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Autore: oOLeylaOo    03/02/2007    0 recensioni
La storia di una maga che viaggiando per il mondo cerca il vampiro che uccise sua sorella maggiore più di sedici anni prima
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Penso che il protagonista di questo capitolo piacerà a molti^^!

Capitolo 2

-Asher-

Qualcuno si è mai chiesto perché i demoni, al contrario dei vampiri, non dormono di giorno? O magari perché alcuni sono dannatamente mattinieri? Io me lo chiedo tutte le volte che ci vado a letto, non molto spesso comunque. Solo quando mi ubriaco. Suppongo non ci sia niente di male a fare sesso con una creatura oscura e malvagia quando non po’ farti del male, anche perché per essere sinceri è piuttosto bello. Ovviamente quando non ha l’aspetto di un animale, di solito non ama farsi vedere in giro con il suo aspetto “umano”. In realtà sono io che non amo che lo faccia: attira troppo l’attenzione, è difficile passare inosservati se tutte le ragazze e –non chiedetemi perché- i ragazzi, parlano e sbavano dietro al tuo compagno di viaggio. Tutta via quando devi scoprire qualcosa è meglio mandare lui a fare domande, tutti si sciolgono a parlare con qualcuno così affascinante. O forse è lui che li ipnotizza? Magari ha dei poteri simili ai vampiri… Non gli ho mai chiesto come faccia a farsi dire quello che vuole, so solo che lo fa e a me tanto basta. È indubbiamente utile avere un tipo simile come alleato e per questo, anche se è un demone non lo ucciderei mai; tutta via se c’è una cosa che non sopporto è essere svegliata presto.
-Cavoli Asher! Non puoi fare più piano?-bofonchiai girandomi dall’altro lato del letto.
Un fastidioso raggio di luce mi colpì diritto negli occhi costringendomi ad aprirli e a svegliarmi.
-Ho ucciso per molto meno!-dissi seccata mentre lui mi fissa accanto alla finestra.
-Lo so, sono io quello che ti aiuta a farlo solitamente.- mi fece notare con indifferenza.
Lo fissai di sbieco, seccata per il fatto di essere stata svegliata e non del tutto lucida, anche a causa del forte mal di testa. Completamente nudo, appoggiato allo stipite della finestra, lui mi fissava con le braccia incrociate e l’espressione serena di chi si è tolto una soddisfazione. Dannazione! Solo colpa dell’alcol!
-Puoi anche vestirti!-lo informai irritata, sedendomi sul letto e coprendomi con il lenzuolo.
Lui mi sorride amabilmente. -Sto benissimo così come sono.-rispose tranquillo.
Lo squadrai da capo a piedi sempre seccata: capelli neri lisci e corti, occhi neri dalle venatura scarlatte -credo nessuno a questo mondo sappia come fa ad averli-, fisico perfetto e un volto tanto bello da far invidia al più popolare modello del mondo. Anche nudo come un verme fa una splendida figura… Mi fa una rabbia!
-Se vuoi metterti in mostra con me, ho gia visto.- risposi acida.
-Non ti sei limitata a vedere ieri sera.- mi corresse divertito.
Per tutta risposta gli lanciai una sfera di energia. Ok, so che non dovrei usare i miei poteri per cose stupide, ma cavoli! Lui mi provoca!
Schivò il colpo con una facilità estrema e scoppiò a ridere divertito, poi afferrò i suoi vestiti e iniziò a rivestirsi.
-Non uscire con quell’aspetto! Non voglio far sapere a tutta la città che sono qui!- lo dissi anche per dargli fastidio.
-Va bene, va bene!- rispose chiudendo la zip dei pantaloni. -Comunque dovresti ammettere che ho vinto io.-
-Di che stai parlando?- domando dopo un lungo sbadiglio. Di che cretinata si tratterà stavolta?
-Sono riuscito a portarti a letto.- disse trionfante.
Non importa a che specie appartengono; che siano umani, demoni o quant’altro, i maschi restano degli idioti totali. Lo si capiva anche dal temine del nostro contratto. Visto che io volevo uccidere un vampiro molto antico avevo bisogno di avere dei poteri veramente forti, anche solo per trovarlo, allora ero andata alla ricerca di un demone molto potente che potessi sfruttare a mio vantaggio. Lo so, era una cosa piuttosto pericolosa da fare, senza contare che i miei genitori dopo averlo saputo mi hanno praticamente ripudiato, ma era la mia unica possibilità. La storia è piuttosto lunga, comunque, in sostanza, dopo averlo evocato e affrontato Asher giunse all’insolita conclusione che uccidermi sarebbe stato uno spreco, nonostante mi avesse battuto, cosa che mi rode ancora. Accettò di stipulate un patto con me, un contratto i cui insoliti termini furono stabilita da lui. Le cose stavano più o meno così: io potevo sfruttare lui e i suoi poteri a mio piacimento, ma sarei dovuta stare sempre con lui, a stretto contatto. Il che non sembrava affatto male, se non fosse per il piccolo particolare che se fosse riuscito a insinuarsi nel mio cuore avrebbe rubato la mia anima, la mia vita e tutti i miei poteri. Naturalmente non ci riuscì, io non ero per niente interessata ad un demone per quanto la sua apparenza fosse bella e seducente, ho la facoltà di percepire l’oscurità che mi trovo di fronte e la sua è opprimente e schiacciate, profonda e fredda… sebbene con il passare del tempo si sia lentamente diradata. Comunque la cosa lo amareggiò non poco e visto che sembrava deciso a uccidermi per non essere legato a me per sempre, gli dissi che se fosse riuscito a conquistare almeno il mio corpo allora avrei rotto il nostro patto. Ovviamente non ci tenevo a subire un abuso quindi sottolineai che dovevo essere pienamente consenziente e in possesso delle mie facoltà mentali. Ovviamente è una cosa che in quelle condizioni non farei mai. Ora che ci penso è da quando viaggio con lui che ho iniziato a bere alcolici… Quindi l’incredibile mal di testa che ho adesso è tutta colpa sua! Fortuna che stavolta almeno non ho la nausea.
-Quando riuscirai a portarmi a letto da sobria potrai dire che hai vinto. E io spezzerò il nostro patto. Fino ad allora fai il bravo e portami su un paio di litri di caffè!- risposi soffocando un altro sbadiglio.
-Si signora.- rispose con un sarcastico inchino, poi infilandosi la maglia si diresse verso la porta della stanza d’albergo.
Lo fermai afferrandolo per una manica, ma per farlo mi mossi così in fretta che inevitabilmente il lenzuolo del letto scivolò scoprendo una buona parte del mio corpo. Reprimendo a stento l’impulso di coprirmi e lo fissai diritto negli occhi tentando di non vergognarmi. Tendo a dimenticare quello che mi succede quando mi ubriaco, ma se è vero quello che ha detto lui allora siamo finiti a letto insieme e quindi mi ha gia vista nuda, perciò, ragionando razionalmente, direi che è tardi per vergognarsi.
-Non dimentichi qualcosa?- chiesi seccata. Perché devo sempre ripetergli le cose trecento volte? Ha cinquecento anni, non cinque! Potrebbe sforzarsi di tenerle a mente!
-Vuoi un bacio?- chiese avvicinandosi a me per baciarmi.
Repressi l’impulso di folgorarlo con una scarica elettrica –tanto, visto il nostro patto, i miei poteri hanno un effetto molto limitato su di lui- e lo respinsi con una mano.
-Voglio che cambi aspetto.- dissi seccata.
-Non posso andare a prenderti un caffè con l’aspetto di falco, o gatto, o cane, o di capra.-
-Non ti ho mai chiesto di trasformarti in una capra.- feci sarcastica. -Basta che tu… non so… diminuisca la tua età.-
-Dopo ieri notte penseranno che sei una pedofila se mi mostro come un ragazzino.-
Ok, era il mio limite. Chiedo scusa per aver usato la magia in quel modo, ma aveva esagerato. Gli scaricai addosso la potenza elettrica di un fulmine, lui barcollò e si allontanò da me, ma stava essenzialmente bene.
In un istante i suoi occhi si tinsero di rosso e la sua voce divenne profonda, come un pozzo nero e freddo: -Attenta Ester, non farmi arrabbiare, non ti conviene.- avvertì.
Fui attraversata da un brivido, ma mi ripresi subito. -Non essere disgustoso allora!- ribeccai per niente spaventata. Non poteva farmi del male e lui lo sapeva, non senza farne a se stesso almeno.
E poi lo sapeva che la mia regola d’oro è che i bambini non si toccano, in nessun modo, luogo o tempo e per nessuna ragione. Mi aveva davvero irritata con quella battuta.
Scosse il capo e assunse l’aspetto di un quattordicenne, poi mi fissò arrabbiato, le sue pupille avevano ancora una sfumatura rosso intenso.
-Così va bene?- chiese, il tono colmo di ira repressa.
-Si, forse… farai comunque conquiste, ma spero che almeno la maggior parte della gente non faccia caso a te. Non mi piace farmi notare.-
Continuava a fissarmi, tutt’altro che benevolo o divertito, era indubbiamente arrabbiato, il che non era una buona cosa: in fondo era pur sempre un demone.
-Mi hai fatto male.- sibilò.
-Ti comporti anche da ragazzino, sei perfetto.- lo presi in giro bonariamente, nelle mie parole non c’era malizia e lui lo sapeva, ma continuava a essere arrabbiato.
Il suo sguardo sembrava essere di fuoco e di ghiaccio insieme, mi chiesi come fosse possibile.
-D’accordo, ti chiedo scusa per averti fulminato.- dissi con tono annoiato -Sono enormemente spiacente. La prego di accettare le mie più profonde scuse per l’accaduto.- la mia voce formale era monotona.
-Chiedimi scusa sul serio.- fece sempre irato.
-Cosa accidenti vuoi che faccia?- domandai seccata.
-Prostrati e implora perdono.- disse freddamente.
Io scoppiai a ridere, non lo feci apposta, giuro, ma non riuscii a trattenermi.
-Scusa… davvero, scusa.- dissi asciugandomi le lacrime dagli occhi.
Lui continuava a fissarmi arrabbiato e a me seccava vederlo così, non è mai un bene quando i tuoi collaboratori ce l’hanno con te, se non c’è intesa le cose possono mettersi male.
-Hai degli strani principi morali Ester.- disse allungando una mano per serrarmela intono al collo, non strinse forte, ma mi fece male -Sei interessante, ma poco più di un giocattolo per me. Non obbligarmi a ucciderti.- Il suo sguardo era di ghiaccio.
Cosa fai quando un demone potente e antico ti minaccia e sai di non poterlo far fuori con i tuoi poteri? Semplice: usi un arma per minacciarlo a tua volta. Richiamai a me la spada della luce con un semplice incantesimo di evocazione e gli appoggia la lama alla gola.
-Devi solo provarci.- il mio voleva essere un avvertimento, suonò un po’ troppo come una minaccia per i miei gusti, ma si sa, non si può avere tutto nella vita, e io non ero mai stata brava a controllare il mio tono di voce.
Lui mi lasciò il collo, la sua espressione di nuovo divertita, e alzò le mani in segno di resa.
-Mi devi ancora della scuse.- disse, stavolta scherzando. I suoi cambi di umore mi lasciavano sempre un po’ stordita.
-Cosa vuoi?- chiesi, facendo sparire la spada in una scia di luce.
-Un bacio.- rispose con un sorriso divertito.
-Non bacio i ragazzini.- mi rifiutai.
-Ho più di cinque secoli.- rispose sedendosi sul letto e avvicinandosi. -Baciami Ester, baciami o ti ruberò qualcosa di più prezioso di un bacio.-
Non so cosa mai avrebbe potuto rubarmi, ma la cosa non mi piacque per niente. Mi avvicinai, per niente contenta all’idea di baciarlo. Cavoli! Non avevo mai baciato nessuno, non da sobria almeno. Non volevo relazioni, non ne avevo il tempo!
-Puoi riprendere il tuo aspetto di prima?- chiesi, almeno non mi sarei sentita una pervertita a baciarlo.
Lui sorrise e in un istante riassunse l’aspetto adulto, affascinante e seducente. Troppo seducente. Forse era stata una cattiva idea chiedergli di riassumere quell’aspetto. Ormai era andata, mi avvicinai e lo baciai sulle labbra, quasi alzandomi per arrivarci. Sentii una sua mano tra miei capelli, trattenermi la testa mentre mi baciava, ma quando mi mise la lingua in bocca mi allontanai da lui di scatto.
-Che diavolo fai?- Domandai, stavolta ero io quella irritata.
-Ti bacio.- rispose con un sorriso, molto divertito dalla mia reazione. Poi svanì nel nulla, come se non ci fosse mai stato, probabilmente era andato a prendere il caffè.
Corsi in bagno e mi precipitai dentro la doccia, non sarei uscita di lì prima di un ora buona. Odiavo davvero quel demone, soprattutto quando si comportava così. Perché diavolo avevo stretto un patto con lui? Cosa mi era passato per la mente in quel momento? In fondo potevo uccidere anche quello stramaledetto succiasangue da sola...
Sospirai stancamente sotto l’acqua calda della doccia, che mi sciolse i nervi. A quel punto era tardi per i rimpianti. Se però si fosse azzardato a entrare in bagno mentre ero nuda gli avrei fatto scoprire dove finiscono i demoni quando muoiono! In effetti è una cosa che mi sono sempre chiesta: i demoni non hanno un anima, quindi che fine fanno quando muoiono? Inutile pensarci troppo.
Quando uscii dalla doccia indossai un comodo accappatoio e con quello addosso tornai in camera, dove ad attendermi c’erano caffè caldo e ciambelle, oltre che Asher. Lui se ne stava comodamente seduto su una poltroncina davanti al tavolo su cui erano appoggiati i viveri, quando entrai nella stanza alzò lo sguardo dal giornale che leggeva, ma lo riabbassò subito. Lo fissai un attimo sorpresa prima di sedermi sul divano davanti al tavolo: lui che non faceva commenti, questo si che era un evento raro!
-Notizie interessanti?- domandai curiosa.
-Niente che possa tornarti utile.- disse scuotendo la testa.
Sorseggiai il caffè e subito mi sentii più sveglia. Mi guardai intorno per scovare Shadow, la mia coniglietta nera, nata da un esperimento alchemico; la adocchiai subito, accoccolata su una sedia sotto la finestra e pacificamente addormentata, sembrava che niente potesse svegliarla. D’altronde dopo il lungo viaggio era normale che fosse distrutta visto che ci aveva portati lei. La osservai per un po’, indecisa se svegliarla o meno per farle mangiare qualcosa. Alla fine decisi di lasciarla stare, anche se avesse dormito per un paio di giorni senza svegliarsi, non sarebbe certo morta di fame durante il sonno.
-Sai, questo aspetto è piuttosto comodo. Mi hanno praticamente regalato tutto.- raccontò Asher distraendomi dai miei pensieri -Non solo non mi hanno fatto pagare, ma mi hanno anche detto che se volevo qualcos’altro non dovevo far altro che chiedere. C’era da dire che quella donna aveva avuto un aborto e quindi credo fosse per questo che è stata tanto… come la definite voi umani? Gentilezza… o carità…?-
Lui e quei suoi stupidi poteri di telepate! Come se servissero a qualcosa! Bè, in realtà servivano, ma potevano essere molto fastidiosi, in fondo una persona aveva il diritto di tenere per se il proprio dolore, no?
-Non potresti limitarti a essere grato del gesto senza pensare che sia stata una stupida ?- lo bloccai. Perché doveva essere così impossibile? D’accordo che non aveva un anima, ma almeno mostrare un po’ di gratitudine. I demoni sono davvero insensibili.
-Non capisco davvero qualcuno che se la prende tanto per la morte di un organismo vivente non ancora completamente formato.-
Sospirai stancamente -Era suo figlio, Asher!-
-Non era nemmeno nato.-
Scossi la testa. Perché mi sforzavo di spiegargli i sentimenti delle persone? Tanto comunque non li avrebbe mai capiti.
-Hai mai avuto un figlio?- chiesi.
-No, non credo.- rispose con un alzata di spalle.
-Allora dubito che tu possa comprendere i sentimenti di una madre per il suo bambino.- Non dissi che in realtà dubitavo fortemente che li avrebbe capiti se anche avesse avuto un figlio, non mi sembrava il caso.
-Allora, quando andiamo a incontrare quel tipo?- chiese chiudendo il giornale.
Lo fissi un istante senza parlare, una settimana prima avevo ricevuto una lettera che mi chiedeva di arrivare il più velocemente possibile in un posto sperduto chiamato Moon Pelsent. Detto così sembra il nome di una tranquilla cittadina sul mare, invece si tratta di una sperduta cittadina tra i monti. Inutile provare ad arrivarci normalmente, non c’erano mezzi. Allora avevo sfruttato l’unico mezzo di trasporto davvero utile che avevo: Shadow. Dovevo ammettere che il mio alchemico coniglio era mille volte più utile di quell’inutile demone che avevo dietro.
-Oggi, immagino. È nella cittadina dietro alle montagne che ci sono al confine ovest della città, non dovremmo metterci molto per arrivarci.-
-E come conti di arrivarci? Shadow è distrutta per il viaggio, non penso si sveglierà: ha bisogno di riposo.-
-Non abbiamo per forza bisogno di Shadow per muoverci.- gli feci notare. Perché doveva essere così pigro? -Prenderemo una moto o una macchina.-
-Preferisco le moto.- disse passandosi una mano tra i capelli.
-Credo sarebbe meglio una macchina, dovremmo oltrepassare le montagne volando, la strada che era stata costruita tempo addietro è andata distrutta per una frana e considerando l’ampia distruzione di zone naturali hanno deciso di non ricostruirla. Non so che ente è intervenuto con dei manifestanti per impedirlo. Ormai credo che anche la foresta abbia preso il sopravvento. Dovremmo noleggiare un Gip.-spiegai seccata.
Mi chiesi che senso aveva avuto far diventare quella cittadina una sorta di luogo di confine per mantenere inalterata la “bellezza naturale” che comunque avrebbe subito solo una piccola alterazione; anche in considerazione del fatto che negli ultimi dieci anni tutti i mezzi di trasporto sfruttavano modernissimi motori a combustione nucleare che non inquinavano l’ambiente e che non avevano bisogno di benzina. Quando un auto veniva distrutta il motore veniva inviato, insieme alle altre parti meccaniche, a uno speciale laboratorio per essere distrutto senza lasciare radiazioni, oppure veniva riutilizzato per altre macchine della stesa cilindrata. Come facevo a sapere tutte queste cose? Semplice: avevo un cugino che non aveva ereditato nessun potere magico, ma che era fissato con la meccanica e l’elettronica. Era uno dei pochi componenti della mia famiglia che mi piacevano e con il quale avevo mantenuto i contatti.
-Dove accidenti pensi di trovare una Gip qui?- chiese Asher, fissandomi come se avessi battuto la testa.
Gli rivolsi il mio miglior sorriso da strega, il tipo di sorriso che nasconde un infinità di segreti sconosciuti e che sembra sfidarti a scoprirli; era il sorriso che rivolgevo ai miei quando a quindici anni mi chiedevano che avevo in mente studiando arti marziali.
-Aspetta e vedrai!- dissi. Poi mi alzai, afferrai il mio micro computer con funzione di telefono cellulare, di navigatore e di lettore MP3 che mi aveva regalato Nicolas dalla borsa e digitai velocemente un messaggio che gli inviai; poi presi i miei vestiti e corsi in bagno.

  
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