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Autore: Jodie Roses    08/07/2012    1 recensioni
Jodie, una ragazza dai capelli rosso sangue, una ragazza come tante altre, niente di speciale (o almeno così pensa lei) in una città come Los Angeles negli anni del grande rock'n'roll.
Axl, il cantante della band più in voga del momento, che tutte amano e tutte desiderano (o almeno così pensa lui) a cui nessuno può resistere.
E se un giorno incontrasse quella ragazza che non si concederà così facilmente a lui? Si arrenderebbe altrettanto facilmente? E comincerà a credere al detto "gli opposti si attraggono"?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Scusate scusate scusate, ma in Croazia non è facile trovare internet gratis ç.ç
questo capitolo fa pietà, lo so, ma prometto che da adesso che sono tornata sarò più veloce! chiedo umilmente perdono :3
p.s. quello che c'è in 'sto capitolo NON è frutto solo della mia mente bacata. Ho preso spunto da un'invervista a Slash :3 [http://www.youtube.com/watch?v=GAP5h5OizTk] :3



San Francisco, 3 Settembre 1987

 


«Wow, questo posto è una figata!» esclamò Slash entusiasta, appena varcarono le porte del grande Hotel che li avrebbe ospitati durante i pochi giorni in cui si sarebbero fermati a San Francisco.

In effetti nessuno di loro era mai stato in un posto del genere, neanche da quando erano diventati famosi. La hall era piena di divani e poltrone dall'aria parecchio costosa, tappeti con ricamati dei complicati disegni dorati erano sparsi un po' dappertutto e in ogni angolo c'erano dei vasi con piante che potevano sembrare agli occhi dei ragazzi esotiche o qualcosa del genere. E in fondo alla sala c'era un'enorme fontana dalla quale scendeva con uno scroscio un'enorme cascata.
Nonostante i Guns fossero gli ospiti di maggiore importanza, almeno in quel momento, quando entrarono nessuno li notò, forse perchè lì dentro c'era quasi più casino che fuori. Anche con un aspetto eccentrico come il loro passarono inosservati, poiché tutti erano troppooccupati per notarli. Altri ospiti erano davanti alla reception in attesa delle chiavi delle loro camere, fattorini e fattorine facevano avanti e indietro trasportando quante più valigie riuscissero, o spingendo carrelli su chui le avevano ammucchiati, cercando di non scontrarsi con i camerieri che portavano cibo e bevade alle persone sui divani. Turisiti guardavano confusi le mappe e tentavano di chiedere informazioni in inglese, bambini giocavano a nascondino dietro i vasi di piante. Un uomo in smoking era seduto inun angolo della sala davanti a un pianoforte e suonava per i pochi che si dessero la pena di ascoltarlo, donne delle pulizie pulivano e lucidavano i pavimenti o spolveravano i mobili, e vecchiette dall'aria snob tentavano di farsi spazio fra la folla, gonfiandosi come delle galline quando vedevano che lo staff dell'albergo era troppo occupato per rispondere ai loro bisogni, accompagnate dai mariti in giacca e cravatta, nonostante quel caldo, che ti fissavano malignamente.
Una di queste coppie, mentre stava per uscire passò vicino ai ragazzi. L'uomo fissò Slash dall'alto in basso, come se avesse voluto tanto dirgli qualcosa sui capelli, o prendere un paio di forbici e tagliarli seduta stante.

«Ma che voleva quello?» borbottò il chitarrista, voltandosi a guardare il vecchio.

«Ah, non farci caso, dovresti sapere che a una certa età si rincoglioniscono!» disse Axl, facendo segno di lasciar perdere.

In quel momento un signore anziano con la divisa dell'albergo in versione più elegante si avvicinò a loro.

«E voi sareste...?» chiese inarcando le sopracciglia, fissando Slash con aria quasi meno lusinghiera del vecchio di prima. E Slash gli rispose con un'occhiataccia. Fece per aprire bocca ma Axl lo anticipò.

«Siamo i Guns n' Roses, e ci hanno detto che ci saremmo dovuti fermare qui» disse in tono freddo.

Il vecchio cambiò subito espressione «Oh sii i Guns n' Roses, mi ero completamente dimenticato del vostro arrivo! Sapete, con tutte queste cose da fare...» esclamò in tono zuccheroso.

«Io sono Mr. Lyod, il direttore, e vorrei darvi da parte di tutto lo staff il benvenuto. Sappiate che siamo tutti a vostra disposizione, e confido nel fatto che la vostra permanenza qui si rivelerà più che piacevole» continuò con l'aria di chi sta ripetendo per l'ennesima volta un discorso imparato a memoria.

«Sì, sì, ora può darci le chiavi delle nostre camere?» disse Axl in tono sbrigativo, come se non gliene fregasse di meno delle parole di benvenuto. Lyod lo guardò irritato, come se fosse sul punto di dire al ragazzino il fatto suo, ma evidentemente ci ripensò.

«Sì, le chiavi, molto. Basta che chiedete al bancone della reception e vi verranno date, se volete uno dei nostri concierge vi scorterà. Le vostre valigie sono già state portate in camera. Per qualunque cosa, non esitate a chiamarci- concluse, senza lo stesso tono cordiale di prima.

Il gruppo si avvicinò alla reception dove, come promesso, gli dettero le chiavi e li accompagnarono nelle camere.

«Ahh, guardateche figata!» esclamò Slash allegro, entrando in tutte le stanze -Vale la pena di essere famosi solo per questo!»

«Duff, tu dormi con me?» chiese Izzy. Infatti c'erano 3 stanze da sei, e se Axl dormiva con Jodie Izzy non aveva la minima intenzione di trovarsi in camera con Slash.

«Sì d'accordo, ma me l'hai chiesto tu, poi non lamentarti» lo avvisò il biondo ridendo.

«Preferisco subirmi le tue barzellette piuttosto che rischiare di dover buttare fuori dal mio letto qualche groupie» lo informò Izzy sorridendo.

«Ehi, non sono mica così stronzo, lo farei nel mio letto, mica nel tuo!» urlò Slash affacciandosi dal corridoio, da dove era riuscito a sentire tutto.

Nel frattempo Axl stava esplorando camera sua.

«Waaa, c'è anche la vasca idromassaggio!» disse alla ragazza, che intanto si era buttata sul letto e sembrava non si dovesse rialzare più. Mugugnò qualcosa in risposta, con la faccia nascosta nel cuscino. Axl, vedendo che non stava bene si sedette anche lui sul letto e prese a accarezzarle i capelli.

«Stai bene?» chiese.

Jodie sospirò «Sì...è che odio andare in aereo, mi fa venire il mal d'aria ogni volta...»

«Oh, è solo questo?»

«Sì, sì...»

Rimasero in silenzio per un po', finchè Axl non aprì bocca di nuovo.

«Ti manca Nicky, vero?» chiese con un sorriso.

Jodie si voltò a guardarlo «Tantissimo..»

Axl fece di nuovo quel sorriso triste, ma stavolta non fece niente per rompere il silenzio, si limitò a rimanere sdraiato accanto alla ragazza, senza smettere di accarezzarle i capelli.

 
 

Quello stesso giorno, un po' più tardi.

 


«Slash, ti dico che siamo già stati fortunati se non ci hanno ancora sbattuto fuori!» esclamò Izzy esasperato.

Ma Slash era irremovibile -Non me ne frega un cazzo, io ho pagato un botto di soldi per stare due giorni in sto posto, e voglio essere trattato di conseguenza!»

la cena era stata un completo disastro. Apparte il fatto che lì nessuno sembrava aver visto dei ragazzi con i capelli lunghi, nessuno di loro aveva idea di come comportarsi in un posto del genere...e oltretutto era già tanto se li avevamo fatti entrare così, considerando che erano tutti in giacca e cravatta e vestito lungo. Slash era rimasto scandalizzato quando aveva scoperto che non servivano Jack Daniels', e Izzy era dovuto intervenire per evitare che si mettesse a litigare col cameriere.

E Slash adesso stava litigando proprio con Izzy. Il Jack Daniel's per fortuna lo vendevano al bar dell'hotel, e Slash appena l'aveva saputo si era fiondato lì. Il problema era che dopo appena 3-4 bottiglie il ragazzo al bancone si era rifiutato di versargliene ancora, e di nuovo Izzy era dovuto intervenire per evitare che gli saltasse addosso. E adesso erano nel corridioio fuori dalle loro camere a discutere.

Slash in effetti era abbastanza ubriaco, ma non più del solito...E proprio per questo si lamentava.

«Oh senti va bene fai quel cazzo che vuoi!» sbottò Izzy, voltadosi e entrando in camera sua. Slash lo guardò andarsene e, resistendo alla tentazione di seguirlo e picchiaro, decise ache lui di tornare in camera.
Peccato che quando tentò di aprire la porta, scoprì che era chiusa. Doveva essere stato quell'idiota di Steven. Anche perchè sentiva la voce del batterista, e un'altra che non conosceva, probabilmente di ragazza. Cominciò a bussare, e più tardi a prendere a pugni la porta

«Steven, lo so che sei li dentro!» urlò. Ma niente.

«Steven, apri subito questa fottutissima porta!

«Che vuoi?» gli urlò il biondo da dentro. Evidenteente era troppo impegnato per alzarsi e andare a aprire.

«Fammi entrare, è anche camera mia questa!»

«Naaaaah, scusa mi sa che per stanotte dovrai farne a meno!»

«Che cazzo vuol dire farne a meno?! Pensi di sbattermi fuori così?! E dove dovrei andare secondo te?!» sbraitò Slash, che stava seriamente perdendo la pazienza.

«Non lo so, vai da Duff, trovati un'altra camera!» gridò il biondo in risposta, scoppiando a ridere.

Slash continuò a bussare e a minacciare il batterista se non lo avesse fatto entrare, e avrebbe continuato se Mr. Lyod, attirato dalle sue urla, non fosse salito e non gli avesse gentilmente chiesto di fare più piano.

 

«Che vuoi fare stasera piccola?» chiese Axl in un sussurro.

Lui e Jodie erano distesi sul letto a guardare la tv, e lei sembrava anche meno piena di vita di prima. «Non lo so, quello che vuoi» mormorò lei.

Il ragazzo allora le si avvicinò e cominciò a baciarla, prima piano, poi con più enfasi, e vedendo che lei non opponeva resistenza si mise sopra di lei, senza smettere di baciarla. Si slacciò in fretta i pantaloni e si sfilò la maglia, e stava per togliersi anche le mutande quando qualcuno bussò alla porta. Irritato, andò a aprire per vedere chi era e in ogni caso buttarlo fuori.

«E tu che ci fai qui?» esclamò vedendo che a bussare era stato Slash. Slash che sembrava parecchio irritato, neanche fosse stato Axl a interrompere lui.

«Posso fermarmi da te stasera?»

«Cosa?! Perchè?! No!!»

«Dai cazzo solo per stasera!»

«Ma perchè?!»

«Perchè quel coglione di Steven» spiegò, con l'aria di chi sta facendo di tutto per mantenere la calma «mi ha chiuso fuori perchè a lui serve la camera per scopare.»

«E vai da Izzy e Duff!» fece Axl che nonstante tutto stava per mettersi a ridere.

«No, in camera con Izzy non ci vado» rispose Slash, deciso.

Il rosso alzò gli occhi al cielo.

«Dai cazzo solo per stasera, ti giuro che appena Steven ha finito me ne vado!»

«Okay, okay, va bene...» acconsentì Axl di malavoglia, spostandosi per farlo passare.

Quando lo vide Jodie lanciò un'occhiata interrogativa al suo ragazzo, che scosse la testa e le fece segno di lasciar perdere.

«Comunque voi potete continuare tranquillamente!- esclamò il chitarrista, essendosi accorto di cosa erano sul punto di fare.

Axl gli lanciò un'occhiata omicida «Slash dovresti solo ringraziare di essere qui. Ti conviene stare zitto.»

Slash lo guardò divertito, ma per una volta decise che forse era meglio tacere.

Quei trenta secondi di pace, però, vennero interrotti dal “toc toc” di qualcuno che bussava.

«E adesso chi cazzo è?!» sbottò Axl andando a aprire.

«Tu che cazzo vuoi adesso?!» fece a Izzy appena lo vide.

«Sì ti voglio bene anchio, Axl» fece lui, offeso. «comunque posso fermarmi da voi?»

«Anche tu?! NO»

«Dai solo per un po'! E' che Duff è fatto, completamente fatto, e ho paura a stare in camera con lui. Poi tu mi devi un casino di favori!»

«Va bene, va bene, vieni dentro...»

«E tu che ci fai qui??» Slash aggredì il moro appena entrò.

Izzy alzò gli occhi al cielo «Duff è fatto e in camera con lui non ci sto, quindi sono venuto a chiedere un po' di ospitalità al mio migliore amico, problemi?»

«Ah però a Duff non dici che deve smetterla con la droga!» gridò il riccio, alzandosi in piedi.

«Slash, per l'amor di dio, non è la stessa cosa...»

«Sì che lo è!! E poi tu chi cazzo sei per venire a farmi la predica?! Non puoi dirmi cosa devo fare, non sei mia madre, anzi mi sembri proprio la persona meno indicata!» Slash continuò a gridare, puntando contro Izzy una bottiglia con alcuni residui di whiskey.

Ma vedendo che l'altro non rispondeva, forse in preda a un attacco di rabbia, afferrò la bottiglia per il manico e la lanciò contro la televisione, ancora accesa.

Craasshhh.

Lo schermò si frantumò e caddero per terra mille cocci di vetro.

Ci fu per un attimo un silenzio di tomba.

Finchè Axl non si alzò, facendo saettare lo sguardo dal televisore, sfondato, a Slash.

«Slash» cominciò «sei il più grande idiota che io abbia conosciuto...» e sarebbe probabilmente andato avanti a lungo, se Izzy non l'avesse interrotto.

«Ti convinene chiamare Tom» suggerì.

Tom Zutaut era qualcosa come il loro manager. Sì, in teoria era il loro manager, in pratica era un loro amico. Lo conoscevano da anni, era stato lui a aiutarli e a farli ambientare quando erano arrivati, era stato lui a far conoscere Axl e Slash, era stato lui a suggerire di formare un nuovo gruppo quando si erano sciolti i L.A. Guns e gli Hollywood Rose, e era stato ovviamente lui a fare pressioni perchè potessero far uscire un disco. E ogni volta che succedeva qualche casino cosa si faceva? Si chiamava Tom.

Axl annuì, prese il cellulare e compose velocemente il numero. E dopo due minuti Tom era lì.

«Ragazzi, che avete combinato?!» chiese, agitato.

Nessuno gli rispose. Solo izzy si limitò a indicare l'apparecchio rotto. Quando Tom lo vide sbarrò gli occhi.

«Slash, sei stato tu, vero?»

Il chitarrista non rispose, si limitò a abbassare lo sguardo, ma quel silenzio si faceva capire meglio di mille parole.

«Va bene, va bene, non c'è problema! Ci penso io!»

«E come pensi di fare?» chiese Axl.

Tom si morse le labbra e fissò intensamente lo schermo rotto. Poi si rivolse di nuovo a Axl.

«Quali le camere degli altri?» chiese.

«Beh questa è quella mia e di Jodie, in teoria, a destra c'è quella di Slash e Steven e di fronte quella di Izzy e Duff» spiegò «Ma perchè?- chiese poi, in tono preoccupato.

«Okay, capito, ci penso io» ripetè, senza rispondere alla domanda di Axl. Si avvicinò alla televisione e staccò la spina, poi la prese in braccio e si avvicinò alla finestra.

«Qualcuno la può aprire?»- chiese.

Izzy, senza domandare il perchè si avvicinò e obbedì.

«Tom, che vuoi fare?» chiese Axl sempre più preoccupato. Ma l'altro non rispose, si limitò a sporgersi fuori per vedere quanto erano in alto.

«Tom non fare cazzate, siamo all'undicesimo piano merda!» gridò il rosso.

Tom si voltò scocciato «Rose, non preoccuparti per me, e piantala di urlare, mi distrai!»

Axl fece per aprire di nuovo la bocca, ma la richiuse subito, e così rimasero tutti in silenzio a osservare Tom sgusciare fuori dalla finestra e appendersi, in bilico, sul cornicione.

«Che diavolo vuole fare?» bisbigliò Jodie.

Ma nessuno le rispose, erano tutti troppo occupati a osservarlo. Quando fu uscito completamente Axl si affacciò a sua volta alla finestra, ma si voltò subito, ancora più agitato.

«Qua non c'è!»

«Cosa vuol dire non c'è?! Non può essere volato via!» rispose Izzy, con aria un pochino isterica.

Passarono i minuti seguenti a aspettare il ritorno di Tom, in silenzio, e proprio quando sembrava che non dovesse più tornare lo videro spuntare di nuovo dalla finestra e rientrare in camera. Tirarono tutti un sospiro di sollievo. Solo che nessuno aveva notato che l'uomo non portava più la stessa televisione, quella sfondata, ma un'altra, apparentemente nuova di zecca, o comunque senza danni, e perfettamente funzionante.

“La guardia è stata fortissima, perchè è entrata in stanza, ha preso il televisore, è uscita dalla finestra per non farsi notare da nessuno, poi si è introdotta nella stanza accanto e ha scambiato i televisori...Eravamo all'11 piano!” [Slash]

  
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