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Autore: Gillian_Lightman    11/07/2012    2 recensioni
Storia e conseguente finale alternativo alla 2X21...Stanno per baciarsi come prestabilito...Ma qualcosa non va.
Che conseguenze porterà ciò?
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cal Lightman, Gillian Foster
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'How Many Times*'
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Salve a tutti, questo “purtroppo” è l’ ultimo capitolo! Spero tanto di non deludervi, è corto (circa 2000 parole) ma spero il contenuto sia bello.

 buona lettura!

 

Capitolo 3. Che strano, l’ amore.

 

Entrano nell’ ufficio dell’ uomo, ansiosi come mai nella loro vita.

Cal la guarda per un momento, poi incerto le dice:

“Vuoi sederti?”

La donna evita il suo sguardo e cercando di mantenere un tono fermo risponde:

“Non è una cosa breve? Vorrei andare a casa”

C: “Perché tutta questa fretta?”

G: “Non è stata una bella giornata, voglio stare da sola.”

Cal le fa un sorriso triste, la prende per mano e si siedono sul divano; lei ancora guarda altrove. Egli invece mantiene lo sguardo fisso sulla donna che ama.

C: “Un tempo avresti voluto concludere con la mia compagnia una giornata del genere”

Non riesce ad alzare lo sguardo, le lacrime stanno già ricomponendosi sui suoi occhi arrossati e quando parla la voce trema lievemente: “A volte le cose cambiano, Cal”.

Lui si avvicina: “Si, hai ragione”.

Ora Gillian lo guarda dritto negli occhi, mille pensieri le frullano nella testa. Prima che possa aggiungere altro Loker, senza bussare, entra nell’ ufficio annunciano “Dottor Lightman, cè un certo Johnson che la sta aspettando nella sala accanto”.

Cal lo guarda furioso: se normalmente avrebbe voluto cacciarlo dall’ ufficio, ora avrebbe desiderato strozzarlo con le sue mani.

“Non ho tempo, dirgli di ripassare. Ah, Loker…Entra un’ altra volta nel mio ufficio senza annunciarti e ti garantisco che non ti assumeranno più nemmeno per pulire i cessi del McDonald, sono stato chiaro!?”

L: “Certo Dottor Lightman, ma per quanto concerne l’ uomo dice che è urgente e non può aspettare”.

C: “Allora glielo faccio capire io. Gill aspettami, torno subito”.

G: “No vengo anche io, se è un potenziale cliente non voglio che si spaventi per i tuoi modi”. In realtà (semplicemente) non voleva rimanere da sola con i suoi pensieri, perché era sicura che la avrebbero uccisa.

Lightman attraversa in fretta l’ ufficio e si dirige nella sala dove il “signor Johnson” lo sta attendendo.

Apre la porta con un tirone, lo squadra dall’ alto al basso con occhi di fuoco e poi quasi gli urla in faccia:

“Non so chi sia e francamente non mi interessa, proprio come non mi interessa l’ urgenza con cui mi cerca: o prende un appuntamento oppure accetta che io non la riceva, sono stato chiaro?”

Mr.J: “Certo dottore, ma non potevo aspettare, è urgente”.

G: “Non si preoccupi, il mio collega è un po’ teso. Io sono la sua socia, Gillian Foster” dice porgendogli la mano.

Mr.J: “Alla faccia! Se tutte le sue colleghe sono così non capisco dove trovi il tempo di lavorare.”

Voleva uccidere Loker? Questo tizio lo avrebbe prima torturato per tre giorni se avesse potuto.

C: “PROPRIO COME POTREI TROVARE IL TEMPO PER PRENDERLA A PUGNI IN FACCIA. Ora solo per la mia collega le faccio il favore di non spaccarle la faccia e addirittura le do 20 secondi per dirmi quale diavolo di urgenza abbia”

Mr.J: “Bhe sto divorziando perché mia moglie mi ha tradito, ma lei nega tutto così le vanno metà dei miei soldi; potrebbe scoprire se mente o no?”

Se prima gli occhi di Cal potevano dare l’ idea di un uomo irritato, ora erano iniettati di sangue come quelli di un serial killer.

C: “Mi faccia capire bene: la sua urgenza SAREBBE UN CASO DI INFEDELTA’ CONIUGALE?!”

Oramai è fuori di se, stringe un pugno e si prepara a scaraventarglielo in faccia, ma la sua collega ha già intuito cosa intende fare e tenta di fermarlo urlando: “CAL NO!”

Solo quella voce riesce a fermarlo. Trae un paio di respiri profondi cercando di calmarsi, gli occhi tutti puntati su di lui.

C: “Loker porta fuori questo imbecille prima che gli spacchi la faccia, Gill aspettami nel mio ufficio vado un attimo in bagno.”

Prima che chiunque possa protestare o soltanto accennare parola l’ uomo è già uscito dall’ ufficio.

Sbatte con violenza la porta dei servizi e vi entra.

 

 

//POV CAL//

DANNAZIONE!

Calmati adesso.

Calmarmi!? Cerco di parlare a Gill per dirle quello che amo e arriva questo imbecille; come se non bastasse fa pure il cascamorto con lei e cosa ho dimenticato? Ah, si, la donna che amo piange a causa mia. Come faccio a calmarmi?! Sono un’ idiota. Io non la merito, non merito nemmeno di fare parte della sua vita come amico…E’ meglio se mi scuso e me ne vado a casa, dicendole che la amo la farei solo soffrire di più. Tanto in quale galassia una donna perfetta come lei si interesserebbe a un insulso uomo come me.

Scherzi vero? Dimmi che scherzi, devi dichiararti!

La ho già fatta soffrire abbastanza.

Ma se non lo fai lei continuerà ad essere infelice. Continuerà a domandarsi perché la hai ripudiata in quel modo la settimana scorsa!

Bhe cosa dovrei fare? Tanto se glielo dico lei non mi vorrà lo stesso.

Come fai a dirlo?

Cristo santo svegliati: lei è bellissima, intelligente, solare, dolce…E’ la donna più straordinaria che abbia mai conosciuto E IO COSA SONO? Un suo collega nano che non ha mai interessata in otto anni abbondanti e mai le interesserà!

Cosa centra, per praticamente sette anni anche tu la hai vista solo come una amica! Hai potuto appurare sulla tua stessa pelle che le cose possono cambiare anche solo in un istante.

Sono cambiate per me.

E allora perché non possono essere cambiate anche per lei?

Te l’ ho detto, non mi guarderà mai.

Allora rispondi a questa domanda: se ti giudicasse solo un amico, cosa gliene sarebbe fregato se non la hai voluta baciare?

Esatto! Svegliati, lei è innamorata di te. Non sarai l’ uomo perfetto, forse sei lontano chilometri dall’ esserlo ma sei l’ uomo giusto per Gillian e lo sai.

Ma se glielo dico magari la faccio soffrire…

Piantala di mentire e sii sincero: hai paura di far soffrire lei o hai paura di soffrire tu!?

Hai ragione…Che egoista che sono!

Non sei egoista, sei solo perdutamente innamorato, ma allora cosa aspetti? Corri da lei o sarà troppo tardi, sei a un passo da perderla e sai cosa devi fare.

 

Oramai per Cal era chiaro, si osserva un attimo allo specchio mentre si sciacqua la faccia: deve parlare a Gill.

 

 

 

Esce precipitosamente dal bagno e si dirige nel suo ufficio. Problema: Gill non cè.

C: “LOKER! Dov è Gillian?”

L: “Ha detto che era stanca e andava a casa, mi ha chiesto di darti questo”.

Prende in mano il biglietto che gli viene indicato, poi si chiude in ufficio e lo apre con il cuore che gli martella il petto cercando di uscire dalla gabbia toracica.

 

Cal,

scusa ma sono molto stanca.

Sai che è  stata una brutta giornata ma ha dire il vero è un brutto periodo.

Ho bisogno di riflettere e stare da sola quindi vado da una mia amica per un paio di giorni; se ci sono problemi di finanza in ufficio non preoccuparti, me ne occupo appena torno.

Gillian.

 

“CAZZO” dice l’ uomo dando un calcio alla scrivania, poi si accascia sul divano.

Che fare? Non ha intenzione di farla soffrire per giorni senza farsi sentire ma come trovarla? Una persona socievole e solare come lei avrà centinaia di amiche.

Ma no: non intende arrendersi!

 

Quattro ore dopo…

 

Oramai si era fatto buio e Gill aveva salutato la sua amica: si era fermata solamente per cena e ora, alle 23:30, girovagava in solitudine per Washington.

Aveva capito che non voleva stare nemmeno da un’ amica: voleva stare sola.

A piedi si dirige nel solito posto dove va quando è triste: un balcone pubblico con vista buona parte del distretto ed il fiume Potomac che scorre ai suoi piedi.

E’ deserto. Non ci va molto spesso, perché sa che a quell’ ora è pericoloso, ma stasera ne ha bisogno.

Una mano la afferra per una spalla. Si mette a gridare.

C: “Tesoro, sono io!”

G: “C-Cal? C-Come facevi a sapere che ero qui, ti avevo detto di essere da una mia amica!”

C: “Infatti all’ inizio credevo ci fossi, così mi sono messo a girare da una casa all’ altra ma poi mi è venuto in mente questo posto”.

G: “Non ho mai detto a nessuno che venivo qui…”

C: “Forse non ti ricordi, ma la prima volta che siamo usciti a pranzo hai detto che mi avresti voluto portare in una bella terrazza vicino al Potomac, ma che sfortunatamente non era adibita per mangiare poiché di proprietà comunale e priva di ristoranti.”

Gli occhi di Gillian si illuminano: “T-Te ne sei ricordato?”

C: “Certo, ricordo tutto di quello che mi hai detto”

Ella trattiene a stento le lacrime e distoglie lo sguardo, allora Cal la prende dolcemente per mano e si gira completamente verso di lei, in modo da attirarne l’ attenzione. Ora quegli occhi così lucidi e splendidi si stanno specchiano nei suoi.

L’ uomo trae un profondo respiro, cercando di calmarsi e di apparire sicuro di se: è giunto il momento.

C: “Lo so già, ma vorrei che fossi comunque tu a dirmi perché sei triste”.

G: “Non ha importanza Cal…”

C: “Qualsiasi cosa ti faccia piangere ha importanza per me”

G: “E’ che…Non riesco a dirlo…”

C: “Allora ti faccio un’ altra domanda: vorresti sapere perché non ti ho baciata?”

Due grandi lacrime solcano il viso di Gill, che distoglie nuovamente lo sguardo e trae un profondo sospiro pieno di tristezza.

Cal capisce di avere sbagliato tutto: “E’ colpa mia, di nuovo. Cerco di non farti soffrire e tutte le volte sbaglio. Non dovevo porti certe domande…Questo è il momento in cui io devo parlare, in cui devo fare l’ uomo.

Questo, Gillian, è il momento in cui ti dico ciò che mi sono tenuto dentro troppo a lungo…Hai detto che le cose cambiano, ed è tremendamente vero. Il motivo per cui non ti ho baciata probabilmente mi farà apparire come un’ idiota ma ecco…Non volevo che fosse quello il nostro primo bacio”

Gill aprì leggermente la bocca, stupore negli occhi mentre Cal proseguiva con voce tremante:

“Da un po’ sono cambiate le cose Gillian; il modo in cui ti guardo è cambiato, il modo in cui ti voglio bene è cambiato.

 Prima volevo condividere con te la giornata lavorativa, ora con te vorrei condividere la mia vita!

 Non capisco dove trovo il coraggio per dirtelo, so soltanto che è la cosa giusta da fare per te. Magari mi fa paura perché temo un tuo no, ma se è l’ unico modo per non farti soffrire allora metto da parte anche la paura più grande.

 Farei qualsiasi cosa per vederti sempre sorridente, perché è il tuo sorriso che illumina le mie giornate e che mi fa stare bene.

Ti prego perdonami, non avrei mai dovuto farti soffrire…Il fatto è che avevo paura di perderti come amica, ma oramai mi sono reso conto che anche questa amicizia non basta più perché…Sono innamorato di te…Ti amo Gillian Foster, sei la donna della mia vita”.

Oramai le lacrime solcavano il viso di Gill. Lo prende per mano, gli sorride e poi gli dice:

“Cal, non sei tu che mi hai fatto soffrire. Ho fatto tutto da sola…Il fatto è che non riuscivo più ad accettare che il nostro rapporto fosse di semplice amicizia. Per me ci sei sempre stato ed eri importante, il mio migliore amico. Ma ora sei qualcosa di più, ora sei la persona più importante della mia vita; il mio primo pensiero al mattino e l’ ultimo alla sera.

Non so quando e come le cose siano cambiate, so soltanto che non posso accettare di essere solo la tua migliore amica. Non voglio che tu sia un capitolo o una parentesi nella mia vita, voglio che tu sia la persona che mi accompagna lungo il percorso. Voglio poterti sentire contro di me, stretto a me; voglio svegliarmi trovandoti accanto e addormentarmi sentendo il tuo petto sul mio.

Sono innamorata di te e se non lo ho mai detto è solo perché la paura che tu, l’ uomo della mia vita, mi rifiutassi era troppo grande. Non posso vivere senza di te…Ti amo Cal.”

“Ti amo Gillian”.

Si avvicina alla donna, che ha ancora gli occhi lucidi ma lo guarda felice. Accinge una mano attorno alla sua vita e poi le dice con fare malizioso:

“Se non mi sbaglio sono in debito di qualcosa”

Gillian gli sorride e fa per dirgli qualcosa, ma prima che anche un solo suono esca dalle sue labbra Cal la afferra saldamente e la bacia. Lei avvolge le mani attorno al collo e risponde con gioia a quella dimostrazione di amore tanto attesa mentre sente un braccio dell’ uomo stringerle la vita e l’ altro accarezzarle i capelli.

Scena degna di un film romantico: i due amanti finalmente possono essere felici e si scambiano il primo bacio al chiaro di luna, mentre le luci del distretto illuminano la notte riflessa sul fiume Potomac.

Non pensano a niente perché niente lì interessa. Ci sono soltanto loro ed i loro cuori malconci che durante quel meraviglioso bacio sembrano fondersi, così che si percepisca solo un battito.

Non sanno per quanto tempo rimangano cosi: abbracciati.

Non sanno per quanto tempo le loro labbra si incontrino in quei magici momenti.

 Ora entrambi possono stringere a se la persona amata e scambiarsi teneri baci carichi di emozioni messe a tacere per anni. Possono finalmente guardare negli occhi la persona della loro vita e pronunciare le parole più dolci e liberatorie che l’ uomo conosca: “Ti amo”.

Buffo pensare che il loro sogno si sia avverato così: per un bacio negato.

 

E se ogni tanto qualcuna di voi confessa una lacrimuccia durante la lettura, ora sono io a confessarne una miriade.

Non è la mia prima FF ma, se escludiamo le One-Shot, è la prima che ho terminato e devo dire che ho un po’ di malinconia.

Ringrazio di cuore tutte le lettrici che hanno seguito la mia storia, in particolare Jane e Kaori che con puntualità mi hanno riempita di complimenti e sostenuta…GRAZIE :’)

Ci ‘sentiamo’ con “Sometimes*” se mi state seguendo anche li :P

A presto,

Jenny

 

 

  
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