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Autore: happy ending    07/07/2012    3 recensioni
Dopo tanti fraintendimenti e scompigli, la verità (e l'amore) viene a galla...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Passarono i giorni, ma di Hermione e degli altri ragazzi scomparsi non si seppe mai nulla. Harry stava per impazzire... L'idea che la ragazza potesse essere ferita o... morta... lo uccideva. Come aveva fatto a pensare di stare bene senza di lei? Non aveva più fame, non gli andava più di parlare, nemmeno con Ron, e Silente gli aveva impedito di cercarla.
Una sera Harry vide un ragazzino tutto trasandato e dall'aria impaurita correre lungo il corridoio. Si fermò davanti a Harry, lo prese per la manica della divisa e lo trascinò davanti al muro che conduceva alla Stanza delle necessità.
"Si può sapere che fai?!" esclamò Harry, confuso.
"Sono lì dentro!" rispose affannato il ragazzino, preso dal panico.
"Chi?".
"Tutti! La tua amica!".
"Hermione è lì dentro?!".
"Sì! E' stato Jeffrid, di Serpeverde! Ci tiene tutti lì dentro, si diverte a torturarci... Ci ha confiscato le bacchette, così non possiamo ribellarci" il ragazzino era terrorizzato, tremava tutto. Sembrava del primo anno.
"E tu come hai fatto ad uscire?" chiese Harry sconvolto.
"E' stata la tua amica! Ha dato un pugno a Jeffrid, è riuscito a rubargli una sola bacchetta... Mi ha detto di correre via, solo io, che lei lo avrebbe trattenuto... E di cercare te".
Harry lo guardò un secondo, poi entrò nella Stanza delle necessità, cauto.
Vide scintille rosse e verdi attraversare la stanza e raggiunse veloce l'amica, che stava ancora combattendo contro Jeffrid. Il Serpeverde lo notò, si distrasse ed entrambi lo schiantarono, facendogli fare un volo di metri. Harry si avvicinò a lui e capì che aveva perso i sensi, poi si voltò a guardare Hermione, che stava restituendo le bacchette ai proprietari. Questi uscirono velocemente dalla stanza per chiamare Silente.
"Grazie" gli disse la ragazza. Era pallida, trasandata...
"Ti ha fatto del male?" le chiese Harry preoccupato.
"Non importa" rispose lei.
"Hermione mi dis..." prima che potesse finire la frase, nella stanza entrò Silente, seguito a ruota dalla McGrannit.
"Un altro fanatico Serpeverde" commentò la donna, acida.
"I ragazzi mi hanno spiegato quello che è successo, è stata molto coraggiosa signorina Granger" disse Silente guardando la ragazza con affetto.
"Non ho fatto nulla" rispose lei, stanca.
Dopo che il preside e la professoressa ebbero portato Jeffrid in infermeria (sarebbe stato espulso il giorno dopo), Harry ed Hermione uscirono dalla Stanza delle necessità.
"Volevo dirti..." cominciò Harry, mentre l'accompagnava nella Sala Comune.
"Dov'è Ron?" gli chiese lei interrompendolo.
"Non lo so" rispose lui irritato.
"Ok".
"Stavo cercando di dirti che...".
"Ron!" esclamò la ragazza quando si ritrovarono davanti l'amico.
Lui la guardò illuminato e la abbracciò forte. Harry, dopo tutto quello che era successo, si aspettava che Hermione provasse almeno un po' di gioia nel rivederlo, invece continuò ad ignorarlo.
Allora perchè aveva detto al ragazzino che era riuscito a scappare di cercare proprio lui e non qualcun'altro? Magari Ron...
"Voglio parlare con lei" disse una sera all'amico.
"Parlale!" esclamò lui contento.
"Mi sta ignorando, Ron!".
Hermione li raggiunse sul divano, davanti al fuoco. Aveva un'aria veramente stanca.
"Senti... Harry vorrebbe parlarti" le sussurrò Ron.
Lei inarcò le sopracciglia e si voltò a guardare Harry.
"Hermione, scusami per come mi sono comportato... Sono un vero idiota... Mi dispiace" le disse lui.
"Non farlo"sospirò lei.
"Che cosa?".
"Non voglio che mi chiedi scusa solo per quello che è successo con Jeffrid...".
"Non lo sto facendo per quello! Hermione io non pensavo le cose che ti ho detto quella sera".
"E allora perchè le hai dette? Perchè eri così arrabbiato?".
"Perchè...".
"Ecco, vedi? Ora non devi cercare scuse perchè ti senti in colpa... O perchè te l'ha detto Ron".
"Ron non mi ha detto niente!".
"E' vero" annuì Ron.
Hermione rimase in silenzio a fissare il fuoco.
"Parlami" disse istintivamente Harry, senza nemmeno rendersene conto.
Scoprì che dopo tutte quelle settimane senza sentirla parlare, le mancava troppo la sua voce.
"Come?" gli chiese lei sorpresa.
"Mi manchi, Hermione".
"Davvero non pensavi quelle cose?".
"Davvero".
"Io non mi approfitto di te... Io ti volevo aiutare sul serio... Ti voglio bene" disse la ragazza, tra le lacrime.
Harry la guardò e capì: lui la amava... Amava quella streghetta così intelligente, coraggiosa, fragile... E a renderlo così arrabbiato era semplicemente gelosia.
"Se ti dicessi una cosa un po'... Strana... Prometti che non ti arrabbierai?" le chiese teso.
"Dimmi".
Ron li guardava, serio.
"Ti amo" disse Harry imbarazzato.
Lei sgranò gli occhi, poi scoppiò a ridere.
"Almeno non ti sei arrabbiata" commentò Harry triste.
"Per questo ce l'avevi tanto con me?".
"Già...".
"Anch'io" disse poi Hermione.
"Cosa?".
"Anch'io ti amo".
"Stai scherzando?".
Lei sorrise timidamente.
"Ma tu mi hai aiutato con Cho! Hai baciato Ron!".
"Ti ho aiutato perchè sapevo che tanto per te sarei rimasta solo...Hermione... E ho baciato Ron perchè ero... Arrabbiata" spiegò Hermione senza guardarlo in faccia.
Ron si alzò e se ne andò senza dire nulla, tanto che i due non se ne accorsero nemmeno.
"Arrabbiata?".
"Non è stato bello vederti con lei".
Harry ancora non poteva crederci... Lei scoppiò a ridere di nuovo.
"Hai questo dannato vizio di rovinare i momenti magici ridendo" le sorrise lui dolcemente.
Hermione lo guardò negli occhi e si baciarono. Gli altri Grifondoro presenti nella Sala Comune fecero partire un fragoroso applauso, seguito da auguri e complimenti per la nuova, inaspettata ed aspettata, coppia.
Dopo qualche ora Harry entrò nel dormitorio e trovò Ron steso sul letto, già in pigiama.
"Quando sei salito?" gli chiese sorridente.
"Nel punto in cui Hermione ha ammesso di avermi baciato solo per te" rispose cupo il rosso.
"Tutto ok?".
Ron non disse nulla e l'amico si voltò a guardarlo.
"Mi piace, ok?" sbottò alla fine Ron.
"Ah...".
"Ma non fa niente, sono felice per voi".
"Ron... Se ti dà fastidio, non c'è problema... Insomma, non voglio rovinare la nostra amicizia per questo" gli disse Harry. Gli dava fastidio dover perdere Hermione proprio ora che avevano scoperto i loro sentimenti, ma capiva come potesse sentirsi l'amico e di sicuro non era sua intenzione farlo soffrire.
"Non dire sciocchezze" rispose Ron facendo una smorfia.
"Sono serio".
"Anche io! Harry, posso sopportare la cosa... Insomma, siete miei amici, mi fa piacere che siate felici. E comunque, anche se ci speravo un po', sapevo che Hermione non si sarebbe mai messa con me. Quindi ti prego non dirle nulla e goditela" Ron gli sorrise e gli diede una pacca sulla spalla. Harry, anche se un po' incerto, fece lo stesso.
"Sapete una cosa?" disse Hermione, la mattina seguente.
"Cosa?" le chiese Harry. I due si tenevano per mano, mentre Ron passeggiava al loro fianco, nel grande giardino della scuola.
"Io vi adoro" sorrise la ragazza mettendo un braccio attorno al collo dei due amici.
"Adora un po' più me" disse Harry a Ron, che portò le mani in alto. I tre scoppiarono a ridere, uniti come sempre... E anche di più.
   
 
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