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Autore: Erik Burton    19/07/2012    3 recensioni
Quattro uomini legati da un destino comune e legati da una sete di potere che li costringe ad odiarsi al punto da uccidersi a vicenda. Che cosa lega questi uomini ad un ragazzo di appena diciotto anni che sembra essere l'ultimo della stirpe maledetta? Ma soprattutto, che cosa lega questi uomini, Lee Chaolan, Paul Phoenix, le sorelle Williams e una misteriosa setta di guerrieri ad un'antica profezia che sembra sia la chiave per annientare una volta per tutte il Gene del Diavolo?
A volte, quando ritornano a saldare i loro conti, le ombre del passato sanno essere molto pericolose.....
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anna Williams, Lee Chaolan, Nina Williams, Paul Phoenix, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Una Lamborghini Diablo stava sfrecciando a tutta velocità verso Chinatown, a bordo un uomo di 49 anni  conosciuto negli ambienti delle arti marziali come “Il demone dai capelli d’argento”. Il suo nome.. Lee Chaolan. Lee non era solo uno degli uomini più ricchi del pianeta, per via della vasta fortuna che possedeva, ma anche uno dei più pericolosi, per via della sua abilità nelle arti marziali e nel sedurre le donne con estrema facilità per via del suo aspetto molto seducente e per via dei suoi occhi magnetici che lo rendevano un uomo fuori dal comune. Le donne erano attratte da questo essere misterioso anche perché era il fratello adottivo di Kazuya Mishima e questo equivaleva essere vicini ad un immenso potere. Lee provava per suo fratello e suo padre Heihachi un odio enorme non per quello che avevano fatto ossia rifiutarlo come persona vedendolo solo come un oggetto, ma per quello che non avevano fatto ossia dargli una mano nei momenti difficili. Lee, in tutti questi anni, ha dovuto combattere le sue battaglie da solo senza nessuno che lo potesse aiutare e quest’odio l’ha consumato al punto da tentare di ucciderli entrambi, ma provava anche amore per loro perché gli avevano dato una casa e una famiglia, dopo che la sua era stata sterminata. “A volte mi chiedo come sarebbe stato il rapporto tra me e Kazuya se non ci fosse stato di mezzo il Gene del Diavolo” pensò tra sé e sé “Hmph! Magari migliore, chi lo sa?” Una lacrima gli rigò il suo bel viso. Alla fine scosse la testa come per dimenticare questa cosa, mise dentro “Appetite for Destruction” dei Guns’n’Roses e alzò il volume della radio “Basta ora pensare a queste cose, Lee! E’ il momento di godersi queste vacanze! Spero solo che Paul si sia ricordato di prepararmi la camera!” disse Lee ad alta voce e inizò a canticchiare “Welcome to the Jungle” dei Guns, la sua canzone preferita.
Già, il suo migliore amico, un ragazzone di 49 anni nativo di New York,un judoka cui corrispondeva il nome di Paul Phoenix. Paul era un uomo alto e atletico, aveva gli occhi blu cielo e non passava mai inosservato per via del suo strano taglio di capelli a spazzola. Oltre ad essere uno dei veterani del King of Iron Fist Tournament, era anche uno dei lottatori più amati dal pubblico e dalle donne che lo volevano solo per la sua celebrità. Ma in realtà, Paul non era solo questo. Era un uomo solo che ogni giorno era tormentato dai suoi fantasmi che gli rendevano la vita impossibile,nella vita come sul tatami usava una maschera quando in realtà era totalmente diverso e solo una donna aveva capito come era in realtà,una donna dagli occhi di ghiaccio della quale lui si era innamorato perdutamente, anche se non lo voleva ammettere.
Quel giorno Paul stava facendo una camminata con Steve Fox, un pugile di 22 anni che aveva conosciuto all’ultimo torneo, e con il nipotino di Paul, Isaac un bambino di 8 anni che era intelligentissimo per la sua età(riusciva a capire al volo anche il più piccolo problema),che era sulle spalle di Paul. “ Sai, zio credo che dovresti migliorare la tua tecnica” “Davvero, Izzy, e dimmi perché?” “Bé perché avresti più probabilità di stendere meglio gli avversari” Paul si mise a ridere “Ahaha! Sei unico, nipote!” disse Paul scompigliandoli i capelli biondi con tenerezza “Già,se Steve non sta attento lo metto al tappeto!” “ Ok,ok, Isaac,stai buono” disse Steve ridendo. A volte Paul pensava che Steve fosse suo figlio, e a volte voleva che fosse così. “Zio a che stai pensando?” chiese Isaac “A niente, nipote. Basta è ora di scendere!” disse Paul tentando di far scendere il bambino dalle spalle “No,non voglio!” “Oh,dai. E va bene, allora niente gelato!” “Non ci casco più a questi ricatti,zio!” Steve si mise a ridere a crepapelle. Paul doveva ripiegare sulla sua carta vincente e alla svelta. “ Senti Isaac, lo sai che al “Piccolo Principe” è arrivato un nuovo libro che parla di Einstein?” “Sì,davvero? Voglio prenderlo, zio!” “Ok,ok, però devi scendere.” “Scendo subito” Con Isaac, le cose funzionavano così e come poteva dire di no quel bambino a uno dei suoi autori preferiti che era Albert Einstein?  Il bambino scese dalle spalle di Paul e si diresse con Steve verso la libreria. Ma Paul sentiva che mancava qualcosa, i soldi per comprare il libro! Con uno scatto felino, andò incontro ai due e diede 20 $ a Steve per il libro e per un quaderno che a Isaac piaceva tanto e disse loro che sarebbe passato un attimo da Marshall per aiutarlo a montare un nuovo sacco da boxe per il suo dojo e infine disse a Steve di riportare Isaac da lui nel suo appartamento perché doveva fare i compiti.
Aveva finito di montare il sacco,quando sentì una voce familiare dietro di lui  “Ahaha! Sempre in palestra eh, Paul! Quando ti deciderai a lasciare la tua amante?” Paul si voltò e vide Lee. “Lee! Vecchio Casanova! Quanto tempo!” I due amici si abbracciarono “Ma guardati, non sei cambiato di una virgola in tutti questi anni” disse Paul staccandosi da Lee “Nemmeno tu amico mio” “Io forse un pochino però va bene così. Da quanto sei arrivato?” chiese Paul prendendo le borse del suo ospite e si diressero verso il suo appartamento che era a 100 m di distanza dal dojo-ristorante di Marshall “Circa un ora fa, anche se l’aereo è atterrato con un ora di ritardo” “Eh,sai, il JFK è famoso per i suoi ritardi. Eccoci arrivati.” Paul estrasse l’altro paio di chiavi(ne aveva date un paio al nipote) ed entrarono nell’appartamento di Paul. Lee si stupì dell’appartamento dove era capitato. Era ordinato e pulito ed era anche bello, salvo che nel soggiorno ci fossero ancora alcune scatole. “ Scusami non ho avuto il tempo di sistemarle. Vado ad appoggiare le tue borse nella camera che ti ho preparato. Fai come se fossi a casa tua” disse Paul andando verso una stanza dell’appartamento“Ok, grazie mille”. Lee si tolse la giacca e l’appoggiò su un attaccapanni di quercia posto vicino all’entrata; in quel momento un bambino biondo di otto anni, armato di quaderno, libro e astuccio che si dirigeva verso la tavola del soggiorno, si fermò davanti a Lee “Ciao piccolo,come ti chiami?” chiese Lee inginocchiandosi di fronte al piccino “ Tu sei Lee Chaolan, l’amico di zio Paul?” “Sì, come fai a saperlo?” “Zio Paul mi parla spesso di te!” il bambino appoggiò quello che aveva in mano sulla tavola e tornò da Lee tendendogli una manina “Mi chiamo Isaac Erastothene Phoenix” “Lee Chaolan.”  disse Lee stringendogliela piano “Erastothene?” “E’ un nome che gli ha dato mia sorella Elizabeth! E’ fissata con i matematici greci!” disse Paul ritornando dalla camera. “ Ti faccio fare un piccolo tour della casa ok?” “Perfetto” Paul brevemente gli fece vedere tutte le stanze della casa prima di farlo entrare in quella che sarebbe stata per il periodo della sua permanenza a New York, la sua stanza. La stanza di Paul era piccola ma arredata da un’elegante mobilio,aveva una libreria ben fornita piena di vecchi libri come l’Iliade o l’Odissea in greco e le pareti erano affrescate in due scene: nella prima c’era una rappresentazione di Tutankhamon e nella seconda c’era affrescata la guerra di Troia prese tutte due da un libro. Mentre parlavano i due vecchi amici, Isaac chiamò lo zio per chiedergli una mano sulla storia rinascimentale. “Vuoi assistere alla lezione?” “Perché no?” disse Lee. La lezione di storia che Paul diede al nipote era interessantissima. Chi se lo sarebbe mai aspettato che Paul sapesse tante cose e che con la sua immensa cultura non avesse annoiato né il nipotino né lui? Ma Lee dimenticava che Paul era laureato in archeologia e che aveva una gran testa, una cosa che si dimenticava anche Paul.
Quella sera,dopo aver riportato Isaac da sua madre tornata dopo un lungo viaggio per via di un contratto di lavoro, Paul, Lee, Marshall e Steve andarono al Sleeping Buddha, uno dei ristoranti più in di Chinatown per dare un grosso benvenuto a Lee negli States. Dopo cena, Lee e Paul, a bordo della Harley Davidson Sporster di quest’ultimo, si diressero verso l’autostrada per portarlo verso Manhattan per fargli fare un giro, ma accadde qualcosa di insolito.
Un camion si scontrò contro la Harley di Paul facendo esplodere mezza carreggiata. Lee e Paul furono scaraventati dall’altra parte dell’autostrada. I due si ripresero immediatamente per vedere uno strano tipo vestito con una tunica nera che sguainò una katana. Paul,mezzo ferito e con la tuta strappata all’altezza del petto, lottò contro l’uomo ma questi lo ferì seriamente allo stomaco. Paul cadde a terra in una pozza di sangue e qualcosa scattò dentro Lee sprigionando un bagliore intenso e gli fece comparire un piccolo tatuaggio sul braccio destro e  fece scappare l’uomo e dopo l’estenuante lotta, perse i sensi cadendo a terra. In quel momento due donne che stavano battagliando fra di loro, una bionda e una mora, notarono i due feriti e chiamarono un’ambulanza. La bionda si avvicinò a Paul  per constatare le sue condizioni e questi le disse prima di perdere i sensi “Sei.. un.. angelo.. venuto.. per.. portarmi.. via?” Da allora le vite di Paul Phoenix e di Lee Chaolan non sarebbero state più le stesse.
 



Primo capitolo di questa storia, mi scuso troppo per l'attesa. Ringrazio Raika di averla recensita e ringrazio chi l'ha letta. Aspetto con ansia i vostri commenti e le vostre critiche! Wow, accidenti, ma chi sarà quell'uomo vestito di nero? Forse avete capito chi sono le due donne vero? Tenetevi forte, il bello deve ancora venire. Arigato a tutti E. B.
  
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