Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Cathy Earnshaw    27/07/2012    5 recensioni
"Era una calda serata estiva, di quelle che restano incollate addosso con il loro profumo di fiori e di rosmarino, con il frinire delle cicale, con le risate degli amici. Tutta la popolazione della piccola cittadina di Pothien si era riunita nella piazzetta principale. La musica colorava con le note eteree dell’arpa le serate del Nord della Terra dei Tuoni, e i cantori narravano le loro storie affascinanti a chiunque le volesse ascoltare."
Non è un'introduzione, lo so..ma credetemi se vi dico che è ancora tutto troppo vago anche per me per poter scrivere un'introduzione coerente ;) Vi piaciono i racconti con maghi, elfi, duelli e lunghi viaggi in terre desolate? Benvenuti nella Terra dei Tuoni, amici!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Di guerre e cascate - La Terra dei Tuoni'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L’alba di perla si levava ad Est, avvolgendo i Giganti in delicati tentacoli opalescenti. L’aria frizzante carezzò amorevole il viso di Liam e gli scompigliò i lunghi capelli castani, strappandogli un sospiro. Sua madre avrebbe sicuramente disapprovato quella pettinatura. Ricordava benissimo le infinite litigare riguardo al periodico taglio di capelli…scosse la testa per scacciare i ricordi. Quei tempi, ormai, erano lontani. Aveva passato la vita a tenere Pothien lontana dai suoi traffici e cominciava a sentirsi esausto. Gli affari lo portavano spesso lontano da casa, anche per giorni interi, e sebbene suo fratello fosse un bravo ragazzo aveva pur sempre quindici anni, e questo faceva di lui un potenziale uragano. Con il passare degli anni riscopriva sempre più evidenti in Irthen i tratti che avevano caratterizzato sua madre Naìba: intelligenza, esuberanza, una smodata curiosità ma, ahimè, poca lungimiranza. Cosa che impensieriva Liam non poco. Ogni volta che lasciava casa si aspettava di trovarla rasa al suolo al suo ritorno, ma fortunatamente non aveva ancora riscontrato danni irrimediabili. Tutto sommato non aveva motivo di lamentarsi: Irthen aveva dimostrato di saper badare a sé stesso.
Sellò il baio, caricò le provviste e lanciò un’ultima occhiata alla sua piccola abitazione. Un movimento nell’ombra della finestra della cucina lo convinse che Irthen si era già alzato. Trasse un respiro profondo e prese le redini del cavallo. Quando partiva all’alba cercava di fare meno rumore possibile e, soprattutto, di non dare nell’occhio.
« Te ne vai di già? Sei tornato solo da pochi giorni…»
Liam si voltò lentamente, maledicendo la propria sfortuna. Amina, la guaritrice. Con i capelli castani raccolti in due treccine, la frangetta e le lentiggini sul naso, non si sarebbe potuto capire quanti anni avesse, anche se lui era convinto che fosse più vecchia di almeno un paio d’anni. Nessuno la conosceva granché bene: era giunta a Pothien in visita alla nonna quasi tre anni prima e non se n’era andata più. Liam si sentiva sempre a disagio davanti a lei, perché i suoi occhi nocciola screziati di verde sembravano saper guardare oltre le apparenze per leggere nel suo cuore quello che era veramente.
« Sei mattiniera, Amina» rispose imponendosi di non essere maleducato, cosa ardua visto l’inopportuno interesse dell’inquietante compaesana.
Amina si strinse nelle spalle.
« Vuoi che controlli tuo fratello mentre sei via?» domandò con un sorriso amichevole.
Liam aggrottò le sopracciglia.
« Perché ti sta tanto a cuore Irthen?»
Amina rise.
« Mi sta simpatico» rispose.
Liam alzò le mani in segno di resa. Quella domanda l’aveva già posta in mille modi diversi, e non aveva mai ottenuto una risposta degna di tale nome. La guaritrice aveva iniziato a prendersi quella responsabilità poco dopo il suo arrivo, e sebbene non si fidasse di lei, Liam non era riuscito a trovare un modo civile di scaricarla. Così, una volta di più, ingoiò le imprecazioni e si inchinò, come a ringraziarla. Poi si volse e attraversò velocemente l’arco di legno che segnava l’ingresso di Pothien, sotto lo sguardo divertito di Amina.
Quando fu certo di essere abbastanza lontano da essere fuori dalla visuale della cittadina, montò Baio – non aveva mai dato un vero nome al suo cavallo, e non se ne vergognava – e lo spronò, per fermarlo subito dopo. Provava la spiacevole sensazione di essere osservato. Si guardò attorno ma non riuscì a scorgere niente di insolito. Un innaturale soffio di vento gli scostò i capelli dal viso, facendolo sentire ancora più a disagio. Con rinnovata preoccupazione, carezzò il muso del cavallo e ripartì. Sarebbe stato via poco, non più di una settimana…in così poco tempo non poteva certo accadere chissà quale catastrofe!
 
Guardando Liam che tirava Baio per le redini, Irthen inghiottì il magone. Ogni volta che suo fratello si allontanava per concludere i misteriosi affari che li sostentavano, lui si trovava al centro dell’attenzione. Tutta Pothien si domandava che razza di traffici conducesse, dove, con chi e soprattutto come potessero fruttargli tanto. E la curiosità era pienamente giustificabile, perché Liam a riguardo era più muto di una tomba. Nemmeno Irthen aveva mai capito di cosa si trattasse e nonostante le sue insistenti domande e i suoi tentativi di cogliere il fratello in un momento di distrazione, non aveva mai ottenuto una risposta precisa. Ovviamente, la reticenza di Liam sull’argomento non aveva fatto che fomentare i dubbi e i sospetti di tutta la cittadina, ma Irthen aveva smesso di angustiarsi da tempo: suo fratello era scorbutico, lunatico, pignolo e sarcastico, ma aveva dei sani principi e amava la sua terra. C’era qualcosa che valeva di più?
Sospirò e voltò le spalle alla finestra, poggiando la schiena al davanzale. Le parole della storia che Ged aveva narrato la sera prima echeggiavano ancora nella sua mente. Quanto avrebbe voluto essere uno stregone, quanto avrebbe voluto bagnarsi nella Cascata del Potere! Avrebbe smesso di essere solo il fratellino di Liam, o il povero orfano di Thurla. Avrebbe dimostrato che sapeva cavarsela da solo, senza che Amina lo controllasse come un bambino disobbediente. Sentì il sangue ribollire nelle vene mentre un’idea si andava formando, attraente nella sua follia, nella sua mente.
 
Il sole brillava alto nel cielo quando Irthen bussò trepidante alla porta del vecchio cantastorie. Spostando il peso da un piede all’altro, impaziente, attese davanti all’uscio dal battente arrugginito che nessuno sembrava intenzionato ad aprire. Tese l’orecchio, ma non captò alcun rumore provenire dall’interno. Assolutamente certo che Ged non potesse essere uscito bussò di nuovo, più forte. Dovette bussare una terza volta prima che il ticchettio del bastone sul pavimento di pietra bucasse il silenzio. Sorridendo e cercando di darsi un’aria intelligente, Irthen si ravviò i riccioli e raddrizzò le spalle. Il vecchio socchiuse la porta e i suoi occhi azzurri scrutarono per un attimo il ragazzo con divertimento. Poi spalancò l’uscio e disse con un sorrisetto sdentato:
« Questa è bella! Che cosa ci fa un puledro tronfio davanti a casa mia?!»
Irthen si morsicò la lingua per obbligarsi a non rispondere alla provocazione, nonostante l’orgoglio ferito.
« Allora? Che vuoi?» incalzò Ged.
Irthen fece un bel respiro profondo, poi disse:
« Ieri sera ho ascoltato la tua storia. Mi è piaciuta molto e vorrei farti qualche domanda. Posso entrare?»
Ged gettò un’occhiata alle proprie spalle, come a verificare che tutto fosse al proprio posto, poi guardò intensamente Irthen e annuì.
Precedendolo all’interno, il ragazzo si rese conto di aver trattenuto il fiato.
« Tuo fratello è già ripartito?» domandò il vecchio chiudendo la porta con il catenaccio.
« Proprio così» rispose Irthen, guardandosi attorno.
La casa di Ged era più piccola e molto più ordinata di quanto avesse immaginato. Il salotto e la cucina erano un tutt’uno, e vi si affacciava un’unica porta, che doveva essere quella della camera da letto. Alle pareti erano appesi strumenti musicali dalle forme più strane: cetre, arpe, flauti, un tamburello. Un tavolo al centro della sala era circondato da tre sedie e vi faceva bella mostra di sé un vaso con un’orchidea.
« Non ti facevo uno da botanica» ridacchiò Irthen.
« Solo perché sono vecchio e vivo solo dovrei tenere la mia casa come fosse una porcilaia?»
Irthen arrossì, anche se il tono del vecchio era amichevole.
« Su, su, ragazzo, cosa sono questi rossori da fanciulla? Siediti, forza! Che non si dica in giro che Ged non sa come si trattano gli ospiti! Gradisci del tè?»
Mentre il ragazzo prendeva posto, Ged si mise ad armeggiare con il fuoco. Nel giro di qualche minuto l’aroma delle foglie di tè riempì la piccola abitazione.
« Amina ti sta ancora addosso?» domandò il vecchio sedendosi di fronte a lui.
Irthen sbuffò.
« Già…non sai quanto sia irritante. Per carità, è simpatica, ma è anche tremendamente ficcanaso!»
Ged ridacchiò.
« Che cosa volevi chiedermi, Irthen?»
Il ragazzo abbassò lo sguardo sulle mani che si stava torcendo.
« Ecco, io…io vorrei sapere qualcosa di più riguardo alla Cascata del Potere»
Ged si rabbuiò.
« Qualcosa di che tipo?»
« Qualunque cosa…»
Il vecchio lo guardò intensamente negli occhi per qualche lunghissimo secondo, poi abbassò lo sguardo sulla propria tazza e si accarezzò la barba bianca.
« Temo che dovrai farmi qualche domanda più precisa se non vorrai passare qui i tuoi anni migliori» borbottò.
Irthen sospirò, cercando di dare ordine e priorità ai propri dubbi.
« Dunque» cominciò « prima di tutto vorrei sapere se le tue storie…ecco…si, se sono vere»
Un sopracciglio cespuglioso si alzò con aria critica.
« Vorresti insinuare che io sia un ciarlatano?» sbottò il vecchio. « Ma certo che sono vere! In ogni leggenda c’è un fondo di verità, non l’hai mai sentito dire? E poi che razza di domanda è?!»
Irthen si grattò la testa imbarazzato.
« Quindi anche la Cascata esiste?»
Ged sospirò esasperato.
« Naturalmente» rispose.
« E sai dove si trova?»
Gli occhi azzurri del cantore si fissarono ancora più intensamente che in precedenza in quelli verdi e intimoriti di Irthen. Per minuti interi non rispose, ma continuò a scrutare i più profondi recessi dell’anima del ragazzo. Infine disse:
« Nessuno lo sa»
Lo disse in modo strano, come volesse convincerne sé stesso prima ancora che il ragazzo. Irthen lo guardò a lungo prima di sorseggiare il tè e commentare a mezza voce:
« Non ti credo»
Ged non ne parve sorpreso.
« Perché ti importa sapere dove si trova? Hai intenzione di recartici?»
La sua voce non lasciava trasparire l’ombra dello scherno, anzi, suonava mortalmente seria. Il ragazzo ammutolì di fronte a quella risolutezza.
« Allora? Vuoi diventare uno stregone?» incalzò.
Prendendo il coraggio a quattro mani, rispose tutto d’un fiato:
« Si, voglio trovarla, bagnarmi delle sue acque e diventare uno stregone»
Ged restò impassibile a quelle parole, ma una scintilla di luce attraversò il suo sguardo.
« Liam starà via una settimana, forse di più, e io devo approfittare della sua assenza. Puoi aiutarmi, Ged?»
Il vecchio posò la tazza vuota sul tavolo e congiunse le mani davanti a sé.
« E Amina?» domandò con un sorrisetto astuto.
« Amina?!» domandò di rimando Irthen, senza capire.
« Ti controlla. Dovrai eludere la sua sorveglianza, ingannarla…» spiegò.
« Oh, questo non sarà un problema. Preparerò il necessario per il viaggio nella mia stanza, che si trova al piano superiore, così non potrà notare nulla di insolito spiando dalle finestre come è solita fare. Questa sera, quando tutti si saranno ritirati dopo le musiche e i balli, partirò. Sua nonna è vecchia, Amina non la lascerà sola in casa dopo il tramonto»
Ged annuì lentamente.
« In questo modo, fino a mattina nessuno noterà la tua assenza…» Sospirò. « D’accordo, Irthen. Sappi però che le indicazioni di cui dispongo sono imprecise e non verificate, e non sarà un viaggio semplice»
« Me le farò bastare»
Ged chiuse gli occhi e respirò profondamente. Poi disse:
« Esci da Pothien dalla porta sud e prosegui in quella direzione fino a quando non ti troverai ai margini del Deserto Roccioso. A cavallo ci metterai un paio di giorni, più o meno. Poi, attraversa il deserto in verticale fino a raggiungere il Monte Satki. Lo riconoscerai per forza, ai suoi piedi sorge una specie di oasi verde. A quel punto dirigiti a sud-ovest, attraverso la Valle Satkita. Percorrila in tutta la sua lunghezza. Quando incrocerai un corso d’acqua, ricorda, è il fiume Brumo, seguilo verso ovest fino alla foce. Il Lago di Nebbia, la distesa d’acqua sterminata in cui si tuffa il Brumo, bagna diverse città interessanti, tra cui Efford e Natìm. Evitale, perché so che tuo fratello vi conduce affari. Dalla foce scendi verso sud, fino ad incontrare la Piana di Thann. È immensa, non disperare se non ne vedi la fine. Proprio al centro sorgono le rovine di una città andata distrutta in tempi antichi, oggi è conosciuta come Città dei Morti. Da lì prosegui verso ovest fino ad incontrare il Bosco Lossar. La sua superficie è molto estesa, è facile smarrirsi, tuttavia è attraversato da un fiume, il Morgael, che seguirai verso ovest. Attento, le sue acque sono soporifere ed è pieno zeppo di animali più grossi di noi due messi assieme! Il fiume ti condurrà fuori dal Bosco Lossar e attraverso un Canyon lungo e stretto. Ebbene, in mezzo a quelle rocce, ben nascosta, troverai la Cascata»
Irthen aveva seguito con estrema attenzione ogni singolo passaggio. Aveva una buona memoria, contava di ricordare le indicazioni. Bevve l’ultimo sorso di tè e puntò gli occhi sul vecchio, che se ne stava inquieto davanti a lui.
« Perché mi stai aiutando?»
Ged sorrise.
« Perché quando avevo la tua età anch’io ho desiderato intraprendere questo viaggio. Ma mi è mancato il coraggio. Tu, invece, di coraggio ne hai da vendere, Irthen, e sono certo che realizzerai il tuo sogno»
Si alzò e lo accompagnò alla porta.
« Forza, non hai tempo da perdere in chiacchiere con uno stupido vecchio pieno di rimpianti. Porta i miei omaggi a Kore»
Irthen lo ringraziò riconoscente e si affrettò verso casa, in preda ad una febbrile eccitazione.




*********************
Eccomi quaaaaa con il secondo, atteso, capitolo! - atteso solo da me medesima, probabilmente, ma sono dettagli, un po' di autocelebrazione non può fare male XD - Approfitto per augurare a tutti buone vacanze, dato che domani parto e per una quindicina di giorni non avrete mie notizie..nè di Irthen, ovviamente XD Bye bye!
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Cathy Earnshaw