-E adesso dove si va?- domandai.
-Gira a sinistra- disse Malfoy.
-A quanti citofoni dobbiamo ancora suonare?-.
-Un po'- mi disse ridacchiando.
-Oh, Merlino, Morgana e Circe in consiglio!-.
-Andiamo, Granger, non fare così- disse nascondendo una risatina con un colpo di tosse.
-Dici così solo perché non sei tu quello che deve fingere di fare una telefonata ogni volta che, anziché i padroni, in casa ci sono i domestici!-.
-L'ultima telefonata è stata la mia preferita: 'Ciao mamma! Si sono io, sono con Draco e ci stiamo divertendo un mondo. Il mio telefono è stato mangiato da uno squalo mentre facevamo immersioni, per questo non posso chiamarti! Ciao, ti voglio bene'. Uno squalo? Sul serio, Granger, chi vuoi che ci creda?- disse imitandomi.
-Beh, se hai un'idea migliore, fai tu il deficente mentre tenti di sbirciare le foto e i soprammobili della gente!- dissi scocciata.
Lui non faceva niente mentre io dovevo: inventarmi scuse plausibili, parlare da sola come un'idiota al telefono e cercare di riconoscere i miei genitori nelle foto sparse sui diversi mobili.
-Sei assurda, puoi semplicemente dire di averlo perso-.
-E perché diavolo non me lo hai detto 46 abitazioni fa?!-.
-Perché tu non me lo hai chiesto- disse come fosse una cosa ovvia.
-Tu mi fai prudere la bacchetta, Malfoy, cerca di non costringermi a ripetere l'esperienza del terzo anno!-.
-Mi hai colto solo impreparato quella volta, non mi sarei fatto colpire se avessi pensato volessi picchiarmi-.
-Primo punto: io non ti ho picchiato, ti ho solo dato un pugno; punto secondo: ti avrei colpito lo stesso perché sei un mollaccione; e punto terzo: il ridicolo non è stato il fatto che io ti abbia colpito, ma il fatto che tu sia corso via, piangendo come una femminuccia-.
-Ribatterò alle tue tesi campate per aria, Granger, punto per punto- disse infervorandosi: -Punto primo: dare un pugno equivale a picchiare, quindi mi hai picchiato; punto secondo: non mi avresti colpito, perché io ho i riflessi pronti e non sono un mollaccione, mi hai colto solo impreparato; punto terzo: io non corro via, cammino velocemente e non piango come una femminuccia, io sono un vero uomo; a destra, adesso-.
-Fottiti, Malfoy-.
-Con piacere, vieni con me?-.
-Ti posso giurare che se metto mano alla bacchetta, ti strappo le palle e anche l'attrezzo, quindi smettila di attentare alla mia salute mentale- sibillai.
-Ok, va bene, ma non toccare il coinquilino dei piani bassi... ci tengo-.
Lo guardai con sufficienza e continuai a camminare.
Dopo qualche minuto, arrivammo davanti ad un altro palazzo, alto almeno sedici piani.
'Rilassati, Hermione, poteva andare peggio: poteva avere trenta piani!' pensai.
-Ok, cominciamo a cercare i nomi-.
-Con la fortuna che abbiamo, ce ne capitano almeno altri 3 senza nome a cui dovremmo suonare e farci aprire- borbottai.
Lui non mi sentì o forse fece finta di niente, fatto sta che dopo qualche secondo esclamò: -Beccati! M. Granger e J. White. Sono loro, giusto?-.
-Che culo!- risposi sbalordita.
-In due mesi sei diventata volgare, Granger. Ti sei adattata agli standard dello Sfregiato e di Lenticchia?- disse ridendo.
-Chiudi quella fogna, Malfoy. Adesso devo vedere se l'incantesimo è reversibile, quindi dovrai tenerli impegnati. Chiaro?-.
-Si, signor Capitano!- disse buffonandomi.
-Vaffanculo, se combini qualche casino, ti butto giù da una finestra-.
-Sei anche violenta, Granger!-.
Lo ignorai e suonai il citofono.
-Si?- rispose una voce maschile. Mio padre.
-Ehm, buongiorno, mi chiamo Hermione Gran... Weasley, il mio...- deglutii: -... fidanzato è svenuto, potrebbe aiutarmi?- dissi fingendomi allarmata.
-Si, scendo subito, signorina Weasley-.
Papà chiuse il citofono e io guardai Malfoy: -Adesso dovrei fingermi svenuto?-.
-Oh, no! assolutamente no! Stupeficium!- esclamai.
L'incantesimo lo fece sbattere contro il muro e si afflosciò a terra come un sacco di patate: -Adesso sei davvero svenuto- dissi ghignando.
Mio padre apparve un secondo dopo: -Weasley?-.
-Si, sono io, mi aiuti la prego!-.
-Portiamolo dentro e facciamolo stendere, magari è stato un calo di zuccheri-.
-Grazie- dissi quasi piagnucolando.
Papà prese di peso Malfoy e tutti e tre insieme ci infilammo nell'ascensore.
Arrivammo al quinto piano in pochi secondi e una volta dentro l'appartamento dei miei lo stendemmo sul divano.
Mia madre arrivò qualche secondo dopo e preoccupata cominciò ad affaccendarsi, insieme a mio padre, intorno a Malfoy.
Io tirai fuori la bacchetta e sussurrai: -Legilimens-.
Vidi tanti ricordi: il loro primo incontro, il primo bacio, il primo appuntamento, gli incontri con i suoceri, il matrimonio; da quel momento in poi vidi i ricordi falsi che avevo inserito io: mia madre che non riusciva ad avere figli, la decisione di non adottarne nessuno perché non avrebbero sentito nessun bambino come 'loro' e alla fine i ricordi di Sidney.
Niente da fare: i ricordi falsi erano troppo forti, per nulla sbiaditi, e per la prima volta odiai essere la migliore. Avevo lanciato un incantesimo troppo potente che non poteva essere rimosso.
Rimisi la bacchetta nella tasca posteriore dei pantaloni e appena Draco si riprese salutammo, ringraziammo e uscimmo.
-Mi hai schiantato! Potevi dirmelo!- esclamò Malfoy indignato, appena fummo fuori dal palazzo.
Non risposi e proseguii dritto lungo la strada.
-Hey, Granger, aspetta! Che è successo?- disse notando la mia espressione.
-L'incantesimo è troppo potente, non potevo annullarlo. Ma forse è meglio così, se avessero riacquistato la memoria avrei dovuto raccontargli della guerra e dei pericoli e poi... ho visto i loro nuovi ricordi, sono felici anche così. Saranno al sicuro per sempre- dissi alzando lo sguardo fino a quel momento tenuto basso.
-Andiamo, lì c'è una gelateria, ti tirerà su il morale-.
Io mi incamminai e lui si attardò solo un momento prima di seguirmi. Quel momento però gli fu fatale: accadde tutto in trenta secondi o giù di lì.
1. Da una finestra del primo piano gli cadde un vaso di gerani in testa.
2. Mentre tentava di riprendersi dal vaso, andò a sbattere contro un lampione.
3. Dopo il lampione (a cui diede un calcio, per punirlo di essere tale, probabilmente), inciampò in un tombino e cadde a faccia in avanti come un imbecille.
4. Fece per rialzarsi, ma un piccione gli scodellò qualcosa sulla spalla.
5. Mentre imprecava contro tutta la specie dei piccioni e tentava di ripulirsi, un cane randagio, fece i bisogni sulla sua gamba destra.
Io, che ero scoppiata a ridere dopo lo scontro con il lampione e mi stavo rotolando a terra dalle risate quando fu il turno del piccione, cominciai a sentirmi mancare l'aria dopo il colpo di grazia che quel cagnolino gli diede.
Le sue guance di solito pallide come quelle di un cadavere, assunsero un colore rosato.
-Smettila di ridere, Granger, stai attirando l'attenzione della gente!-.
-Io... non... posso... non... ci... riesco!- dissi tra una risata e l'altra.
-Smettila, smettila- disse lui concitato.
Io continuavo a ridere così lui mi prese e mi caricò in spalla come un sacco di patate.
-Mettimi giù, Malfoy!- dissi ridendo ancora.
-Assolutamente no! Te la faccio vedere io, Granger!- rispose incamminandosi verso il molo poco distante.