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Autore: ChibyLilla    12/08/2012    2 recensioni
-Ah, Black, oggi ho parlato con tuo fratello. Dice che non vede l’ora che torniate a casa e che tuo padre ti ha preparato una bella sorpresa-
Ci fu silenzio per qualche istante.
Remus a quel punto si alzò, certo di dover intervenire prima che per Severus fosse troppo tardi
Inserisco per sicurezza l'avvertimento OOC, poichè c'è la probabilità che la mia "personale visione dei personaggi" esuli dalla realtà.
Genere: Generale, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Remus Lupin, Sirius Black
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Qualche noticina doverosa: chi è stato molto attento, avrà notato che la storia è COMPLETA!

Ebbene si, quello che state per leggere è il – poco –  degno epilogo di questa – pessima – storia.

MA! Non temete: partirò per una settimana (ci tenevo a postare l’epilogo prima di andare), ma appena sarò tornata troverete on line il seguito.

Un’altra nota: scrivere questo capitolo è stato divertente quanto faticoso, bello quanto tragico … è un po’ fluffoso, ma – caso raro nella storia di questa fanfic – sono assolutamente soddisfatta di come è venuto. Il rating potrebbe essere un po’ più alto (arancione) ma non temete, non c’è nulla di – eccessivamente – scandaloso.

 

Ultima cosa, giuro: dedico questo capitolo a tutti coloro che hanno letto, inserito la fic tra le seguite/ricordate/preferite, recensito.

Ma soprattutto, ancora una volta, lo dedico a DracoLikesHamsters, sperando che sia all’altezza delle tue aspettative, tesoro ^^

 

Buona lettura!

 

Cap. 19 

 

 

-Jamie, non sai quanto mi sei mancato!-

Sirius sorrise, strofinando il naso contro quello di James. Stanco di essere trattato come un malato, per quanto adorasse le coccole, aveva convinto James a lasciarlo sgusciare fuori dalle coperte e si era seduto sul bordo del letto, con le gambe penzoloni che premevano contro i fianchi di James e con le braccia strette intorno alla sua vita.

-E come se lo so, Pad! Mi sei mancato anche tu- 

– Ti amo – 

– Sirius, avrei una domanda da farti – James ad un certo punto si era staccato da lui, parlando con tono fintamente contrariato: – Madama Chips aveva finito tutte le magliette della tua taglia? –

Come per avvalorare la sua tesi, la maglietta di Sirius scivolò per l’ennesima volta giù per una spalla, lasciando scoperta una discreta quantità di pelle, cosa che James giudicò deplorevole, mentre con la punta delle dita afferrava un lembo di stoffa per rimetterlo al suo posto.

– Che vuoi che ti dica? Le piacerà guardare!? – constatò Sirius, divertito ma soprattutto sorpreso dalla gelosia di James – E come darle torto? – continuò con tono esageratamente vanitoso, mimando il modo in cui proprio James si scompigliava di solito i capelli.

 

Qualche piano più in giù rispetto all’infermeria, Regulus e Remus erano impegnati in tutt’altro tipo di conversazioni.

– Se la sarà presa? – domandò Regulus, sfilandosi il mantello dell’invisibilità e riponendolo sul letto di James. Non che sapesse quale fosse, ci era arrivato per esclusione: il letto su cui era stato Peter fino a qualche secondo prima era evidentemente suo; l’unico che era stato rifatto non poteva che essere di Remus. Ne restavano due: poiché quello di Sirius era sicuramente il letto su cui si trovavano le sue magliette stropicciate, l’altro era per forza di James.

– Probabile, ma gli passerà – rispose Remus, riferendosi a Peter che poco prima era stato letteralmente cacciato dalla camera – Non che avessimo altra scelta –

Regulus annuì pensieroso, osservando attraverso la finestra il cielo che ormai diventava scuro.

Remus, in piedi dietro di lui, lo abbracciò poggiando la testa sulla sua spalla.

– Adesso però siamo soli – la voce gli uscì come un sussurro e fu felice che Regulus fosse di spalle e non potesse vedere quanto era arrossito.

Il moro dal canto suo sentiva il cuore battere forte per la stranezza della situazione più che per l’imbarazzo.

Entrambi però sapevano che stesse per succedere ancora e, nonostante fossero ancora tanti i dubbi e poche le certezze, sapevano di essere nel posto giusto e con la persona giusta.

 

Sirius sorrise maliziosamente, sfiorando con la lingua il lobo dell’orecchio di James, mentre le sue mani fredde scendevano casualmente lungo la schiena dell’altro. James ricambiò quel piacevole tocco giocando a sua volta con le mani sotto la maglietta di Sirius e godendo nel sentirlo tremare al suo tocco.

Si erano persi in un gioco di gesti impacciati, di mani che avevano paura di finire nel posto sbagliato o di essere troppo veloci, mentre avevano stipulato il tacito patto di non incrociare i loro sguardi.

Andarono avanti così, divertiti e leggermente spaventati, per un tempo indefinito; poi finalmente si fermarono a guardarsi, entrambi con le guance arrossate dall’imbarazzo e il fiato corto per l’emozione.

Scoppiarono a ridere quando si specchiarono l’uno negli occhi dell’altro.

– A cosa si deve questo imbarazzo, Pad? –

– Potrei farti la stessa domanda –

Poi James sorrise malizioso: – Quando hai detto che torna Madama Chips? –

– Ho detto che non torna –

Sirius sorrise lasciandosi spingere all’indietro da James e ricadendo sul materasso, mentre l’altro si posizionava a cavalcioni su di lui, ricominciando a baciarlo.

Fu Sirius il primo a cercare un contatto più intimo, giocando con l’elastico dei suoi boxer.

 

Remus e Regulus giacevano l’uno accanto all’altro.

– Remus? –

Come riemergendo da una condizione di profondo torpore, il biondo sollevò lo sguardo, raggiungendo la traiettoria degli occhi di Regulus che continuò a parlare – Com’è andata la vostra conversazione? –

Remus arrossì appena, cogliendo il riferimento alla conversazione che aveva avuto con Sirius poco prima: – Come vuoi che sia andata? Tutto bene. Credo che Sirius avrà gli incubi per qualche giorno … o magari qualche mese. Ma almeno sa come stanno le cose –

Regulus sorrise ringraziando mentalmente Remus per “aver fatto il lavoro sporco” al posto suo.

– Ed esattamente cosa contempla questo “tutto”? – aggiunse malizioso, godendo dell’espressione imbarazzata di Remus. Poi la sua mente ebbe come una illuminazione: – Tutto, tutto? Tu hai detto a mio fratello quel che abbiamo fatto? –

Fu il turno di Remus di sorridere: – Se ti fa stare meglio, l’ho detto al mio migliore amico – ghignò col solo risultato di risvegliare tutti gli istinti nascosti di Regulus.

 

 – James aspetta un attimo – lo sguardo perplesso del ragazzo convinse Sirius a spiegare: – Siamo in infermeria: può entrare qualcuno –

James puntellò i gomiti nel materasso per scostarsi da Sirius. Con cipiglio serio che poco gli si addiceva, soprattutto visto lo stato in cui versava, si trovò a constatare: – Se non ti conoscessi direi che hai paura! –

Le guance di Sirius andarono a fuoco mentre cercava una cosa logica da dire: – è la mia prima volta ed è normale che abbia paura –

Si stupì di aver avuto il coraggio di dirlo senza batter ciglio.

James lo guardò intenerito, stendendosi completamente su di lui e sorridendo. – è la nostra prima volta – corresse – e siamo Malandrini: sarebbe improbabile se la nostra prima volta non infrangesse almeno sette regole di Hogwarts! –

Sirius rispose strofinandosi contro il suo corpo e sbottonandogli i pantaloni senza preavviso.

– Sei sicuro, vero? – James capì dagli occhi di Sirius che quella che provavano era esattamente la stessa sensazione; come sempre erano sulla stessa lunghezza d’onda.

Più tranquillo, James riprese a collaborare, sfilando a sua volta maglietta e pantaloni a Sirius che intanto si era girato prono sul letto.

– Non … non ti farò male – mugolò James, respirando sul collo di Sirius ed abbracciandolo come per rassicurarlo.

Quando finalmente James entrò dentro di lui con una spinta, Sirius si irrigidì, mordendosi la lingua per non urlare e conficcando le unghia nelle coperte.

– Tutto bene? – soffiò James, baciandogli il collo.

Sirius annuì senza parlare, per paura che la sua voce lo tradisse, mentre James cominciava a muoversi lentamente dentro di lui.

 

– Sai, vero che non potrò più guardare in faccia Sirius? – domandò Regulus strofinandosi contro Remus. Il biondo si limitò a sorridere sornione, consapevole di essere vicino ad un altro importante traguardo: forse finalmente tra Sirius e Regulus ci sarebbe stata una tregua e poteva permettersi il vanto di pensare che fosse anche un po’ merito suo.

– Il problema qual è? –

– Giocavamo a gobbiglie insieme. È lui che mi ha insegnato a volare – rispose, come se quell’affermazione spiegasse tutto – Dormivamo nello stesso letto –

Remus continuava a divertirsi e Regulus iniziò a trovare irritante il suo comportamento.

 – Penso che invece oltre che guardarlo in faccia, dovrai parlargli – Regulus pensò che troppe coccole facessero male a Remus, che intanto continuava a blaterare – Se ti ha insegnato a volare forse vorrà anche farti “quel discorso” –

Come sempre, quando Remus entrava in certi argomenti,per quanto potesse essere divertente prendere in giro Regulus, non riusciva a non arrossire; per questo nascose il viso, intrappolando Regulus in un tenero abbraccio.

 – Credo che sia tardi per fare quel discorso – constatò saggiamente il più piccolo, coprendo entrambi col lenzuolo e sfiorando la spalla si Remus con la mano.

– Questa come te la sei fatta? – domandò indicando la cicatrice di cui le sue dita tracciavano il contorno.

– è una lunga storia – rispose Remus baciandolo. Di certe cose non era ancora pronto a parlare.

 

James si era fermato; disteso sul petto di Sirius, poteva sentire il battito del suo cuore perfettamente sincronizzato al proprio.

– è stato … cominciò titubante e fu Sirius a concludere per lui – perfetto –

Sirius giocava ancora con i suoi capelli, anche se era talmente stanco che sapeva che da un momento all’altro sarebbe crollato.

– Ci pensi, James? Mio fratello e Remus … –

A James andò di traverso la saliva: Tuo fratello e Remus … cosa? – domandò sgranando gli occhi.

Il sorriso che si aprì sul volto di Sirius fece sciogliere il suo cuore.

– Sei la mia vita, James – Sirius si appoggiò esausto a lui, respirandone il profumo caldo e seducente.

– Sei la mia vita, Sirius – rispose l’altro accarezzandogli il viso.

 

 

 

Quella stessa sera Peter tornò in camera per addormentarsi e trovò una figura a sua volta addormentata in un letto.

Sulle prime aveva pensato a Sirius, poi si era accorto dei capelli leggermente più corti e del fisico leggermente più minuto.

Rabbrividì riconoscendo Regulus.

Fu il colmo quando distinse al di là delle coperte qualche ciuffo di capelli chiari: per il suo povero cuore quello era troppo; con quella sconvolgente visione nella mente, scese in sala comune, dove la mattina dopo Frank Paciock lo trovò a dondolarsi avanti e indietro, mormorando: – Non posso crederci – ed altre frasi che la mente pudica di Frank preferì non registrare.

 

Quella stessa mattina Madama Chips rientrò a lavoro dopo essere stata fuori per faccende private di Hogwarts.

Trovò due ragazzi addormentati, abbracciati e nudi su un letto dell’infermeria.

Avrebbe dovuto arrabbiarsi?

Il suo sguardo cadde sulla pergamena su cui erano annotate le medicine che Sirius avrebbe dovuto prendere e che naturalmente erano ancora ben conservate negli appositi flaconcini.

Iniziò a battere ritmicamente il piede a terra, come faceva sempre quando cercava di calmarsi ed intanto si guardò intorno, cercando di non far cadere l’occhio sulla “scena proibita”.

Alla fine coprì i corpi dei due ragazzi con un lenzuolo e lasciò la stanza, sperando che si svegliassero presto, in modo da permetterle di tornare a lavoro.

Lei quella mattina non era stata lì.

E questo è quanto: i pomodori marci sono a destra, le uova a sinistra.

Perdonate la conclusione, ma dovete sapere che mi sono svegliata stanotte verso le 3; il capitolo era già pronto, avevo voglia di rileggerlo: ho agguantato una penna ed è uscita fuori questa conclusione!

Vi lascio augurandovi buona domenica e sperando che continuerete a seguire anche il seguito!

Chiby

  
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