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Autore: Dearly Beloved    13/07/2012    3 recensioni
Salve! Sono Dearly Beloved e questa è la prima ... 'cosa' che scrivo su Nana. E' una raccolta a carattere introspettivo formata da parole buttate lì di getto in momenti di noia e/o ispirazione. Nulla di impegnativo, ma spero ugualmente che la possiate gradire. Non ho idea di quanto sarà lunga, i punti di vista dei personaggi si alterneranno a seconda dei capitoli. Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Junko Saotome, Nana Komatsui, Nana Osaki, Reira Serizawa, Shinichi Okazaki
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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White paper.

 

 

Ti guardi intorno.
Quanto tempo è trascorso ormai? Non hai voglia di pensarci, ma le domande che non ti vuoi porre s’insinuano prepotenti nella tua testa.
Cos’avevi prima di scappare da casa? Prima di intraprendere quella che tempo fa non ti sembrava altro che una missione suicida, e che, in fondo, si è rivelata esserlo?
Niente.
Quindi non ti tocca più di tanto, se neppure adesso hai qualcosa. Che cambia? Almeno ti sei reso utile per il poco che è servito, no?
E adesso il viaggio è finito, e da adolescente squattrinato ti sei fatto uomo, ti sei affezionato alle persone, e loro poi se ne sono andate. Cosa cambia? Anche prima di fuggire –avevi solo quindici anni- non avevi nessuno e, francamente, la cosa non ti aveva mai toccato.
Molto in fondo al tuo cuore, però, resta l’amarezza di essere stato illuso di avere qualcosa che non era lecito ti appartenesse. Il tuo posticino tranquillo nell’appartamento 707, le giocate a Mah-jong, una donna bellissima e triste con un posto vuoto giusto accanto, che sembrava fatto apposta perché tu lo riempissi, una madre che ti aveva scelto perché voleva che tu fossi suo figlio, a differenza di quella biologica. Non te le meritavi mica, tutte ‘ste cose, puoi forse negarlo?
Ti sei prostituito, e come se non bastasse hai raccolto “l’erba del giardino che Dio maledisse”, come avrebbe probabilmente detto la nonna di Nana. Hai nascosto le tue origini alle persone che delle loro esistenze non ti avevano taciuto nulla, e la prima cosa che hai fatto quando li hai conosciuti, è stato dichiarare di avere un’età che non avevi.
Il tuo mito adesso è granelli di cenere dispersi chissà dove, non devi più fare a gara per dimostrare di essere più bravo di nessuno.
L’avevi promesso a Nana, ricordi? Saresti diventato più bravo di lui. Mantenere questa promessa in modo così miserabile ti ripugna.
Ti sei forse meritato anche solo un attimo di quella felicità fugace che la vita ti ha donato con tanta magnanimità pari alla ferocia con la quale te l’ha strappata via dalle mani?
La bambina dalle codine more ti sorride e ti porge una margherita.
“Grazie Satsuki, è stato un pensiero davvero gentile” le sorridi di rimando.
Tu hai ventidue anni, ormai. Quella bambina, sei.
Eppure, la guardi e vedi nei suoi occhi la stessa gioia di vivere che vedevi nei tuoi, sei o sette anni fa, quando tutto andava bene, e tu ti apprestavi a realizzare il tuo sogno.
Come aveva detto Hachiko?
Davanti a te, solo un foglio bianco.
Sono passati sei anni, e tu non hai ancora trovato il modo di riempirlo.

 





Buongiorno/sera/notte.
Caspita, da quanto non aggiornavo.
Per un attimo mi era venuta voglia di lasciarla incompiuta. Anzi, ci pensavo da mesi.
Il capitolo, uhm, devo dire la verità, non mi piace e non mi dispiace. Nel senso che io Shin lo amo da morire (??) e quindi -sebbene siano le 4.33 del mattino mentre scrivo- mi è piaciuto scrivere su di lui. Mi ha dato più soddisfazione dei due capitoli precedenti, in un certo senso, non tanto perché ho migliorato il mio modo di scrivere, perché purtroppo non è vero. Quanto al contenuto, lascio a voi la parola, io non so giudicare con obbiettività un capitolo introspettivo su Shin, e per capirlo sarebbe bene aver visto lo Shin che s’incontra con Hachi, Miu, Yasu, Nobu e la piccola Satsuki sei anni dopo la morte di Ren, quello Shin cresciuto –ma non così tanto…- che vediamo solo (purtroppo) nei salti temporali all’interno del manga. Ho pensato a lui mentre scrivevo, ma forse ho fatto per l’ennesima volta un grosso buco nell’acqua.

So già che non commenterete *pianto amaro*, ma faccio finta di non saperlo e ve lo chiedo comunque: commentate. Positivamente o negativamente, basta che esprimiate il vostro parere, io continuo a sperarci.



Dearly B.

   
 
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