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Autore: Gillian_Lightman    21/07/2012    3 recensioni
E se la dichiarazione di Cal in "Killer App" non è bastata, il destino gli darà una mano
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cal Lightman, Gillian Foster, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Always'
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Salve a tutti! Q uesto purtroppo è già il pen-ultimo capitolo della mia prima FF :(

Spero vivamente che vi piaccia…Buona lettura!

Ah, dimenticavo: qui nel POV Gillian il dialogo con la sua coscienza non è presente, perché ho deciso di sostituirlo con la telefonata di Sarah.

 

Capitolo 7. Sometimes dreams do come true. Qualche volta i sogni si avverano.

 

Squilla il telefono: è Sarah.

 

 

//POV CAL//

 

Sta suonando il telefono di Gill…Non può essere lui…Vero?

Okay so che sei sconvolto ma cerca di non perdere la ragione. Certo che non è lui non vi ha nemmeno visti!

Giusto, giusto devo stare calmo; non devo pensare che se avessi davanti Burns gli pianterei un colpo in testa o lo sventrerei con un pugnale o lo impiccherei al soffitto.

Come sei sadico.

E quelle cose sarebbero solo la punta delle torture che gli infliggerei prima DANNAZIONE! Tra tutti i milioni di persone che vivono a New York proprio quello stronzo dovevamo incontrare!? Proprio ora che sembrava stesse per succedere qualcosa tra me e Gill! Gill cavolo, chissà come sta starà distrutta!

Perché?

Sei, quindi sono, davvero così stupido? Ha appena rivisto l’ ultimo amore della sua vita che la ha abbandonata senza nemmeno dirle addio avvinghiato a una qualsiasi sciacquetta bionda che specifichiamo non sarà mai all’ altezza di Gill.

Si ma è una storia passata, insomma okay, un po’ la avrà disturbata ma non più di tanto.

La hai vista anche tu la sua faccia, senza contare che ora è chiusa in camera da più di mezz’ ora!

Ribadisco che secondo me non le ha fatto troppo effetto…Dai è come se tu vedessi Zoe con un altro: non ti farebbe ne caldo ne freddo.

Non è la stessa cosa potresti paragonare Zoe ad Alec, storia passata e superata ma no, non a Burns. Sono sicuro che prova ancora qualcosa per lui! Era troppo bello per essere vero…Mi stavo persino illudendo che le potesse interessare uno come me!

Quanto sono egoista, sempre preoccupato per me stesso…Piuttosto dovrei pensare a Gill! Sarà sconvolta! E se ha pianto? Oh giuro che se sta piangendo per quell’ idiota giro New York fino a che non lo trovo e poi gli spacco la faccia per il solo fatto che esista!

Cal cerca di stare calmo.

E’ tutto quello che sai dirmi? La situazione deve essere proprio grave se dal tuo becco arrogante non esce altro.

No…Insomma io non credo sia così grave, ma la verità è che lo sapremo quando Gill…uscirà ora possiamo solo aspettare.

Ma io non posso aspettare! Non posso rimanere qui con le mani in mano mentre cè la probabilità che la donna della mia vita stia piangendo! Non posso!

Purtroppo non hai scelta: o aspetti o entri. Ti sconsiglio la seconda perché anche se non è nulla di grave lei ha bisogno del suo tempo, e tu devi darglielo.

Hai ragione…è solo che non riesco a pensare ad altro…Ho paura per lei è bhe…Per me anche! Per lei perché finalmente stava tornando felice, non accennava a Burns da secoli e Alec…Bhe solo quattro giorni fa mi ha detto esplicitamente che lo ha dimenticato quindi il fatto che ora abbia visto l’ altro…Ho paura che faccia una ricaduta,  che nuovamente sia triste ed abbia paura di amare. Qui di conseguenza arriviamo a me, perché è inutile negarlo: ho paura  che ora non si senta pronta per una nuova relazione ed inizi a dubitare dei sentimenti che credevo provasse per me…Questa attesa mi uccide e il peggio è che non so come comportarmi dopo e cosa dirle sapendo che il discorso influenzerà il corso dei nostri rapporti per chissà quanto!

Perché non lo mostri mai a nessuno?

Di cosa parli?

Del tuo lato dolce…Perché lo mostri solo ad Emily?

Io ecco…Cosa centra?

Niente ma dobbiamo fare passare il tempo quindi…

Perché non cè bisogno che altri lo conoscano…Può essere visto come un punto di debolezza.

Credi che Gill abbia visto così la tua dolcezza di questi giorni?

Bhe no ma con lei è diverso…Lei è dolce, sensibile, un anima pure…E’ stupenda e credo apprezzi questi miei piccoli momenti di…

Dolcezza…perché non riesci a dirlo?

Perché sono abituato a tenerla repressa, ma con lei sento di potermi esporre.

Perché la ami e vuoi che ti accetti per quello che sei…

La amo. Da quanto non provavo più sentimenti del genere per una donna.

E come ci si sente?

Dipende dai momenti…Quando la stringo mi sento…Completo…In momenti come questo, quando credi che la donna che ami stia soffrendo e non puoi farci niente…Si sta di merda.

 

La porta si apre all’ improvviso e Cal per poco non cade.

 

 

 

//POV GILLIAN//

 

G: “Pronto”

S: “Ciao Gill sono Sarah, ti disturbo?”

G: “No tranquilla”

S: “Gillian va tutto bene? Hai una voce non troppo rassicurante?”

G: “Diciamo che l’ ultima ora non è stata la migliore della mia vita”

S: “Cos è successo?”

G: “Ho rivisto un uomo”

S: “Chi?!”

G: “E’ un mio…Ex ma non credo tu lo conosca”

S: “Visto che con Alec ho già avuto a che fare quando ci frequentavamo molto una decina di anni fa deduco tu stia parlando di…Dave Burns?”

G: “Come diavolo fai a saperlo?”

S: “Non hai avuto molti ex di rilevanza dopo il divorzio…”

G: “Intendo di lui…Non ci siamo viste nel periodo in cui lo frequentavo e non credo di avertene parlato”

S: “Non lo hai fatto…”

G: “Allora non capisco”

S: “Bhe ecco…Lo…Lo ha fatto Cal. Lui me ne ha parlato”

G: “C-Cosa?! Che vuol dire che te ne ha parlato lui? Quando? Perché?”

S: “Non…Non possiamo parlarne dopo? Preferirei prima sapere come stai”

G: “No non cambiare discorso…Perché te ne ha parlato e quanto tempo fa?”

Sarah sbuffa al telefono come se stesse “riflettendoci” su: “Quanto tempo fa avete iniziato ad uscire insieme?”

G: “Siamo stati insieme poco più di tre mesi ma è stato oltre un anno fa!”

S: “Se non mi sbaglio mi ha telefonato quando glielo hai presentato”

G: “Quindi circa un mese prima che se ne andasse?”

S: “Credo di si”

G: “E perché ha chiamato te?”

S: “Aveva captato…Uno sguardo quando tu hai detto che era una brava persona, come se stessi nascondendo qualcosa…E ha avuto la stessa impressione su Burns così mi ha chiesto se potevo fare un po’ di ricerche”

G: “Ecco spiegate tutte le informazioni che aveva su di lui…Ma perché non me lo hai detto?!”

S: “Perché avrei dovuto? E poi che ti dicevo…Ciao Gill so che è qualche mese che non ci sentiamo ma ti volevo dire che Cal mi ha chiesto informazioni sul tuo fidanzato…Andiamo!”

G: “Bhe ma perché gliele hai date? Le informazioni…”

S: “Secondo te? Cal non si sbaglia praticamente mai e io ti voglio bene, non mi serviva altro”

G: “E perché non me lo hai detto le altre volte che ci siamo riviste, o adesso?”

S: “Per il tuo stesso motivo: oramai era passato”

G: “E tu come facevi a saperlo?”

S: “Che intendi?”

G: “Come facevi a sapere che non stavamo più insieme?”

S: “Ecco…”

G: “Hai sentito di nuovo Cal!?!”

S: “…Si. Non ci siamo sentiti per un mese circa, io volevo sapere se la sua intuizione era giusta e se tu eri perfettamente al sicuro…Cosi mi ha raccontato tutto. Che lo avevano rapito e lui era riuscito a salvarlo, anche se poi se ne è dovuto andare. Sei arrabbiata?”

G: “Perché dovrei esserlo? Perché per tutto questo tempo i miei migliori amici hanno cercato di proteggermi? Sono commossa se mai…Io non mi sono fatta sentire per mesi e tu chiamavi Cal per sapere se io stavo bene…Mi sento un verme”

S: “Non pensarci nemmeno per un momento e in ogni caso con tutta l’ ospitalità che mi avete dimostrato da quando sono tornata salda qualsiasi conto. Ora che ti ho detto tutto possiamo chiudere la facc…”

G: “Nah!”

S: “Cosa?”

G: “Hai alzato la voce quando hai detto che mi avevi riferito tutto”

S: “Stavo…Inciampando”

G: “Ora so che non sono l’ unica incapace di mentire. Cosa nascondi?”

S: “Un dettaglio che ti assicuro è insignificante”

G: “Riguardante Burns? Non mi inter…”

S: “…Riguardante Cal”

G: “Dimmelo per favore”

S: “E’ una sciocchezza…”

G: “Dai Sarah!”

S: “E va bene…Ma è veramente una stupidaggine”

G: “Accelera”

S: “Diciamo che quando Cal mi chiamò…Oltre che informazioni immagino volesse…Sfogarsi…”

G: “Sfogarsi? In che senso?”

S: “Odiava a morte Burns e voleva dirlo a qualcuno che non si facesse domande”

G: “In che senso non si facesse domande? Sii più esplicita”

S: “Che non lo accusasse di essere geloso”

G: “Di chi?”

S: “Di Burns”

G: “Perché avrebbe dovuto essere geloso di…Ah.”

S: “Già…”

G: “E tu che ne pensi?”

S: “Di che?”

G: “Della gelosia! Credi che fosse geloso? Credi veramente che io gli…”

S: “Si e no. Credo che fosse geloso di vederti con un altro uomo ma non credo ti amasse, come tu non amavi lui. Non era pronto per storie serie ma questo non gli impediva di odiare uno stronzetto che ti portava a letto”

G: “Sarah!”

S: “Che cè? Ragiono come Cal! Credo che si, fosse geloso, ma nulla di più…Credo invece che ora sia pronto”

G: “Per cosa?”

S: “Per una relazione stabile con la donna di cui è innamorato”

G: “Cioè…”

S: “Cioè la donna che ha deciso di portare con se in vacanza…Svegliati Gill”

G: “…”

S: “A proposito…Non è ancora successo nulla?”

G: “Nulla? Sta succedendo tutto Sarah! Ieri sera credo addirittura ci stessimo quasi per baciare”

S: “COSA?!? E PERCHE’ QUASI?”

G: “Un fottuto barbone ci ha interrotti”

S: “Cosa pensi di fare?”

G: “Essere me stessa. Insomma lo amo e non posso più negarlo ne a me ne a lui. Quindi basta respingere i sentimenti. Non lo farò più come non li forzerò, semplicemente sarò me stessa”

S: “Allora ti salterà addosso”

G: Speriamo”

S: “Gillian Foster ho sentito bene? Sono così fieri di te!”

G: “Ahah piantala!”

S: “Gill…Cos’ hai provato?” Il tono dell’ amica si era fatto improvvisamente serio.

G: “Quando?”

Ora il tono era protettivo, apprensivo: “Quando…Quando lo hai visto. Quando hai visto Dave”

G: “Ho…” Poi si blocca…Una strana luce negli occhi…Ha capito tutto…

“Niente…Non ho provato niente…Ed è questo il punto! Scusa Sarah adesso devo andare ci vediamo dopo domani non serve che richiami”

S: “Okay ma…” l’ altra ha già riattaccato.

 

Gillian si sistema i capelli, poi senza esitare apre la porta della stanza. Cal, che era appoggiato, ruzzola in modo goffo…Ma per lei non è questa la cosa importante.

G: “M-Mi hai aspettata? E p-per tutto questo tempo?”

C: “Certo che ti ho aspettata, e poi è passata solo un’ ora…Per te aspetterei settimane”

G: “Cal…Grazie, veramente. Non so che dire…”

C: “Inizia con il dirmi come stai”

G: “Bene…Smettila” dice quasi ridendo: Cal ha piegato la testa di lato cercando di leggerla.

C: “Non me ne capacito”

G: “Di cosa?”

C: “Di non riuscire a leggerti, sei il mio unico fallimento” *e per ora non solo in ambito lavorativo*

G: “Che ore sono?”

C: “Quasi le otto ma non cambiare discorso”

G: “Credevo lo avessi appena fatto tu”

Si guardano per qualche istante negli occhi. A nessuno dei due sono chiari i pensieri dell’ altro.

C: “Facciamo un giro, poi torniamo per cena”

G: “Perché vuoi uscire prima?”

C: “Un po’ di aria fresca non ci farà male”

G: “D’ accordo”

Escono. Per una decina di minuti non dicono nulla, poi Cal rallenta il passo:

“Allora?”

G: “Allora cosa”

Si ferma e la guarda: “Lo sai, Gillian”

G: “Si, lo so. Ma cosa vorresti sapere?”

C: “Tutto”

Gill sbuffa:  “Cosa cè da dire? Ho rivisto Dave Burns dopo quasi un anno da quando mi ha piantata in asso senza nemmeno dirmi addio, quindi?”

C: “Da come ne parli sembra che per te non sia ancora finita”

G: “Nemmeno tre settimane fa pensavi la stessa cosa di Alec”

C: “…Scusami, hai ragione. Ma lo sai che quando si tratta di te…”

G: “Hai chiesto scusa? Questa me la devo segnare”

C: “Gill cos’ hai provato? Quando lo hai visto?”

G: “Chiaramente all’ inizio ero sorpresa…Ancora di più quando ho visto arrivare la biondina. A quel punto ho anche pensato…”

C: “Hai pensato *guarda con chi mi ha sostituita* ?”

G: “No ho pensato a come mai stesse con lui...In fondo non è quel gran “figo” come dicono i giovani, non è ricco ne particolarmente…Dotato…Tutto qui”

Cal era quasi inciampato, ora la guardava divertito e…Si, sollevato!

C: “Tutto qui?”

G: “Non ho provato niente…Se avessi mai avuto qualche minimo dubbio ora ne ho la certezza: i miei sentimenti per lui sono morti e sepolti”

C: “Ottimo”

G: “Hai detto ottimo?”

C: “Si, andiamo a cena?”

G: “D’ accordo” mentre si avviano si fa sfuggire un sorriso…Ha detto ottimo!

Trascorrono tranquillamente la cena in Hotel, verso le 22:00 hanno terminato ma Cal sa di dover aspettare ancora mezz’ ora prima di proporre a Gill un…Giretto…

G: “Che facciamo?”

C: “Non saprei…Prendiamo un depliant dell’ Hotel e vediamo se cè qualcosa di divertente da fare?”

G: “Mmh, d’ accordo”

C: “Ecco…Ah perfetto! A quanto cè scritto qui hanno un ottimo Casinò potremmo…” Gill non lo fa finire: gli mette entrambe le mani sul petto e lo spinge contro il muro.

G: “Prova a ridirlo”

C: “T-Ti trovo in gran forma” dice Cal ridacchiando.

G: “Non attacca” replica l’ altra mentre ride anch’ essa quasi esasperata.

Rimangono per qualche istante in silenzio, sorridendosi…Poi se ne accorgono: sono schiacciati contro un muro a pochi centimetri di distanza e Gillian sta equilibrio reggendosi al suo petto.

Negli attimi che seguono la donna arrossisce violentemente ma non si scansa: è troppo imbarazzata! Cal la salva dicendo “Grazie di avermi sistemato queste pieghe, vuoi passare alla cravatta”

Gill fa un mezzo sorrisetto ancora imbarazzato…E’ incredibile quanto riesca farla ridere in qualsiasi momento…E anche per cretinate come questa!

G: “Allora cosa facciamo? E attento a quello che dici…Se no ti ci strozzo con la cravatta”

C: “Deduco che sia scartato il Casinò…Io avrei una sorpresa per te, se ti vesti usciamo per le 22:30.”

Lei lo guarda incantata “Una sorpresa?”

C: “Si…Ma non ti voglio illudere quindi no, non si tratta di un muffin gigante ne  di un gelato da venti gusti”

G: “Che cretino che sei” gli da una pacca sulla spalla, che però sembra più affettuosa… “Dove mi vuoi portare?”

C: “In un bel posto…”

G: “Dai, dai dimmelo”

Cal la guarda e sorride…Questa arrossisce.

G: “Che cè?”

C: “Mi sembri una bambina la vigilia di Natale! Comunque non te lo dico…Non sarebbe più una sorpresa!”

G: “Che antipatico…Almeno dimmi come devo vestirmi”

C: “Io rimango in pantaloni e camicia, ma mi porto anche la giacca perché potrebbe fare freddo…Tu se vuoi mettiti uno dei tuoi vestiti, non necessariamente elegante come quello di ieri sera. Ah, porta anche una giacchetta”

G: “Okay…Ma la giacca non la porto, siamo in primavera”

C: “Non si sa mai…”

G: “Ho la pellaccia, resisterò”

Due ore dopo la bella dottoressa la vedrà in modo diverso…

Cal la attende nell’ atrio. Camicia, giacca cravatta e pantaloni…Come in ufficio!

Una decina di minuti dopo arriva Gill: un bellissimo vestito rosso che termina una trentina di centimetri sopra il ginocchio; spalline sottili, tacchi e borsetta senza ganci abbinati. Aveva aggiunto un filo di rossetto, sempre sulla stessa tinta e due mollettine raccoglievano indietro le prime ciocche di capelli.

C: “Anche questa sera, come al solito, sei bellissima tesoro…Stai molto bene in rosso anche se il blu risaltava i tuoi splendidi occhi. Oggi tocca al tuo magnifico  sorriso.”

G: “G-Grazie Cal” ora aveva anche le guancie in tinta!

Escono dall’ Hotel e Cal ferma un taxi; fa salire la donna, poi si accomoda e dice: “ 5th Avenue”

Taxista: “Signore si estende per oltre 400 metri…”

C: “All’ incrocio con la W 34th Street”

Gill si scervella per focalizzare la strada…Non è molto pratica nella Grande Mela!

Le viene in mente un posto, solo uno…Ma non può essere…

Squilla il suo cellulare. “Pronto? Si qual è il problema? Accidenti ma è stato proprio cancellato? D’ accordo a che ora? Grazie”

C: “Chi era?”

G: “L’ Hotel…L’ aeroporto ha comunicato la cancellazione del nostro volo per problemi tecnici, cosi non partiamo dopo domani mattina, ma domani notte…L’ imbarco è all’ una.”

C: “Accidenti! Infondo però ci perdiamo solo una notte”

G: “…”

Neanche cinque minuti dopo escono dal taxi.

C: “Andiamo tesoro?”

Non può essere! G: “C-Cal… Dove stiamo andando?”

C: “Mmh, o ti voglio fare visitare Harlem verso le undici di sera o presumo che ti stia conducendo verso quel grosso edificio che, reggiti forte, si chiama Empire State Building”

G: “M-Ma questo mese cè quell’ importante conferenza di pezzi grossi al Rock Feller Center ed è il periodo che frutta di più in quanto a turismo…Dicono che per questo mese abbiano triplicato i prezzi e le code durino ore!”

C: “Confermo” Lei lo guarda come per dire *e…?!*

C: “E…E’ per questo che ho dovuto corrompere un paio di impiegati”

G: “Cosa? Quando e in che senso corrotto?”

C: “Quando sei voluta rimanere per un ora nel negozio degli M&Ms sono scappato per una decina di minuti…Eri troppo presa per accorgertene”

Gill aveva assunto un espressione di finto sdegno e cercava di non deridersi da sola.

C: “E corrompere…Bhe credo che abbia un solo significato”

G: “Ma quanto hai speso?”

C: “Vediamo ho dovuto pagare il ragazzo della fila, quello dell’ ascensore e due guardie che ci tenessero i posti migliori”

G: “Hai pagato anche per farci tenere il posto?”

C: “Per te questo e altro”

Aveva una voglia irrefrenabile di baciarlo…Chissà quanto aveva speso, e solo per farla sentire speciale un’ altra sera!

Cal la vede assorta, cosi la prende sotto braccio dicendo: “Andiamo tesoro”

Si, decisamente vorrebbe saltargli addosso ma il suo dannato cervello ha la meglio, anche se non del tutto: il nostro gentlemen per lo meno ottiene un bacio sulla guancia seguito da un sorriso decisamente imbarazzato.

Entrano nell’ atrio, dove almeno un centinaio di persone attendono in coda di salire. L’ impiegato individua subito i due e fa cenno al suo “complice” dell’ ascensore così che li faccia salire. Si avvicinano. Gill è così incantata che non se ne accorge finché le porte non si chiudono: sta per fare 107 piani in ascensore, che lei soffre come nient’ altro. Prima ancora che possa dare sintomi di ansia Cal, che se ne ricordava, la gira verso di se, le prende dolcemente il mento con una mano  guardandola negli occhi e dicendo “Tranquilla tesoro, ci sono io qui.”

Gill non dice nulla, semplicemente lo guarda ininterrottamente. Cal già visto questa espressione sul suo viso diverse volte: quel giorno in cui le confessò essere l’ unica che non riusciva a leggere, diverse volte durante questa vacanza…Come la notte precedente quando il suo sogno stava per avverarsi…Possibile che fosse amore?

Cullata dal meraviglioso tocco dell’ uomo che ama, Gill non si accorge nemmeno del viaggio in ascensore.

Dopo pochi attimi le porte si aprono e loro scendono. Cal, senza preavviso le mette ambe due le mani sugli occhi.

G: “Hem…Cal…Che fai?”

C: “E’ più bello se apri gli occhi direttamente nella parte della terrazza che ho scelto…Ti sembrerà più…Più”

G *Mai quanto le tue mani sul mio viso*

Cal fa spostare le due ‘guardie’ che aveva pagato per tenergli occupato il posto, poi gira Gill in direzione del panorama “Pronta?” Toglie le mani.

Di certo è lo spettacolo più bello che si sia mai presentato agli occhi della Foster.

Spalanca la bocca e rimane a contemplare quel meraviglioso panorama ce è New York di notte con la vista migliore del mondo: l’ Empire State Building.

C: “L’ unica cosa fastidiosa è il flash del fotografo della terrazza”

G: “Vero ma in fondo è solo una luce in più insieme alle miriadi che si vedono da qui”

Rimangono così per diversi minuti, perché un'altra volta non cè bisogno di parole.

Formano uno strano angolo; sebbene stiano contemplando il panorama, il bacino è in parte indirizzato verso l’ altra persona.

L’ uomo nota che Gill ha la pelle d’ oca: glielo aveva detto di portare la giacca! Ma non la rimprovera per paura di rovinare l’ atmosfera, semplicemente si toglie la sua e vi avvolge la donna, che lo guarda grata. Poi tornano a contemplare New York, semi-abracciati. Cal si gira verso di lei per alcuni secondi finché ella lo percepisce e cerca il suo sguardo.

C: “Sai…Avevo uno zio a cui ero molto legato, tanto che fino ad una decina di anni fa, poco prima di conoscerti, ci trovavamo ogni domenica…Era quasi un padre”-lei lo guarda silenziosa e attenta, come per incentivarlo a continuare- “Si è trasferito a New York per lavoro, in uno di quegli uffici da fare invidia! Gli ho promesso che ci saremmo comunque visti una volta a settimana come al solito. Bene, quella toccava a me andarlo a trovare cosi ho preso l’ aereo e sono arrivato…Era molto presto, circa le 8:30 di mattina così prima ho fatto colazione. Eravamo d’accordo di trovarci nel suo ufficio alle 9:30 e mezz’ ora prima ho preso un taxi fino a Central Park, poi ho voluto proseguire a piedi…” -Gill vede emozione e sofferenza sul suo viso, quindi capisce che la ‘storia’ sta volgendo al termine- “Alle 9:11 esatte ero a pochi isolati dal suo ufficio, potevo già vederlo! Lavorava nella torre a destra. Pochi attimi dopo ho visto qualcosa che si sfracellava contro quella torre del World Treade Center, poi solo grida. Il suo cadavere è stato rinvenuto tra le macerie il 12 Settembre”. Cal, che mentre raccontava aveva abbassato lo sguardo, ora lo teneva fisso su Gill…Aveva gli occhi lucidi e gli stringe forte la mano. Poi lo abbraccia “Cal non sai quanto mi dispiace”. Si staccano.

 C: “Per questo odio New York…All’ inizio era vero e proprio odio, perché vedevo la città come ragione per la morte di mio zio; quando la ho superata ho capito che anche lei era una vittima e che gli unici colpevoli erano i bastardi che avevano fatto schiantare gli aerei. Ciò nonostante non amo venire qui, perché ci vedo solo brutti ricordi”

G: “Se lo avessi saputo…M-Ma non eri costretto ad accettare il viaggio…Perché lo hai fatto?” Cal la guarda: è giunto il momento. Non ci sono più dubbi, non ci sono più paure…Solo lui, la donna che ama e l’ ultima occasione.

C: “Perché c’ eri tu” Lei lo guarda, ma non riesce a decifrare la sua espressione, così continua “Sapevo che con te avrei costruito nuovi ricordi che mi avrebbero fatto lasciare alle spalle in definitiva il mio passato. Ed ha funzionato, perché se ora qualcuno menziona New York penso solo a questo momento, ai giri che abbiamo fatto per la città, la ‘gita’ sulla Statua della Libertà…A ieri sera Gill…E più penso a questa vacanza più mi accorgo di avere fatto la scelta migliore della mia vita, perché ho potuto passare dei momenti indimenticabili con te. Ma sai cosa? Non mi basta nemmeno questo, non mi bastano i ricordi di questa vacanza Gill, non mi basta questo ricordo di noi due. Io ti voglio ora. Non voglio che tu sia solo il mio passato ma il mio presente ed il mio futuro. Ci siamo sempre definiti migliori amici…Oramai mi sono reso conto di tenere a te più di quanto riesca ad ammettere; avevo deciso di lasciare stare, per preservare questo nostro bellissimo rapporto…Ma per quanto gratificante sia averti accanto in campo lavorativo e come amica non mi basta più. Voglio poter stare con te ad un livello superiore, voglio poterti stringere come mai ho fatto…Voglio poterti definire mia. Ti amo Gillian.”

Il viso della donna è oramai solcato da poche lacrime di valore. Non smette nemmeno per un momento di guardare l’ uomo…Che di nuovo nota in lei quell’ espressione che le aveva visto addosso in ascensore ma che sono ora riesce finalmente a decifrare: amore.

Gill lo prende per mano e gli sorride come mai aveva fatto. Infondo ogni loro sguardo e ogni loro sorriso non è mai uguale, cela sempre sentimenti diversi.

G: “Non devi dire altro…Non serve. Tra di noi non sono mai servite le parole, per capirci bastava un’ occhiata, uno sguardo…Ma già da tempo mi sono resa conto che ti guardo in un modo diverso, perché oramai non ti vedo più come il mio migliore amico, ma come l’ uomo di cui sono innamorata. Non voglio essere una tua amica, ma una tua amante. Le tue carezze, i tuoi chiamarmi “tesoro” mi fanno un effetto diverso…Mi fanno stare bene, mi fanno tornare voglia di credere nell’ amore. Dopo il mio divorzio mi svegliavo sempre sola e questo mi metteva malinconia, credevo di non poter più amare come prima dopo tutte queste delusioni…Ora quando mi alzo penso a te, quando mi volto verso il posto vuoto nel mio letto ci vedo la tua sagoma, prima di addormentarmi penso a come vorrei che tu fossi li a stringermi…Non so esattamente quando tutto sia cambiato, quando io mi sia innamorata di te…So solamente che non voglio più sprecare per la paura nemmeno un secondo in solitudine…Voglio passare ogni istante della mia vita con te…Ti amo Cal”

Lui sorride e la guarda felice come non era mai stato...Con una mantiene il contatto con la mano di Gill, con l’ altra mano avvolge il suo bacino, mentre lei stringe le sue attorno al collo dell’ uomo accarezzandogli con una i capelli.

Si avvicinano lentamente gustandosi gli attimi precedenti il bacio, belli quando l’ azione stessa. Cal posa il suo naso contro quello di Gill e si contemplano.

Le loro labbra si uniscono in quel magico bacio che è il più atteso della loro vita.

All’ improvviso scompare tutto: niente più flash della macchina fotografica, niente gente, niente New York…Solo i loro cuori malconci che si uniscono in un unico battito durante quel bacio, creando fantastici fuochi d’ artificio.

Non si sa per quanto quelle figure siano rimaste abbracciate, strette fra di loro e non curanti di qualsiasi altra cosa…Non si sa cosa passasse per le loro menti…L’ unica certezza è che quegli istanti saranno infiniti per loro…Adesso possono amarsi…Possono vivere la loro vita insieme…A prova che qualche volta i sogni si avverano…Che non importa cosa accadrà: avranno sempre l’ un l’ altro… E questo è tutto ciò che vogliono.

 

:’) Sarò la solita romanticona ma scrivendolo mi sono scese due o tre lacrimuccie…

Spero che questo capitolone da 4105 parole…Ringrazio tutti coloro che hanno seguito questa storia (una di voi la anche messa tra le ricordate!)…Un grazie particolare a Jane e Kaori che mi hanno sempre sostenuta :)

Mi farebbe molto piacere una recensione…Stasera sarò fuori, quindi probabilmente risponderò domani!

Grazie a tutti coloro che lo faranno !!

A presto,

Jenny

Ps. Ci saranno ancora due capitoli!!!

  
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