa facendole perdere definitivamente i sensi.
 
---
 
«Mio signore?» riprovò Lucius Malfoy tenendo la testa china ma lasciando che i suoi occhi corressero per incrociarsi fugacemente con quelli del suo padrone.
 
Rossa.
 
L'iride di quegli occhi era rossa.
 
Probabilmente si era sbagliato. Lo strano riflesso generato dalle lampade a olio che illuminavano la stanza aveva alterato le sue percezioni.
 
Sì, non poteva essere altrimenti.
 
Voldemort, impassibile, fece correre la sua mente su ciò che era appena successo. I suoi occhi pensierosi si chiusero in segno di riflessione, ignorando tutto ciò che li circondava.
 
I mangiamorte più fedeli, inginocchiati ai suoi piedi, attendevano istruzioni su come si sarebbe svolto il piano.
 
Doveva ammettere che quella dell'armadio svanitore era stata un'ottima idea. Ma i tempi si stavano allungando. Quanto tempo ci avrebbe messo quell'incapace del figlio di Malfoy a riparare l'armadio gemello sito a Hogwarts?
 
Al pensiero che tutto ciò che aveva pianificato avrebbe potuto andare in fumo, si era fatto cogliere da un attacco d'ira e aveva cruciato uno dei suoi seguaci, il quale, tenendo il capo chino, si stava ora reggendo a fatica sulle ginocchia.
 
Nell'ultima settimana gli era capitato di frequente. La ricerca dell'oggetto che avrebbe potuto decretarlo vincitore di questa lunga guerra, non aveva ancora portato ad alcun risultato. La bacchetta di sambuco era ancora ben lontana dall'essere trovata, e questo fatto l'aveva reso nell'ultimo periodo sempre più nervoso e irascibile.
 
Ciò che gli era appena successo, però, poteva cambiare le cose. Era durato solo pochi secondi. Pochi dannati secondi.
 
Ma era certo di ciò che aveva visto.
 
Si era trovato nel corpo di Harry Potter, il bambino sopravvissuto. Così lo chiamavano quegli stolti.
 
Davanti ai suoi occhi si era presentata una classe di giovani maghi. Al centro Severus Piton l'aveva guardato riconoscendo in lui qualcosa di diverso. Elettrizzato dal pensiero di ciò che avrebbe potuto compiere tra le mura di Hogwarts, aveva sorriso.
 
Ma era durato tutto troppo poco. Proprio nel momento in cui aveva raggiunto la consapevolezza di ciò che avrebbe potuto compiere, era stato riportato indietro.
 
Era entrato già diverse volte nella testa del ragazzo. L'anno precedente si era insinuato nei suoi pensieri manipolando alcune immagini affinché si recasse al Ministero della Magia convinto che Sirius Black era in pericolo. Nel corso dello scontro aveva poi cercato di manipolarne le percezioni e i sentimenti, ma Potter si era rivelato più forte di quanto potesse pensare e aveva dovuto rinunciare.
 
Questa volta era diverso.
 
Aveva preso possesso del suo corpo senza averlo voluto.
 
Che il legame tra loro due si fosse fatto più intenso?
 
E poi c'era qualcosa. Qualcosa che ancora non riusciva a mettere a fuoco. Era come se l'aura emanata dal ragazzo fosse diversa. Ma probabilmente questo era dovuto alla sua presenza in quel corpo.
 
Ora non doveva far altro che capire come replicare quell'accadimento.
 
Se fosse riuscito a mettere piede a Hogwarts, nulla avrebbe più potuto fermarlo.
 
---
 
«Ne sei certo Severus?»
 
«Sì, ne sono certo»
 
Silente si accarezzò la barba pensieroso. Che il legame tra Tom Riddle e Harry Potter fosse molto più forte di quanto aveva pensato fino ad allora?
 
«La profezia dice..» iniziò a dire Piton ma subito venne interrotto.
 
«La profezia dice che "l'uno dovrà morire per mano dell'altro, perché nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive" ma non vi è alcun cenno sulla forza del legame instaurato tra i due. Se non quando rivela che Tom l'avrebbe designato come suo eguale. Ma ciò non spiega il perché di ciò che hai visto oggi, nè come mai la cicatrice di Harry ha iniziato a sanguinare»
 
I due discutevano animatamente in un angolo appartato dell'infermeria mentre Elisabeth, ancora incosciente, riposava sul letto con la testa fasciata. Piton, ripresosi dallo shock, aveva rallentato la fuoriuscita del sangue con un incantesimo senza tuttavia riuscire a bloccarla del tutto.
 
«Potter ha assunto nell'ultimo periodo un atteggiamento strano. Sospetto oserei dire. Temo che il legame con il Signore Oscuro si stia facendo sempre più forte e che possa influenzarlo negativamente» osservò Piton. «Quanto è successo oggi conferma questa ipotesi. E se solo avessi avuto più tempo, e una maggior freddezza, per analizzare ciò che stava accadendo, ora potrei giurare che per una manciata di secondi davanti ai miei occhi non ho avuto altro che Voldemort in persona nel corpo di un sedicenne»
 
Silente riprese ad accarezzarsi la barba. Questo era uno scenario che non si era mai aspettato. Il suo sguardo si posò sulla fascia che avvolgeva la fronte di Elisabeth.
 
«So che quanto sto per chiederti non ti renderà felice, Severus, ma alla luce di questi accadimenti ritengo necessario che Harry riprenda le lezioni di Occlumanzia. Potrebbero aiutarlo a gestire questa "forza"»
 
«Le lezioni dello scorso anno, come si è visto, non hanno prodotto risultati. Per non dire che sono state disastrose. Non perderò altro tempo a insegnare al ragazzo qualcosa che evidentemente non è in grado di apprendere» rispose Piton con freddezza.
 
«Le cose potrebbero essere cambiate. Oggi, sulla torre di astronomia, ho provato a forzare le barriere della sua mente e posso dire che le difese erano ben alzate e la sua mente sgombra» avanzò quindi il preside. «Non so ancora cosa può essere cambiato rispetto allo scorso anno, me è necessario che venga messo alla prova. In particolar modo lavorando su situazioni nelle quali le emozioni prendono il sopravvento sulla ragione portando a una perdita di lucidità. È qui che Harry si dimostra più fragile e facilmente condizionabile. Ti chiedo di pensarci Severus e di prendere in considerazione questa eventualità»
 
A queste parole Elisabeth diede i primi cenni di risveglio.
 
Piton annuì silenziosamente e, congedandosi con lo sguardo, uscì dall'infermeria.
 
---
 
Elisabeth sbatté più volte le palpebre. Addosso percepiva ancora quello strano senso di torpore. La testa le doleva ancora, tuttavia era un dolore diverso rispetto a quello provato prima. Più simile a quello caratteristico di una forte sbronza.
 
Le immagini erano confuse. Spostò d'istinto la mano verso destra alla ricerca degli occhiali sul comodino. Ormai ci aveva fatto l'abitudine. Per lei era strano essere passata da un giorno con l'altro all'essere completamente miope. Ma con gli occhiali vedeva bene e, nel complesso di tutto ciò che stava vivendo, era il male minore.
 
La mano andò a vuoto e solo allora si accorse di non essere in camera.
 
Silente, seduto a fianco del letto, glieli passò.
 
I due sguardi si incrociarono. Gli occhi azzurri del preside riempirono la sua visuale.
 
«Mi sembra di averla già vissuta questa scena» ironizzò Elisabeth portando la mano alla testa. Le sue dita vennero intercettate dalla benda posizionata sulla sua fronte. Con aria interrogativa tornò a fissare il preside.
 
«Ci sono alcune ferite che la magia non può curare. La tua cicatrice è una di queste. Siamo riusciti a placare la fuoriuscita del sangue, ma non del tutto» gli occhi di Silente si posarono sulla fascia. Al centro una piccola macchia rossa si stava espandendo. Con un gesto della mano la ripulì riportandola all'originale colore bianco candido. Ma un piccolo puntino tornò a riemergere nella stessa zona.
 
Elisabeth spostò lo sguardo ripensando a quanto successo. Non poteva credere di essere finita nel corpo di quell'essere. Soprattutto non riusciva a capirne il motivo. Anche al suo alter ego era già successo? Anche lui aveva provato le stesse emozioni e le stesse paure? Anche lui si era sentito tanto diverso quanto simile a quella "cosa"? E perché la cicatrice continuava a sanguinare?
 
«Il signor Weasley mi ha informato che questa non è la prima volta che la tua cicatrice sanguina» chiarì il preside cercando conferma con lo sguardo.
 
«Accidenti a Ron..» mormorò Elisabeth.
 
«Harry, è importante che tu capisca che questo fatto non riguarda solo te. Il legame che hai con Voldemort può avere delle implicazioni che nemmeno io sono in grado di immaginare. Ho bisogno di sapere che ne sei pienamente consapevole» iniziò Silente.
 
«Sì, ne sono consapevole.. È successo solo una volta, oltre a questa, e Ron era presente. Il tutto è durato una decina di minuti, o poco più.. Nulla che non potesse essere cancellato da un po' d'acqua corrente..» rispose la ragazza sincera. Mentire su questo non aveva senso.
 
«Bene. Ora ho bisogno di sapere cosa hai sentito e provato in quei momenti. Vorrei, inoltre, che mi dicessi se hai avuto qualche genere di visione» continuò il preside.
 
Elisabeth si sistemò sul letto. Quella conversazione iniziava a metterla a disagio. Aveva deciso di essere sincera. Ma la piega che stava prendendo quel discorso non lasciava presagire nulla di buono.
 
Non poteva dirgli la verità. Come avrebbe reagito se avesse saputo che per qualche secondo si era ritrovata nel corpo di Voldemort? E se lo scambio non fosse stato dovuto al forte legame che univa Harry e quell'essere ma alla sua presenza in quel libro? In fondo era lei a essere entrata per prima nel corpo di Harry. Magari allo stesso modo aveva preso inconsapevolmente possesso del corpo di un altro personaggio della storia. No, non poteva rischiare.
 
«Non ho sentito nè provato nulla, se non un forte dolore alla testa. Una costante comunque sempre presente negli ultimi giorni, solo più forte. Nel primo caso sono riuscito a gestirla e, come dicevo, con un po' d'acqua ho bloccato la fuoriuscita di sangue. Nel secondo caso.. Beh, come si è visto ho perso i sensi» spiegò Elisabeth con la massima disinvoltura che riuscì a mostrare.
 
«Sicuro che non ci sia altro?» chiese nuovamente Silente.
 
«No, non c'è altro» rispose Elisabeth sostenendo lo sguardo. L'azzurro di quegli occhi continuava a metterla a disagio. Doveva stare attenta e tenere la guardia alta. Silente avrebbe potuto provare nuovamente a varcare le porte della sua mente e se questo fosse successo Dio solo sa cosa avrebbe potuto scoprire.
 
«Bene. Suppongo sia il caso che tu rimanga in infermeria a riposare almeno fino a domani, sperando che la cicatrice si rimargini. Parlerò io con la signorina Granger e con il signor Weasley, potrai rivederli domattina. Nel frattempo madama Chips si prenderà cura di te»
 
Detto questo Silente si avviò verso l'uscita. Questa volta, a differenza delle altre, non si voltò per gettare un ultimo sguardo verso Elisabeth. Il suo mantello scomparve dietro la porta lasciando la ragazza avvolta, da sola, nei suoi problemi.
 

--- Fine Capitolo 12 ---



** Penso si sia capito, il legame tra la nostra Elisabeth e Voldemort è a tratti più forte di quello che coinvolgeva il caro Harry. O meglio, la forza del legame è la stessa, tuttavia Harry ha avuto molto più tempo per abituarsi rispetto a Elisabeth, la quale è stata catapultata in corpo in un certo senso già provato dagli accadimenti vissuti. Come reagirà a questa situazione? Riuscità Voldemort e re-imposessarsi del corpo di Elisabeth/Harry? Cederà Piton alla richiesta di Silente di ricominciare a istruire Elisabeth/Harry sulla delicata arte dell'occlumanzia? Vi ricordo che ci troviamo nel sesto libro.. grandi cose aspettano la nostra cara protagonista, reagirà nello stesso identico modo? Voi che dite? ^^ Fatemi sapere cosa ne pensate! Un abbraccio! ^^**

   
 
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