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Autore: Liquid King    28/07/2012    4 recensioni
In seguito a un sogno ho deciso di scrivere questa storia e vi chiedo di recensire. Walter riceve una lettera che lo porterà a compiere nuovi crudeli omicidi. Solo per fan di Sullivan.
Gli aggiornamenti avveranno ogni fine settimana.
Genere: Drammatico, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti, Walter Sullivan
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Ecco il nuovo capitolo della storia di Walter Sullivan. Buon divertimento!


Walter Sullivan: Ritorno a Silent Hill.

Il suo amico morto, la sua conoscente morta, la sua donna scomparsa… un cuore calmo si trasforma in tempesta, se vengono aggiunti questi elementi Walter Sullivan avrebbe buone possibilità di diventare un massacratore.

Silent Hill era molto differente da come lo ricordava… nebbiosa sì, rumorosa quanto basta, allora che era che non andava?

-Dove sono i mostri?- Ecco.

Walter avanzava alla cieca con la pistola in pugno e si affidava solamente ai suoi occhi e le orecchie all’erta.

Le prime cose fondamentali quando ci si avventura a Silent Hill erano: Una mappa, una torcia e una radio.

Di queste cose non ne aveva nessuna. Il biondo (elegante, aggiungiamo. Nd Autore) decise che la prima cosa da fare era trovare la mappa. Per non perdersi, si assegnava alle indicazioni stradali e passava per la scia delle fermate del pullman (come fece la protagonista del primo SH: film. Nd Autore). Dopo essersi perso per sei volte arrivò al centro storico di Silent Hill e decise di entrarvi.

“Può darsi che trovi qualcosa di utile…” Walter aprì la porta e stava per varcarla quando…

-Salve…- Una voce fece sobbalzare il ragazzo. Walter lasciò la mano dalla maniglia e fissò l’uomo.

Un signore di carnagione scura e di un’età avanzata, con il vestito da postino fece la sua comparsa. Walter gli puntò la pistola valutando il fatto che non lo conosceva.

 

-Calma giovane… ti sei perso vero?- Il misterioso postino era molto arguto e tranquillo nonostante si trovasse a Silent Hill.

-Sì, ma voi chi…?- Walter era molto sospettoso… l’esperienza lo aveva reso più diffidente.

-Sono il postino di Silent Hill… ti ci vuole una mappa!- Il signore gli rivolse un gran sorriso e prese dal borsone una mappa.

-Ehmmm… grazie.- Walter aveva gli occhi un po’ meravigliati dalla gentilezza del postino.

-Di nulla, ora devo andare… vado a consegnare la posta.- Il postino fece dietrofront e con la mano salutò il biondo.

Walter non sapeva che dire… l’incontro lo aveva lasciato un po’ confuso… non sapeva che cosa pensare.

“Mah… spero di non rivederlo più.” Questo pensò… in effetti, il postino gli aveva lasciato una sensazione di disagio.

Walter si scosse dai pensieri e iniziò a studiare il pezzo di carta appena ricevuto. Si segnò con la biro rossa tutte le parti accessibili, le strade rotte, le porte bloccate ecc.

-Ok, ora dovrebbe essere più chiaro ora…- Walter diede un’altra occhiata alla carta e decise che per prima cosa avrebbe esplorato il museo.

Il ragazzo aprì la porta e notò che l’elettricità funzionava, le luci illuminavano l’entrata e i vari scompartimenti di reperti storici. Il biondo frugò un po’ ovunque nella speranza di trovare un arma bianca, per non sprecare le munizioni. La ricerca diede i suoi frutti… trovò un tubo di ferro.

Ora non rimaneva che uscire e andare alla ricerca di Alessa. Poco prima di varcare l’uscita sentì dei sospiri e lamenti soffocati.

“Che cosa sarà mai?” Walter impugnò l’arma e attese il suo avversario…

Una creatura silenthilliana lo aveva preso di mira e lo “fissava”. Sullivan studiò il suo aspetto… era un bambino e una madre uniti in una sola carne. Era una donna obesa o, forse, incinta che aveva sulla pancia semi aperta un neonato deforme… Walter a quella visione si spaventò molto…

La creatura avanzò con il passo zoppicante e si mise in posizione per attaccare con una carica frontale. Walter si scansò velocemente facendolo finire contro la porta, rompendone la serratura. Walter approfittò dello stato per attaccarlo con dei colpi rapidi e pesanti. Il bambino sulla pancia emise un grido lamentoso stordendo Walter che non si aspettava che il bimbo fosse il figlio di Pavarotti. La creatura si rialzò e attaccò il biondo con dei pugni.

-Dannazione!- Walter Indietreggiò per non farsi colpire e allora decise di attaccarlo a distanza usando alcuni libroni pesanti presenti nel museo.

Uno dei libroni colpì il bambino e la madre emise un grido di dolore e crollò a terra. Walter ne approfittò per eseguire  il colpo di grazia.  

-Che creatura era…?- Walter non riusciva a capire che cosa fosse accaduto.

Superata la sorpresa iniziale, il biondo assassino volle indagare più a fondo. Con il ferro in mano iniziò a muovere il cadavere e notò un fatto ben strano… sulla fronte del bambino erano apparse delle scritte giallognole.

-Alessa ti aspetta… trova il professore.- Walter sbatté più volte le palpebre sempre più confuso.

“Alessa mi aspetta? Chi mai lo avrà scritto? È da escludere che lo abbia scritto lei… Potrebbe averlo scritto Samauel per portarmi fuori strada o in trappola.” Walter sotto la luce fioca delle lampade elettriche, rifletteva.

Dopo qualche minuto decise di esplorare un po’ meglio il museo… c’era qualcosa che gli era sfuggito e lui voleva scoprire che cosa. Non poteva più uscire dalla porta principale e quindi doveva trovare una via secondaria… Iniziò a scrutare attentamente i quadri che raffiguravano i paesaggi e i personaggi caratterizzanti la prosperità di Silent hill. Un quadro lo colpì particolarmente… non lo aveva notato la prima volta che ci era stato.

Il titolo in basso diceva: I signori di Silent Hill.

Walter li conosceva tutti… Da destra verso sinistra: Valtiel, la divinità protettrice di Silent Hill. The Butcher, il macellaio dell’origine. I due pyramid head… il primo era il carnefice di Sherphen’s Glen, il secondo era la personificazione del desiderio di autopunizione e il violentatore delle infermiere.

-E questo… chi diavolo è?- Walter osservò l’ultimo… era molto diverso dagli altri. Era vestito con un lungo impermeabile nero con il cappuccio alzato, una maschera antigas gli copriva il viso e le mani guantate di nero stringevano un martello di ferro e cemento.

Walter non ne aveva mai sentito parlare di una creatura simile… aveva un che di misterioso e nascosto. La sua figura imponente non era spaventosa o sanguinaria come gli altri ma incuteva comunque soggezione.

-Dovrò stare molto attento… può essere molto pericoloso.- Walter disse questo e poi si diede una pacca alla testa e aggiunse: -Che stupido! Tutto è pericoloso a Silent Hill!-

Il biondo si voltò sulla destra e vide un candelabro acceso su un cassettone. Lo prese e con esso decise di esplorare il museo. Girando e rigirando capitò in una biblioteca. Era piena di libri di tutte le forme ed avevano in comune il genere: l’ horror. Sullivan decise di far lavorare il suo cervello.

“Sicuramente quel messaggio letto sul pavimento, è collegato qui. Alessa Gillespie ti aspetta, trova il professore. Quale professore?” Il ragazzo iniziò ad osservare le varie rilegature dei libri.

Dracula di Bram Stoker, Frankenstein di Mary Shelley. Walter notò questi due libri, inoltre a scuola ricordava che aveva studiato qualcosa di simile.

“Frankenstein… era un professore!” Walter fece per prendere il libro per scoprire il prossimo indizio ma un dubbio lo bloccò.

-Aspetta… Van Helsing… non era un professore?- Waltr ruotò i suoi occhi un po’ ovunque per vedere se ci fosse il libro della storia del cacciatore di vampiri. Non lo trovò.

“Bizzarro, un classico simile non può mancare, forse non è sui ripiani.” Walter spostò la sua attenzione su un tavolino consumato su cui vi era uno specchio, il biondo vi si specchiò vedendo il suo viso. Strano… non si ricordava così trascurato e lercio.

Sullo specchio notò il riflesso di un mobile e sotto una delle gambe vi era un librone.

Walter si voltò e osservò il mobile ma soprattutto il librone.

“Ok, non devo fare altro che toglierlo.” Walter, incoscientemente, levò con grandi sforzi il tomo che si presupponeva fosse quello che cercava. Un Crreekk fece intuire al biondo che era meglio lasciarlo lì.

Il mobile senza il suo sostegno crollò a terra e per un pelo non lo schiacciò. Tuttavia questo imprevisto permise al ragazzo di trovare una nuova via di fuga. Infatti, vi era un muro crollato precedentemente e poi coperto con l’ormai ex-mobile.

-Fantastico! Andiamo avanti!- Sullivan strinse i pugni dalla soddisfazione. Vi erano numerosi scalini e il fondo era molto buio.

-Devo trovare una torcia elettrica.- Walter tornò indietro e verificò all’interno di alcuni armadietti del personale del museo, con molta pazienza forzò una cabina e all’interno vi trovò una torcia molto pesante.

“Non sarà il massimo ma va bene.” Walter iniziò la discesa per quelle scale.

Gli scalini sembravano non finire mai e gli facevano male alle gambe ma qualcosa lo distoglieva dal tornare indietro. Dopo qualche ora si trovò di fronte a una porta di ferro ed era bloccata.

Walter usò il tubo di ferro per aprirla e vi entrò con il passo cauto. Non sapeva che cosa lo avrebbe aspettato.

Con la torcia si guardò bene in giro… era un comune studio. Vi era tutto ciò che poteva sembrare uno studio: ci stavano una sedia con le rotelline, un pc portatile, alcuni libri dismessi e una scrivania reggeva il tutto detto prima.

-Uhmm…- Walter divenne pensieroso… si aspettava di trovare chissà quali amenità.

-Ciao, a quando vedo non sono il solo.- Una voce molto maliziosa e inquietante fece trasalire il biondo.

Quello era Padre Vincent, come aveva fatto a tornare in vita?

Infatti era lì seduto sulla poltroncina e con il pc acceso. Walter si avvicinò a lui con lo sguardo interrogativo.

-Buffo vero? Ero morto. E poi… paf!- Fece un gesto con la mano come per simulare un palloncino che scoppia e aggiunse: -Sono qui.-

-Chi diavolo sei?- Walter lo fissava con gli occhi molto nervosi.

 -Vincent… Padre Vincent. Tu sei Sullivan?- Lui con un sorriso all’apparenza naturale fece preoccupare il biondo.

-Uh… come mi conosci?- Walter si guardava in giro.

-Beh, pende una bella taglia sulla tua testa… dentro e fuori Silent Hill.- Rispose il prete con un sorriso accompagnato da una risatina.

-Eh?! Cosa vorrebbe dire?- Walter non riusciva a capire.

-È semplice, la polizia ti sta cercando e gli adepti dell’ordine, anche.- Il prete fece un gesto con la mano come a invitare l’assassino dei ventuno sacramenti a vedere sul monitor del computer.

Sullo schermo vi era un sito della polizia di stato e alla sezione ricercati vi era il suo viso e le sue informazioni.

-Accidenti… sono nei guai!- Walter si turbò di parecchio. Aveva perso i suoi poteri dopo che Alessa era scomparsa.

-Tsk… tsk… mai darsi per vinto!- Lo incoraggiò il prete. Si alzò sulla poltroncina e scostò alcune tende nere consumate.

-Preparati a cambiare il vestito.- Il tipo dall’aria furba e maliziosa mostrò al biondo alcuni vestiti.

-Ma è pesante da indossare!- Protestò il biondo.

Nonostante la debole protesta Sullivan indossò il vestito. Lì dentro rischiava di sudare e anche molto.

“Speriamo che ne valga la pena…” Walter oltrepassò una doppia porta di rame e iniziò ad avanzare, dopo fatto qualche chilometro sentì qualcosa che vibrava alla spalla. Walter toccò la zona e si accorse di una tasca e al suo interno vi era una radio vecchia.

-Bene, ora ho tutto: mappa, torcia e radio.- La torcia la teneva legata con un gancio sulla cintura.

-BBbzzz… mi ricevi Sullivan?- -Sì, la ricevo… sei Vincent?- -Sì sono io. Fai molta attenzione al crepitio della radio, essa ti rivela se ci sono delle creature nelle vicinanze.- Spiegò Vincent e il biondo ascoltò.

-Aspetta, spiegami una cosa… hai detto che eri morto, ora come mai sei vivo?- Walter non riusciva a frenare la sua curiosità, caratterizzante della sua perduta fanciullezza. 

-Qualche coglione ha ucciso Claudia o meglio la sua parte del Otherword. E quindi ha fatto rinascere me e il diavolo Samuel.- Vincent scoppiò a una risata molto sguaiata.

Il coglion… ehm Walter Sullivan emise uno sbuffo arrabbiato e chiuse la chiamata. Ora che più mai si pentiva di aver sparato a Claudia Wolf.

Qualche minuto di camminamento e incontrò altri adepti dell’ordine vestiti come lui.

-Salve ragazzi.- Il biondo tentò un approccio amichevole visto che era molto ingenuo.

I due adepti lo guardarono sottocchio, si scambiarono uno sguardo e poi si rivolsero al ragazzo.

-Qual è la parola d’ordine?- Chiese uno.

Walter da sotto la maschera sudava come se fosse alle terme. Qual era la parola d’ordine?

-Bbzzz… Akira Yamaoka.- Il padre gli suggerì la parola dalla radio.

-Akira Yamaoka!- Walter disse la parola quasi urlando.

-Chi sei?- Gli chiese il secondo.

-Chi sono? Già, chi sono?- Walter assunse l’aria confusa.

-Me lo devi dire tu!- Fece notare l’adepto. .

-E tu chi sei?- Walter ripeté la domanda.

-Ma se ho fatto prima io la domanda?!- Il minatore si stava spazientendosi.

-Quale domanda?- Walter era nel delirio

-Finitela!- Il primo adepto sbottò per calmare i due e poi si rivolse a Walter:-Non è importante il tuo nome, il necessario è che conosci la parola d’ordine.-

Una volta calmate le acque i due invitarono Walter ad andare con loro.

-Accetto.- Walter iniziò a seguirli. Arrivarono a una stanza circolare.

Ccrrrrr bzzatt… La radiolina del biondo iniziò a fare rumore. Lui la spense.

“Spero che il mio piano funzioni…” Walter si guardò in giro cercando di capire da dove potevano arrivare quelle bestie.

Un rumore di tenaglie che si chiudevano e si aprivano attirò l’attenzione di tutt’è tre.

Una creatura silenthilliana iniziò ad avanzare al centro della stanza… era grande quando Alessa e aveva i capelli lunghi (pareva la ragazzina di The Ring con la differenza che aveva delle cesoie al posto delle dita).

“Tutto lì? Non funzionerà il mio piano se il mostro da uccidere è così piccolo.” Ghignò a bassa voce, il biondo.

-Strano non è lei a fare il rumore delle tenaglie.- Fece notare uno dei due adepti.

“Cosa? Ce ne sono di più?!” Walter iniziò a guardare intorno senza però perdere di vista la ragazza.

Un rumore molto forte come una parete che crollava si sentì alla sinistra dei tre.

-Ma che diavolo?- Gridarono in coro i tre.

Una bestia deforme con un pancione e le gambe tozze avanzava pericolosamente. Al posto delle mani aveva delle tenaglie.

“È lui il bestione che cercavo!” Walter sorrise beffardo alle spalle dei suoi “compagni”.

Quelle due bestie erano sufficienti a uccidere i due adepti. Il biondo con il tubo di ferro in pugno avanzò un suggerimento.

-Io e lui uccidiamo il gigante, tu vai a eliminare la ragazzina!- Walter assunse il tono da leader.

Walter e l’adepto scelto si avvicinarono al gigante per iniziare la lotta. Walter, a sorpresa, colpì in fronte l’adepto e gli rubò il piede di porco. L’altro vedendo il tradimento di Walter si deconcentrò e venne ferito dalle unghiate della ragazzina-mostro.

-Non mi dispiace, vi lascio!- Walter con l’arma in mano scappò attraverso il buco sul muro che dava dall’altra parte mettendosi in salvo.

Non si fermò nemmeno a sentire le grida dei due disgraziati. Dopo un po’ la radio squillò.

-Allora Sullivan?- -Eh, sono riuscito a liberarmi di due imbecilli.- Walter sghignazzò soddisfatto.

-Ben fatto, ora vai avanti e… ricordati che se senti una sirena devi metterti subito in salvo!- Aveva appena finito di parlare che un suono fin troppo familiare si sentì ovunque.

Walter accelerò il passo mentre tutto mutava.  Tutto assunse una colorazione rossa, grate e inferrate si sostituirono agli intonachi del sotterraneo del museo. Il biondo arrivò a una doppia porta che però era bloccata.

-Dannazione…- Il pavimento sotto ai piedi di Walter crollò e, con essa, lui.

Walter si guardò in giro un po’ spaesato…

-Dove sono finito?- Il biondo si alzò velocemente dal terreno per poi mettersi in guardia con il piede di porco in pugno.

La radio iniziò anche a fare rumori molto disturbanti. Sullivan si levò presto il camuffamento da minatore per poter respirare e avere maggiore agilità.

Aveva fatto bene perché una figura molto pericolosa si fece avanti nella nuova stanza nella quale Walter era finito.

Delle luci rosse si accesero e rivelarono quello che la stanza conteneva: Un parco giochi… c’era persino la giostra del Parco Divertimenti Lakeside.

L’avversario che Walter avrebbe dovuto affrontare era sospesa a mezz’aria. Era Heather Mason posseduta.

   
 
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